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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 16 marzo 1796

N. 13

Serenissimo Principe,
non illanguidito il mio zelo dai patimenti di un viaggio per le alpestri montagne confinarie, ma rianimato anzi viepiù dai sensi di generosa soddisfazione, coi quali conforta nelle Sovrane Ducali l’Eccellentissimo Senato, ho proseguita e compiuta la faticosa carriera visitando la linea d’Imoschi, Vergeraz, e Narenta.
A giusto risalto del vice colonnello Danese ho trovato in quella d’Imoschi non comuni tracce di attività, e di intelligenza: configurata ogni disposizione colle sole viste dell’oggetto, ed assicurata l’incolumità della materia colla libertà di un cauto commercio de’ generi non suscettibili tra i sudditi della Provincia e gli Ottomani.
Questa nuova caparra di benemerita abilità mi ha indotto a voler meco l’uffiziale medesimo a Vergoraz, ed a Narenta.
Si avvilisce la più coraggiosa intrepidezza a vista di quei dirupi, dove sembra che la natura abbia riservato il suo orrido, ed è ben compassionevole la condizione di que’ Sudditi che sono costretti a mendicar la loro sussistenza dalla cultura precaria di Terre Ottomane: unica loro risorsa, ma oggidì combattuta dalle riserve della contumacia, che ne vieta l’usata libera comunicazione.
Trasportati ad ogni modo alcuni caselli dai luoghi non bisognosi di raddoppiata custodia, ed aggiuntine sei in alcune non calcolate ed indifese provenienze, vi ho fissato il necessario armo sotto la direzion di capaci uffiziali, abbinati quelli di Craina cogli altri di truppe regolate.
La linea di Narenta stabilita sull’antico piano mi ha offerto un tutto mal organizzato, senza il minimo riflesso agli oggetti importanti di sanità.
Distanti uno, due, e tre miglia dall’altro i caselli; lontani fuor di misura dal margine confinario: occupata l’estesa intermedia da folto bosco nella maggior parte, era lasciato libero ai sudditi ed ai Turchi un impunito divagamento dall’uno all’altro Stato, senza che le guardie terriere permanenti fossero in grado di ovviar i certi disordini di una rovinosa clandestinità.
Se per quel lato non ha sofferto la Provincia i tristi effetti dell’abbandono, posso solo attribuirlo alla costante salute dell’adjacente Erzegovina, i di cui Abitanti si tennero sempre in riserva di comunicare colla Bossina.
Nulla però seducendomi l’estera precauzione, e mirando solo a retificar le convenienti precauzioni contro qualunque accidentalità, ho sistemata anche quella linea col trasporto di nove Caselli, e coll’aumento di altri dieci otto: sicchè oggidì sono perfettamente tranquillo, nè esito accelerar il mio passaggio alla residenza di Zara, dove mi chiamano i riguardi del carico, e della mia salute fortunatamente preservata, ma che tuttavia risente gli effetti della caduta, e del corso pericolo.
L’onor degli attuali uffiziali, che oggidì dal triplo servono fino all’ultimo termine di Narenta, risponde all’esatto servizio alla linea; nè so rifiutarmi in qualunque evento all’idea di nuovi travagli, e di maggiori cimenti.
Alla configurazion appunto della linea intiera trovai col confronto dell’antico sistema necessario l’incremento complessivo di 101 caselli: duemilacento ottant’otto son gl’individui che giornalmente con diverso carattere, fungendo le rispettive mansioni, la presidiano.
Mi è grato vederla oggidì sistemata in modo che dissipa le apprensioni de’ sudditi, e distoglie gli esteri austriaci dalla spiegata idea di proibir ogni commercio co’ veneti, semprechè le provenienze dall’Ottomano non siano garantite con armo adattato a salvezza della materia.
Con questi precisi sentimenti mi si è palesato il tenente felt marescial conte Pulich comandante in Croazia: ma prevenuto dalle mie disposizioni non sa temer ingrati effetti de’ restrizione a carico del reciproco commercio tra rispettivi sudditi.
I più depurati avisi che dagli esploratori mi derivano sulla salute in Bossina, oggidì lusingano di non lontana calma: si riavvicinano i luoghi in addietro colpiti dal morbo, che minora i suoi sviluppi; ed il più recente scoppiò in Duvno due ore lontano da Imoschi in una famiglia, di cui perirono subitaneamente con segni di contagio tre individui; ma segregatesi dall’infetta le altre famiglie, da 25 giorni non successe alcun infortunio.
Rassegnato puntualmente alla competente Eccellentissima Magistratura nel suo vero aspetto le mie discipline relative all’armo della linea, delineata in cadaun territorio coi rispettivi disegni, individuate in appositi piediliste le spese giornaliere a mantenimento della linea medesima, invoco la benefica equità di Vostre Eccellenze perchè non mi si protragga la pronta somministrazion dei sussidj in soldo, e pan biscotto: non confondibile l’estraordinaria esigenza coi metodici consumi e dispendj affetti all’azienda economica di questa devota carica.
Ossequiando le Sovrane Ducali 23 dicembre prossimo passato ho circolato ai subalterni nobil huomini rappresentanti delle Marine, e ai direttori de’ Pubblici Legni dipendenti dalla mia facoltà gli ordini relativi ai corsari affricani che capitassero nell’acque suddite; sicchè siano da chi incombe esercitati i riguardi tutti, che salva l’esecuzion de’ trattati e quelli gelosi della salute possano esser compatibili, ed atti a vederli partire contenti.
Mi saranno di pari scorta i comandi di Vostra Serenità circa le analoghe istruzioni al Veneto Console presso quel Cantone, a cui fossero per appartenere, ed il competente Eccellentissimo Magistrato de’ V Savj avrò contemporanei riscontri di mia doverosa esattezza.
Esaurito il fatto che diede motivo ai reclami del governo di Fiume per l’incongruo comandato ammutinamento della bandiera imperiale al direttor dell’estera lancia giunta nell’isola di Cherso; mi sono determinato al fermo e carceramento del fante alla sanità, che giova supporre reo dell’incompetente arbitrio; e voglio fiduciarmi che l’estero governo appunto dietro la già precorsa notizia delle fatte disposizioni possa chiamarsi pago dell’innegabile reclamato compenso.
Eccitato il vice console veneto colà a far uso di sua destrezza per docilitar alla misura di sperata acquiescenza l’animo di quel Governatore, qualora mi giungano gli attesi riscontri, ne riprodurrò a Vostre Eccellenze le più precise circostanziate risultanze a norma delle ulteriori pubbliche determinazioni.
Spedito dal Visir della Bossina il turco Assan Chiaus e compagno con pubbliche responsive alle lettere officiose di questa carica, ho fatto al tenor del solito corrispondergli il giornaliero mantenimento, e l’occorrente foraggio per tre cavalli di suo seguito, durante li giorni sette che si trattenne nella bazzana di Sign: impiegato io allora in attualità di visita nel territorio d’Imoschi.
Congedati quindi colla consueta rispettiva mancia, rassegno all’approvazione di Vostra Serenità la polizza dell’occorso dispendio, che comprese le mercedi ai guardiani, raccoglie la summa di zecchini 23, lire 32. dei quali, e dalli regulati effetti descritti in cinque partite nell’unita nota venererò la sovrana abbonazione a cautel del mio maneggio. Grazie.
Spalato 2 marzo 1795/6/. [sic].
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania
Allegata copia della notula delle spese (a firma Querini, scritta a Sign il 2 febbraio 1796) sostenute in favore del turco Hassam Chiaus.

Nota: Arrivato il 16 marzo 1796.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.