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1651 Francesco Bragadin di Nicolò

Dispaccio del 18 aprile| 1652|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe
Diedi parte a Vostra Serenità con mie humilissime di 8 del caduto, del mio ingresso a questa regenza in cui prego Dio Signore si degni assistere all’infervoratissimo mio zelo singolarmente dirretto al buon governo di questi fedelissimi sudditi, alla quiete et sicurezza de’ quali, mediante gl’effetti di retta giustitia et d’affetuosa vigilanza, colla quale continuarò in questo soggiorno, onde se ne conseguisca frutto agiustato al bisogno.
Prima del mio partire da costì, col motivo che mi fu fatto in lettere da questi signori Giudici e Capi della città, nel riguardo alla penuria di questo fontico, si compiacque l’Eccellentissimo Senato, in riflesso delle mie giustissime et humil premure, deliberare sotto li 2 novembre decorso che siano trasmesse dal Magistrato eccellentissimo delle Biave in queste munitione stara cinquecento di formento e cinquecento di sorgo turco per gl’acenati bisogni di questi habitanti, non essendosine fatta per anco l’espeditione, tanto vivamente convengo supplicare l’adempimento pontuale et sollecito quanto che trovo sul fatto il bisogno assai più grave di quelle mi veniva figurato da lontano, mentre in evento d’assedio o d’altro sinistro emergente, che Iddio rimova, come viene minacciato da Turchi e ch’io distintamente ho tutto portato a notitia dell’eccellentissimo signor Procuratore Provveditore Generale Foscarini, non potrebbero sperarsi agiuti di viveri dal Monte nero, né d’altre parti circonvicine; e perciò tanto maggiormente implora la solecita missione del deliberato dalla somma carità dell’Eccellenze Vostre per non trascurar mai le parti dovute al mio vivissimo debito.
Ho havuto occasione di veder queste munitioni da guerra, il stato de’ quali deve esser stato portato alla notitia di Vostre Eccellenze da questo illustrissimo signor Provveditor Estraordinario, onde non stimo sopra ciò reccare altri disturbi alle publiche orecchie. Con il medesimo signore, io possa con unione d’affetto e di buon zelo verso il publico servitio, e per mia parte sempre sarò di genio immutabile, come devotione ben dovuto ad un buon cittadino. Gratie.
Cattaro li 18 aprile 1652.

Francesco Bragadin Rettor et Proveditor.

ASVe, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni