1588 Zuan Jacomo Zane
Relazione
Relazione del clarissimo messer Zuan Jacomo Zane ritornato di sindico di Dalmatia ove vi fu l’anno 1588
Li luoghi che possiede la republica di Venesia nella Dalmatia et in quel poco che resta de l’Albania, li quali sono nel Golfo et sono sette isole et nuove luoghi in terra ferma, nelle quali risiede reggimento mandato da Venesia, li luoghi di terraferma sono tutti alla marina et confinano col mare et con luoghi turcheschi. Principiano nel castello de Novegradi et finiscono nella terra di Budua. Novogradi, Nona, Zara, Sebenico, Traù et Spalato si vanno congiongendo l’uno con l’altro, con li loro territorii sopra il mare, li quali però dal ultima guerra in qua sono ridotti in angustissimi territori, perché restando a lungo le marine in molti luoghi meno d’un miglio la terra, si può dire che la Signoria possieda una gingiva di mare, per questo tratto di lunghezza, da misurandosi a marina può esser miglia 200 in circa. Vicino a Spalato è interrotto questo continuato corso di camino per lo Stato della signoria perché dalla parte di Traù, per la perdita fatta nella passata guerra di Salona, possede il Signor turco et quella fiumara et un poco di territorio sopra il mare et dall’altra parte per la perdita del Sano et del rimanente di quel territorio et di quello di Poliza non continua la Serenità vostra col suo fino ad Almissa, come soleva prima, ma per il dominio che ha il Signor turco et di questo et di quello, perilche non si può andar per quello de venetiani per terra ad Almissa, che è 20 miglia fino a Spalato. Dopo questo luogo di Almissa si possiede in terraferma Cataro discosto cinque giornate et Budua discosto 15 miglia da Cataro, mediante il territorio di Zupa perso nella penultima guerra, il quale è paese più fertile, ameno et dilettevole di tutta la Dalmatia, copioso di moltissime acque atte a beverare, irigare et a volger [?] molte mole de molini. Vicino a questo luogo di Budua si trova il paese de Pastrovicchi, che si estende per miglia 12 verso mezogiorno, tutto montuoso, nel quale stantiano huomini fedelissimi a questo Stato, i quali con tutto che siano circondati da turchi et privi di fortezze, si conservano però in fede et divotione, et questo è tutto quello che si possiede in terraferma in quelle parti. Sopra la condition di questi luoghi et sopra quello che si potesse sperare di loro in occasione di guerra si può dire che se bene sono cinti tutti da mare, non si vede però che la maggior parte di loro si potesse difendere da un mediocre essercito, non che grande. Si può ben dir questo, che non si possa dubitare di esso mentre che si potrà mantenere il dominio del mare in Golfo, perché sempre chi sarà patron di questo mare sarà anco patron di questi luoghi, che possono per la maggior parte, se non tutti, da armata esser se non possessi, destrutti. Ma da uno essercito da terra crederò che la maggior parte di essi non potria salvarsi, che per le conditioni dei luoghi et per il molto potere et commodità che ha l’inimico vicino non solamente da mandar li esserciti, ma di mantenerlo anco formidabile. È vero che con difficoltà si può sotto alcune accampare essercito, perché hanno transito per munti molto aspri, per li quali è molto difficile et forse impossibile il condur artigliaria, pure sotto ciascuno si può andare et mantenere questo può esser fatto da turchi, che cavalcano così facilmente per quei monti, come fanno italiani per il piano. Vengono più stimati degl’altri il castello di Novegradi et le città di Traù et di Catarro, de quali anco parlarò più particolarmente, perché Nona, se bene è considerabile per il molto territorio che ha et fertile, con la conservatione del quale si da parte del vivere a Zara avanzandoli oltra il suo bisogno ordenario 7.000 di formento in circa all’anno. Non è però sostentabile da qualsivoglia scaramuccia, non che batteria, essendo che è città antichissima, destrutta quasi tutta per le guerre, per le quali si ha memoria haver patiti gl’incendii, da quali le sue mura sono ridotte in stato che le porte sono dei minori forri che li habbino; et se bene è circondata da mare, è però intorno così munito che si può dire che sii posta in terraferma e non sopra il mare, non potendosi per il poco fondo da alcuna parte accostarsi vascello armato, così che è opinione di molti che in ogni occasione di guerra saria bene distruggerla affatto, perché essendo impossibile diffenderla la perdita d’essa saria causa di far perdere un così grande et fertile territorio.
Sebenico con tutto che sia città molto bella da vedere è circondata da muri, non è molto forte, perché può esser battuta dal monte de San Giovanni, che la domina et sebene non può l’inimico così facilmente accamparsi sotto, per esser circondata da monti, non è però che sopra essi non possino andare e con maggior avantaggio batterla, è vero che con quanta facilità può esser assediata et offesa da terra con altretanta può esser soccorsa e difesa da mare, perché ha la fortezza di San Nicolò posta in bellissimo sito in bocca del canale per il quale si entra nel suo porto, che può impedire l’entrata ad ogni vascello che volesse andare per offenderla o per disturbare il soccorso, che le potesse esser portato da i nostri.
Traù ancor che sia situato come in isola tra l’isola di Bua e terra ferma, che con doi ponti si congionge con l’una et con l’altra, et che nella guerra passata non habbia perso territorio e perché per la difesa che ha di asprissimi monti non si può entrare se non per doi o per tre strettissimi passi, che con pochissime persone si difendono, non è però libero da quel dubio che si può havere che l’inimico come potente et commodo, non possa per li medesimi passi e per altra via recarsi sotto et con poca fatica prenderla, essendo circondata da muri antichi e deboli.
Spalato, stantia già di Diocletiano imperatore, può esser medesimamente offeso, anzi con più facilità degl’altri poiché tutto il suo territorio col’ultima guerra è fatto territorio del Signor turco, né ha alcuna forza in quel poco paese che gli resta, ne meno nella città, anzi che per questo rispetto et che per restargli solo cinque miglia lontano il sangiacco di Clissa è continuamente in travaglio per correrie de turchi.
Almissa con tutto che sia bastevolmente forte, più per sito che per sé stessa, e sendo posta a canto a monte nella bocca della fiumara di Cetina e havendo li dui castelli di Visichio e Starigrado che la guardano l’uno da una parte e l’altro dall’altra sopra monti asprissimi, voglio credere che sia quasi inespugnabile per li siti, non si deve haver però per difendibile, non havendo territorio né confinando con paese sotto posto alla Signoria, in maniera che non si sa vedere come si potesse impedirle uno assedio, oltre che con difficoltà si potria sperare che si sostentasse, poiché non ha habitanti proprii et nativi del luogo, ma quei pochi che vi habitano sono un misto di huomini d’ogni paese.
Et Budua ancorché quelli habitanti, che sono per il più pastrovicchi, stimano che se fusse serrato il castello de muri, che hora si trova aperto, si faria inespugnabile, non è però così, perché potendo esser quel castello commodamente battuto da un monte verso ponente, non potria con tutto che fosse serrato esser altro che un ridotto atto a sostentar territorio circondato da turchi, et essa con marine alte et debolissime fu fatta abandonare al tempo della guerra passata.
Novogradi, che è uno dei luoghi più stimati, è uno castello piciolissimo fatto in forma di una galera grossa de forte, perché non può esser battuto se non da terra et in monti assai difficili di sasso puro, così che l’inimico non può portar inanzi terra et coperto farvisi sotto, in maniera che si è ben munito può sempre tenersi lontano l’inimico, come se s’accosta né può essere di facile salita, poiché non potendosi più servire del artelaria, li soldati non potriano né anco impedire il muntarlo, non havendo mura né altro parapeto da difesa, del quale potessero farsi avanti et con arcobusi o con altro impedire il scalarlo, perché è tutto piazza eguale et però è opinione di molti che saria bene farli qualche diffesa e ciò si farebbe con poca spesa. Manca quella fortezza di uno delli principali bisogni che è di acqua, perché le due cisterne che vi si trovano, essendo poste nel ristretto del forte, s’erano per li tiri continui rotte, né havevano goccia d’acqua et erano stati astretti per questi pochi sospetti che erano ultimamente farsi munitione nei mastelli. Quando paresse alla Signoria di fare una nuova cisterna, non vicina alle altre per non correre l’istessa fortuna, ma in altro luogo pure nel castello già designato, dove saria sicurissima et abondantissima d’acqua, somministraria a così importante bisogno, aggiongendo a questo il tener continuamente provisione di biave, acciò che’l vivere non mancasse mai per alcuno accidente, facendolo sempre essere munito di buona quantità di polvere, di palle et di ogn’altra sorte d’armi havevasie [?] per quella difesa, è questo castello da esser molto stimato più per altro rispetto che per sé stesso, perché essendo posto nel confine dello Stato di terra, con la sua conservatione si conserva quel confine et tutto quel che da esso si possiede fino a Zara, che è un lungo tratto si ben ristretto, il quel certo cascaria in mano de nemici in gran parte se non in tutto, quando non vi fusse questo castello; et essendo posto sopra un seno di mare fatto dopo lo stretto di Possidaria, infine del canale della Murlacca, nel quale sono le fiumare di Carin e di Obrovazzo, non solo difende quel seno, ma è anco cagione che d’Obrovazzo non eschino vascelli con quali potrieno turchi venir fuori per il canale della Morlacca, non solo a danno di questo canale, ma di ogni altro luogo fino a questi lidi senza alcuno impedimento, con danno notabilissimo, perché quando turchi havessero libera questa navigatione non solo, come ho detto, si perderia quel territorio che si possede da Novegradi a Zara, nel quale è compreso anco quello di Nona, che è quanto di fertile si ha nella Dalmatia, ma l’isola di Pago dalla quale si cava 200.000 ducati all’anno saria continuamente depredata et l’altre isole del Quarnero malissimo trattate; oltre che rihabitariano la Morlaccha, che è a malissimo termine et dishabitata per rispetto di uscocchi, che in quel canale da quella parte fanno di continuo residentia, non essendo luogo che habbi acqua, che non è meglio che non ne sia, che essi non si habbino fatti forti con edificarsi muoli de sassi, dove stanno con le barche ascosi in maniera che non possino esser veduti, neanche danificati, il che gli assicura da vascelli della Signoria, perché vanno loro sopra le montagne che si salvano et per loro stessi et per esser del dominio del Signor turco, et copiano le barche dietro quei moli che non possono esser vedute, overo cosi levargli una spina che hanno le affondano et questa causa che la Morlacca non è habitata, perché gli uscocchi vanno del continuo robbando il tutto; et pure si trova nota che era habitata da 12.000 famiglie, perché si trova memoria che l’principe che dominava quel luogo, havendo di tributo un ongaro per famiglia, ne assumeva 12.000 all’anno, onde per questa via Novegradi leva nel Signor turco et questa entrata e quel paese, che si può dire che non lo possieda tutto che è fortissimo. Per questo et per molti altri rispetti pare che turchi mostrino de haver principale occhio a questo castello et perché vedano che difficile è il modo di prenderlo, procurano dishabitarlo et però quando possino prendere de quelli habitanti, che bene spesso succede, perché convengono pascolare li loro animali et far legne per trare il suo vivere nell’istesso territorio turchesco, contra il loro ordinario costume di far schiavi, ammazzano non solamente gl’huomini, ma le donne ancora, ma perché vedono che con difficoltà poter dishabitarlo et anco di prenderlo a guerra aperta, havendo cominciato a fortificare il luogo di Dragovaz, che è una piazza sopra li monti della Morlacca in capo del canal sopradetto, con la quale scoprendo tutto esso canale haveriano impedito ciascun vescello ad andare a Novegradi, perché con il dare aviso ad una torretta, che designavano fare sopra la ponta dello stretto, s’impediva il transito a ciascaduna barca, benché picciola et con questa via bisognava che Novegradi cascasse, perché per mare questa gli levava il soccorso et per terra per 1.000 vie il ponno fare, essendo patroni de tutti et nei castelli et villaggi dopo la guerra passata, ma questo pensiero gli è stato interrotto da uscocchi, quali vedendo che questa fortezza le impediva il dominio del canale della Morlacca et il transito ad Obrovazzo, sua ordinaria navigatione, hanno destrutto il principiato da loro con notabile benefitio delle cose della Signoria.
La città di Zara, che è luogo principale metropoli della provincia è città forte et è chiamata difesa di questo golfo et antemurale di Venetia et di tutta Italia, è questa sopra una lingua di terra circondata dal mare da levante, ponente et in mezzogiorno, accostandosi all’altra parte sola a terra ferma per la larghezza di passa 150 in circa. Circonda questa città passa 1.740 et ha un forte dinanti dalla parte di terra di circonferenza passa 700. Delle conditioni di questa fortezza così importante, se non dirò quello che si doveria mi escusarà la poca esperientia che ho di questa materia. Parmi che sia compiutamente forte, per quello che può essere una fortezza in sito piano, perché dalla parte di terra, che è la più pericolosa, oltre che è strettissima, come ho detto, si diffende con tre beloardi grandi, di che sono il beloardo Grimani verso il mare, il Portone et Santa Marcella verso il porto et ha anco dinanti al forte gran difesa in faccia da doi baloardi et dalla fosse, dalla quale dalla parte verso il porto, dove potria esser battura, ha la gabiola che la rende sicura. Dall’uno et dall’altro dei lati ha le cortine molto belle et forte, et dietro la città con li tre beloardi predetti. La città poi dalla parte del porto, dove può esser battuta da terra, se bene non può esser assalita et esser largo il porto che la intermedia passa 90 in circa, si difende con cinque baloardi che bastano a sostenere gagliardamente et dalla parte di mare, con tutto che habbia muraglie antiche, è però a sufficientia forte, perché non può essere battuta se non da armata, che non si deve credere che venga in quel canale, oltrache con vascelli non si può accostarvi, perché è difesa da doppia porporella in mare, come anco in porto n’è una dalla parte di terra ferma, perché non si possa accostandosi vascelli ad essa dar commodità a nemici di battere la città più facilmente et battuta di assalirla, in maniera che io giudico Zara così forte come essa si possa fare non mi basta l’animo però di chiamarla inespugnabile, perché l’inimico vicino è così potente che non saprei dire qual fortezza egli potesse superare, massime dove può accamparsi et dove ha terreni da portarsi inanzi, et per coprirsi et per fare gli altri bisogni da guerra. È vero che anco l’inimico potria dubitar di gettar via l’opera, perché oltre che questa fortezza è compita non gli può mai esser levato né impedito il soccorso da mare. Questa città et il forte si potrano chiamare quasi del tutto finiti et tuttavia le sue fabriche apportano grandissima summa spesa, perché altri fanno una cosa, altri un’altra et molte volte fanno cose non molto bisognose o per ornamenti o per non haver danari a sofficienza per fare le bisognose. Se l’principe subordinasse quel poco che resta a fare, cometaria che quello si facesse che fosse ordinato et mandato di cosa in cosa il denaro, forse che in poco tempo finiria questa fabrica e si liberaria da una continua spesa che gli apporta uno infinito danno. Con avantaggio si potriano a questo tempo far li alloggiamenti si per la cavallaria come per la fantaria et li magazeni per le monitioni, perché l’escavatione della fossa daria materia de sassi per essi et con poco più di quello che si spende hora nel portare via quello che si caverà, si spenderà poi nel riportar quello che bisognerà per farli. Quanta oppositione che ha questa città, si è che dalla parte da mare si ha le sentinelle così distanti l’una dall’altra, che in alcuni luoghi non si vedono, né si odono et che è peggio in questa distanza vi è parte della muraglia che non può esser scoperta, né dall’una né dall’altra, la qual potrebbe facilmente essere salita; et in oltre l’escavatione di quel porto è così bisognosa, come qual altra cosa in quella fortezza, perché esso si va atterrando si fattamente, che in alcuni luoghi verso il porto già si passaria a guazzo, con notabilissimo pericolo di quella città. Ha ella bisogno non solo di gli alloggiamenti per i soldati, ma de magazeni per le monitioni, che per questa causa il prencipe spende assai in pagare fitti et difficilmente alcuna volta si trova chi voglia affittare, al che si potria fabricando (provedere) alcuni luoghi del istesso principe, li quali sono quasi inutili, overo comprando terreni da particolari, che con facilità li venderiano, et con una sola spesa si francheria da un continuo interesse.
Cattaro è una città posta in capo di un tortuoso canale che fa il mare nel confine dell’Albania, penetrante 18 miglia a piedi de monti altissimi et asprissimi, così che dicono che come essa è di 18 miglia fra terra, è anco 3 sotto terra per la peste et terremoti et parte per le guerre appar questa città in gran parte distrutta. L’altezza di questi monti che la serrano, oltre che gli levano per molte hore del giorno il sole, per le continue nuvole e nembi ridotti da venti in quelle cime, gli fanno bene spesso provare da mezo giorno notte. Per mesi 6 d’inverno provano quei habitanti un diluvio domestico che si serra tra quelle altissime rupi, è però habitata continuamente da persone fedeli et affetionate al nome della Signoria, sono pacifici rispetto a tutti gl’altri di Dalmatia et anco più commodi di tutto il rimanente della provincia. Nella bocca del canale, vi è Castel Nuovo che impedisce molto il transito. La città è fortezza importantissima per il suo sito et per il castello, che soprasta ad essa et però la reputo quasi inespugnabile, essendo esso inoffensibile. Può essere accampata dalla parte di terraferma che viene da Budua, perché da quella parte può venire essercito commodamente et batterla, ma battuta non può esser assalita, perché il capo del canale che in quel luogo l’intermodia l’impedisce. È vero che l’acque del Gordichio, che scorrono in esso canale da quella parte l’atterrano molto, che fra poco tempo si può credere che egli s’atterri in modo che agionte a questo le rovine che si potriano fare nel batterla, si faria manco difficile l’adito di assalirla, si potria però dar l’essito a quelle acque un poco più discosto dalla città, il che si faria con pochissima spesa. Dall’altra parte pure da terra può anco essere accampata, ma quando si levasse il terreno che è pochissimo da quella parte, l’inimico non cercaria d’andarvi, perché non solo si leveria a lui la difesa de coprirsi et di condursi inanzi sicuro, ma s’accresceria a Cattaro col terrapienare quella parte che ne ha molto bisogno. Dall’una et l’altra di queste parti è difesa da mura et da beloardi che li guardano, ma più importa il monte et il castello che gli soprasta, con molte bocche di fuoco poste in altissimi luochi a difendere la città et battere tutti li luoghi dove si può accampare esercito et tutte le strade per dove si può indurre, in modo in modo [ripetuto nel testo] che si può riputare la più sicura fortezza che sia in quella provincia, della quale non si potrà dubitare mentre sarà munita delle cose bisognose per vivere et difendersi, ma essa con tutti gli altri luoghi di Dalmatia et in particolare li più riguardevoli hanno bisogno de munitione di biade per il vivere et però, come fu prudente la deliberatione di mandar li ducati 1.500 a Zara par fare un deposito di formento, così sarà prudentissimo consiglio di fare in ogn’altro luogo un honesto [?] deposito di grani per munitione, perché essendovi posson servire al bisogno et sapendovi che vi sia si levarà la speranza a l’inimico di potersi così facilmente prendere quei luoghi come lui si crede per assedio.
Li bombardieri sono a sufficientia in ciascadun luogo per li tempi presenti, è vero che questi soldati non sentono quel benefitio delle paghe che doveriano, perché la dilatione che si usa nel mandarle è causa che convenendo loro procurare il vivere prima che arrivino, sono necessitati non havendo danari della paga, prender quello che possono con danno notabilissimo loro, se andassero le paghe in tempo sentiriano gran beneficio, massime quando in esse si mandasse una parte di moneta picciola come di quattrini, li quali accomoderiano meglio il soldato et quelle città, nelle quali non si trova se non con difficoltà moneta et quando per il resto si mandasse tolleri, oltre che avanzeria l’utile di quelle monete, non daria alcun danno alli soldati.
Le munitioni nelli soliti luoghi sono mal trattate et poche et massime polvere, che in Almissa et nelli dui suoi castelli non ve ne sono se non due barili, il mal governo di quelle può procedere dall’essere in mano di sostitute persone.
L’artiliarie sono in molti luoghi in terra senza carri et senza letti et malissimo trattate, ammettendo ancora che bene spesso siano dispensate malamente et sparse in diversi luoghi et in mano de diversi particolari, essendo che alcuni hanno legnami et ferramente per fabriche, altri artiliarie che fusse di polvere per difesa de suoi luoghi in villa, altri simil cose per poter navigar con suoi vascelli sicuri et ad altri sono stati dati fino li piombi publici per somma. Si è provisto di ricuperare parte et parte facendo debitori in Camera, quelli che gli hanno havuti, et parte sono stati pagati dalli sopramazzari o sono stati fatti debitori. Si è fatto quasi in ogni luogo inventario nuovo et si è terminato che oltra gl’inventarii sia tenuto anco d’essi sunto alli deputati alla sua custodia o nelle Camere o nelle cancellarie, obligando essi deputati a dar piezarie et prohibire gl’imprestiti che si facevano.
Oltre li sopradetti luoghi in terra ferma posseduti dalla Signoria nella Dalmatia è anco patrone di alcune isole che sono in Quarnero: Cherso, Veglia, Arbe et Pago et fuori del Quarnero: Brazza, Liesina e Curzola, oltre li quali possede molte altre isole et scogli: Ossero, oltre Lissa, Torcola et altre sottoposte alla giurisditione di queste et delli luoghi di terra. Di quello che potesse succedere di queste isole in tempo di guerra bisogna dire quel medesimo che si è detto di tutti gl’altri luoghi di terra ferma, cioè che quelli li quali saranno patroni del mare haveranno similmente la signoria di queste isole, poiché queste non si possono sostentare con altra difesa che con quella dell’armata di mare. Per difesa delle quali isole non sente spesa alcuna il principe, eccetto che in pagare alcuni pochi bombardieri et delle ditte ne cava convenietemente utile, come si dirà.
Nelli sopradetti luoghi di Dalmatia dominati dalla Republica si trovano anime 71.568 de quali ne sono da fatti 17.089 [?] pochissimo numero alla quantità et bisogno del paese. Sono attissimi tutti alla difesa di quei confini et non hanno pari per servitio dell’armata. Dimostrano buono affetto verso il principe, del quale fanno professione di esser devotissimi sudditi, il che si può credere rispetto che’l Principe confinante li pone in necessità di esservi et sono in effetto tali et massime quelli che sono più discosti, come quei di Cattaro, di Budua et Patrovicchi. Contendono volentieri tra loro et spetialmente per occasioni di nobiltà, che in tutta quella provincia è tanto stimata che non è possibile più. Sono poveri tutti, anzi poverissimi per la maggior parte, in maniera che vivono tutti strettissimamente.
Dell’istessa provincia ha d’entrata la Signoria, per quello che se ne rescuote da dati et altre entrate publiche, ducati 41.154 et de sali, che la fa vendere in alcune di quelle città et mettere il tratto nelle Camere per il sovenimento loro, ducati 3.221, che in tutto si viene a scuotere in dette Camere ogn’anno ducati 44.375, nelle quali spendono in spendono [ripetuto nel testo] in spese ordinarie et straordinarie ducati 31.306, di modo che viene avanzare per conto del prencipe ducati 13.069, li quali sono obligati al pagamento di quella cavalleria, per la quale spende ogn’anno ducati 11.240 et per la fanteria ducati 26.692. Et per altre spese che si fanno con danari da Venetia et altrove ducati 4.400, di maniera che ha Vostra serenità da quella provincia più spesa che entrata de ducati 34.623. è vero che oltra questo si cava da quella provincia de sali da Pago, Sebenico, Traù et altrove molta quantità di denaro, il quale per essere in certo non si dice, ma è vero che oltra ducati 100.000. Nelle spese prenominate che hanno le Camere vi sono compresi ducati da 5 in 6.000 di spese straordinarie, le quali sono molte et forse si potriano regolare; tra quali vi sono gli affitti che bisogna pagare ogn’anno delle case per alloggiamenti de soldati et de magazeni per le monitioni che ascendono a ducati 1.500 in circa, spese era [?] il fabricare molte cose a utile et commodo de rettori particolarmente, li pagamenti fatti a cancellieri et cavallieri de processi inutili formati contra persone che non havevano bene et gran parte de processi criminali nominari di questo nome. S’aggionge alcune feste che s’introducevano a farsi col danaro publico per compiacimento di quei popoli, li qual tutte spese importavano 800 ducati all’anno et hora sono levate del tutto. Sono state tagliate molte concessioni fatte de beni di Signoria ad affitto semplice o livellamanto leggiero, ordinando che siano incantati detti beni di Signoria; si è provisto che nelli incanti di dacii o decime non si possa più essentare alcuno particolare, anzi si sono tagliate l’essentioni già fatte et che nelle deliberationi de datii non si possa più obligare li datieri ad alcun donativo et sono stati annullati molti obblighi che erano nelli datii, alli quali non si potrà giongere cosa alcuna senza licenza del senato. Nelle spese predette sono comprese ancora quelle che si fanno nel presentare turchi, le quali per il vero sono così grandi che eccedono li termini ragionevoli, alle quali sino che li rettori saranno in libertà non sarà possibile potere rimediare, perché nel far li presenti spendono assai, perché nascendo il ben vicinare di quei luoghi dallo stare in pace con turchi et havere buona amicizia con loro et intelligentia, torna conto alli rettori per mantener li suoi sudditi in pace e con abbondanza di vivere tenersi grati li sangiacchi et altre persone che commandano a quei confini et compiacerli di qualche loro desiderio nel presentarli di gran cose, per poter accomodare li rumori che seguono alle volte tra populi confinanti et per non li dare disgusto et per causare che cerrino in un ponto li grani et altre cose necessarie per il vivere de quali convengono servirsi nel territorio turchesco, poiché l’angustia delli territorii di questi contadi fa che tralasciata Nona et Traù, alcuni di loro non hanno il vivere per 3 mesi del suo. Il bisogno donque di grano et del resto per vivere commodamente fa che quei rettori concorrono nel farsi grato il sangiacco et quello se lo fa più grato chi più il presenta, et li presenti sono venuti all’eccesso, che in luogo de cinque vesti di seta et due di lana che si davano, hora di spendono fino ducati 500 et più per presente ordinario, alche dubito sia difficile il provedere quando non si levi la libertà alli rettori di presentare.
Quello che si potria fare per rimedio in questo proposito saria il vedere d’introdurre, che ad un tempo determinato le città della Dalmatia mandassero li suoi ambasciatori uniti a portare il presente al sangiacco sino alla sua stanza, perché oltra che questo assicuraria che si facesse un solo presente et che non si presentarebbe se non quando volesse il prencipe, si levariano ancora le spese che si fanno ordinariamente nell’andare a presentare et li pericoli nelli quali per l’ordinario si mettono le città per li sudditi di Dalmatia in queste occasioni, perché o viene il sangiacco con infinito numero di gente fin sopra le porte della città o fa che li rettori vanno a trovarlo nel suo Stato, li quali convengono andare con guardie tali che le città a quel tempo restano quasi abbandonate, così che in qualche occasione, machinata dalla perfidia de nemici, si potria causare tagliata di sudditi et perdita di alcuna di quelle città, perché quando vengono de questi accidenti il proveditore della cavallaria in Zara et altrove li consiglieri delle città escono, non solo con tutti li soldati da cavallo, ma con parte de quelli da piedi et con tutta la gente della città atta a cinger spada et se ne vanno dove si ha da fare l’abboccamento, che è in Zara per l’ordinario et a Zanovico luogo del Signor turco molte miglia discosto da Zara, al quale mandandosi passa per molti luoghi con evidentissimo pericolo di quelli che vi vanno et della città che resta in questo tempo, come ho detto, vota non solamente di soldati ma d’habitanti; credo che questo facilmente si potrà introdursi, perché non vedo che al sangiacco torni più conto l’havere i suoi presenti a casa uniti un poco minori, che venir con tanto incommodo et spesa per tutta la Dalmatia per torli un poco maggiori, perché ad ogni modo non avanza molto nel venire, perché l’accesso che si fa nel presentare non è per il presente della persona del sangiacco, ma per li presenti che si fanno a tante persone che vengono ad accompagnarlo, che non vi saria necessità de presentarli, massime dalli ambasciatori delle città, oltre che questo non saria ordine nuovo, perché già in Albania si usa che gli ambasciatori di Cattaro, Budua, Antivari et Dulcigno, quando si possedevano, andavano unitamente a portare il suo presente in Scutari et pure hora Cattaro non aspetta che’l sangiacco venga a torlo, ma alli debiti tempi glelo manda et forse da qui viene che in quel luogo non si fa eccesso nel presentare. Quando si habbia a continuare di quel modo che sin hora si è fatto, tornerà conto per fare li presenti ordinari et straordinari, che siano sempre in mano delli rettori veste di seta et di lana, zuccari, confettioni et cere, per poter esse servire nei bisogni, perché non li havendo, li comprano di là pagandoli il doppio et alcuna volta non trovando panni danno le proprie vesti ducali, nelle quali andando maggior quantità di robba che non va nelle vesti turchesche, si viene a spendere il doppio senza utile.
L’entrate publiche dell’isola di Veglia sono ducati 3.400 li quali si cavano da 80 e più dati o deliberationi, perché essendo le decime di quell’isola del prencipe, li deliberano non uniti tutti o de villa in villa, ma fanno tutto deliberandone per ciascuna villa qual sorte di biade o vini si trovino, perché non affittano le decime di Robunizza unita, ma la decima de vini di Robunizza quelli degl’ogli, quella de formenti et di ogni altra sorte di biada separata, in maniera che fanno un numero grande di deliberationi, non contenti di questo fanno queste deliberationi almeno duplicate ogni anno et alcune triplicate e quadruplicate, perché deliberano tutte queste sorte di decime prima in herba et poi in danari contadi, quando affittano la decima a tanto quarte di vino o tanti stara di biada e a contadi quando deliberano le quarte di vino o stara di biade a danari, nelli quali casi d’affittare a danari molte volte quando hanno molta quantità de vini o di biade, li partono in 2, 3 et 4 deliberationi, in modo che 3.400 ducati sono divisi in più di 80 polize d’incanto, da che nasce che oltra che 80 dacieri vogliono guadagnare tutti 80 polizze d’incanto, apportano molte spese che vengono a danno del prencipe.
Nella gabella del sale in Zara si è trovato che si dispensa molo più di quello che importa la limitatione che vien mandata da Pago, poiché dai libri s’è veduto che un anno per l’altro se ne dispensa la metà più del limitato, oltra quello che apporta l’accrescimento delle misure ch’è di qualche importanza, essendo maggiore la misura di Raspo di quella di Zara di mezzo quartaruolo per ciascuna, del quale acrescimento con tutto che sia grande non si sente però il principe beneficio alcuno. Oltra quello che con l’occasione del comprare, come si fa da particolari, quel di più si dispensa, si può asconder per l’utile che si traze nel comprarlo a y[?] 44 e venderlo a y[?] 64 da che si può stimare che in quella città si potria dispensare più di altretanto sale del limitato [?] che sono stara 2.160 l’anno.
Li sindici ultimamente stati in Dalmatia con l’auttorità del Senato reviddero i processi de i banditi absenti, dei quali ne accommodarono 2.512 a parti de quali diminuirono il bando, parte confinarono in alcuna parte della provincia, parte obligarono servire a cavallo senza paga, parte a far guardie pur senza paga, et in galera 192, altri al remo, altri da spada et altri ad altro servitio e senza paga e con mezza paga, et alcuni pochissimi che non erano condennati ma erano uscocchi a pagha intiera.
Facilmente cadono quei populi in queste pene, poiché sono di natura altiera et le contese che sono tra di loro di nobiltà, per la libertà con che parlano, è causa della formatione di molti processi et la facilità con che cadono in galera presentandosi è cagione della moltitudine de gli absenti et per abbassare la naturale alterezza di quei sudditi, li rettori procedono alla severità dela pena, anzi alcuna volta è stata usata tanto la severità che etiandio per lieve colpa sono stati posti in galera, poiché alcuni per non haver fatto un pionego sono stati gastigati alla galera et altri per non essere il padre habile a tale servitio hanno condennato il figliuolo et alcuni altri rettori giudicando convenirsi tanto tanto [ripetizione nel testo] la pena della galera a quei sudditi che condennandoli absenti gli hanno condennati alla galera; la qual cosa è di molta importanza, poiché con questa via oltre l’auttorità loro bandiscono di tutto lo Stato, con notabilissimo pregiuditio del prencipe et di quella provincia, poiché il privarla degli habitanti è un procurare la totale sua rovina, oltre che bisogna haver per fermo che ogni bandito di quella provincia o vive in disprezzo della giustitia nel luogo prohibito o si fa suddito turchesco o uscocco, non sapendo loro mutare habitatione per altra via che per una di queste due. Et oltre questi disordini ve ne sono due altri, l’uno è che in Veglia il vescovo con l’assistentia dei rettori bandisce li sudditi dello Stato. L’altra che essendo non solo permesso ma commesso alli sudditi di quella provincia il portare arcobusi, sono fatti morire o sono sbanditi di terre e luoghi sempre che accidentalmente gli sbarano, come se fussero in Italia dove sono del tutto prohibiti essi arcobusi, la qual cosa dispiace assai a quei populi, a quali il prencipe ha concesso quell’arme per ordinaria, anzi commandantoli che sempre che eschono della città lo debbino portare, dove si vedono li contadini haverla arando la terra sopra il versore. E perciò stima quella gente più crudele che rigorosa giustita vedendosi già obligata nella vita per quell’arme che portano per sua difesa, quando li tiri sono accidentali. La provisione di richiamare li banditi absenti ha giovato assai, ma possa impedire gli uscocchi a fare le medesime cose che facevano et passare per lo Stato a suo piacere a danno de sudditi turcheschi non lo credo, però che come li sudditi di questo Stato che erano con loro non erano cagione di questo effetto, così la segregatione fatta di loro da quella compagnia non lo potria levare. Per molto tratto si possedono le rive del mare et però non è possibile guardarle tutte, oltre che sbarcano in luoghi remotissimi et di notte, che non possino esser veduti et quandosi vedino non sono accusati, perché il timore che hanno li sudditi si esser danneggiati da loro quando li offendessero, fa che non dicono parola, oltre che la maggior parte di quelli habitanti sono suoi amici stretti et parenti, perché essendo dopo l’ultima guerra per coltivar li luoghi ordinato che si ammettesse ogni sorte di gente, ne sono venuti infiniti et però conoscendoli questi dell’istesso sangue et professione si stimano li istessi, anzi che di uno di essere da loro difesi, onde è impossibile che se gli scuoprino nemici, né si possano persuaderli di andarli contra et se bene vanno come sentono dare all’arme, quando vedono uscocchi si sbandano, perché oltra la congiontione del sangue et amore che è tra di loro, il timore di essere improvisamente colti in campagna et ammazzati fa che eleggeriano prima ogni altra cosa che farli offesa. Il danno che fanno uscocchi in quelle parti non è causato da sudditi nostri, né dalli istessi uscocchi di Segna, ma dalli sudditi turcheschi et dalli ministri del turco in quelle parti, essendo la maggior parte sudditi turcheschi che hanno parenti, che di tempo in tempo li avisano et con loro s’accompagnano, in modo che non si tosto arriva un uccellatore in quei villaggi che cade in mano de uscocchi et però si vede che la maggior parte de danni sono fatti nel territorio del turco, nelle ville confinanti et tributarie de uscocchi che commette questi delitti, perché da ministri del turco non sono gastigati quando li fanno, anzi che loro stessi per mettono, gli accarezzano et contributano, ne pure gli uscocchi quando sono presi vengono castigati da loro con altra maniera che con farli taglia a ricuperarsi. Se in luogo di fare gli uscocchi schiavi et di concedere a suoi sudditi di esser suoi tributarii facessero murir quelli et castigarli, pochissimo disturbo s’haveria da quelle genti in quelle parti.
Descrittion particolare delle anime che si trovano in Dalmatia
L’anno 1588
In Cherso in tutto numero 5.120, da fatti numero 1.450
In Veglia in tutto numero 4.150, da fatti numero 1.230
In Arbe in tutto numero 2.414, da fatti numero 450
In Pago in tutto numero 1.513, da fatti numero 420
In totale numero 13.197, da fatti numero 3.550
Novegradi in tutto numero 271, da fatti numero 59
Nona in tutto numero 789, da fatti numero 213
Zara in tutto numero 14.981, da fatti numero 3.404
Sebenico in tutto numero 10.134, da fatti numero 2.279
Traù in tutto numero 7.490, da fatti numero 1.863
Spalato in tutto numero 5.218, da fatti numero 1.492
Almissa in tutto numero 1.052, da fatti numero 254
La Brazza in tutto numero 3.544, da fatti numero 873
Liesina in tutto numero 6.150, da fatti numero 1.212
Curzola in tutto numero 1.220, da fatti numero 200
Cataro in tutto numero 5.500, da fatti numero 1.350
Budua in tutto numero 2.022, da fatti numero 640
In totale numero 13.197, da fatti 3.550
Somma in tutto numero 71.568, da fatti numero 17.089.