10 dicembre| 1715 Andrea Corner
Dispaccio del 4| giugno| 1716|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
la rillevanza delle premure de questa terra porta seco tal necessità che eccita al maggior segno il mio zelo ad humiliar per la terza volta le mie devote instanze alla Serenità Vostra, per impetrar dalla publica carità quel soccorso atto a preservar questi popoli, numerosi sopra otto mille persone, che sono ridotte a gli ultimi periodi di morir dalla fame.
A conditione più deplorabile non so vederli, atteso che corre più di un mese che in questo publico Fontico non vi è più grani, né farina di sorte alcuna.
Vuotti li publici depositi, e consunto anco quel pocco che s’attrovava nelle corse de’ particolari, onde il bisogno qui si rende universale.
Prencipe Serenissimo, il vedermi sotto l’occhio a tutte l’horre caterve de’ popoli lagrimanti e languenti, che con profusi pianti mi chiedono agiuto e soccorso di pane, ciò addolora troppo al vivo il mio core, e lo costituisce nelle maggiori afflizioni ed angustie, il che obliga questa Carica ad esponer il tutto sotto li sapientissimi riflessi dell’Eccellenze Vostre; con questo di più, che quando nel termine di giorni otto non capita qui qualche soccorso, vedo inevitabile il loro eccidio. Prima di portar li miei humilissimi ricorsi alla Publica Clemenza, ho praticato ogni diligenza possibile da per tutto per rinvenir qualche provista de grani, come anco ultimamente fecci l’esperimento nel Friul, ma il tutto mi riuscì senza effetto, né speranza alcuna. Resta solo quest’unica speme, che il decreto preso sopra questo particulare dalla gloriosa pietà della Serenità Vostra, 23 maggio scaduto, che in copia unisco, habbia la sua intiera osservanza; e quando qualch’altro publico riguardo dilationasse l’effetto allo stesso decreto, in questo caso degni la paterna publica carità dell’Eccellenze Vostre, come devotamente le supplico in un caso de tanta premura, assieme co’ questi fidelissimi sudditi, che l’estrazione de’ grani almeno venga permessa dalla terra ferma, e fra tanto illico si soccora quest’affamati popoli con qualche portione de biscoto, o grano de cotesti Fontici, il valsente del quale sarà esborsato nella publica Cassa da quello che verà a riceverlo. Gratie etc.
Rovigno, li 4 giugno 1716.
Andrea Corner, Podestà.
Allegato: decreto firmato dal Nodaro Ducale Giovanni Francesco Giacomazzi diretto al Podestà di Rovigno, datata 23 maggio 1716, concernente la richiesta di frumento (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 94.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.