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1644 Giovan Battista Grimani

Relazione

Relazione di Giovan Battista Grimani ritornato provveditore generale di Dalmazia

 

Serenissimo principe,

Non possono sottrarsi per obligo delle leggi i publici rappresentanti, anco con tedio dell’Eccellenze vostre, nel loro ripatriare dal riferire in questo augustissimo Senato gl’accidenti più notabili occorsi ne i loro governi, i potentati confinanti, lo stato e bisogni delle provincie et l’operato da loro per servitio delle medesime.

Son sicuro io, Giovan Battista Grimani, ritornato proveditore general dalle provincie di Dalmatia et Albania, che dall’alta virtù de gl’eccellentissimi miei precessori haverà la Serenità vostra havuto distinto raguaglio di tutte le cose degne della publica notitia. Ad ogni modo devo sodisfar a questo mio debito nel rapresentar all’Eccellenze vostre quello ha stimato più proprio per loro servitio.

In tempo di considerabilissime turbolenze nella provincia e dell’indispositioni dell’eccellentissimo mio precessore, fui obligato a partire improvisamente, onde nel punto stesso del commando, seguitato da militie, mi condussi alla parte del bisogno.

Con auttorevole poi assistenza della Serenità vostra, che abbondantemente mi somministrò in giorni, in hore, forze, denaro e munitioni, ho havuto occasione di rintuzzar l’arditezze e licenze de turchi alla parte di Zara. Dove prima del mio arivo havevano guastato la campagna, assalito et assediato l’illustrissimo signor proveditore de cavalli Malipiero nel porto di Grussi, con numeroso ammassamento, qual pure con il vigore e prudenza convenne all’hora supplire al disavantaggio in cui si ritrova di forze, esponendo sé medesimo per molto spatio a’i maggiori rischi. A Sebenico rimasero respinti e fugati 4.000 ottomani aggressori sopra il posto di Verpoglie, qual fu con mia attual assistenza difeso, stimando che la correttione debbi servirli d’essempio. Alla parte di Dolcigno seguì l’aresto di fustarelle o caichi che si havevano dati al corso, precipitando, posso dire, i confinanti in universale, fomentati dall’avaricie et imprudenze de loro commandanti.

E benché turchi, avezzi a non sofferire, attribuendo la corretione a ingiusti agravi de gl’accidenti passati, procurassero di scaricar la colpa dei loro eccessi sopra di me in Costantinopoli et a Buda e di lì con oggetto di provecchio con l’ordinarie loro inventive fossero ispediti chiaus e capigì per rilevar li fatti con chiamar in giuditio l’una e l’altra parte, per dover poi esser deliberato sopra ciò dalla suprema auttorità del primo visir o di quello di Buda, che pur haveva l’istesse pretensioni. In ogni modo, con sudore e stenti sì ma con la maggior fortuna, conservando intiera la dignità di publico rappresentante, non solo non caderono in contraditorio giuditio le ragioni della Serenità vostra, ma con evidenza de fatti furono astretti quelli ministri a confessar in voce et in scrittura li infernali tentativi de turchi, decretando auttore e fomentatore de medesimi Iusuf, all’hora bassà di Bossina. Contro il quale eccitai alcuni suoi sudditi oppressi a portar lacrimose indolenze contro le sue tiranniche forme, il che unitosi nel ritorno del chiaus con le sue efficaci espressioni, secondando et assistendo l’opera debolissima mia, quale si fosse la gran virtù e zelo incomparabile del già eccellentissimo signor Bailo Trivisano, di gloriosa memoria, tanto giovò che in poche settimane fu richiamato e deposto l’istesso bassà dal suo governo et in sua vece ispedito Hussein al presente pure commandante in quella provincia e già capitan bassà da mar, persona riguardevole e discreta. Il quale restando continuamente osservato dall’auttorità et avedutezza del primo visir passato, per esser stato del partito di Silictar bassà, suo inimico odiatissimo e da lui estinto, stimò avantaggiosa la mia sodisfattione. Io gentilmente procurando la sua confidenza e publicando con ostinatione questa amicitia e le reciproche ufficiosissime lettere e regali, per esser forme non praticate più certo da i bassà della Bossina, ho havuto apertura di poner in tutto dovere li confini della provincia con facilità, preservandoli in tutto il corso di 26 mesi di mio governo, con haver lasciata nel mio partire la medesima tranquillità, con fondamentata speranza che si possa goderne la continuatione per qualche tempo.

Mi son sodisfatto poi nel terminar gl’agiustamenti degli affari tutti, mentre tenendomi lontano anco da i dispendi, conseguii l’intento con ridur i turchi al disfacimento totale della grossa villa o terra di Verbizza, introdotta qualche anno prima da Durach dalla Vrana, insidiosissimo confinante alla gingiva del territorio di Zara Vecchia. Mentre in quel recinto, già elevato con militar forme e fiancheggiato ne i lati, haveva unite 90 case di morlacchi montanari, gente selvaggia e bellicosa, fomentatori di brighe, per il godimento et avanzamento de pascoli vicini principalmente; facendo pur demolire il recinto di Vercevo, posto della maggior consideratione, poiché disuniva le quattro ville di marina della Serenità vostra nel territorio di Zara e alla parte di mezo giorno difficoltava l’ordinario camino alle militie dell’Eccellenze vostre, essendosi obligati turchi in publici instrumenti di conventione di non rifabricar più alcuno d’essi posti in niun tempo, confessando indebite le novità, ben vive le ragioni dell’Eccellenze vostre. Del stabilito le scritture si conservano nel archivio di Zara, havendo in quel tempo dricciate le copie legalizate alla Serenità vostra.

E devo dire che con avedutezza procurai vantaggiar sempre li predetti interessi con quella gente, poiché oltre il vitto, anco ristrettissimo, a ministri della Porta, di Buda e del bassà, qualche veste a i medesimi per summa insensibile, certo poco o niente hanno havuto nel mio generalato li confinanti di commodo e provecchio, ancorché in diverse ducali della Serenità vostra tenessi eccitamento a non guardar spesa per procurar buon essito a quelli già spinosissimi affari.

Ma perché ho conosciuto anco auttori principali de disturbi molti sudditi della Serenità vostra, per male introdutioni et abusi al confine, portandomi a tutte le parti della provincia, corretioni generose feci provar alla più trista gente, riducendo particolarmente, con assistenza di ristretto pressidio, il castello di Varpoglie ad habitatione de buoni e non al ricovero de malfattori, assalitori di caravane, ricettatori de furti e de morlacchi tristi.

Né restò sottratta da i rigori la terra di Zara Vecchia, che con il beneficio di vicinanza del castello, lago e boschi della Vrana, erano soliti quelli villici precipitar nell’arditezze et abbandonar tal volta con insegne spiegate l’habitatione della terra, da che per l’avvenire stimo si teniranno molto lontani, restando hormai estinti li principali seduttori et ben avertiti et amoniti gl’altri.

E perché praticava in molte parti della provincia la più mala gente ad habitar capanne e case sparse per le campagne e vicine a boschi, benché esposte all’invasioni et incendii de turchi, con solo oggetto d’avanzarsi più cautamente ne i furti e sceleratezze, potissima cagione de disturbi, quali poi si conveniva sedare con rischio e dispendio della Serenità vostra, feci le medesima tutte dimolire, astringendo cadauno, con mio rigoroso decreto di 8 ottobre 1641, ad habitar ne i soliti recinti più vicini, per dificultar le male operationi et assicurarli dall’incontri.

Obligando poi li communi in solidum di fermar li malfattori habitanti in essi recinti et le loro robbe, affine dalla giustitia possano in ogni tempo esser corretti. 

Conobbi gravissimo disordine il ricevimento che facevano li sudditi stessi in tempo del verno delli animali de turchi per pascolarli nella giurisdittione della Serenità vostra e poi a primavera li rendevano giuntamente con li proprii, quali in tempo d’estate trattenendosi nelle montagne de turchi venivano tal volta da turchi stessi, senza rischio et ostacolo, fermati. Da che poi ne nascevano occasioni di rifacimenti e disconci.

Per rimediar a questo rilasciai editto sotto li 16 aprile 1642, havend’anco prescritte le forme più proprie alla compreda de roncini e traffichi ne i villaggi, perché sotto pretesto di negotio si multiplicano li latrocini. Onde per cautellar le comprede e divertir l’indolenze venni a decreto adequato al bisogno, sotto li primo maggio sussequente. Il quale come fu all’hora aggradito e commendato dall’Eccellenze vostre, così l’altre sopracitate terminationi, mentre stimassero che fossero conferenti al loro servitio, crederei che fosse bene incalorirle con la loro auttorevole confermatione. Attestando con verità all’Eccellenze vostre, che dopo haver ridotto ne i primi mesi di mia reggenza i turchi in dovere et li sudditi in obedienza, con puntual essecutione particolarmente de miei decreti, non ho havuto altri incontri di rilievo nell’affare de confini, ma godutasi universalmente con vicendevol vantaggio calma e quiete.

Per conservatione della quale, riverentissimo, accennar devo alla Serenità vostra, che li morlacchi che fuggono quotidianamente dalla tirannide ottomana per ricoverarsi sotto la prottettione della Serenità vostra, debbano esser obligati almeno a portarsi a lavorar li terreni in Istria o habitar almeno l’isole o scogli del Quarner, prohibendoli espressamente l’accasamento e dimora loro a i confini di terra ferma, forma tenuta da me per levar l’occasione a commandanti e capi confinanti d’infastidirli con pretese e lamentationi, mentre essi morlacchi, con intelligenze in paese turchesco o per qualche vendetta, praticano sopra gl’altri le crudeltà e furti vicino anco alle loro habitationi. Il che è fomento a turchi d’essercitar violenze e per uso del confine da questo canto ne perviene sollecito rifacimento, perché le dilationi poi non nutriscono che maggiori asprezze e contese, poco honorevoli negotiationi e tal volta per sostener il punto convien sospender negotio et la dispensa de sali particolarmente.

Inconveniente ben grave scopersi la vendita licentiosa d’armi da nostri a turchi. Il che ho procurato divertire e stimarei proprio della pietà della Serenità vostra qualche applicatione anco in questa città dominante, perché restasse a turchi che qui capitano difficoltato il loro, benché cauto, abondantissimo provedimento. E perché il posto di Verpoglie alla parte di Sebenico è importantissimo, mentre non solo assicura quella campagna, ma unisce il territorio con quello di Traù, sopra quale li turchi hanno le maggiori inclinationi, convenni corregger quel castellano per haver assentito a ricoveri di mala gente et il salario del medesimo per molto tempo applicai a restaurar quel posto, nella parte però del maggior bisogno et anco senza inmaginabil dispendio dell’Eccellenze vostre, ridussi in qualche avantaggio quelle fortificationi.

È però necessario, in buona congiuntura con la circonspitione maggiore, ridurle in stato almeno di difesa, mentre sin hora turchi non stimano per difficile la sua sorpresa, che colpirebbe mortalmente il territorio di Sebenico e Traù, che restano essentialmente difesi dalla sola conditione de siti.

Nel rimanente le città loro rimangono considerabilmente esposte ad intraprese d’ottomani, come Spalato ancora, per mancanza di valevoli fortificationi. Sopra di che non mi estendo, mentre il dispendio per ridurle sarebbe inesplicabile. Ben sì dirò che in ogni caso devono esser quelle parti difese con preservatione de posti migliori in quei territori.

Per questo solo rispetto stimo ancora continui a godere la communità di Sebenico il privileggio d’elegger il capitano del contado, qual ha per suo trattenimento ducati 10 al mese da quella Camera, oltre altri straordinari provecchi.

Questa carica doveria esser essercitata con tutta la puntualità, nondimeno gl’eccellentissimi miei precessori et in altri tempi li signori rettori di quella città hanno havuto occasione di penetrar, con la formatione di processo, che il capitanio stesso permetteva a morlacchi sudditi del turco il pascolar et abeverar miera di loro animali tre e quattro miglia dentro nel confine e territorio di Sebenico e ciò per il proverchio che riceve dalla contributione d’animali, legne et altro.

Da che vengono poi pretensioni ne’ turchi che li terreni pascolati da suoi animali per qualche corso di tempo s’intendano di propria loro ragione, per avanzarsi nel confine e penetrar nelle ristrette viscere di quel territorio.

Per ciò qualche regolatione sopra questa carica e per hora obligar il capitano della cavallaria, che serve continuamente in quel pressidio, a dover far batter la campagna et le gingive del monte di Tastar dalli soldati che stanno di guardia a Varpoglie, come anco il campo di Grebaschizza, per non permetter a morlacchi di venir dentro nel confine e con questa occasione far anco visitar le guardie de monti.

Sopra di ciò devo dire alla Serenità vostra, che essendo li medesimi guardiani persone del paese, stipendiati da quella Camera et essenti d’altre fattioni, per capo di publico servitio, l’ellettione delli detti guardiani deve esser fatta di tempo in tempo dalli eccellentissimi signori generali o in absenza loro dal publico rapresentante, nel modo che si pratica de i guardiani alla coetta, ch’è l’officio stesso alla parte di Zara. Il che commettendo la Serenità vostra divertiria le dipendenze che simil persone hanno con l’istesso capitano del contado, il quale destina e nomina per guardiani o proprii coloni o serventi.

Alla parte di Traù v’è l’importantissimo affare delle sedeci ville di là da monti, tutte posso dire non habitate da sudditi della Serenità vostra. Ben sì li loro terreni sono la maggior parte coltivati da morlacchi, quali sono effetivamente sudditi de turchi, giudicati da loro nel civile e nel criminale, contribuendo ad essi turchi il solito harazo et le gravezze personali et per esser invecchita questa piaga, di qui sono derivati disturbi anco a gl’eccellentissimi signori baili a Costantinopoli.

A divertimento di ciò portai già distinta informatione all’Eccellenze vostre et all’eccellentissimo signor bailo ancora, per rintuzzar con vive ragioni l’inventive e pretensioni de turchi. Essendo però indubitato che li lavoratori stessi, benché morlacchi, hanno continuamente corrisposto la portione dominicale, parte ad alcuni di quella città e parte a quella Camera. Ma perché li patroni delli terreni sudditi della Serenità vostra essercitano tratti d’avaricia ne gli estimi, particolarmente di biave, con quelli lavoratori, ricorrono questi al patrocinio de turchi, stimando più duro giogo quello li perviene da sudditi dell’Eccellenze vostre, sono pieni di brama di veder essi terreni anco nel diretto dominio in mano de turchi stessi; il che resta fomentato dal Baracovich turco mal contento, che sollecita la revisione de confini.

Tutte le volte che questa è stata tentata sotto di me ho procurato farla cadere, con pretender che principiarsi debba la revisione stessa dal territorio di Zara, dove turchi già molt’anni non solo hanno avanzato con le usurpationi, ma fabricato sopra le medesime il recinto e fortificatione d’Islam, sito di somma consideratione, saria se non bene però che li possessori traurini si astenessero di far simil estimi, ma con desterità per via d’instrumento obligar li morlacchi di corrisponder le biave di quanto resteranno d’accordo, nel modo che stilla la detta Camera fiscale.

L’entrate poi che capitano in questa far deliberar al publico incanto, sicuro che la Serenità vostra ne riceverà maggior vantaggio et in questo modo si termineranno le contese tra morlacchi e patroni di terreni.

Nella universal rivisita della provincia conobbi disordine importantissimo, che a rolli non erano obligati li paesani et alle sole importanti occorrenze, a caso e con confusione, ristretto numero d’essi correva al bisogno, non restando essercitate con le forme che si pratticano nello Stato di terra ferma e nel regno di Candia, col qual essempio con molta fatica e con mia particolar assistenza ho ridotto li habitanti stessi de territori tutti et anco li borghesani a questo dovere, instituendo li capi et officiali, senza agravio, ma con sola marca d’honore, formando li roli distinti.

Ho delli medesimi descritto 10.000 fanti in circa di buona conditione et atti a ben servire et commesso alli capi stessi d’essercitarli al maneggio del moschetto, arma temuta da turchi, tennendo particolar conto delle loro armi ancora, la vendita de quali non solo ho prohibito, ma dechiarito che non possano esserli levate da chi si sia per assicuratione de crediti.

La sopraintendenza delli sodetti paesani, mentre restasse appoggiata a soggetto d’isperienza, riuscirebbe certo di maggior servitio all’Eccellenze vostre, per esser gente, particolarmente quelle di terra ferma, molto coraggiose, disposte ad ogni cimento per difesa di sé stesse et haveri loro.

Alla parte di Zara poi de confinanti, oltre il molesto Durach dalla Vrana, vi era il capitano Begh Bessiragich, persona accreditata a quei confini, che haveva le maggiori dipendenze, il quale ne i tempi passati, insieme con detto Durach suo strettissimo congionto di sangue, era principal fomentatore delle brighe. Ma con forme molto avedute, havendo introdotto tra di essi germani la maggior discordia, già convertiti in persecutione e cautamente avantaggiando il partito del capitano a rintuzzo del compagno, sempre mal intentionato a questa parte, ridussi il medesimo capitano ad essermi instrumento della quiete e correttor de turchi licentiosi a quella parte.

Non stimai male, come pure di là ho lasciata instruttione, con qualche ristrettissima cortesia, tener costui obligato alla cassa de miei eccellentissimi successori, da che certo ne pervenirebbe anco notabilissimo vantaggio a già passati dispendi per l’occorrenze de confini. È con l’opera del medesimo un giorno si potrebbe procurar il disfacimento d’alcune saline introdotte a i confini di Novegradi alla fiumara di Carino da detto Durach dalla Vrana già anni 10, mentre con tutte le diligenze sin hora non si è potuto che divertir i progressi. Per sodisfar parimente al debito incaricatomi del solievo de sudditi e con ogetto particolare di divertir il dispendio che lor proviene dal ricorrer a Zara dalle parti lontane per appellationi e suffragii dal proveditore generale, ho visitato replicatamente la provincia tutta, né ho lasciato a dietro alcuna benché minima parte della medesima.

In ogni luoco efficace et affettuoso ho essercitato l’impiego, non solo a beneficio e consolatione de medesimi, ma a regolatione e cautella de maneggi delle munitioni da viver e da guerra, camere, fontichi, scole, entrate di communità et affare essentialissimo de biscotti. Universale è stata la mia revisione, ardisco a dirlo, diligente e puntuale. Et havendo sodisfatto a me medesimo e partecipato a questo eccellentissimo Senato et a chi dovevo l’operato di tempo in tempo stabilito il publico servitio, oltre il portar riverentemente alla Serenità vostra alcune terminationi da me fatte, per procurar alle medesime a loro vantaggio la confirmatione e per non levar il tempo precioso, in queste congiunture particolarmente, mi restringerò accennandole solo: che tenendo il proveditore generale soprema auttorità sopra tutti gl’altri rapresentanti della provincia, tale essendo a punto l’espressioni delle patenti e loro commisioni, benché habbi essercitato atti di gentilezza e moderatione, essendo odiosissimo il ministero della sopraintendenza et inquisitione, io dubito di non havermi potuto sottrear dal non spiacer ad alcuni.

Protesto a Dio et alla Serenità vostra nondimeno, che tutte le volte hanno preceduti gli effetti del dovere, paterne corretioni e cauti e circospetti provedimenti, da che pure n’è provenuto il risarcimento al publico et la preservatione de gli haveri e della quiete a gl’altri.

A solievo di quei sudditi poi a corretione de cattivi, convenni sradicar li disordini invecchiati e prohibir con debite comminationi l’usure strabocchevoli, principalmente introdotte dagli hebrei nella scala di Spalato, erigendo così in quella città, come a Traù li Monti di pietà, tenendomi lontano dall’interessar il publico e dall’agravar li particolari, havendo sodisfatto posso dire all’opera con volontarie essibitioni de molti, che hanno voluto secondare il mio impiego nel loro servitio. Onde stimerei necessario invigorir le medesime institutioni coll’auttorità dell’Eccellenze vostre, il che valerà alla preservatione de capitali uniti per solievo de sudditi nelle maggiori loro necessità.

Che per ciò havendo osservato che li capitali de fontichi venivano tal volta disposti in occorrenze diverse, precipitando posso dire il quotidiano alimento di quelle genti. Coll’auttorità dell’Eccellenze vostre ho fatto reintegrar li medesimi e prescritte le più severe pene, perché restino osservati li decreti, particolarmente dell’eccellentissimo signor proveditor Molino, la cui memoria vive pur gloriosa e felice in provincia. A queste ho aggiunte per commandamento della Serenità vostra maggiori catene e per osservatione di quest’ordine ne farò capitar copia alli illustrissimi signori regolatori alla scrittura, perché si possino vedere le cuationi dell’operato al ritorno de gl’illustrissimi rappresentanti. Stimando punto essentialissimo il tener lontani dalla fame gli habitanti nella provincia, quali per questa necessità tal volta furtivamente vendono l’armi a turchi, gli animali et li proprii vestimenti, obligandosi con la persona stessa a lavorar per scontar il debito li terreni medesimi turchi, a grave danno del publico servitio e di quelli territori.

Per questo rispetto anco nella città di Zara, oltre l’ordinario fontico del formento, ho introdotto un altro de minuti, con certe regalie che erano compartite e godute da principali del corpo della communità et università, attenti tal volta a proverchiare con incommodo de poveri, da che n’è pervenuto il maggior contento in quella plebe, che ricorse a me con supplicationi, con merito anco dell’illustrissimo signor Bertuci Civran all’hora conte, che per decreto mio si applicò con tutta diligenza all’essecutione et incaminamento del medesimo.

Ben sì mi è doluto altrettanto il non poter sodisfar l’universale della provincia nelle speditioni in appellatione delle loro cause arbitrarie, mentre per antico decreto cade il giuditio sotto la censura delli illustrissimi signori conti e capitani di Zara, quali per molti accidenti non così facilmetne si possono unire e tal volta sogliono esser di diferente opinione.

Onde ogn’uno bramarebbe che si accrescesse a questo numero quell’illustrissimo signor camerlengo, perché doi almeno di uniforme opinione potessero pronunciare, ilche verebbe a divertir le pendenze et a facilitar l’espeditione. Questo pare a me non habbi oppositione e con la riverenza maggiore ho stimato farne tocco all’Eccellenze vostre.

Trovai pure serenissimo principe inconveniente maggiore che in tutte le città della provincia in diverse solennità gl’illustrissimi signori rettori havevano introdotto a gratificatione di certe scole, liberar banditi, anco per colpe gravissime, benché castigati da loro precessori e da loro medesimi, ilche serviva d’eccitamento a sicarii e mala gente di sodisfarsi, con sicurezza di restar sottratti da i rigori della giustitia a suo piacimento con ristrettissimo esborso di denaro.

Io ho stimato bene dar essempio a gl’altri con essequire puntualmente le leggi in questo proposito, tenendomi lontano sempre dalle liberationi de banditi, senza riguardo a usi né casi seguiti, obligando anco tutti gl’illustrissimi rettori a contenersi in simili occorenze. Sopra di che stimo necessaria la rinovatione di vigoroso decreto, perché non dovessero estendersi oltre li espressi privilegi delle città, riducendosi a poco numero quelle che per publico assenso hanno facoltà di ricescar [?] la liberatione di un bandito, per caso puro, che habbi finito il terzo una sol volta all’anno, come espressamente si vede, ove hanno questa prerogativa nelli medemi loro privilegi.

Si pratticava anco che li più aveduti sudditi, capi de gli ordini delle città, frequentemente sollecitavano le speditioni d’ambasciatori con vari pretesti per qual si sia occorrenza, anco non considerabile, assignando alli medesimi mensualmente abondante stipendio, con far cadere le cariche sopra essi stessi o suoi congionti e sopra quelli molte volte che havevano bisogno di fermarsi a Venetia per propri lor interessi, levando il denaro da fontichi et altre entrate della communità et università.

In essecutione delli decreti della Serenità vostra, rilasciati a Spalato sotto li 16 dicembre 1619, mentre con auttorità di capitano generale gloriosamente sopraintendeva quelle provincie, nelle quali tra quelli popoli viva nel cuore si conserva la memoria del più giusto e pietoso governo della Serenità vostra, ho limitato e ridotto a convenienza il salario alli ambasciatori stessi, con obligarli anco di capitar prima avanti il provediotre generale, perché occorrendo possa suffragarli o accompagnarli con lettere all’Eccellenze vostre, a fine ricevano celermente il solevo, come nelle mie terminationi di 20 marzo e 26 aprile 1642.

Disordine pregiudicialissimo in universale conobbi una tal qual consuetudine, in virtù della quale le scritture e protocoli di nodari defonti in Dalmatia erano sparsi in mano di particolari, con evidente rischio d’esser smarrite, il che m’ha dato causa di decretare che siano depositate in publiche cancellarie, per la loro preservatione, né tenute più in case di particolari heredi de nodari, come in mia terminatione di primo agosto passato si vede.

E perché indiferentemente li cancellieri si estendevano ad agravar quelli popoli con ricever per gl’atti et impiego loro eccedente contributione, con solo pretesto che per l’antichità delle teriffe non era possibile di regolarsi con le medesime, onde ad libitum posso dire si sodisfacevano, oltre l’haver con correttione d’alcuni rintuzzate le licenze, ho stimato anco per tutte le città incaricar l’essecutione delle tariffe e fatto elegger due persone, una di nobili e l’altra de cittadini e popolo, con titolo di transadori, per transar tutti gl’atti et spese alli cancellieri stessi, la quale a solievo de sudditi chiama l’approbatione dall’auttorità dell’Eccellenze vostre.

Per particolar poi servitio di Vostre eccellenze nella revisione che ho fatta pure di tutte le Camere, conobbi necessario rimedio valevole a divertire multiplici scandali e per levar particolarmente che non possi esser nascosto il publico denaro, né mercantato il medesimo a danno delle militie et altri creditori della Serenità vostra, che in qual si sia Camera il publico capitale non debbi più esser tenuto da un solo rappresentante, ma in cadaun luoco resti conservato in un scrigno con due chiavi da esser tenute una per cadauno, cioè dall’illustrissimo signor rappresentante e signor camerlengo e preservato il scrigno non nelle proprie habitationi, ma nelle publiche Camare.

Havend’io pure, benché essercitando carica straordinaria et universale nella provincia, introdotto ne i miei maneggi questo stile, rassegnando anco le militie continuamente con assistenza de publici rappresentanti e signori camerlenghi, con far dispensar il danaro sempre in quelle stesse valute che mi fu ispedito di qui, ponendo l’utile tutto delle monete in essecutione della publica volontà e del dovere a publico beneficio, la continuatione di che non può esser che vantaggiosa certo al servitio della Serenità vostra.

Non devo però tacer che nella Camera di Lesina, che ha d’entrata lire 48.645 et spesa lire 33.911, non ostante le multiplici e rigorose terminationi de gl’eccellentissimi miei precessori per il buon maneggio d’essa rilasciati, hanno nondimeno continuato li disordini maggiori e pregiudiciali a gl’interessi della Serenità vostra, perché dovendo il sopravanzo delle spese esser impiegato per servitio dell’Eccellenze vostre, li più sagaci inventano occasioni e con ambascierie straordinarie, nelle quali hanno speso summa considerabilissima di denaro e con altre forme di convertirlo a commodo proprio. Altri anco hanno alterate le partite e trafugati i libri delle bollette, perché non si possa penetrar l’intiero delle fraudi, ilche costa ne i processi formati già sotto gl’eccellentissimi miei precessori.

Per levar a particolari questi indebiti proverchi, stimo bene levar il maneggio d’essa Camara a quella communità e coll’esempio di quello è stato decretato a Traù e Sebenico, far pagar li ministri et officii tutti che sono necessari a quella communità et università, lasciando il maneggio di quella raccommandato al solo illustrissimo rappresentante e camerlengo. Da che certo prenderiano augumento le rendite dell’Eccellenze vostre. E per il buon incaminamento della scrittura spedir di là persona perita, de cui certo tengono gran bisogno le Camere di Cattaro e Sebenico.

Non mi sono esteso nelle spese di fabriche, se bene ho sostenuto li luochi più bisognosi con insensibil spesa.

Alligata però restarà la nota di quello coll’occhio proprio ho consciuto doversi restaurare nel corso di qualche tempo, riverentemente accennando che in simil occorrenze di dispendii il poner all’incanto l’opera, così di fabriche come di cavamenti, per dover esser poi riconosciuta ancora perfettionata che fosse non sarebbe che di qualche risparmio a gli interressi dell’Eccellenze vostre, havendo ciò conosciuto per isperienza.

Non è dubbio che nelle nationi medesime di Dalmatia scopersi privilegio loro considerabile, mentre era solito bonificarsi al capitano la paga del fallito, quando questo era a lui debitore, sino al giorno della sussequente rassegna, mente tutte le volte la faligione era data in quelli giorni stessi che si praticava la rassegna stessa. E benché per non ponerli in agitatione non habbi con essi pratticato le forme che si stillano in armata nelle galere, dove non si suole contribuir altra paga al fallito che dal giorno che comparse alla rassegna, in ogni modo li ho obligati a regole così strette, che in gran parte resta diminuito questo inconveniente et a tempo di queste stimarei necessario ridur l’affare alle forme d’armata, già che la vicinanza alle loro case da occasione di frequentar simili falligioni, non havendo da ciò li capitani tutto l’incommodo che si deve.

Nel rimanente ben degne della prottettione di Vostre eccellenze si rendono le militie di queste due nationi, mentre in quelle provincie fertile e continuata si può conservare per l’Eccellenze vostre quella importantissima minera di gente, docile, pronta, avezza a patimento, ben inclinata, pretendendo goder l’honore d’esser sudditi protetti dalla Serenità vostra, sostenuti con il loro denaro, preservati dalla tirannide d’ottomani, ridotti dalla clemenza publica a goder sotto questo cielo la propria libertà.

Ma perché conosco, serenissimo principe, esser mio dovere non estendermi maggiormente sopra le mie deboli operationi e per restringermi quanto più possa dirò per ultima parte del mio racconto. Che la provincia stessa gira alla parte di terra ferma senza interuttione da Pontadura, principio del territorio di Zara, sino all’ultimo di quello di Spalato per corso non più di 140 miglia in circa, tutta a riva del mare, in molte parti internandosi sei, otto e 10 miglia nel terreno. In altre poi non vi è che la sola gingiva e superficie, seben in ogni modo questo ristretto paese riesce un gran freno a turchi, sicurezza de naviganti, beneficio all’Italia tutta. È Zara metropoli della medesima provincia antemurale della christianità stessa.

Tutta questa parte di provincia non solo è confinante, ma unita e composta col paese turchesco. E benché turchi oltre Clissa non habbino piazze in quelle parti di consideratione, hanno però procurato d’uguagliarsi con convenienti fortificationi de loro castelli, recinti e ville, a tutte le parti vicine a nostri, con soprabondanza poi in ogni parte di gente, praticando artificiosamente abandonar le migliori campagne et il paese di dentro, lasciando anco inculto il buon lontano, per venir ad habitar e lavorar al confine della Serenità vostra il sterile, sempre attenti con impatienza all’usurpationi, essercitando gl’artifici maggiori per avantaggiarsi. Da che ne derivano ordinariamente le contese. È certo quando non fossero alettato dal negotio e non ricevessero commodi dalla communicatione, senza consumo de tesori e spargimento di sangue ancora, non si potrebbe conservar intieramente quel tramite di paese, abandonato in molte parti da sudditi e vile della Serenità vostra.

Oltre la piazza importantissima di Zara, alla quale aggiunta qualche fortificatione alla parte del porto possederebbe il titolo d’inespugnabile, non vi è altra città che vaglia per qualità di fortificationi.

La terra d’Almissa, ultima di questa parte, vien separata da Spalato dal territorio di Poglizza, già occupato da turchi l’ultima guerra et in riguardo del sito, della conditione di quelli pochi sudditi belicosissimi, incalorita da due castelli che la predominano, cioè Vesichio e Starigrado, può sostenersi convenientemente sopra l’altre, come pure la fortezza di San Nicolò di Sebenico, oltre le quali la Serenità vostra non ha in terra ferma altro che Cattaro e Budua, divisi d’Almissa dalle rive di Macarsca e Narenta, ch’è parte della provincia d’Hercegovina del Signor turco e per miglia 130 in circa del Stado de ragusei e territorio di Castel Novo pur de turchi. È però ingolfato Cattaro nelle viscere d’ottomani sotto la fortezza di Castel Novo, ch’è nell’ingresso di quel canale et sopra tutto esposta quella piazza di Vostra serenità a ricever essentialissimo incommodo da qual si sia fortificatione che essi introducessero al stretto delle Cattane, situato alla mità del canale. A che pure ne haveva inclinatione Abazà bassà, qual voleva ponerla ad effetto doppo che hebbe fortificata con una meza luna a pelo d’acqua parte principale a Castel Nuovo, perilché io pure fui spinto con numero di galere, per commandamento della Serenità vostra, dalle fortificationi di Pola del 1631, mentre servivo l’Eccellenze vostre come capitano in golfo. Et incalorito dall’auttorità dell’eccellentissimo signor proveditor general Civrano, di gloriosa memoria in quella provincia, da numero di barc’armate, trattai et operai in maniera col medesimo Abazà bassà, che abbandonò l’impresa e partito che fu ritornai all’incombenze della mia carica. Certo l’occhio pronto a quel posto è necessario serenissimo principe, non ostante che serve assai bene a quest’effetto la vicinanza di Perasto, per esser questa gente sempre coraggiosa e pronta alla difesa et inclinata alle vendette.

Nel resto considerabilissima è la piazza di Cattaro e col predominio non solo del castello di sopra, ma di molti posti e piazze d’artiglierie, divise sopra quel monte, nella richezza e buona conditione delle quali molto si può prometer chi haverà all’occasioni l’obligo di difender e sostentar quella città, proveduta che sii di munitioni. Quello che più importa, promette il cielo e da molti vien preveduto e desiderato, che con questo braccio di provincia, benché spiccato nella declinatione dell’imperio ottomano, habbi la Serenità vostra con tutto vigore a dilatar con facilità il dominio, il Stato et le glorie, restando attento all’apertura per procurar tanta felicità, non solo gli habitanti di Montenegro, li clementi e piperi, ma posso dir tutti gl’altri popoli d’Albania.

Alcuni de quali col beneficio del sito, avezzi a patimenti de monti e con le forme che pratticano gli habitanti in Brazzo di Maina nella Morea, cominciano a goder principii di libertà e restano sottratti dalla tirannide de turchi, rintuzzando l’orgoglio d’essi bravamente alle occasioni.

E sempre accresceranno ad essi l’ardire e la consistenza gli avanzi che va facendo giornalmente nella cattolica religione la missione de padri di San Bonaventura, a quella parte grandemente accreditati, quali al presente sotto l’obedienza di prefetto del Stato della Chiesa sono al numero di 29, cinque sudditi della Serenità vostra, gl’altri lombardi et la maggior parte sudditi ecclesiastici. Né devo tacere in questo particolare che la missione sarà tanto più fruttuosa a gl’interessi della Serenità vostra, quanto maggiore sarà compreso in essi il numero de suoi sudditi e che sarà sopraintesa da suoi rappresentanti, favorita e protetta dall’Eccellenze vostre, il che valerà per facilitar maggiormente l’estrattione di gente da quella parte.

A Cattaro risiede una compagnia di cavalli, parte al scoglio di stradiotti e parte a Budua, della quale la Serenità vostra non cava altro frutto che il dispendio di ducati 300 in circa al mese, perché sta ivi infruttuosamente, né ha occasione di prestar alcun servitio. Per tanto, per mio riverentissimo senso, stimerei levarla da quella parte e con il danaro che ivi si spende infruttuosamente, forse ancora con particolar provecchi, destinar di continuo una barc’armata che scorresse quel canale et assistesse ad incalorir le levate d’Albania, per tenere dulcignani in dovere nella navigatione, quali però al presente hanno convenuto praticar la moderatione.

Di Budua, non essendo posto di consideratione, benché di novo dalla generosità publica rinovata di recinto, altro non devo dire, solo che per la distanza ch’è da Corfù all’isola di Curzola è primo porto della Serenità vostra in golfo et in consequenza necessaria e desiderabile la sua preservatione a commodo de naviganti.

Abenché diminuiti molto siano gli habitanti di quel luogo, in ogni modo da medesimi con il calor de pastrovichi, che in gran numero habitano in quel vicinato, vengono tenute in qualche freno l’insolenze de dulcignani, tutti intenti al mare et alla navigatione. Per questo rispetto l’assistenza di qualche galera con agiunta d’alcuna barc’armata tal volta a quella parte sarebbe necessaria, tenendo a Cattaro per le medesime convenienze provisione de biscotti.

Con simili assistenze restò già corretta i primi mesi del mio ingresso in provincia l’arditezza de i stessi dolcignani e coll’aresto di tre caichi, che si conservano in porto di Zara, maneggiato il negotio nella maniera che si doveva, si sono posti a qualche dovere. Ma certo se non fossero tenuti in freno all’occorrenze, con molta facilità si correrebbe rischio di veder praticar da quella gente le forme et hostilità, che essercitavano gli uscocchi con medesimi et il numero de loro caicchi giunge hormai a segno ben grande, mentre havevano anco introdotto di scorrer con essi nell’acque di Narenta e Macarsca, ricoverandosi in quelle fiumare.

Incomminciava parimente a valer l’essempio per simil introduttione a turchi di Risano nel canal di Cattaro, ma con la forza, minaccia e cortesie ancora, divertii il scandalo nel suo principio, particolarmente nel tempo che di lì mi trattenni. In ogni modo due caicchi d’essi resignani vengono conservati da loro, benché tirati in terra et ero ultimamente in trattato di farli vender a nostri sudditi per reali 50 l’uno. Sopra di che stimerei bene che l’Eccellenze vostre incaricassero l’eccellentissimo mio successore per l’essecutione.

Con l’occhio proprio viddi il borgo d’essi di Risano alla marina, accresciuto già pochi anni di fabriche, moschee e di negotio ancora, con qualche disvantaggio a sudditi della Serenità vostra habitanti in quel canale.

Mi astengo nel rimanente d’esprimermi sopra tutte l’isole dell’Eccellenze vostre in quelle provincie, mentre abondantemente supplisco col presentar l’alligato libretto, nel quale distinto si vede lo stato e qualità di tutte città, terre, castelli e territorii dell’Eccellenze vostre, con i bisogni di cadauna d’esse, entrata e spesa, munitioni, artiglierie, numero di pressidii, salariati, descrittione d’anime e quel più ho stimato necessario per servitio della Serenità vostra, che valerà in ogni caso facile intendimento di tutti li particolari concernenti gli affari di quelle provincie. Non posso però tacere il sito e stagno di Novegradi, che più s’interna del territorio di Zara nel paese turchesco, per la vicinanza che ha quella fortezza con Islam, Carin e Obrovazzo, castelli principali, habitati e sostenuti da ottomani con oggetto di godere il beneficio di due fiumare ivi vicine e di poter uniti e fortificati guardar quella parte maggiormente esposta all’insolenze d’imperiali, havendo questi il commodo della via di mare per marina della Morlacca e più facile quella di canale per assalir e sorprender turchi e loro animali nelli pascoli principalmente.

Per questo rispetto Vostre eccellenze a diversione de scandali contribuiscono, per antica consuetudine, paga di ducati tre e biscotto al mese per cadauno a 100 soldati in circa paesani habitanti a Novegradi, Possedaria e Rasance, quali havevano obligo di servire con barc’armate in quei stagni e canali, per tenir lontani li mali accidenti e scandali e particolarmente l’inclinatione de turchi che frequentemente tentano fabricationi di caicchi, consiguendo le licenze da superiori con pretesto di potersi più facilmente guardar da uscocchi. Molti anni sono che questa gente pagata dalla Serenità vostra si è sotratta da questo necessario obligo, senza fatica e merito, godendo il beneficio di paga considerabile, onde ritornarli nell’antica obligatione sarebbe necessario et io pure gl’havrei ridotti, quando non havessi havuto la maggior strettezza de corpi di barc’armate, de quali più volte supplicai l’Eccellenze vostre.

Ho voluto però che habbia assistenza questo stagno d’altra barc’armata continuamente, per sua molto essentiale sicurezza e diversione anco de contrabandi de sali. Questo stagno è il principio del famoso canale della Morlacca, quale per corso di miglia 100 vien a terminar si può dire nell’Istria, legando in tal forma queste due provincie, mentre resta alla parte di mare rinchiuso dall’isole di Veglia, Arbe, Pago e territorio di Zara e dall’altra continua la montagna della Morlacca, Carlo Bago, Vinadol, Segna, Bucari e Fiume paesi arciducali.

Resta però al presente da Segna fino a Novegradi, per corso di miglia 80, la montagna dalla parte di marina dishabitata e contentiosa tra turchi et imperiali, con vantaggio de sudditi della Serenità vostra, che sempre più vanno godendo et impossessandosi delle rive d’essa montagna, ne perderanno il beneficio, purché arciducali non ritornino a restaurar il castello o terra di Carlo Bago, come havevano incomminciato a fare nel principio del mio generalato. Di che la Serenità vostra ne parlò altamente col ministro cesareo et io a cenni publici mi spinsi ivi vicino e da ciò ne nacque, che non solo non si avanzarono ne i disegni, ma con barche riportarono a Segna certo legname che ivi havevano condotto per fabricare; et al sicuro ogni restauratione intorbidarebbe la quiete che al presente convenientemente si mantiene in quel canale, altre volte molto molesto.

Convengono hora in mancanza di ricoveri i segnani prender posto ne i Stati della Serenità vostra, essercitando la modestia e col commodo che ricevono dal reciproco negotio, si conserva tra essi et li sudditi della Serenità vostra la buona corrispondenza e convenienza. Si tengono per necessità lontani dalle violenze, mentre in altri tempi il medesimo posto di Carlobago non solo serviva a commodo di mali operationi di segnani, ma di ricetto a cattivi sudditi della Serenità vostra.

In questo stato si tengono lontane le molestie in sudditi in obedienza con maggior felicità, ne io certo ho havuto che desiderare da ministri imperiali commandanti, quali non solo si sono contentati a trattar meco con tutta la maggior osservanza, ma di vantaggio per mia efficace espressione di indolenza sopra un primo furto de pochi animaletti fatto da segnani nell’isola di Cherso. Herbestain libero baron capitano di Segna si ridusse a levar con rigore a rei la vita. E di ciò fece pervenir a me la sicurezza con maniera molto discreta, havendo anco distrutte nel suo nascimento barche o caicchi di maggior grandezza del stabilito nelle capitulationi, come pure ha convenuto finalmente pratticar l’istesso il signor conte Piero di Sdrin, qual conservava una fusta con pretesto del proprio commodo nel porto di Buccari.

Confina la provincia alla parte di ponente con imperiali, tutto il rimanente per tramontana con la casa ottomana e per levante ancora, da mezzogiorno ha facile communicatione con la Puglia e con la Marca, Stati di Sua santità e del re di Spagna, divisa et allontanata d’essi per 100 miglia in circa dal mare o golfo adriatico, tutto però di ragione libera della Serenità vostra. Onde da medesimi potentati, che sono li maggiori d’Europa, può esser assalita e soccorsa all’occorrenza. Tornando conto a cadauno d’essi, per tenersi lontano il nimico più potente, desiderar forse la preservatione del dominio della Serenità vostra. Concetto da me vivamente impresso anco nell’opinione de commandanti turchi, che hanno convenuto confessare che inesplicabile incommodo e dispendio riceveriano nel vicinamento del confine con altri principi.

È anco vero, che continuamente gli accidenti domestici et li particolari interessi difficilmente si ponno agiustare con quelli de principi preacennati. In riguardo di che il proveditore generale, che a tutte le parti deve assister e divertir in ogni luogo i pregiudicii e scandali, non ha tempo certo che gli sopravanzi e conviene sofferire ad ogni momento indolenze, diffendersi, ripararsi dall’instanze et d’attentati. Per questo rispetto stimo che la somma prudenza dell’Eccellenze vostre habbi conosciuta debita la continua assistenza del medesimo proveditore generale e conservato a quella carica soprema auttorità, dispensando e concedendo alcune prerogative che al giorno d’hoggi pure vengono possedute dal proveditore generale in Dalmatia, già destinate al solo capitano general da mar.

Queste apparenze preservate con splendore e riserva di sé medesime sogliono haver tanta forza con turchi, che tal volta han potuto supplire alla mancanza di forze, a gl’incontri ne i quali il più delle volte si trova in disvantaggio di vigore la provincia. Et ho veduto per isperienza, che la mossa sola del proveditore generale ha divertito il più delle volte non solo i scandali, ma i dispendi a tutte le parti della provincia.

Nella quale serenissimo principe, per quanto si scorge dalla mia diligente descrittione d’anime, non ha la Serenità vostra più di 75.000 anime: cioè persone da fattione 21.600, donne e putte 36.400. Gli altri putti e vecchi. Devo dire anco che la detta provincia è situata nel stato bislunga della Serenità vostra da brazzo e mano e unisce nella communicatione il regno di Candia et isole di levante con la città Dominante, Istria e Stati di Terraferma.

Riceve in sé medesima et assicura con la multiplicità de porti la navigatione in universale e par che la natura l’habbi levato alle rive del regno di Napoli e luochi della Marca, per multiplicarli a fregio di quella provincia e senza i medesimi impraticabile sarebbe certo il golfo ne i rigori del verno.

All’occasioni può accrescer l’armata in numero di sie, otto e 10 galere e dar anco rinforzo alle medesime.

In tutte le città d’essa provincia, così da mar come da terra si conservano due ordini, uno de nobili, l’altro de cittadini e popolo.

Li nobili in ogni parte sono in ristrettissimo numero, quali godono si può dire da per tutto il voto consultivo et assistenza alle giudicature civili, conservano per traditione et ostentatione, anco dopo il corso di 220 anni che la Serenità vostra ne tiene assoluto il dominio, qualche memoria di loro passata e pretesa libertà. Tal volta stimo non sprezzino la conditione de ragusei, ma in ogni modo e le apparenze e gli effetti ho conosciuti di vera e puntual divotione, dolendosi solo d’esser caduti in povertà per la perdita della maggior parte di loro territorii. Sopra che ho stimato bene farli conoscer con evidenza de fatti, che constituiti dalla mala fortuna vicini alla tirannica monarchia de turchi, con l’oro solo della Serenità vostra, col spargimento del sangue de più prestanti cittadini di questa gloriosa patria, con la carità e prudenza incomparabile della Serenità vostra e predilettione che professa alle persone loro, si mantengono nel lungo godimento di buona parte de loro territori e con questo calore hanno potuto coltivare e render fertili i scogli e conservare il precioso carattere di nobiltà.

L’altro ordine, serenissimo principe, è de cittadini e popolo uniti insieme e certo continuamente risplende in essi il fervore e la divotione et essendo applicati li cittadini al negotio, partoriscono vantaggi e lustro alla provincia.

Ben è vero che il popolo, quello particolarmente che convien applicarsi a lavori della terra, essendo la maggior parte de terreni della nobiltà, è per necessità molto dipendente d’essi nobili. Questi anco quando non sono divisi tra sé medesimi, studian il mondo di procurarsi l’affetto de signori rappresentanti, per avanzarsi in posto e prerogative, tuttavia come ho detto i cittadini e popolo civile col ingegno et industria si conservano molto bene et l’auttorità somma del proveditore generale procura di tener poi in equilibrio questi due membri.

Il lustro e commodo della medesima provincia, con vantaggio ben grande di Vostra serenità, vien conosciuta da ogni uno esser la scala di Spalato, in cui annualmente va crescendo il negotio et aumentandosi li dacii della Serenità vostra.

Non vi è dubbio che l’eccitamento a mercanti turchi sarà sempre la sollecitudine de viaggi delle galere di mercantia, non potendo soffrir li medesimi le dilationi che s’interpongono al gionger a Spalato d’esse galere, perdendo loro il beneficio della stagione nel loro ritorno.

Li ragusei, intenti per proprio interesse a disavantaggiar quanto più ponno questo negotio, non solo in quella sua città lasciano aperte le vie a turchi di sodisfarsi concedendoli l’astrattione di merci con fregate et ogn’altro navilio, diminuendoli l’obligo delle contumacie, ammettendo qual si sia sorte di pannina, così di lana come di seta, benché fiorentina, regnicola e ponentina. Ma di vantaggio procura quella nobiltà d’haver abondante provisione de merci di loro particolar ragione, per far baratti con turchi, concedendo tacitamente a questi l’estratione d’armi, solevandoli con questa forme dall’obligo de viaggi del mare, da che ne deriva certamente a loro il beneficio del terzo almeno di questo negotio. Et apunto l’emino o daciario ottomano, che compra dal tesoriere regio esistente in Bossina il datio di queste scale, contribuisce due terzi per Spalato et uno per Ragusi.

Applicandosi anco li signori ragusei ad imbiancar cere con diligenza et a portar li loro capitali dove più gli torna conto. Accrescendo giornalmente le fabriche d’honorevoli lazaretti e godendo sommo beneficio dall’ultime concessioni della Serenità vostra, conseguite con la prottettione del gran signore e suoi ministri, vanno respirando dalle passate loro strettezze et afflittioni. Né in questo stato di cose per vantaggio della scala di Spalato altro posso riverentemente raccordare, che diligenza nelle speditioni di galere, cortesie e buon trattamento a mercanti, prohibendo con severe comminationi che da Dalmatia non possi esser astratta per Ancona la foggia che viene adoperata in Romagna nell’acconciamento delle pelli, dificoltando anco a quella parte il commodo della valonie, quanto più si può, per levargli li stromenti necessari d’acconciarle, che oltre le cere sono il sforzo di quel negotio.

In quella provincia hanno l’Eccellenze vostre d’entrata annuale in rendite de datii, vendite de sali et altre gravezze che in quelle Camere si riscuotono, di ducati 66.125 in circa, oltre il beneficio de datii che si essigono in questa città per la condotta in essa d’animali bovini: 10.000 in circa, quantità d’animali minuti, vini, formaggi, salumi, lane, rasse et altre merci che si estragono da detta provincia.

All’incontro poi la Serenità vostra spende annualmente ducati 203.000 in circa per pagamenti di presidii ordinarii di Zara, Sebenico, Traù, Spalato, Cattaro, Budua. E sei posti assistiti da semplici capitani con sue squadre, che sono fanti italiani in tutto 1.070. 12 compagnie de cavalli, in tutto soldati 370, le spese del generalato, barc’armate, salarii di publici rappresentanti, governatori, stipendiati et altre spese straordinarie, che saranno espresse nell’alligato ristretto, di modo che resta difettiva la provincia di ducati 136.375 in circa, qual denaro viene inviato dall’officio sopra le Camere per supplir alle sopradette spese et pagamenti. E di là viene dispensato con beneficio di Vostre eccellenze di 20 per 100 per laggio di moneta. Nella speditione del qual denaro ho provato, per sola clemenza dell’Eccellenze vostre, tutte le benedittioni et ho havuto modo d’essequire con puntualità il dovere, frequentando le rassegne e senza incommodar li mercanti o chi si sia con imprestiti, ho dispensato alle militie le valute stesse che di qua sono state espedite, forma pratticata da me certo in ogn’altra carica, così in mare come in terra, essercitata per benigna concessione dell’Eccellenze vostre.

Non devo però tacere che per gl’affari di provincia sogliono tal volta pervenir molestie all’eccellentissimo signor bailo a Costantinopoli e di qua anco qualche dispendio alla Serenità vostra.

Come pur nascendo disconci al confine sorge anche l’occasione d’estendersi maggiormente nelle spese straordinarie, così per mantenir li paesani in campagna a soldi 12 per cadauno al giorno, come nel trincerar tal volta li siti, oltre il consumo de munitioni da guerra et di biscotti per mantenimento di barc’armate. È ben noto che oltre l’entrata predetta nell’isola di Pago, Arbe e Sebenico nelle proprie stagioni continua la fabricatione de sali, de quali ha la Serenità vostra annualmente il beneficio di moza 6.300 in circa, quali poi essitati in luochi destinati a ducati 12 il mozo, fanno ducati 75.600; e stimo maggiore sarebbe l’utile dell’Eccellenze vostre, quando si potesse ricever anco la quarta portione de sali de paghesani et arbesani nel publico, contribuendoli a convenienza il pagamento, con l’esempio di quanto vien pratticato a Sebenico, poiché con il pretesto d’esitar la propria portione alla scala d’Obrovazzo, Fiume, Buccari e Vinadol, si aplicano con industria a simili condotte e tal volta gareggiando uno con l’altro, essitano il sale a precii inferiori con discapito. E certo è che con simil licenze resta proveduta Lica, Cordava et le parti più vicine del regno d’Ongheria alle rive del Quarner. Dove pure la Serenità vostra pochi anni fa haveva con essi partito con ducati 40.000 annui, qual certo se si potesse di nuovo rimetter, stimerei, oltre l’utile, forse anco di riputatione.

Et havendo in altri tempi distintamente rappresentato quanto occorre sopra questo negotio, il quale in tutte le parti della provincia resta raccomandato alla sola autorità delli illustrissimi signori proveditori al sal, dirò solo che nella dispositione di nuovi partiti et in occasioni rilevanti, stimerei bene che fosse tal volta preso il parere in scrittura da gli eccellentissimi signori generali, che con l’occhio proprio assistono alla parte del bisogno, non potendosi negare che in ogni caso poi nel corso di qualche anno, doverebbe esser espedito uno di Sue signorie illustrissime, per qualche mese almeno, al attual sopraintendenza di questo importantissimo affare. Pretendendo quelli che così gli torna conto, che per un capitolo essitente in loro partiti e conventioni, sia escluso il proveditore generale di provincia d’aplicarsi a questo negotio, oltre la diversione de contrabandi. Pretensione però che non ha havuto luoco nella mia humilissima regenza, mentre espressi gl’ordini et commandamenti della Serenità vostra mi pervennero in questo proposito.

Per commandamento anco dell’Eccellenze vostre ho havuto per qualche spatio di tempo li pagamenti delle galere et a queste dispensato il danaro, conforme l’uso dell’armata, nella maniera pratticata ancora dall’eccellentissimo signor inquisitore Veniero, mentre l’oggetto di quest’eccellentissimo Senato è di preservar la medesima armata e tenir lontani li proverchi, le mercature di ciurme, le miserie de soldati et officiali, punti essentialissimi al sostenimento d’essa, che resta colpita acutamente da questi accrescimeti di ciurme. Potendo accertar la Serenità vostra haver io venduta la mia di sopracomito all’illustrissimo signor proveditore dell’armata Marcello presente per ducati 50 per cadaun galeotto con giusto computo e quella di capitanio di golfo al già illustrissimo signor Luca di Pesaro mio successore a ducati 70 pure per cadaun galeotto. E nel corso di 12 anni (sopraintese in Dalmatia le medesime galere da me) con afflittione ho osservato trascender in universale a ducati 100 e 120 per cadauno, da che resta il servitio publico e l’interesse particolare gravemente pregiudicati. Onde sopra ciò è necessario applicarvi li proprii compensi.

Restami hora, per levar intieramente il tedio all’Eccellenze vostre, di retribuire le meritate comendationi alli illustrissimi signori rappresentanti della provincia, che certo si sono compiacciuti sostenere la debita osservanza alla carica del generalato, anteponendo il publico servitio ad ogni altro proprio interesse, prevedendo e provedendo all’occorrenze de confini e solievo de sudditi. Hanno essercitato sollecitudine e diligenza nel portarmi gli avisi et io prontamente, sendo corso a tutte l’hore alla parte del bisogno, ho lasciato il confine di Zara, ch’è il più geloso, raccomandato alla molta virtù e zelo et intendimento dell’illustrissimi signor Alvise Malipiero, signore d’età e di sperienza e del signor Giovanni Foscarini, ben degno figlio di sì gran padre, quali al mio ritorno mi hanno consignato in tutta calma quel territorio, con solievo e sodisfattione universale di quei sudditi, che decantano le buone regole pratticate da loro per tener lontani li disturbi. L’illustrissimo signor Bertuci Civran s’è fatto conoscer prudentissimo rappresentante, così per le militie quegl’illustrissimi signori capitani hanno osservato intiera puntualità. Ho conosciuto intendentissimo signore l’illustrissimi signor Francesco Venier, Andrea Correr, il signor Girolamo Querini conte di Spalato et gl’illustrissimi rappresentanti rettori di Sebenico, Traù e Spalato, degni veramente, per le qualità loro, della gratia di cadauna dell’Eccellenze vostre.

Il secretario Battisti, che mi ha servito per tutto il corso del generalato, è persona d’attitudine d’intendimento, integro, zelante e desinteressato ministro e per li molti dispendii da lui sostenuti, servendo alle Corti gl’anni della sua gioventù, ha sconcertate le proprie fortune, onde questi riguardi tutti lo rendono giustamente capace de pieni effetti della publica generosità per ricompensa delle sue fatiche.

Di me, principe serenissimo, non osa la penna rimproverar con rossore le debolezze, per non accrescer confusione a me stesso nella cognitione delle gratie supreme conferitemi dalla publica munificenza. Dirò bene che se l’ardore della volontà, se le continue vigilie, se il zelo infiammato nel bene della patria e dirò anco li stessi sudori di sangue vagliono a contrapesar in qualche parte l’imbecillità delle forze, devo per questo capo certamente animar me medesimo, con piena confidenza che le mie divote fatiche, consecrate humilmente a piedi della Serenità vostra, restino compatite non pure, ma col preciso capitale di benigno agradimento, siano per eccitarmi in qualunque più importante, più pericolosa occasione, a spender d’allegro cuore le fortune e la vita nel servitio di Vostra serenità e di cadauna dell’Eccellenze vostre.