• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

26 febbraio| 1617 Camillo Michiel

Dispaccio del 8| giugno| 1617|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
nel punto che volevo spedire alla Serenità vostra l’altre mie qui occluse, mi gionge da Constantinopoli un dispazzo (?) in un sol sachetto, segnato S et lo spedisco immediate colla stessa fregata, patron Vicenzo de Zuanne di Lazari, in diligenza et con aggiunta di remi, conforme alla commissione che tengo dall’eccellentissimo signor bailo. Ricevo in oltre da Castel Novo la qui occlusa lettera, nella quale mi confermano quei cappi de turchi la loro buona volontà et offerta fattami, et perché mi vedo obbligato a mostrarle qualche segno di riconoscimento et d’amore, supplico la Serenità vostra che o si compiaci d’inviarmi per tal effetto alcuna cosa, o di scrivermi se debbo trovar qualche cosa di qui et presentargliela. Non è ancora gionto il presente che la Serenità vostra ha imposto che mi sia mandato di qui, ma credo che poco possi tardare, et l’impiegherò secondo che richiederà l’occasione, o nella venuta del bassà di Bossina, o di quello che gionge in Albania, come già diedi conto a Vostra serenità. Mi vien di novo riferito che li ragusei, quando il general spagnuolo entrò in Ragusi, non so se per honorarlo o con che significato, gli portarono contra le chiavi della città in un bacille. È fuggito anco uno schiavo dalle galere spagnuole et m’hanno li turchi di Castel Novo promesso di far che potrò parlargli per haver qualche informatione. Gratie.

Di Cattaro, lì 8 giugno 1617.
Camillo Michiel conte e provveditore

Allegati: lettera di Ussain agà che sollecita il buon funzionamento della Scala di Spalato (n°1).

Allegato n°1

In lettere di Cattaro di 8 giugno 1617.
Doppo haver baciato l’honorati piedi del felicissimo et giustissimo doge di Venetia, et delli signori del suo eccelso Divano, li si fa humilmente sapere che la buona memoria del quondam Alì agà mio padre per l’affettione et osservanza che portava alla Repubblica venetiana, s’affaticò sempre di mostrare con veri effetti in ogni occasione il suo bon animo, et in particolare per occasione dell’introdutione et inviamento della Scala di Spalato, per lo quale s’adoperò egli con ogni spirito, come è noto a tutti. Et dopo la sua morte, continuando io come suo herede in questa buona volontà et desiderio di servire Vostra sublime et eccelsa persona nelle cose attinenti ad essa Scala, non ho mancato di far ogni opera possibile acciò che fusse ella ben inviata et frequentata dalli mercanti come è al presente, et per ciò ho voluto anco tor hora per molti migliara di ducati l’appalto di detta Scala dall’eccelsa Porta con titolo di nazar, cioè sopra stante delli datii, con speranza di megliorarla con utile et beneficio dell’una et l’altra parte. Ma vedend’io che le galee ritardano tanto da un viaggio all’altro, con maleficio di essa scala et con disgusto et danno delli mercanti, resto veramente confuso et conturbato, et così anco li mercanti tutti, et dubito grandemente che non resti essa scala abandonata per questa causa, con danno suo et nostro, per che li mercanti tal volta stanno qui aspettando dette galee da 5 et 6 mesi con grandissimo loro incomodo, spese et interesse, come hanno fatto apunto questo viaggio. Anzi che molti di loro essendo partiti dalla Bossina con le loro mercantie per venire a Spalato, et havendo inteso in viaggio che le galee non erano ancora gionte, so ritornati indietro, et sono stato ancor io in procinto di partirmi et abbandonare essa Scala, ma oltre il carico che ho delli datii, essendo stato deputato anco dall’eccelsa Porta alla custodia di questi confini, mi sono trattenuto per non trasgredire l’ordine, et però supplico humilmente la Sua eccelsa et felice persona a voler metter in ciò ogni pensiero, acciò che non resti abbandonata detta Scala, trattandosi dell’interesse delli datii di Sua maestà imperiale et dell’utile et beneficio delli suoi et nostri sudditi, et io non mancarò di protegger così quelli come questi con ogni mio potere, come si conviene alla buona et sincera amicitia che è tra noi, che mi offerisco anco pronto a servire la sua felice et magnanima persona in tutte le sue occorrenze, prestando ogni favore et agiuto alli suoi sudditi che capitaranno in queste parti, come ho fatto fin’hora. Et di pià la supplico humilmente a voler far gratia a me suo servo, et alli mercanti mussulmani, che Luca di Michiel che era già scrivano delle galee possi venire qui a Spalato a distrigare li suoi conti con noi, per che havendo lui da doi anni in qua havuto diversi negotii con me et con altri mercanti non ha mai liquidato a suoi conti con nessuno, né meno dato satisfattione a chi deve, et però ogn’uno sta aspettandolo con gran desiderio, et particolarmente io per mio interesse, acciò che possiamo liquidare et saldare i nostri conti con lui, onde la supplicamo di nuovo tutti a concederci questa gratia et a voler anco commetter che tornino quanto prima qui le galee per beneficio della Scala, rimettendoci nel resto al suo honorato volere et commando, con augurarle per fine lunga et felice vita.
Senza data.
Infimo servo Ussain agà. Nazar della Scala di Spalato.
Al presente.
Tradotta per me Giacomo de Nores, interprete della Serenissima Signoria.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.