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1674 Pietro Civran

Relazione

Relatione fatta all’eccellentissimo Senato dall’eccellentissimo signor Pietro Civrano per il generalato di Dalmatia et Albania sostenuto anni due e mezzo.

 

Serenissimo prencipe 

Sono corsi più secoli che frenate l’incursioni de barbari, sedate l’intense comotioni e superate l’insidie de stranieri, risplendono ben radiati sopra il diadema regale di Vostra serenità li titoli antichi di dominio della Dalmatia et Albania e quelle bellicose nationi, già membri riguardevoli dell’antica Roma, che abbandonati da ogni altro mal sicuro appoggio, erano divenuti asillo e preda de mal viventi corsari, videro risorgere l’antica felicità, quando si resero altretanto legitime e divote quanto volontarie et fortunate suddite di questa Serenissima patria.

Alla custodia de Stati si gelosi e distanti, gloriosamente acquistati con tesori e sangue de più benemeriti cittadini della Republica, habitati da popoli di lingua et habito differenti, circondati da potenze grandi, o di religione diversa o d’inclinatione contraria, fu con maturo consiglio mantenuta la carica generalitia od altra di simile suprema rappresentanza, perché tra lo splendore della porpora et il vigore dell’autorittà fosse venerata da sudditi e rispettata da confinanti la publica maestà.

Con vincolo si soave, stretta maggiormente la fede e divotione de sudditi, distrutta altrove l’applicatione sospetta de confinanti, goderon quei popoli un secolo intiero di soavissima quiete, sino che lasciata troppo invigorire l’emula confinante potenza e soverchiamente ingrandita dalle deplorabili discordie del christianesimo la tirranide dell’ottomano, sin dai principi del secolo passato ha potuto volgersi senza ritegno quel fiero mostro anche da quella parte sopra li Stati di Vostra serenità. La varietà delle vicende accadute ha fatto più volte risuonare nella maestà di questo augustissimo luogo rellationi dello stato di quelle provincie e se ne conservano ne’ publici archivii tante memorie, quante furon le glorie de gl’eccellentissimi signori precessori, o sacrificati o impegnati per l’aquisto e conservatione di quegl’importantissimi Stati e per la salute di quegl’amatissimi sudditi. A fronte di paragoni si svantaggiosi dovrebber con modesto silentio coprirsi le mie imperfettioni, ma l’influenza mai più si lungamente diretta [?] con 26 anni di molestissima guerra, non permette ch’io lasci senza i riflessi della publica maturità, quanto quelle maligne impressioni habbino atterrato la complessione ed il temperamento di quei Stati.

Ha voluto il signor Iddio per vantaggio dell’Eccellenze vostre che tre splendentissimi lumi di questo serenissimo cielo precedano ad agevolarmi si disastroso sentiero, a rischiararmi le tenebre e a porger soccorso alle mie debolezze nel sostenere, come fece con un publico decoro l’eccellentissimo signor Antonio Barbaro, la pace, quando si credeva dubbiosa, diede saggi continuati del suo coraggio e della sua prudenza; sopra le mete del confine, l’eccellentissimo signor kavalier e proveditor Giovan Battista Nani stabilì la base della presente quiete, frutto mirabile de suoi mirabili e laboriosi negotiati. Accolta nel seno della natural prudenza dell’eccellentissimo signor proveditor Moresini, mio riverentissimo precessore, fu consegnata la pace ancora nascente da nutrire alla debolezza del mio spirito. Trovai dunque l’obligo di frenare con l’arte della pace popoli molto agguerriti, di provedere a moltiplici gravissime occorrenze, di corrispondere con 28 publici rappresentanti, compresi 10 tra castellani e camarlenghi, di destreggiare con 11 prelati, nove vescovi e due arcivescovi, di negotiare con turchi et austriaci, d’applicare alle frequenti insidiose inventioni de ragusei, divertire l’insolenze de corsari e sopire molte fastidiose emergenze de confini. Come però la debolezza mia mai più avvezza a sostenere pesi si gravi, sarebbe caduta, se condotta da stimoli di hereditaria divotione et a favore speciosissimo della publica autorittà, non m’havessi dato animo la confidenza del signor Iddio e sostenuto la speranza del benigno compatimento dell’Eccellenze vostre; così la gravità dell’incombenze sudette vuole ch’io tralasci la più minuta descrittione d’ogni angolo delle parti più nominate della provintia e che per non levare all’Eccellenze vostre il tempo destinato a più serie e fruttuose applicationi, mi riduca più tosto a qualche breve tocco, attinente alla quiete e sodisfatione di quei sudditi, alla popolatione et sicurezza di quei Stati, all’aumento dell’industria e dei traffichi, alla qualità delle sue rendite et alla conservatione della reciproca buona corrispondenza de confinanti.

L’autorità della carica da me in nome publico sostenuta principia nell’acque del Quarnaro e termina di la da Pastrovicchio nell’Albania, dentro detto spatio di 400 miglia segnano li Stati di Vostra serenità una linea littorale in qualche parte ristretta, ma risarcita da più isole et scogli, tutto a proportione di tempi andati convenientemente habitato.

Il paese è ristretto, sterile e sassoso, ma da stimarsi, perché assicura in Vostra serenità la perpetuità del dominio nel golfo, parto gemello della publica grandezza et padre della quiete e sicurezza di questa reggia dominante.

Sono quelle provincie la miglior pezza de Stati da mare restati all’Eccellenze vostre, è mirabile la moltiplicità e capacità de suoi porti per sicurezza in ogni tempo della navigatione, così di levante che d’altre più remote parti del mondo. In quel sito si sono ristretti li più facili, li più frequenti e li più utili comercii di questa piazza con turchi.

Li prencipi christiani non possono considerarla che come chiave della providenza del signor Iddio lasciata nelle mani di Vostra serenità, per serrar l’ingresso a turchi nell’Italia e come l’argine difeso dalla publica costanza, perché i barbari non passino il cuor della religione e non abbattin il capo della christianità, gioia però così pretiosa in potere dell’Eccellenza vostra fa maggiormente rispettare da tutti il reggio publico diadema.

Li turchi medesimi, non vedendo per anco maturo il tempo nelle congiunture intieramente propitie a loro vasti disegni, non veggono con dispiacere l’intrapositione de Stati di Vostra serenità per star sicuri dalle scorrerie et incursioni.

Il genio de popoli è feroce, tutti però conservano fede e devotione a Vostra serenità. Ogni uno conosce la soavità di questo Serenissimo dominio, vede quanto pesino le catene de barbari, tanto più temute quanto più vicine, il tempo e gl’accidenti hanno consunto l’antiche inclinationi, perduto ogni reffuggio fuor delle braccia amorose di Vostra serenità.

Gl’ordini de cittadini si distinguono in nobili e popolari, da per tutto quelli formano communità et quei università. Ordini che tengono divisi gl’animi, introdotti per altri publici riguardi e però non affatto inutili, perché la divisione non arriva a sturbar la publica quiete.

Nelle città in particolare si vive con gran rassegnatione, povertà d’habitanti, sterilità di paese tiene deppressi li spiriti, lontane le differenze criminali e civili ancora, rare succedono e tutte di poco rillievo.

Li villici, come più lontani dall’occhio de pubblici rappresentanti, più sciolti dal timore della giustitia, avvezzi tra i lunghi torbidi passati a vivere più di rapine che di sudori, sono quelli che più esercitan la fierezza naturale di quel clima. Con visitare più d’una volta la provincia mi fu facile lasciarvi la quiete et incontrarvi la sodisfattione de sudditi, per li loro più facili ricorsi e per più sicuro divertimento de sconcerti, soliti sempre nelle distanze riuscir o inevitabili o più difficili di rimedio.

La religione catolica si mantiene da per tutto, ma vi va del solito crescendo tra i villici e nelle città ancora il rito greco, con la permanenza d’alcuni calogieri vagabondi, o pure perché li religiosi cattolici non curano né d’apprender né d’esercitar le medicine bisognevoli per la salute dell’anime, ch’in numero considerabil restano in grembo degl’errori, qui si rendon più difficili ad esser dominate, come all’icontro non ho trovato maggior ubidienza che nelli veri e più buoni cattolici; l’interesse del signor Iddio mai è disgiunto da quello del prencipe, sempre si sono vedute opinioni diverse, o degli articoli o delle cerimonie, e la negligenza dava pregiudicato al Suo santo volto. La prudenza dell’Eccellenze vostre intende questo punto meglio di quello io posso esprimerlo e può con opportuni compensi impedire ch’il male non s’inoltri, tanto più ch’in vicinanza de barbari solita influire privatione di senso, d’humanità e di religione. Certa tal qual fierezza però de paesani, come non è facile dismettersi, così quando siano tra d’essi concordi nei riti, non comple totalmente avilirla, pur troppo crescendo l’alteriggia de confinanti, quando non vede forza d’attitudine bastane a resistere. Tra li vescovi e capitoli spesso insorgono accese contese. Vi si mescolano volintieri gl’ordini secolari a titolo de conservatione de privileggi, particolarmente quando si tratta di monache sono nutrite le discordie, perch’una parte scansa con tutte destrità l’occasioni e l’altra l’incontra con troppo ardenza, così carattere tanto grande e dignità conspicue perdono la veneratione e gl’eccellentissimi generali sono frequentissimamente molestati dalle parti, ma con insinuare a gl’ecclesiastici la patienza e la tolleranza, a gl’altri il rispetto e la moderatione ho sempre procurato troncare i litiggi e non lasciar pervenire molesti ricorsi a publici piedi.

Le città principali sono compartite sei nella terraferma e cinque per l’isole. Zara, Nona, Sebenico, Traù, Spalato et Cattaro congionte con la terraferma. Curzola, Lesina et Arbe, Cherso e Veglia sono sparse, così per l’isole superiori come del Quarnaro, tutte con sede episcopale e publici rappresentanti. L’isola della Brazza non ha città né prelato particolare, soggetta al vescovo di Lesina e governata da publici rappresentanti; anco l’isola di Pago, diocese di Zara, ha residenza particolare di publico rappresentante. Zara e Spalato sono arcivescovati. I luoghi di minore conseguenza, ma però assicurati e decorati da chi rappresenta Vostra serenità: Novegradi, Clissa, Almissa e Budua. Vi sono li scogli di Zara, l’isole Grosse e quelle di Morter et Sbarin in faccia a Sebenico. Solta dirimpetto a Spalato, Torcola et altre in mezzo al golfo tra Liesina et Curzola. La terra di Perasto nel canale di Cattaro. Li due castelli di Pastrovicchio, Lastua e Santo Steffano con molti castelli et infiniti villaggi con grosse popolationi sparse per i luoghi sudetti, che se ben non han nome, ritengono però conseguenze molto stimabili, o per il sito o per il valore et industrie de gl’habitanti.

Di corpo si qualificato come capo è città riguardevole Zara per la sua situazione, per esser maggior dell’altre di circuito e di popolatione, per la qualità bene intesa delle sue fortificationi e per la residenza ordinaria de magistrati più riguardevoli. Il suo territorio comprende la città di Nona, venerabile per la sua antichità, degna veramente d’esser risarcita [?] non solo per il sito, ma perché fu già sede e metropoli delli re di Crovatia; l’importante fortezza di Novegradi forma in figura d’arco la più valida, ma la più insidiata frontiera de turchi, merita questa parte la più distinta osservatione, perch’hebbero sempre origine le discordie, vi seguirono un tempo di guerra continue fattioni e scorrerie frequenti in tempo di pace. Prima dell’ultima passata guerra e di numero e di forze prevalevano a quei confini i turchi. Li rappresentanti di Vostra serenità stavano sempre a difender i sudditi dalle violenze de confinanti, al presente predominan da per tutto i territoriali dello Stato di Vostre eccellenze, segno evidente ch’ogni braccio, benché potente con aumentare i colpi fieri e frequenti si debilita. L’applicatione però di chi governa s’è convertita in necessità di contenere li sudditi, acciò non diino provocatione e stimolo maggiore a turchi dell’inclinatione che nutriscono di farsi più forti al confine, di renderlo più habitato et indurlo più infesto. Contrasta alle sudette intentioni de confinanti l’essere di quelle spaciose campagne da loro dominate, quasi tutte inculte e però non potendovisi sostentare le lasciano in abbandono. Non inclina il turco a sottomettersi all’esercitio laborioso di coltivare terreni, si serve de morlacchi cristiani et questi conservano la despositione megliore di popolare li Stati di Vostra serenità, desertare maggiormente le campagne de turchi, requisito il più necessario per la difesa de Stati e la popolatione, particolarmente quando confinano con potenza si grande com’è l’ottomana, ove la forza supera la ragione e la potenza sostiene l’iniquità.

Per non perder il vantaggio di così utile dispositione ho aplicato quanto ho potuto per aggiunger nuovi sudditi a Vostre eccellenze. Due oppositioni grandi m’è convenuto superare, la difficoltà di trovar in paese ristretto siti opportuni per aggiustarvi le nuove famiglie e terreni per alimentarli, accioché la moltitudine ben disposta e mal proveduta non contro operasse al servitio publico, al bene et alla quiete dello Stato. Con questi oggetti, visitati da me più volte quei territorii, v’ho potuto considerare l’importanza del posto di Radovino, che cuopre li due territorii di Zara e di Nona, altre volte, ma senza frutto, tentato di rihabitare, per le gagliarde oppositioni de turchi sempre incontrate abbandonato, servitomi della congiuntura che son deboli a quella parte i turchi, divertiti maggiormente dalla guerra di Polonia, m’è riuscito, coll’assenso di Vostra serenità, a poco a poco piantarvi di nuovo l’antico villaggio, con li due altri di Crancina et Cerno, tutti nell’importante pertinenza di Zara, scoperti poi e con gran fatica liquidati gl’usurpi de communali di Nona, ho trovato modo d’accomodare non solo li nuovi sudditi nelle ville, ma con assegnamento de terreni obligare molti ad habitare la stessa città, con che si va molto rimettendo.

Con le tre qui annesse terminationi, prescritta per li nuovi sudditi la regola propria per la cultura de terreni, levato l’abuso e licenza d’alcuni pochi, soliti d’occupare con poco frutto molti spacii di terreno, ho cercato l’apertura de nidi più sicuri e potrebbe preservarle dal tarlo del tempo, dall’insidie di qualche torbido genio. Le sottopongo ai riflessi prudenti dell’Eccellenza vostra, corregibili essendo tutte le corrutelle, ma in particolare quelle si tentassero introdurre tra la gelosia et l’importanza di stancare insensibilmente, col mezzo della soavità, li sudditi dalli confinanti e di conservarli o aggiungerli a questo serenissimo dominio.

Principiano quei popoli a rissentir il beneficio delle publiche generose assistenza e di non poca mia aplicatione nel rimettere quelle saline. Ho lasciata l’opera intieramente perfettionata nel luogo picciolo, con buona parte del grande. Aggiustate regole per la continuatione dell’opera et le misure et prezzi, in maniera tale che li sali per uso di quella gabella sariano pronti, senza che Vostra serenità si risenta altro che delle sole summe solite per l’adietro impiegarsi per la condotta di quelli di Pirano, che restando a Vostra serenità nell’avvenire liberi per l’altre occorenze, si può dir ch’haverà i sali per Sebenico senza che li costino più cosa alcuna, le abondarà la fabrica da quel posto potran esser spedite più pronte e più gradite le provisioni per la nuova gabella di Narenta, e continuandosi nelle diligenze esperimentate, si possono ridurre li sali bianche o gravidi a segno da potersi spazzare nella Lombardia et risparmiare tanto denaro ch’esce dallo Stato con li partiti de sali forestieri per servitio di quei cinque datii.

A Traù e Spalato et ne suoi territorii è cresciuta pure la popolatione et la coltura de territorii, particolarmente delitiosa riviera, interposta tra l’uno e l’altra delli suoi luoghi et nel braccio che s’estende con li terreni di nuova conquista sino a Clissa.

Li borghesani di Spalato sono gente brava et numerosa, è florido anco quel corpo de morlacchi sino ad habitare il borgo di Clissa et il Sasso. È molto utile alla quiete la permanenza colà d’un sacerdote di vita esemplare, ralenta la fierezza di quella gente et li tiene ne’ limiti della più desiderabil moderatione.

Nel fondo d’un canale, ch’all’estremità del golfo s’interna per lo spatio di miglia 18 nell’Albania, giace la città di Cattaro, tra le fauci de turchi, con la terra di Perasto et al littorale Budua et Pastrovicchio, produce quel clima tra balze et diruppi nature più feroci et più bramose d’insanguinarsi con turchi. Sono siti da farsene gran conto per le cose de Constantinopoli, per ritegno delli vicini corsari di Castel Novo et Dulcigno et per la sicurezza del golfo, per la facile comunicatione con isole del levante e perché di gente albanese si formano in quei contorni buoni corpo di genti e sta preparata il comodo, perché s’areschi la coltura speciosa della campagna di Zuppa libera dall’infestatione de confinanti.

La fatalità ch’ha voluto li perastini habitatori di pochi et ristretti diruppi, li fa riuscire più applicati alla navigatione, col beneficio dell’esentione. Sono seguitati dalli pastrovicchi egualmente privileggiati e Dio volesse, ch’instituto tanto lodevole fosse daper tutto, come trahe l’origine dall’esemplare di questa Dominante, fatta grande con la navigatione, così non si fosse tradotto ad altre nationi, già deboli et senza nome, hora fatte riche et potenti. In tanto a quella parte vi si mantiene la più esperta marinarezza che sia in provincia e sono i perastini sudditi fedeli, pronti al servitio e maravigliosamente capaci a trovar negotii co’turchi. Niuno ha con maggior bravura de pastrovichi fatto fronte all’inimico. Fra quei comuni v’erano de dispareri, tutti però di presente composti.

Uscendo dal canale di Cattaro tra le prime isole che forman corona al littorale di Dalmatia s’incontra quella di Curzola, sono gl’habitanti tra se stessi divisi. Quelli di Blatta, villa discosta dalla città, entrano nel conseglio, fatti cogl’esercitii mecanici anche di genio popolare, forman una fatitone greca et contraria alli più civili della città. V’erano tra essi molte contese, estese a revocare in dubbio anche certi diritti di quel regimento, sono però con destrità e con giustitia fermate. Produce l’isola qualche quantità de vini, ma è più copiosa de boschi, particolarmente de zappini. L’arte ha trovato il modo di far stillare dalle pianta il catrame dal midollo del albero corrostito [?] in cave sotteranee. Trovai che si ne fabricava più dell’ordinario consumo di quei squeri e passava in Stati esteri di Ragusi, Fiume et sottovento. Ho con mia terminatione prescritto limite ad oggetto di risservare questa facoltà per l’occorrenze della casa dell’arsenale, solita provedersi di si necessario requisito, con dispendio di ducati 48 il migliaro, mentre a questa parte potrebbe ordinare Vostra serenità la provigione di 300 migliara all’anno, che con la condotta in tutto non eccederiano il costo di sei in sette ducati al migliaro, oltre che servirebbe la deliberatione di gran sovegno per l’impiego di molte povertà.

Porta le medesime consequenze, quanto alle cose di Ragusa et Narenta, anche l’isola di Lesina, discordi pure ivi li suoi habitanti. La città si può dire quasi deserta, ridotti quasi tutti i cittadini ne’ villaggi ove vivono con più vantaggio e più lontani dalle contese. Con mia terminatione ho dati risoluti ordini, perché almeno li soggetti con le cariche attuali della comunità et università vi stiano permanenti, procurando almeno d’allegerire se non levare un male radicato nel poco affetto de quei cittadini verso la loro città. Ha quella Camera il suo avocato fiscale, come in tutte le altre della provincia, ma con questa differenza, che non ha mensuale recognitione come si prattica da per tutto. Se paresse a Vostra serenità ordinare, che come quella comunità con le sue rendite paga tutti gl’altri salariati, così dovesse anche contribuire a questo qualche moderato mensuale assegnamento, crederei effetto di molto publico servitio, per farvisi fermare perpetuamente si necessario ministro e per obligarlo ad aplicare come si conviene a sostenervi in ogni occasione i publici interessi e della communità ancora.

Brazza, isola opposta in faccia le provincie di Primorgie e Macarsca, è delle più fertili, feconda de vini, grani et miele perfettissimo, con popoli molti aplicato alla navigatione, a segno tale che se li soggetti sparsi per molti villaggi grossi si reducessero in un luogo a parte, formeriano una delle più ricche e migliori città della provincia.

Sopra ogni una delle sudette isole, accomodati nuovi sudditi primorgiani, è cresciuta molto la popolatione.

Lasciando i scogli di Sebenico e Zara, restano nel Quarnero: Cherso, Ossero, Arbe, Veglia e Pago. Questa con le sue saline provede tutti i luoghi di frontiera di paesi austriaci e che servono per le fastidiose emergenze de legnami. In quest’isole altro non v’è degno di riflesso che l’ostinate contese de paesani, fomentate da soggetti sotto titolo di conservar le ragioni de comuni soliti cavarne illeciti, detestandi provecchi infettione [?] partecipata a tutto il resto della provincia, essendovi da per tutto chi cava profitto pescando nel torbido.

A Lesina, Curzola, Cherso et Arbe, ove havevano più radicate le dissenssioni, ho procurato andar alle cause e sradicarle, con deciderle e divertirle con mie positive determinationi, tutte approvate dalla riverita autorità dell’eccellentissimo Senato, ma serbate di sovertirsi, se non v’havesse resistito la publica constanza. È materia bisognevole di freno, perché se bene l’eccellentissimo signor Lorenzo Dolfin ordinò con sua terminatione, da Vostra serenità approvata, che non spichasser ambascierie dalla provincia senza l’assenso et dimissioriali de gl’eccellentissimi generali, tutto che le leggi non amettino ricorsi a publici piedi per nome di comunità et università senza le dimissioriali medesime, si trovano nuove inventioni di certe tali quali procure et huomini con ardire di comparire nell’eccellentissimo collegio per nome di communità senza titolo, né attione, onde di publica commissione ho convenuto più d’una volta progredire contra quei tali, da che l’intentione publica tutta intenta al sollevo et allo scanso di superflui dispendii, per non veder estenuati corpi tanto prediletti, resta delusa et godono gl’inquieti di contrastare le publiche deliberationi, confondere il governo e turbare la mente di chi con zelo applica al servitio di Vostra serenità, al bene et alla quiete de suoi sudditi.

Tutto il sudetto tratto di paese ritenuto dall’Eccellenze vostre in quelle provincie et animato da 76.000 habitanti e più, tanto m’assicurano diligentissime descrittioni fatte a luogo a luogo di mio ordine dalla pontualità degl’illustrissimi publici rappresentanti, con loro particolar merito, aumento che arriva a 10.000 sudditi di più ritrovati dagl’ultimi eccellentissimi precessori miei e che non solo è uguale, ma superiore a tutti li tempi ante passati corsi tra la pace del 1571 sino l’ultimissime rotture con turchi.

Molto conferì all’intentione mia, tutta rivolta ad attrahere nuovi sudditi, la generosità publica con le benigne esentioni concesse a nuovi habitanti e sarà sempre utile vehicolo da atrahersi, quando stimo nel contegno e fra limiti della convenienza, come a suo luogo sarà humilmente considetrato.

S’estese anco la munificenza publica a far gratie da per tutto di sali, in certa tal qual limitata portione a prezzo inferiore delle tariffe, perché con giusta proportione fosse dispensato a sudditi, onde con questo caritatevol sovegno la povertà in particolare s’applicasse alle pesche, crescendo di comodo s’aumentasse di numero. Vive anco in ciò qualche corrutella. Li partitanti, con parole artificiose inserite ne’ partiti, tirano la dispensa di quei sali in stagione non opportuna per le pesche. La povertà impedita anco per le distanze non complendola capitare alle gabelle, impotente ad esborsare il prezzo, benché tenue limitato da Vostra serenità, non sapendo in che smaltire la provigione, viene astretta a cedere per utilissimo prezzo il beneficio della gratia et i bollettini ai partitanti, che con grand’emolumento ne conseguiscono qui l’intiere bonificationi, come se la dispensa fosse in effetto seguita in beneficio de popoli.

A Lesina messo più in chiaro l’inconveniente ho procurato divertirlo, riducendo la dispensa al mese di maggio, con mia positiva terminatione dall’eccellentissimo Senato approvata, ma col nuovo partito pare si pretenda haverla tacitamente distrutta.

L’essempio prevalerà da per tutto et il beneficio per altri publici riguardi assegnato all’universale de sudditi sarà solo de partitanti, se la publica autorità non vi resiste. Ogni volta però ch’havesse permanenza il disconcio sarà sempre meglio levare affatto queste gratie, distrattive dello spazzo di summa considerabile de sali, trovando i partitanti più utili nello spazzo de sali delle gratie, lasciato a popoli da vilissimo prezzo, che nell’adempire l’obligo de partiti.

L’altro requisito necessario per conservare et accrescere li sudditi, riposto nel mantenimento de fontici, monti et altri luoghi di pietà, senza de quali perisce la povertà avvezza nutrirsi di quotidiane industrie, mi è stata a cuore essendo in molti luoghi caduti affatto questi caritatevoli sovegni. L’eccellentissimo mio precessore ne conobbe le cause principali nell’aministratione mal regolata, nella scielta del numero ristretto de soggetti de nobili deputati a dirigerli, distrutta quasi da per tutto quell’antica attentione de nobili di permetter aggregatione a loro consegli. Ho potuto in più luoghi rimettervi i fontici et altri luoghi di pietà, ove ho veduto accresciuto con aggregationi il numero de benestanti, qualificati soggetti con morale sicurezza, che vi possono haver meglior sussistenza, mediante questi comodi confido sia per accrescere sempre più la popolatione, tesoro il più stimabile de Stati, che augumentano la grandezza de prencipi, meglio assicurandoli et minorando la dipendenza da soccorsi stranieri sempre o tardi o sospetti o inferiori al bisogno.

A Zara e Sebenico solamente la soavità et la desterità non mi hanno fatto frutto per disponer quei pochi nobili a far passi. Io so d’haver sottisfatto alla convenienza et al debito d’esequire anco in ciò i publici riveriti commandi, di metter in prattica li prudenti raccordi dell’eccellentissimo mio precessore, ma non mi fu permesso levarne le cause, solo cercarne gli effetti.

In fatto liquidai gl’inconvenienti maggiori del suposto.

Oltre i monti di pietà quasi annihilati, li fontici totalmente divorati, comissarie con obligo di celebrar messe, maritar donzelle et educar figli nobili, o negletti o convertiti i beni in private proprietà, m’hanno fatto applicare con rissolutione, ma nascostimi i lumi de chi era più in obligo di soministrarmeli, ho convenuto impiegarvi molto tempo et ricuperati diversi beni alle comissarie, prescrivere con mia terminatione il miglior ordine per dirigerle.

L’eccellentissimo signor cavalier Zorzi proseguiva, con fervore proprio della sua pietà, ben noto alla sua molta prudenza che quei popoli che trascurano parti così essentiali, privandosi dell’assistenza del signor Iddio, sono maldifesi dai recinti più validi e mal governati anche dalli più numerosi pressidii. Il merito della perfettione è risservato all’eccellentissimo singor cavalier Grimani, che con virtuosa applicatione potrà donare un contento infinito all’universale. Ogni diligenza però sarà infruttuosa, se i nobili crescendo di numero non habbino maggiore appertura di più buona elettione in quei maneggi. In tutto languirà la povertà in pericolo di scemarsi quella popolatione, accresciuta con tanto studio, se l’autorevol mano di Vostra serenità non s’applica a più rissoluti ripieghi. Li riguardi di salute, dono particolare dal cielo signor Iddio, consegnato alla custodia di chi governa popoli, instrumento principale del mantenimento de Stati, mi han tenuto non legiermente applicato. Quando era nel maggior pericolo il confine di Cattaro mi inoltrai in quel canale, levai molti disordini pericolosi, soprattutto quel magistrato di sanità composto dall’ordine de nobili pretendeva in materia tanto gelosa escludere il publico rappresentante, l’occhio di Vostra serenità. Ho conciliato con terminatione riguardo tanto importante, stante l’erettione del nuovo lazzaretto, fatto di publica comissione a quella parte, opera molto lodevole e fruttuosa in congiunture però migliori e per atrahere a questa Dominante tutto il traffico dell’Albania e divertirlo d’altre scale, per interessare e minorare la fierezza de confinanti a desiderarne la quiete, quanto più gustarano l’utile de comercii, per hora si potrebbe sospendere la spesa di mantenersi ministro e bastaz, perché durante li presenti sospetti di peste, alle contumacie di Cattaro qui non potendosi dar fede, non vi concorrono marcantie, per non soccombere a duplicato obligo e spesa di contumacie. Poi sarà così copioso, cessato questo rispetto, il concorso delle mercantie che li comodi di quel sito non sarano sufficienti né capaci, se non viene ampliato nella forma divotamente da me rappresentata al magistrato eccellentissimo della sanità; disposte poi per ogni parte le diligenze e corrispondenze necessarie m’ha dato il signor Idio il contento di veder divertito da quei Stati flagello tanto terribile.

Ogni angolo della Dalmatia è frontiera di qualche potentato straniero, ogni città e luogo è situato al lido dal mare, da riponersi però la sua sicurezza nelle forze maritime più ch’in altro, in che a suo tempo principale dev’essere la cura di Vostre eccellenze. Le estremità della linea sono guardate da debolissime forze, come sono San Marco di Veglia e Budua, con altre di minor conseguenze, dove ve ne sono nei lati più avvanzati verso li turchi Novegradi e Clissa col castel di Starigrado, che cuopre e soprasta Almissa, ambidue più stimate nell’opinione di quello sian forti, l’altra di picciol recinto è più munita del sito che d’altro. L’isole (trattone quelle di Veglia sopracennata e San Zorzi di Lesina) non hanno fortezza, riposta la sicurezza loro nel dominio del mare da Vostra serenità gloriosamente sostenuto. Le fortezze più considerabili sono Zara, Sebenico, Spalato e Cattaro, toltane la prima, niuna è atta a ponersi in buona sicura difesa. Le sue imperfettioni dalla natura sono insuperabili, l’Eccellenze vostre l’hanno più volte intese e però posso lasciar di consegnarle di nuovo alla carta, dirò solo che le debolezze di Cattaro con le scosse dei terremotti si sono fatte maggiori, spendendovisi ogni anno per risarcire qualche nuova caduta, quanto sarebbe desiderabile ch’in tempo di guerra e con l’occasione del terremotto si fosse trasportato quel luoco sul scoglio de stradioti, sito migliore, particolarmente con armata da mare da sostenersi e da fortificarsi. Spalato ha un bastione imperfetto di semplice muraglia, senza terrapieno, e non può che dirocare col tempo e più tosto discredita che accreschi l’opinione di ogni uno per altro ha della grandezza publica. Ha poi tanti altri diffetti, che quand’anco fossero ridotte a perfettione l’opere incominciate, mai l’arte arriverà a tirarlo in buona difesa, ma ben si a disponer più sicuri ricoveri all’inimico.

Zara era in concetto di fortezza inespugnabile, quando l’arte del guerreggiare non era tanto assotiliata con le moderne inventioni, e però di presente molti rissultano i suoi diffetti bisognevoli di regolatione, non vengo alle particolarità, perché quando la Serenità vostra si rissolvi d’applicarsi in congiuntura propria, senza ingelosire i confinanti, sono i diffetti suoi così potenti ch’ogni intelligente dell’arte li può comprendere e poi sono materie meglio riparate a tempo opportuno dalla mano con risolutione, che descritte dalla penna. 

Questo è quel capo senza di cui l’altre membra non possono sussistere, a cui sta raccomandato il dominio del mare, la conservatione della provincia tutta, fu sempre solito dalla maturità publica considerare le tempeste in tempo di calma, il tempo che con buone fortezze si guadagna è sempre piaciuto, particolarmente quando si sa di dover contrastare con potenza più grande. In tanto la vicissitudine perpetua del mondo, il moto incessante della fortuna ponno apportare congionture favorevoli a Vostra serenità mai vedutosi totalmente abbandonato questo Stato dell’assistenza del signor Dio.

Tutta la provincia è proveduta con 517 pezzi di artiglieria a loro sufficiente difesa, sono la maggior parte smontati. Due volte con miei humilissimi dispazzi, delli numeri 85 et 89, ho mandato le note et raccordato il preciso bisogno dei detti, mai è comparso requisito così necessario per la conservatione di quei publici capitali et al decoro et a sicurezza de luoghi tanto gelosi ed importanti, l’opera ricerca tempo, da non rimettersi però in congiontura presente, tanto più che nell’arsenale vi è commodo d’allestirla a parte a parte e con facilità. Li depositi sono tutti ripieni di polvere, le munitioni convenientemente provedute d’armi con li trasporti di Candia, fatte da me evacuare delle cose inutili spedite qui a gl’eccellentissimi magistrati, perché potessero convertirsi in qualche buon uso. Tanto più esauste sono de viveri le monitioni, requisito in ogni luogo necessario, ma in particolare a Cattaro et Clissa vi si doverebbe conservare qualche deposito riservato, per sicurezza di quei luoghi et per intiera quiete de gl’animi di Vostre eccellenze.

Con le nuove fortificationi, aggionte negl’ultimi passati travagli, vi si trova ne’ luoghi pressidiati 85 posti da guardare in terra et 15 in mare, mantiene Vostra serenità nei pressidii 1.800 fanti in circa, 25 cavalli et 1.000 huomini nelle galleotte. Salariati, compresi publici rappresentanti 98, condotti e stipendiati 78, cosiché con la gente della galera destinata all’occorrenze della carica 4.000 persone dipendono dalle publiche generose assistenze.

La fanteria è composta di 49 compagnie, comprese l’ordinarie delle picciole fortezze. 10 d’oltramontani, 15 d’italiani, 3 de corsi, era quella de presidii tutta gente veterana, ressiduo della gloriosa militia di Candia. Otto compagnie hanno havuto la marchia per Italia et altrove e però con la sostitutione d’altre fu uguagliato il numero, ma con la qualità di quel florido nervo di gente. Ogni fante fu vestito con la gabana et ogni soldato di galeotta con gabana e bragone, all’usanza della natione, provigione derivata da panni dalla publica carità proveduti e dalle telle con avantaggio fatte portare a Fiumme, seguita la dispensa d’ogni cosa con 33.000 libre d’utile tutto girato a credito publico, cosa che non sarebbe seguita se si fosse fatta la provigione d’habiti per via di partito.

Si sono e consolati e preservati i soldati, ma nel corso di due anni e più si sarano deteriorati li vestiti non però in maniera tale che nelle compagnie restate permanenti in provincia non scomparissero ancora gl’effetti della publica carità.

Nel castello di Starigrado, in Almissa et in qualch’altro luogo debole servono di presente alcune compagnie ordinarie, che prima vi si spedivano squadre dalli vicini pressidii. Non prestano quel servitio che Vostra serenità crede, facilmente convertendosi le compagnie in tanti casalini, se si restituisse l’uso primiero delle squadre, come soggette a frequente mutatione et all’esame delle solite rassegne, non si riempirebbero così di casalini et il servitio publico sarebbe meglio esequito.

Non ho lasciato quelle militie senza esercitio, tenutele sempre disciplinate col mezzo de suoi sargenti maggiori, l’esercitio de scolari bombardieri, anima et spirito di tutta l’altra militia, era totalmente caduto e però ho voluto che si rimetti, allettati gl’artisti con la republicatione de privileggi a riempir le compagnie. Il numero dei capi provigionati eccedeva con molti inutili l’ordinario bisogno, onde con permissione di Vostra serenità l’ho ridotto al numero e paga accostumata in tempo di pace, con scanso di non leggiera spesa superflua.

La cavallaria con la paga ristretta che prima riceveva non poteva regersi, non sostentarsi gl’huomini col cavallo. Convenuto con espresso publico beneplacito accrescerle con reale di paga in contanti, onde ridotta in vigore, m’han servite quelle forze a misura dell’occorrente per farle utilmente sortire in campagna, o per tener lontani i turchi o frenare e correggere i morlacchi, che se ben fieri con li buoni trattamenti si tirano nello Stato, ma bisogna poi con la desterità e con la giustitia ben spesso domarli.

Quando i turchi eran più grossi al confine di Zara furono introdotte cinque compagnie ordinarie di cernide per spalleggiare la cavallaria. Continuano ancora, ripartite tra Zara e Novegradi con assegnamento tra tutte di ducati 383 al mese e cinque migliara e mezzo di biscotto, senza che prestino alcun servitio. È vero che niente conseguiscono della paga in contanti, ma vanno crescendo i loro crediti, che col tempo e con la temerità di costoro non posson ch’esser pregiudiciali alli publici interessi, stimarei bene scansare questa spesa o ridurla almeno, per non scontentarli affatto, al solo pane. Già in tutti gl’altri territorii di mio ordine rinovati i rolli delle cernide, vi stan descritti e pronti tutti gl’altri a prender l’armi, senza verun publico aggravio, contenti dell’honore dei capi e questi delle sole personali esentioni.

Gl’oltremarini servon in galetta distinta ad ambedue si dassero capi o governatori distinti, uno crovato, l’altro albanese, molto contenti, più pronti nel servitio, tutti dalla speranza di arrivare in quel grado o sotto il credito delli due capi, le compagnie si mantenirano più piene e con maggior facilità di pratticare all’occasioni nuova leva.

Tre sono li più floridi traffichi della provintia: quello dei manzi, la vendita dei sali e la scala di Spalato, ma tutti tre servono a questa Dominante, nel resto l’industria degl’habitanti è poca, più esercitata da forastieri che da paesani; la debolezza de turchi a confini, tanto conferente alla quiete, ha distrutto la frequenza de traffichi, cosa prima della guerra con tanto beneficio de sudditi e vantaggio delle publiche rendite. Per rimettere il negotio, quanto più le congiunture permettono, ho fatto rimettere da per tutto i tezzoni fuori delle città alle stangate, per più comodo ricovero de turchi e loro sudditi capitarvi con mercantie, levata con questa occasione da tanta osservatione de confinanti la gelosia delle fortezze et meglio assicurati li rispetti di sanità.

Profitano più quei sudditi del mare che della terra, impiegandosi molto nella pesca delle sardelle, che a Lesina solamente frutta in 70 in 80.000 ducati all’anno, il datio di quei pesci salati si paga nella maggior parte più a Venetia, tenui però e deboli restan le rendite di quelle Camere et molto più vi spendono l’Eccellenze vostre per conservare le provincie di quello vi cavino. Dispendio utile però mentre assicura tante e tutte ben note rilevanti consequenze.

Dal negotio de manzi sollevato dalla publica auttorità degl’aggravii delli privati monopolii, mediante i lumi et raccordi miei et le prudenti direttioni dell’eccellentissimo magistrato degl’eccellentissimi proveditori alle beccarie, ha potuto Vostra serenità crescer la rendita di quel datio a ducati 10 per manzo, 30.000 ducati all’anno, ma la confluenza d’animali per la scala di Zara resta in contingenza, né l’auttorità publica non leva li strusii de beccari e se non si trova modo per il più facile ritratto de suoi capitoli alli mercanti ongari conduttori di si importante negotio.

Le gabelle de sali caminano con quest’ordine. Vi si spazzano sali che al prezzo patuito con partitanti doverebbero rendere a Vostra serenità ducati 33.000 in circa all’anno, con libertà alli partitanti nella vendita di cavarne da sudditi 46.000 giusto le tariffe, l’utile noto di Vostra serenità, con l’introduttioni di donativi eccedenti, bonificatione de sali et altro, resta in ducati 14.000, o siano 16, come vogliono i ministri con li suoi calcoli del magistrato eccellentissimo del sale. Gran discapito però a suo modo parlando di 17.000 ducati all’anno tutti tirati in borsa de partitanti, oltre gl’11.000 di guadagno assegnato dalle tariffe. Anche sopra quest’importante materia con li miei humilissimi dispacci delli numeri … [puntini nel testo] mi sono difusamente esteso, se bene forse non a sufficienza espresso. Per che li publici pregiudicii sarano perpetui, sino che quelle gabelle sariano deliberate per partito et non per incanto, come vogliono le leggi. 

Li partiti escluderanno sempre le concorenze et gl’incanti mai sarano con le loro apparenti esperienze utili, se non siano preggiate le conditioni dei capitoli e se li patti stimati buoni per partito non vengano esposti all’occorenza sopra l’incanto.

Altri miei humilissimi dispazzi delli numeri 80 di 91 et 93 toccano la materia della Scala di Spalato, l’interesse gravissimo della galera di mercantia hanno valso per migliorare le conditioni del nuovo partito sino a ducati 280 all’anno di più del passato, ma come li publici pregiudicii più non si ferman, così parmi che l’Eccellenze vostre possano cercarvi congiunture migliori, per ricavare molto più del traffico di 7 in 800.000 ducati all’anno, che si raggirano per quella Scala in qualità di negotio, che non può far di meno di confluire in questa Dominante.

Dalli tre fonti sudetti di già riuscito fecondo il primo, le continuate applicationi dell’Eccellenze vostre possono estrahere vantaggi molto maggiori a compenso di gran parte de dispendii necessarii per mantenere quelli Stati, se ben sterili, col comodo del mare e nella lunghezza e qualità del confine da cavarsene gran profitto.

Gl’altri datii, soliti per ordinario riscuotersi nelle Camere della provincia, sono di debolissima rendita, difetto indivisibile da Stati con sudditi poveri; furono molto pregiudicati quelli riguardi di salute et esecutioni troppo dilatate, m’ero applicato alla facitura d’un estimo degl’esenti per trovare limite e compenso, ma volendo la materia l’assistenza personale, distratta dal tempo e dalle congionture, l’opera ben incaminata lasciata con li lumi necessarii a gl’eccellentissimi miei successori, può con frutto di publico servitio esser perfettionata.

Non ostante li pregiudicii delle publiche emergenze che causarono in queste ultime condotte qualche datio per conto publico, havutane particolare cura, si sono trovate le rendite ordinarie della provincia ridotte a 16.000 reali all’anno, come dai conti distinti da me resi al magistrato eccellentissimo della scrittura chiaramente appare e sono 2.000 reali di più all’anno del reso negl’ultimi precedenti anni.

La gabella de sali di Spalato e Lesina corse per qualche tempo per conto publico, han reso lire 14 e soldi 19 di quello cavava per ogni mozzo Vostra serenità, quando erano per partito nette d’ogni spesa et aggravio, come dalli calcoli chiaramente si vede, che sopra sole mozza 532 entrate in quelle gabelle sarà utile publico di ducati 1.286. Nel resto furono da gl’illustrissimi publici rappresentanti sotto la mia osservatione maniggiate con pontualità. Tutto il denaro cavato dalle vendite è passato per quelle Camere, come vogliono le leggi, e però sarà facile dalla scrittura in quelle tenuta comprendere che tutto candidamente fu convertito in soccorso pur troppo necessario, benché tenue e debole, di quelle occorrenze, per le quali appunto resta con positivi decreti di Vostra serenità destinato.

La gabella di Narenta, con gran fatica ricuperata doppo tant’anni d’usurpo de ragusei e doppo che con positivi decreti della Porta ottomana ne riamanevano esclusi li sali di Vostra serenità, ha reso e renderà all’Eccellenze vostre ducati 1.000 all’anno almeno di nuova rendita netti d’ogni spesa et aggravio, vantaggio non sprezzabile nelle congiunture correnti. Ha però havuto quell’utile i suoi gravami e quel negotio i suoi spini. Tanti reclami portati alla Porta da ragusei sopra gl’ostacoli fatti da legni publici al transito dei sali da Stagno. Le risolutioni ardenti et improvise de turchi di mostrare sentimento l’ambasciarie de ragusei, le comparse de essi promosse da ministri, ma da me superate, quando vennero per tentare la libertà del transito di quei sali a restitutione de legni e sali fermati, conseguenze tutte che sarebbero riuscite pregiudiciali a Vostra serenità et alla gelosia del dominio del mare et all’interutione di si abbondante spazzo.

Non fu pocco trovar lumi, scritture e testimonii in fatto assai remoto et oscuro, captivar confidenti et a fronte di molte oppositioni distruger le falsità rilevate, indurre il bassà a calare a Narenta, decidere a favore dell’Eccellenze vostre et con l’approvatione della Porta aggiustare le differenze et regolare gl’equivoci dei prezzi, delle misure e della valuta al corso corrente, non impiegandosi ne meno in spese di tante e di si continuate espeditioni et regali l’utile d’un anno, ma summa assai inferiore. Di tutto lo scosso passato in Camera di Curzola, ivi pure appariscono li conti del maneggio et la rettitudine et il candore dell’amministratione. Oltre che di tutto il sale tolto da publici magazeni, tanto per queste che per l’occorrenze della provincia, ne ho mandato di tempo in tempo pontuali note all’eccellentissimo magistrato del sale.

Camina la detta gabella sotto l’assistenza del capitano Giovan Angelo  Fioretti, ma quel clima insalubre non può dare sicurezza, che soggetti delle sue conditioni vi possan sempre persistere. La sagacità de ragusei sempre attenta chiama la maturità publica a più provido compenso, ma non avertire ancora a chi sia da fidarsi partito tant’insidiato e di tante conseguenze. Col denaro fattovi qui consegnare da Vostra serenità et speditomi in più volte in provincia fui sovenuto in ragione di ducati 8.000 al mese, quando i calcoli han sempre dimostrato per avanti il bisogno di 10.000. Non ostante l’accrescimento di paga alla cavalleria, l’essersi tenuti intieramente sodisfatti li publici rappresentanti, sostenutesi tante spese straordinarie senza disponere d’altri publici capitali, la summa sudetta m’è riuscito bastante per pagare intieramente le militie e tutti gl’altri, cosich’al mio partire da Zara niuno avanzava pure un soldo per conto degl’ordinarii terzi, paghe e mezze paghe corse sotto di me e potuto di più riportar di poi in cassa dei pro’ lire … [puntini nel testo] di cecca per conto delli soldi per lira lire 70.000 e più, ma per conto de crediti reali di bolette non ho voluto lasciar uscire di cassa ne pure un soldo per li corsi prima dell’anno 1669, mi son difeso col decreto di Vostra serenità di quel tempo che lo prohibisce, ma per li maturati doppo, che sono molti e ben rillevanti, quanto più me ne restava l’arbitrio, tanto maggiormente ho convenuto ressistere a gl’officii, chiuder l’orecchie a molte molestissime instanze, elettami la vera infalibile misura della mera indispensabile necessità, ho convenuto scontentare alcuno per consolare tutti con giustitia e chiuder le porte dei dispendii, ma necessarii per conservare i spiriti più vitali dello stato e fare che la parsimonia superi li difetti dell’abbondanza, cercate pure le vie del risparmio, scartando spese superflue, pregando le compagnie delli scansi e mezze paghe, ridotte le comunità di Lesina e di Curzola a mantenere a proprie spese quella il presidio e di San Zorzi et questa un bergantino utile e necessario ai datii et ai riguardi di salute et ai trasporti dei spazzi di Costantinopoli, con solevo di 1.200 ducati all’anno della publica cassa. Ho più volte importunato l’Eccellenze vostre nella materia del denaro, perché sempre lenti e scarsi sono capitati i sovegni, ne può però esser più utile e più necessaria l’applicatione per la destinatione d’un fondo a quell’occorrenze, altrimenti in paese di fronitera d’infedeli, con presidii discontenti a facile qualche insorgenza molesta, pregiudiciale al decoro et alla publica sicurezza. Ho tenuto divertiti i sconcerti et con opportune prestanza incontrate e con desterità pratticata, ma più di tutto con risservare il denaro per le sole giornaliere occorrenze e con la pontualità d’interamente dispensarlo subito venuto da Venetia et con far valere a soldati il vantaggio del cechino, fatto noto ad ogn’uno con due proclami, uno che li pagamenti dovevano seguir in quella valuta, l’altro limitava quanto gl’officiali dovevano dar di più per detto conto a soldati per ogni terzo, sino che la carità publica l’ha permesso con queste due notorie provisioni, niuno ha potuto introdurvi la fraude e reso patente ad ogni uno il giusto riparso di si importante et effettivo beneficio da tutti e da soldati in particolare goduto et benedetto.

Con le terminationi mie passate sotto la censura de gl’eccellentissimi magistrati e da Vostra serenità approvate, caminerà bene l’ordine della scrittura prima dalla malitia et imperità de ministri confuso.

A Pago l’osservanza ha causato che li 2.000 ducati per conto de grossi de sali ne sono sopravanzati 1.000 saldati tutti quelli che possedevano maggior credito et l’avanzo ha servito per occorenze delle saline di Sibenico senz’altro publico aggravio.

A Zara 1.480.000 lire de crediti levati in copie di partite ancora vivi, potevano essere doppiamente riscossi col giro della scrittura si sono saldati et scoperti da debitori di doppia riscossione di lire 81.230, come dal ristretto qui unito delli passati di in Italia et incaminate in Camere di Zara l’esecutioni per li restati in provincia, ma volesse il signor Iddio che a Zara havesse havuto unico principio et fine il disordine che facilmente più considerabile sarà invalso in tutt’altre Camere et magistrati in tempo di guerra.

In fabriche non mi sono impegnato che per capo di necessità. 400 reali hanno rimesso il danno et il palazzo di Nona con 900 ritirati moltissime occorrenze di Zara costrutto il quartier di San Marco fuori di Zara per la cavalleria, riparate le scostature fatte dal mare nella … [puntini nel testo] L’intessitura fatta di nuovo per dar communicatione a scorrer il fianco di San Francesco, col ponte bellissimo fatto di nuovo per dar comunicatione al forte con la città et rimessa tutta in calcina per 191 passo di lunghezza strada sotto la cortina del forte legata di 400 quadra di pietra viva con rostra pendente al fianco e riparo del mare, che prima con deterimento della muraglia l’haveva ridotta in stato che ogni passo segnava a passaggieri con precipitio. Havevo dato principio a restaurare anco il molo della stessa città alla punta del porto et ho lasciato in Camera ducati 300 destinati per la medesima occorrenza, uniti dall’espiditione d’alcuni rei. Per operarii ho obligato i contadini de scogli a conto di debito, contratto l’anno 1641 per imprestanza di biade, impotenti a sodisfarli in altra forma, la continuatione dell’opera difenderà la fortezza dalle percosse del mare, che smovendo la terra va munendo il porto, darà comodo necessario alle gelere et altri legni armati et aggiungerà riputatione e credito a piazza di tanto grido. Nel resto di nuovo a Clissa fu suplito a tutto col solo impiego dell’importare di 700 reali.

L’acque del golfo, giurisdittione speciosa di Vostra serenità la sua prudenza e la sua forza tengono le parti in bilancia, perché non trabocchino in precipitio sconcerti, ma conviene per il più impiegarsi nel scansare i proprii pregiudicii, mentr’ogni uno ingiustamente tenta debilitare quel braccio ch’è il sostegno di tutti, unico frutto di tanti dispendii incontrati, di tanti travagli patiti dall’Eccellenze vostre e da suoi progenitori per mantenere la sicurezza di quest’acque, doverebb’esser la conservatione de publici diritti e giaché la fatalità della patria ha voluto che gl’esteri s’impossessino dei traffichi più remoti che la fecero grande, quelli ch’entran nel golfo, nella casa di Vostra serenità, che passan in faccia di questa città, ogni ragione vorrebbe che servissero a suoi vantaggi.

Stan apperte da una parte e dall’altra del golfo più bocche divoratrici del più precioso alimento della republica. Le provisioni d’ogli, sali et altre merci tanto per la Lombardia che per la Germania sono quasi che divertite da queste piazze et trasmettono le stesse provincie altrove varie sorti di merci senza conoscer i publici dritti. Tutti li contrabandi di questa natura et altri fermati a mio tempo furon mandati a Venetia a dispositione publica et l’eccellentissimi magistrati a quali s’aspettavano, non havendomi voluto havere altra parte che quella di sodisfare al debito di servire alla patria. Quando le congiunture sian proprie ogni applicatione sarà necessaria, ogni spesa ben impiegata per redimer pregiudicii di tanto peso.

Li segnani sudditi dell’imperatore, ressidui degl’antichi uscochi già tanto turbatori della publica quiete, non lasciano di causare disturbi, traghettandosi sopra l’isole per il mare e d’indi per il territorio di Zara, penetrando nel paese de turchi, facendosi a poco a poco in grosse partite, v’esequiscono grosse depredationi et v’infieriscono danni et incomodi considerabili. Li turchi prendendo pretesto dal transito loro per i territori e per il mare di Vostra serenità, tenendo anco che vi sia qualch’inteligenza con quei sudditi, se ne dolgon altamente con i publici rappresentanti, li molestano con pretese di risarcimento et ben spesso minacciano qualche incursione. Ho gran motivo di dubitare che stimolo tale impatientemente tolerato da turchi li faccia un giorno rissolver da dovere a fortificare i luoghi già demoliti dall’armi di Vostra serenità e ch’invitati prorompino finalmente o in terra o in mare in qualche ressolutione poco aggiustata agl’interessi di Vostra serenità et a quello dell’Italia tutta.

Non veduto però pretender di sanar questa piaga con applicationi violenti, mentre il ferro et il foco con li fomenti del prencipe altre volte l’han tanto inasprita. E l’ufficiali di Vostra serenità più volte fatti passare alla corte di Cesare furono di qualche frutto per minorare il male e però materia da maneggiarsi con la bilancia delle congiunture, mi son contenuto con segrete commissioni ai capi più accreditati et fedeli, mandati et scielti per guardia de posti per dove soglion transitare, davo ordine di procurar frenare la ferocia di costoro, più con la diligenza et col mostrarsi pronti ad inseguirsi che col venire all’effettivo cimento dell’armi. Non potevano i legni armati liberamente scorrer quell’acque, per li venti impetuosi soliti regnarvi anco di mezza estate, onde per lo più ritirati nel canale di Novegradi vi facevano inutile permanenza. Mi son ingegnato ad eriger due porti, uno a Castel Vecchio, l’altro a Rasanze, capaci d’assicurar sin una galera, li ho ridotti a perfettione senza alcuna spesa o aggravio di Vostra serenità, essendomi valso di due arzilii inutili di galeotta e dell’opera volontaria di quei comuni, possono dunque di presente scorrere con franchezza quell’acque, per render più difficili i passaggi a segnani et nel tempo medesimo tener anco più in freno anche quei moralcchi sudditi.

Operan quelle forze altro mirabil effetto. Nel tratto di 100 miglia in circa di paese sotto la montagna della Morlacca, d’indubitata ragione di Vostra serenità, ch’era prima abbandonato e deserto, per redimervi gli pregiudicii inferiti dagl’austriaci che lo pretendono, di comissione publica ho trovato modo d’accomodarvi molte famiglie, che sotto il calore de legni publici ivi si tratengono più sicure et vi si fermano quietamente, senza timore de gl’insulti de pastori confinanti.

Sono siti ugualmente pretesi da turchi et non ostante m’era riuscito di tirar il capitano d’Velbrina [?] a condescendere a certa corrisponsione annua, per godere le libertà del pascolo d’un pezzo di quella montagna, le nevi gl’hanno impedito il passaggio e differitone l’effetto ho lasciato il negotio in mano di riassumerlo in congiuntura propitia, conforme l’istruttioni mie lasciate a Zara per gl’eccellentissimi successori. Col generale di Carlistot, capitano di Segna, Bucari e Fiume, ministri di Sua maestà cesarea ho procurato coltivar tutta la maggior corrispondenza permessa dalli sudetti riguardi, l’interno loro non lo credo ben disposto totalmente, perché la rissolutione di Vostra serenità d’impedire il transito a segnani minora l’occasioni di partecipare delle prede. Sono però passate lettere cortesi ogni volta et ho scritto per il solevo di qualche suddito o per havere qualche reo, ne ho riportato l’intento, mi fu prontamente mandato quel Monzbanio [?] trovato con lo stampo del cechino, in procinto lo stesso general di Carlistot d’essere a me d’armi a Veglia et n’haverebbe eseguito il proposito regolato, per quanto penetrai da soggetti, di concertare la più perpetua corrispondenza, se non havessi creduto bene, levandomi da quel posto sotto apparenza d’esser chiamato altrove, di scansare ogni impegno; col bassà di Bosna comandante supremo al confine de turchi non ho havuto occasione di negotiare, se ne cambiò più d’uno, ma tutti si tratenero lontani per la guerra di Polonia. Quando uno d’essi s’avvicinò, mi fu dato impulso dall’eccellentissimo Senato di ragalarlo, in forma conveniente al suo grado et alla generosità publica. Penetrai le sue comissioni di dover presso marchiare al campo, onde rissolsi temporeggiare, risparmiando la spesa che si sarebbe inutilmente spiegata, perché morì poco dopo al campo in quella fattione nella qual prevalsero armi polache.

Alla parte che confina con Zara e Sebenico sopraintende il sanzacco di Lica, Cherca e Corbavia. Tre ne ho veduti mutare, era tra d’essi invalsa opinione, che li regali soliti derivare dalla mano generosa e cortese, ma libera et indipendente, da Vostra serenità fossero debiti indispensabili e prerogative indivisibili delle loro cariche, mentre prima della guerra le venivano presentati in nome delle città, onde li ricercavano dupplicati e per Zara e per Sebenico.

Ho dovuto opponermi vigorosamente e potuto superare di non lasciarli correre, se non mezzani di qualche publico vantaggio et precessi anche prima dalla parte de turchi atti di cortesia verso la publica rappresentanza.

Con tali risserve e con publico beneplacito feci correre un solo regalo col primo sanzacco trovato in comando. Il suo successore lo pretese, quasi come debito di tributo, scansai destramente, aducendo ch’eran atti dipendenti della sola libera volontà publica, che la cortesia doveva esser eccitata con affetti di buona corrispondenza et con prove di sincera amicitia, tenendolo nutrito di speranze che l’eccellentissimo mio successore, s’havesse havuto occasione d’incontrare i segni del suo professato affetto, non si sarebbe lasciato vincere di cortesia. L’attuale sanzacco Durai Bergovich comandante di Vrana, figlio di quel Durac decapitato nella presa di Zemonico et nipote di colui che morì prigione di guerra nel castello di Brescia, come quello ch’è accorso e di gran senno non s’impegnò in questa dimanda, ma volintieri vidde congionta l’auttorità del comando con gl’interessi de suoi feudi et timari, s’è astenuto di sfogar il suo torbido genio et memore di qualche corrispondenza passata tra suoi et il signor mio padre, quando servì Vostra serenità nella carica medesima in quelle provincie, volle eccitarmi a ripigliare con atti di reciproca cortesia. Non ho però lasciato gl’andamenti suoi senza osservatione, perché niuno ha maggior interesse né desiderio di rimetter le cose di quel confine.

Non crederei se non bene in congiontura propria captivarlo più che fosse possibile per qualche aggiustata dimostratione. Regna tra lui, l’Haloghich et Filippovich, pure principali al confine, grand’emulatione. Sono questi come patroni di quei timari, gl’instromenti più atti ad inquietare il confine, dalle discordie loro ho procurato di cavarne frutto al publico servitio, nutrendoli con segrete corrispondenze e confidenze separatamente introdotte e penetrando i loro fini, mi sono ben spesso servito di loro medesimi per divertire gl’arditi tentativi dell’altro, più volte arditi contro il servitio dell’Eccellenze vostre. Quel svaleggio di caravane seguito di la da Clissa prima del mio arrivo alla carica, m’obligò di agitar molto sopra le pretese eccedenti del turco Mehmet Celebia, passato alla Porta per nome de gl’interessati, tutti con indolenze et rimessomi con lettere pressanti dall’eccellentissimo bailo perché fosse risarcito, ha voluto costui vennir anco a piedi di Vostra serenità. Mi fu data facoltà dall’eccellentissimo Senato, per aquietare questo torbido, di valermi dalla cassa publica, penetrò qui, non so come, le facoltà impartitemi, onde si rese più dificile. Io col ripiego, humiliato a publica notitia col dispaccio del numero [...] dalla maturità dell’Eccellenze vostre approvato, potei superar la sua ostinatione, aggiustar le differenze et renderlo quieto et contento, senza toccare la cassa publica, scansando introduttione molto pernitiosa et di facile fomento a nuovi fastidiosi emergenti, in fatto seguito in paese turco con partecipatione de loro sudditi, se havessero trovato malevadore delle private rapine il publico erario, n’haverebbero potuto seguire dell’altre studiosamente promosse, pur troppo pronta quella natione all’inventioni, quando vede profitevole l’ingano. Cautella riuscitami conferente molto nel caso posteriormente seguito in mia absenza a Scardona, quando, com’è noto all’Eccellenze vostre, di notte tempo fu interfetto l’esatione del caraggio dal Gran signore con indicii di partecipatione a sudditi di questo Stato et con pretesa de turchi d’esser risarciti di sette in 8.000 cechini, che inventorono asportati, ma con le risserve humilmente accennate nel dispaccio di numero, non solo feci cadere la pretesa, ma mediante qualche buona corrispondenza introdotta in alcun de capi del confine, per l’emergenze frequenti solita accadere tra gente fiera e barbara, fu sempre divertita con far ritirar a sudditi li loro animali opportunamente dentro la linea et disposte senza grande osservatione forze sufficienti a ressistere, conosciuto da turchi lo svantaggio han dato luogo più facile ai trattati e sono brevemente svanite l’ombre et i sospetti, con aggiustamenti vantaggiosi per li sudditi di Vostra serenità; la natura altiera de turchi riesce impenetrabile, se vede appertura di pratticare violenze impari, ma con la ressistenza, non disgiunta dalle vie placide e più sicure del negotio, facilmente li piega. Ho severamente vietato a sudditi il rimettersi in possesso, com’erano prima della passata guerra, di pratticare di fatto e propria auttorità li proprii risarcimenti delle represaglie di confinanti, costume antico di quei popoli, ma facile a prorompere in qualche fastidioso sconcerto. Non si fermano però in tutto il contegno, se da buone speranze e da gl’effetti susseguenti non si vedono tratenuti et reintegrati. Con questi fini attesi la congiuntura di far risarcire quelli di Castel Venier dagl’aghe di Carin, complici della depredatione d’animali fatta a quei sudditi, quando sotto altro pretesto et ad instanza dell’emino li feci fermare fuori di Zara, in forma che li capi del confine non potendo trarne dispiacere e tutta l’amarezza cade sopra l’emirno ministro del turco.

Ne fatti di minor conseguenza con l’interposizione de reciproch’offici e con l’aministrattione di ragione sumaria s’è sopita ogni differenza.

Qualche morlacco de più infesti e de più mal veduti da confinanti fu mandato in Italia d’ordine di Vostra serenità, rimesse qui in queste compagnie d’oltramarini, levato con questo ripiego il fomento et allontanate le cause de torbidi.

Unite alla carica di governatore di Zara vecchia senza alcun publico aggravio l’incombenze di capo del contado, con l’opera sua e delli governatori Gianco e Smiglian Smiglianovich m’è riuscito tranquillare et divertire molt’altre fastidiose emergenze del confine.

Per penuria de pascoli e per bisogni d’alimentare animali, dal frutto de quali più d’altro si sostentano i morlacchi, sono caduti quei sudditi a provedersene in paese turchesco. Era delitto [?], quando i turchi eran più numerosi al confine, la licenza produceva sconcerti, motivo nella presente constitutione del confine totalmente cessato, perché li turchi glieli concedono volontariamente et ricevono da sudditi, più in atto di cortesia che di debito, quel che gli pare corrispondergli. Li rappresentanti di Vostra serenità fingono di non saperle, aggiustando le massime del governo alla congiuntura de tempi e se nasce qualche differenza, viene con facilità aggiustata senza publico impegno dai capi de morlacchi. La necessità arbitra d’ogni consiglio fa tolerar un male che non ha rimedio et ne cava dalle congiunture il buon per li sudditi, facilità maggiore di dilatare il confine tenendo i turchi più divertiti et men applicati, col frutto che ne ricevono, dai pensieri di ripopolare quel confine.

Li turchi di Scardona pretesero alterare con li sebenzani l’antiche conventioni della minella [?] di grani soliti macinare a Scardona. Ho in tanto aggiustata la differenza et restitutite le cose in pristino.

Nel territorio di Traù, sopra li terreni di 16 ville occupate da turchi, ritengono quei cittadini uniti con la Camera attione di riscuoter i dominicali, per le conventioni stabilite dalla vigilanza dell’eccellentissimo signor Cornaro e procurator Nani, devono praticarlo con l’ordine del teftedar di Bosna d’esser concesso gratis. Fatto anco venire dall’eccellentissimo mio precessore, rimane ineseguito, mentre li turchi non vogliono contribuire se non la decima e quelli di Traù pretendono il sesto. Nel passaggio dell’eccellentissimo signor cavalier Moresini per il bailaggio di Costantinopoli fu da me informato dell’emergenza, resta che dalla sua gran desterità sia superato qualche passo alla Porta, per giusto sollevo di quei sudditi et a dovuta preservatione delle publiche ragioni.

L’emino di Macarsca pretese sequestrare l’anno passato a quelli d’Almissa certi frutti, che similmente per ragion dominicale devono riscuoter da sudditi del turco sopra beni in Primorgie. Feci andare a quella parte soggetto con instruttioni proprie e fondamenti che valsero a far rimovere, senza impegno publico e senza aggravio della publica cassa, gl’impedimenti con poca recognitione, contribuita da gl’interessati con giustificationi favorevoli, che mandate a Costantinopoli valeranno per fondamento, da convalidare perpetuamente i giusti titoli di quei poveri sudditi.

Esteso poi in quelle parti il confine di Spalato, con l’acquisto glorioso di Clissa, et conservati dalla virtù dell’eccellentissimo signor cavalier proveditor Nani quei terreni di nuova conquista, suppressa la carica et il titolo del sanzaco di Clissa, sostiene le di lui veci il chiecagia di Clino, che per esser distante et rare le congiunture di negotio, cessa anche l’obligo di coltivarlo.

Quei popoli confinanti di Macarsca, Primorgie, Craina et Pogliza, che già con volontarie deditioni havevan accresciute le forze e dilatato l’imperio di Vostra serenità, mi spedirono a Spalato suoi ambasciatori per riverire l’adorata porpora e rappresentanza di Vostra serenità, mi fecero con lacrime comemoratione della loro fede e divotione, rissentendo più grave la fatalità che li ha condotti sotto il giogo ottomano. Sono partiti sadisfatti con la sicurezza datagli dalla memoria in Vostra serenità delle loro benemerenze e con qualche ordine rilasciato a conservatione di qualche agevolezza nel comercio con Spalato et altri luoghi vicini per quant’importa il servitio di Vostre eccellenze.

Doppo l’intercessione fatta da queste provincie subentrano li signori di Ragusa. Questi verso gl’interessi dell’Eccellenze vostre mostrano gran stima et rispetto, ma in fatti sono di quella mala dispositione ch’in ogn’incontro han fatt’apparire. Ne tempi passati con l’oro e con l’inventioni si fecero strada appresso turchi et altri prencipi, per facilitarsi con Vostra serenità molte stranezze. Nel corso della passata guerra s’erano impossessati di tutto il traffico. Hora trasportato alla scala di Spalato, ess’havevano con radici stabili piantato nella gabella di Narenta ad esclusione de sali di Vostra serenità all’amarezze antiche aggittationi il sentimento recente per si rillevanti perdite, sempre cercheranno li publici pregiudicii. Furono dal signor Iddio con fiero terremotto puniti, ma si sono molto rimessi. Come però le forze loro non giongono a dar apprensione, così le loro inventioni richiedono vigilanza, perché non arrivino a causare nuovi sconcerti e sopra tutto è osservabile l’applicatione loro tanto dilatata sopra il mare con trasporti de contrabandi alle scale estere, estendono i loro confini sin dove appunto tratenendosi il canale di Cattaro tra le pertinenze di Budua e di Pastrovichio terminano gl’affari de confini et ove rissorgono motivi più rillevanti di differenze con molti popoli e di negotiati con più d’un ministro. Da una parte v’è Risano e Castel Nuovo sotto il bassa d’Herzegovina, dall’altra il Montenero, Zuppa, Pobbori et Maini con li cuzzi e clementi, popoli attinenti al sanzacco di Scutari. Li zuppani furono la principal difesa di Cattaro nei passati moti. Ritornati hora sotto il turco apprendon i mali trattamenti per pena del servitio prestato a Vostra serenità. Per quest’occasione si vedono grossamente creditori, tengono vive pretese sopra quella campagna, han contratte private inimicitie con alcuni di Cattaro, convertita però la divotione in odio crudelissimo, capitai a Cattaro in tempo che per l’insolenza di costoro teneano chiuse le porte del gordichio e quei cittadini non ardivano d’uscire.

A causa pure di private risse s’erano alienati i montenegrini et i cuzzi et i clementi, popoli per la bravura e fortezza di sito soliti vivere quasi indipendenti anche da turchi, titubavano disperati di conseguire il credito contratto per servitii prestati a Vostra serenità. Li loro ambasciatori trovati a Cattaro furono benignamente ricevuti e partirono consolati con qualche polla di panno a conto degl’avvanzi sudetti e con qualche esborso fattole per conto de loro particolari assegnamenti. Aggiustate similmente col Montenero le differenze, interessati li capi dell’uno e dell’altro partito contro zuppani, formato lega di tutti i territoriali a difesa, se non li ho potuti tirar coll’amore li ho ridotti col timore a diponer la temerità de loro arditi tentativi. Ridotte con quest’arte alla quiete le cose del confine et assicuratale con qualche moderato assegnamento con publica permissione donato ai capi più accreditati tra confinanti.

Per la cultura della campagna di Zuppa ho lasciato buoni ordini, le scritture et fondamenti valevoli però deludere le prave intentioni de zuppani sopra la campagna stessa, sono appresso l’illustrissimo publico rappresentante benissimo instrutti anco li signori Bozza et Bucchia, ch’in quest et in ogn’altra occorrenza, tanto delli publici spazzi di Costantinopoli quanto nel nudrire confidenze in Castelnovo et altrove et nel ricavare notitie importanti et conferenti, contribuiscono certo l’opera loro diligente e fruttuosa, levat’anche con l’erettione d’un molino in faccia Perasto la dipendenza ch’havevano da zuppani popoli di quel canale. Appresso li ministri ottomani ho havuto fortuna di spuntare tutto ciò che più ha complito al servitio di Vostre eccellenze.

Il bassà d’Hercegovina, fatto calar a Narenta con operationi sue in quel gravissimo affare, m’ha dato saggi della miglior dispositione, continuatami a Castelnovo nel farmi restituire 1.000 e più reali in risarcimento de danni inferiti da quei corsari al Caravanich da Spalato, distogliendosi dal corso con quest’esempio et consegnare alle fiame i legni più infesti, non restateli che picciole feluchette inhabili a così infame esercitio e fatto seguire il libero riscatto di molti schiavi.

Di che contingenze siano le licentiose procedure de corsari l’Eccellenze vostre più volte l’han compreso, con l’indolenze de prencipi barbari nelle riviere di sottovento, con li danni ben spesso inferiti anch’ai sudditi di questo Stato, la materia fastidiosa tiene in continuo impegno et in perpetuo moto l’armi di Vostra serenità, in obligo i generali di Dalmatia di spedir rinforzi e provigioni a gl’eccellentissimi capi da mar, d’insistere con negotiati appresso i turchi o per castigo de ladri o per la restitutione di prede e sempre in contingenza la publica quiete, se le congiunture facessero malamente apprendere qualche accidente alla Porta, recente ancor la memoria de travagli e dispendii incontrati per tali emergenze.

Con l’arte più dell’ingegno che con il vigore della forza ho potuto partecipare del contento di ridur il sanzaco di Scutari ad attaccare con le proprie mani il fuoco alle fuste corsare, a vederle tutte in numero di 10 incenerite, illustrando con quell’incendio le publiche glorie e corroborando la prerogativa di Vostra serenità sopra il golfo, con assenso tanto più stimabile quanto più potenti furono li castighi dati alli turbatori della sua quiete e giurisditione. Non fu poco di gioia per li corsari, ma che discoro le loro inique brame sfogate poi in segno maggiore et più evidente della verità del seguito et dell’amarezza del sentimento, con le note portate a Costantinopoli contro il capitano Cristoforo Soraevich [?] mandato a me ad incalorire l’importante esecutione, che senza guadagnarsi dispositione dal sanzacco mai sarebbe seguita, volendo l’ordine reggio che si liquidassero gl’ordini di danni inferiti ai soli sudditi di Vostra serenità e la formalità de giudicii giustificationi de turchi, quest’impossibili e quella pericolosa di discontento a prencipi che mettono piede con suoi stati nel golfo soliti stare nella publica confidenza e volendo i riguardi publici libero e quieto a tutte le nationi il comercio del golfo medesimo. Se venirà fatto a seno più maturo et a mano più autorevole spuntare, come si va divisando, anco l’incendio delle fuste di Santa Maura, Lepanto [?] e Prevesa, più non si sentirano gl’insulti da questi l’anno corrente apportati nel golfo, non da quelle di Dulcigno già incenerite.

Due sono le difese più valide di quei Stati. L’affetto de christiani sudditi del turco confinanti, soliti in occasione de travagli tirarsi dal partito di Vostra serenità, tratti anco dall’utilità d’andar in partita. Sono da questi penetrati li disegni de turchi et impediti li loro progressi, la generosità publica si mantiene questo valido propugnacolo. L’altro sta preparato dalla Divina providenza, ch’havendo constituito i Stati di Vostra serenità a fronte della più formidabile potenza dell’universo, ha instillate nature facili ad arrendersi all’interesse, ad espugnarsi con li regali, in che mi son contenuto però con la parsimonia ben nota, facendo valere anco l’industria e piacesse a Dio che con queste due armi, tanto più potenti quanto più invisibili, l’havesse potuto e si potesse sempre contrastare alli progressi della casa ottomana.

Sono patenti le cure del generalato di Dalmatia sopra l’emergenza del golfo e però sarà sempre utile la sua bona corrispondenza con gl’illustrissimi capi dal mar. Ho servito l’illustrissimo signor capitano e governator del golfo medesimo con la dovuta pontualità, mai prevalso riguardo alcuno al publico servitio.

L’eminenza del grado generalitio tra maggiori resta da dispensarsi fuori della Dominante alla patria, merita anco d’esser sostenuto lontano dai pregiudicii, nascendo dal rispetto de rappresentanti dell’Eccellenze vostre stima maggior appresso gl’esteri e più conservandosi la veneratione nei sudditi.

Gl’illustrissimi rappresentanti della provincia meritano tutta lode et comendatione uguale, perché ripieni di zelo verso il servitio di Vostra serenità, di amore e carità verso i sudditi, con fruttuosa emulatione tutti a gara sono concorsi a conspirare unitamente con me ne’ vantaggi della patria.

Con ricorsi opportuni sempre fatti all’eccellentissimo bailo cavalier Guerini in tutte l’emergenze de confini, ho cercato per conveniente suffraggio alla mia debolezza, sempre protetta dalla sua virtù et autorità, onde ne resta da questa consonanza ottimamente sostenuto il servitio dell’Eccellenze vostre.

Ho havuto pure fortuna di servire il nuovo eccellentissimo bailo cavalier Moresini et in esecutione delle publiche commissioni resolo informato delle cose in quelle provincie, ho dovuto amirare la sublimità de suoi talenti, goder infinitamente di veder subentrare in quella pesantissima carica soggetto di tanta virtù et merito.

La galera sopracomito il nobil huomo Marc Antonio Diedo fu destinata all’ordinarie mie occorrenze et soggetto ripieno di modestia, di carità verso le ciurme, ha dimostrato in più occasioni gran coraggio e la sua molt’habilità per qual si voglia ardua intrapresa.

Molt’impegno pure spesso ha tratenuto in provincia il nobil huomo ser Vicenzo Morosini con suo gran merito hora scortando la galera di marcantia, hora inseguendo con gl’illustrissimi signori capitani in golfo i corsari.

Nel corso di 30 mesi terminate le mie fatiche depositai governo si pesante nelle mani dell’eccellentissimo signor cavalier Zorzi, ch’era capace con la sua virtù di render alla patria frutti molto più copiosi di publico servitio, ma chiamata dal signor Iddio l’anima sua tutta celeste a godere prematuramente la beatitudine, ha lasciato più accerbo il sentimento in ogni uno di tanta perdita.

Sostituito dall’auttorità publica l’eccellentissimo signor cavalier Grimani et allestite in momenti le moltissime occorrenze necessarie alla sua mostra, s’è incaminato celeramente a coglier con la sua virtù il merito di dar perfettione alle mie debolissime intraprese, con quel spirito ch’ha fatt’apparire tra i cimenti dell’armi non meno il suo coraggio che la sua prudenza nell’aministratione de governi e cariche più conspique della patria, sostenute sempre con generosità et con decoro.

Ha degnamente sostenuta la carica di segretario il fedelissimo Martino Imberti, posposti li riguadi di sua numerosa famiglia col sol oggetto di meritar la publica gratia, molto affatticò con virtù, fede e diligenza. Io l’ho riconosciuto e devo non solo humilmente rappresentar il suo merito all’Eccellenze vostre, ma renderle certe che sarano in tutte l’occasioni et impieghi con publica sodisfattione e profitto da lui servite e che perciò bene impiegate si renderanno quelle gratie che la publica generosità si dengerà impartirli, per animarlo et per habilitarlo sempre più al suo glorioso servitio.

Del mio particolare devo più d’ogni cosa tacere, sendo raccomandate sempre le cose de prencipi e de Stati all’inteligenza sovrana non soggetta a vicende dell’uso, da quella sarà provenuto ciò che di buono l’aplication mia haverà potuto ridurre, non come causa ma instromento retto da quell’infalibil inteligenza che soprasta a tutte l’operationi. Non andando poi mai esente da gl’errori l’esperienza di poco tempo et il giudicio d’un solo, com’il mio cuor è libero da presuntione di merito, così chi opera ciò che deve può e deve sperar qualche benigno compatimento, questo solo humilmente imploro, unicamente sospiro dall’Eccellenze vostre.

Testimonii continui d’ogni mia operatione ho voluto sei de miei figlioli, perché havendo con essi comune l’obligo hereditario di ben servire Vostra serenità, apprendessero che la vera gloria d’ogni buon cittadino dipende da gl’atti della più perfetta rassegnatione et obbedienza ai publici voleri e vedessero che se non ho havuto incontro di sacrificare la vita, come han fatto quattro miei fratelli et un figliuolo, caduti inceneriti tra li più ardui et pericolosi passati cimenti della patria, ho partecipato almeno del contento di spargere, benché debolmente, qualche sudore ed impiegare qualche vigilia nel glorioso servitio di Vostra serenità.

Fu letta nell’eccellentissimo Senato adì decembre 1674.