1651 Francesco Bragadin di Nicolò
Dispaccio del 12 settembre| 1652|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe
In agiunta di quanto con mie humilissime precedenti di dieci del corente ho portato a’ notitia di Serenità Vostra nel proposito degl’ordini impartiti dal Sangiacco Giussuf Begovich per l’ammassamento di sue genti per gli rincontri che susseguentemente s’hanno havuto da i confidenti, si confermano le medesime commissioni. Aggiungono l’arivo vicino a Podgoriza del predetto Sangiaco per conciliar li popoli di Cucci e Piperi con quelli Turchi, per la morte di due di loro seguita per man delli stessi Turchi. In questo stato di caso ho stimato bene di spedir subito persona espressa, separatamente una dall’altra, nel sudetto luoco di Podgorizaper risapere il numero preciso delle genti che deve condur seco il predetto Sangiaco et per haver ogni più distinta informatione di suoi disegni, non dovendo fidarmi né dat total credenza a queste voci. In tanto per la sicurezza di questi confini, vado disponendo per tutti i posti gl’ordini che stimmo più aggiustati et conferenti al bisogno, ma con tutta desterità senza dar materia di confusione o occasione di sospettare al nemico. Mi duole però che per il ristretto numero di queste militie, non s’habbi forze quando ricercasse il bisogno a’ pena di sostener la custodia di questa piazza, come in altre passate occasione sen’è consciuto pur troppo l’effetto et il bisogno, che si bene spero cassato totalmente per questa occorenza; non di meno quando anco nascesse, sarò certamente il primo ad esponer il petto per far con prove di veri effetti conoscere la svisceratezza del mio ardente zelo e dar esempio anco agl’altri di contribuire i proprii talenti nel servitio di Vostra Serenità
Il ritardo che si frapone all’arivo di due mille ducati delliberati per questa parte, fa accrescer l’aggitatone al mio animo vedendomi totalmente privo di danaro per sovenire alle gravi neccessità delle medeme militie, per servitio delle quali devo pur finalmente dirlo, mìè convenuto ultimamente impegnare sino i proprii pochi argenti, come è ben noto all’eccellentissimo signor Ambasciator Capello, per divertire quei scontenti delle militie che potrebbero poi caggionar pregiudici gravi agl’interessi di Vostra Serenità. Gratie etc.
Cattaro li 12 settembre 1652.
Francesco Bragadin Rettor et Proveditor.
ASVe, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni