21 marzo| 1709 Reniero Premarin
Dispaccio del 22 febbraio| 1710|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
sin dal principio di mio arrivo a questa Pretura trovai un dissordine che, continuando, mi stringe il debito del servitio che m’honora di Vostra Serenità portargliene riverente raguaglio. Ogni volta che m’è occorso intervenire alle sacre funtioni in questa chiesa Collegiata in forma publica, son entrato nella medesima senz’esser stato ricevuto coll’acqua santa nelle solite formalità, con rimostranza verso li publici Rappresentanti, come si stilla nelle città e luoghi dello Stato, con publico indecoro, e reccusando il preposito padre Domenico Ferrarese l’adempimento di questo indispensabile dovere, massime verso questo suo Reggimento, non infimo fra gl’altri, com’è statto commesso a tant’altri parochi con ossequiate ducali, non ostanti l’ammonimenti fattegli, allegand’esser mio capricio, e novità contraria alla publica intentione; e perché queste ommissioni sempre sono statte mall’intese, n’umilio a Vostra Serenità il statto del dissordine, tuttavia corrente non senza universale osservatione, per attendere dalla Publica Sovrana Sapienza quelle deliberationi che sarano stimate convenienti al miglior servitio del publico decoro, e mia dirretione. Gratie etc.
Rovigno, 22 febraro 1710.
Renier Premarin, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 90.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.