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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 29 marzo 1796

N. 16

Serenissimo Principe,
sempre più confortanti sono gli avvisi che tuttodì si succedono con uniformità di osservanza sull’odierno ripristino di salute nelle contermini località di Bossina.
In Duvno non insorse più nessun’altra incidenza che si restrinse in una sola Famiglia e contasi ormai l’epoca di cinquanta giorni da quell’ingrato avvenimento.
Anche nella Piazza di Livno (la più vicina a’ Pubblici Stati, e la più desolata dal contagio col deperimento di settecento individui, compresevi le perdite delle sue adjacenti ville di Podrem, e Vrezevala) si va tuttavia accelerando il regresso degli abitanti che fuggirono al primo scoppio del morbo; e soli pochi doviziosi Ottomani non sanno determinarsi al ripatrio, perchè ricordando le fatte perdite di congiunti, trepidano di se medesimi riavvicinandosi a que’ luoghi gravemente sospetti.
Comunque sia la calma costante che per sessanta giorni dall’ultimo avvenimento in quella fortezza universalmente si respira, è un ragionevole appoggio ai presagi di un più tranquillo avvenire.
Non perciò devesi alterar il sistema di presidiaria difesa, nè io saprei fra brevi giorni verificar il già rassegnato passaggio alla natural residenza della carica in Zara, se non fossi bastatamente tranquillo sulla forma della linea sistemata, e sulla fede di chi la arma e dirige.
Riconosciuta la necessità del premio, e del castigo a chi ben, o mal serve, mi è di conforto che la sicurezza del primo abbia allontanate le occasioni del secondo; e che tutti gli ispezionati si emulino a vicenda
Nell’onorato impegno di corrispondere alla pubblica aspettazione; e che i terrieri non si rifiutino ad un servizio straordinario e pesante, sebben raddolcito dalla puntual contribuzione degli assentiti sovvegni in soldo e pan biscotto.
Sempre eguale la grandezza dell’Eccellentissimo Senato negli usi di sua benefica provvidenza, non vorrà togliere al reverente mio zelo di ben servirlo quella risorsa che con tutta ragion spero dalla configurazion dell’attual piano della linea, e che meritò i clementissimi sensi della sua sovrana approvazione.
Indispensabile il mantenerla finchè più felici circostanze non ne consiglino lo sbando, che pur mi lusingo non molto lontano, e che dipende dalla maturità del competente Preside Eccellentissimo Magistrato, i cui cenni sono legge alla mia ubbidienza; è del pari indispensabile che non manchino quelle sovvenzioni, che diedero rispettosa (?) al devoto numero 15; e per cui mi è forza ripetere i più efficaci voti, onde il difetto delle promesse retribuzioni non illanguidisca il fervor di chi serve alla linea, ne mi disegni nell’animo de’ rozzi sudditi con caratteri alieni dal leal mio istituto, e con conseguenze troppo decisive alla incolumità della gelosa materia, e del pubblico servizio.
Il comandante generale di Zagabria conte de Raunitz coll’annesso foglio, che in original umilio a vostra Serenità, ricerca energicamente l’appoggio di questa carica per l’attrappamento, e successiva consegna al comando militar di Segna di certo Nicola Marinich, suddito imperiale, reo di un furto violento, e che suppone ricovratosi nell’isola di Veglia, e disposto di ridursi a maggior salvezza in cotesta Serenissima Dominante.
Studioso di comprovar all’estera superiorità l’impegno di buona vicinanza segnai al nobil huomo rappresentante di Veglia le relative istruttion: ma prevedendone inutile l’effetto, se costì si riduce il delinquente, forse pronto sott’altro nome a descriversi come recluta sotto le pubbliche insegne, dall’ossequiata autorità di vostre Eccellenze dipenderà il successivo di lui destino, e ricercata consegna al comando militar di Trieste, dove si promette il più esatto rimborso delle spese specificate.
Con provvide viste di suo reale servizio ha voluto istituir in Zara l’Eccellentissimo Senato la scuola militare oggidì utilmente diretta dall’abile tenente Minotto.
Spedito in Provincia dall’Eccellentissimo Savio di Terra Ferma alla Scrittura, durante l’attual mia absenza da quella piazza, a riconoscerne l’andamento il tenente colonnello (?), mi avverte quell’attento graduato che mentre disegnava introdur, ed unire agli altri studj attinenti alla tatica Militare anche quello della cavalleria coi metodi recentemente stabiliti nella Terra Ferma dal tenente (?) Salimbeni, tracciò un giustificato ostacolo a suoi divisamenti nello scoraggiamento, e titubanza del cadetto Carpanese, il quale è sensibile alla necessità d’interrompere il corso de’ suoi studj, per non perdere la sua anzianità in confronto degli altri cadetti, che possono destramente presentarsi alla propria compagnia.
Se rifletto al rigor della legge; trovo ben dedotta l’apprensione del cadetto medesimo: ma se rifletto alla tenera età di questi giovani, e molto più alla vera utilità nel servizio pubblico, forse sono accettabili le istanze di quelli, i quali anelano approfittar del benefizio pubblico frequentando la Scuola istituita a loro ammaestramento, e ricusano l’illusoria, e spesso dannosa risorsa di una libertà di vita, che d’ordinario influisce sul costume della gioventù, e sul pubblico servizio. Non so rifiutar al candidato il conforto di umiliar a Vostra Serenità le sue istanze, onde non gli si tolgano i suoi diritti, ne gli si precludano i mezzi alla sua militar educazione. Grazie.
Spalato 29 marzo 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegata richiesta di cattura e consegna alle autorità austriache di Nicola Marinich (fuggito da Segna a Veglia) e della refurtiva in suo possesso (4 cc.).

Nota: Arrivato il 7 aprile.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.