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1700 Daniele Balbi

Relazione

Daniel Balbi Pola,

 

Serenissimo Prencipe,

Rassegnato alle sovrane prescrizioni di Vostra serenità, umilio quanto reputo dovutto alla publica cognitione e rilevato nella reggenza di conte e proveditor a Pola, da me debolmente sostenuta.

Importante è l’augumento di quella cittadinanza, ma col vincolo del domicilio in quella città pur troppo desolata d’habitanti quel consiglio si riduce il più delle volte (perché sparse molte famiglie per la provincia) al numero di X [dieci] o XI [undici] col favore della dispensa dal numero statuito dalle leggi de publici rappresentanti. Le cariche si moltiplicano in un solo soggetto e ritornano tra breve nello stesso. Pretendono alcuni pochi la stretezza de voti nell’aggregationi, proibita con replicate ducali di Vostra serenità, e levano il corraggio a famiglie civili dell’habitanti e la speranza dell’illustrarsi finalmente di quella cittadinanza, decorata con molti privileggi, fra quali il bel freggio di giudicare nel civile e criminale col publico rappresentante i sudditi di Vostra serenità. Ha il possesso pure quella communità de dacii. La fortezza abbandonatta sin[?] dalla custodia delle cernide destinata, perché scoperti i quartieri con poca spesa si potrebbe riparare l’intiera dirrocatione. È munita di soli 6 canoni scavalcati. Il porto singolare e capace, esteso per tre miglia, con larghezza in qualche parte circa due, proffondo e con cinque scogli nel mezzo; uno de quali, il più grande rimpetto alla bocca del porto, unico asilo in qualunque vicenda, ha erretto un angolo di balouardo incamisato di pietre quadrate a scalpello. A piedi dello stesso porto et anco per uso della città una fontana abbandonata e perenne a sovegno di grand’armata.

I villici, traspiantati colà già un secolo da territorii della Dalmatia in poche famiglie, hanno moltiplicato a segno che formano vilaggi di circa cento fuochi e proffessano incontaminata fedeltà. Per dispensa gratiosa dell’eccellentissimo consiglio de X [dieci] portano continuamente armi da fuoco e sappendo ben maneggiarle, meritano qualche disciplina, particolarmente le cernide sotto quei [?] capi di cento, abbandonate da suoi capi, che da cinque anni in qua non si lasciano vedere ad instruirli.

Gl’habitanti di due grosse ville, perché lontane dalla città, infestano con ladrocinii frequenti et homicidii il restante territorio e li vicini ancora. Ciò incita la publica sovranità al rimedio, non sufficienti le deboli forze di quel reggimento. Sono quei territoriali benestanti, gran coltura de quei terreni a raccolta de grani, vino et oglio (come al presente quasi tutto il rimanente della provincia) guardata sempre con occhio benigno senza impositione alcuna dalla publica sapienza, sin da quando era sprovista d’habitanti et abbandonata di coltura. Gl’usurpi de communali in quella giurisdittione sono non pochi. Abbondanti le pescaggioni in tutta la provincia ancora, particolarmente quella di sardelle e sino le fitte, ch’a sorte si gettano per rodolo, et sono ferme e sicure, no patiscono aggravio publico alcuno. Ch’è questo si rende degno d’umiliarsi dalla mia insufficienza al Regio trono di Vostra serenità. Gratie.

Daniel Balbi fu di Luca[?] ritornato da conte e proveditore di Pola con giuramento