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1616 Ottaviano Bon, Giovanni Pasqualigo e Marco Loredan

Relazione

Relazione di Ottaviano Bon, Giovanni Pasqualigo e Marco Loredan, Provveditori e Inquisitori Generali in Levante, marzo 1616.

 

Di ser Giovanni Pasqualigo et Marco Loredan ritornati de Inquisitori Generali del Regno di Candia. 1616, Marzo.

Serenissimo Principe, Illustrissimi et Eccellentissimi Signori

Dovendo noi Giovanni Pasqualigo, Ottaviano Bon e Marco Loredano ritornati de Inquisitori Generali del Regno di Candia et altre isole del Levante riferire a Vostra Serenità quanto nel carico nostro havemo operato, le diremo che per obedientia delli comandamenti dell'eccellentissimo Senato siamo stati a Corfù, al Zante et in Candia, nelle quali isole havemo per il tempo delli doi anni assegnatici nelle nostre commissioni sollevato li poveri sudditi dall'estorsioni, dalle usure, dalle espilacioni et dalle tirannie, et havemo loro fatto restituire li beni, le intrate et rifare ogni sorte di danno per tali cause ricevuto dalli indebiti oppressori, quelli castigando anco di quel modo che per conscienza et per servitio publico havemo conosciuto esser stato necessario.

Il servitio alla povertà è stato grandissimo et il beneficio del servitio publico notabile, perché altrimenti il povero non saria mai stato sollevato dal potente che nel Regno di Candia in particolare ha grand'auttorità, ma però per la brevità del tempo tutto il Regno non ha potuto sentire questo benefficio, perché essendo stato dato licenza all’illustrissimo Loredano, in tempo che anco le visite per li territori non si erano principiate, noi Pasqualigo et Bon non habbiamo possuto suplire, onde parte del territorio di Candia, tutto quello di Rettimo et La Canea, sono restati senza visita et senza sentire la gratia della benignità publica. Hora essendo restati noi doi soli [Inquisitori] et Pasqualigo et Bon, doppo haver visitato Rettimo et La Canea, per non passare il tempo delli dui anni, ci siamo ritirati al Zante et in Corfù, nelli quali lochi havemo usato la debita diligentia nel sollevare li sudditi et nel castigare li tristi come di tempo in tempo havemo dato conto alla Serenità Vostra, et il tutto havemo fatto con quella circonspetione del publico servitio et dell'interesse di stato che havemo stimato esser necessario. 

Havemo apresso visitato tutte le fortezze, inqueriti li rettori et castigati quelli che havemo ritrovati colpevoli, et insieme li loro ministri, havendo fatto rifare li intachi del danaro publico di quel modo che havemo stimato necessario.

Havemo rivedute molte sentenze de poveri che hanno reclamato et parte havemo regolate, et molti anco castigati più severamente di quello ch'erano stati condannati dalli rettori.

Havemo riveduto li monicioni et fatti fare li conti alli sopramassari et dove havemo ritrovato errori, o inganni, havemo et con il risarcimento et con il condanare li colpevoli usato quel termine che conveniva alla giustitia senza rispetto d'alcuno et in particolare delli rettori che non vedevano volentieri l'essercicio del nostro carico per esser con la diminutione della loro auttorità, in che noi havemo sempre usato quel termine di rispetto che sapemo esser di mente de Vostra Serenità. 

Havemo anco nel intender li aggravi della militia così da piedi come da cavallo usato ogni diligentia, sollevando li poveri dall'estorsioni et castigando li capitani per le loro tirannie.

In tutte le Camere havemo riveduto li conti, fatto l'estrato dei debitori, et fatoli anco pagare e con destrezza con quelli che sono stati obedienti, et con rigore contro li ostinati di quel modo che havemo stimato convenire al publico servitio; et in tutte le cose spettante al nostro carico havemo anco lasciato tutti quei ordeni necessari per levar li abusi et per esser essequite le buone leggi della Serenissima Republica.

Havemo riveduta la cancellaria di Candia et ritrovatala desquinternata, tutta comprata et piena de suggetti inabeli, l’habbiamo regolata et con particolar ordine stabelita che sia conforme a questa di Venetia et che né siano comprati né venduti da rettori le piazze vacante, come era solito farsi con scandolo de tutti et indegnità publica, et se sarano essequiti li nostri ordeni dalli rapresentanti di Vostra Serenità, quel Regno restarà non solo sollevato, ma consolato, et la Republica potrà prometterli dall'amore dei poveri sudditi ogni possibile diffesa in tempo di turbolentie.

Tine et Cerigo sono state vedute dal signor Pasqualigo con molto incomodo, et delle regole date haverà egli a darne conto particolare.

Similmente la Zaffalonia, doppo ch’io Bon per le mie indispositioni convenni ripatriare.

Delle municioni da guerra, di quelle per il [vito] ordinario havemo havuto cura particolare et in tutti li lochi havemo ritrovato gran confusione, [poca cura], et esser quasi il tutto governato con assai interesse publico et in quello che havemo potuto proveder vi lo havemo fatto senza rispetto alcuno.

Havemo [governato] da poveri infinite reclamationi per le appellationi delle loro sentenze, perché per la loro impossibilità guadagnando pérdono per non haver il modo di capitar a Venetia per la difesa, et certo che questo negotio ha bisogno della protettione publica perché il potente in questo modo oprime il miserabile, senza che possi havere alcun ripa[ro].

Ha bisogno anco di gran regola il reggimento del Zante, perché quando furono agionti li conseglieri fu loro ultra salaria assignato parte delle condanne, onde per ciò ogni sorte di colpevole così grave come legero, così presente come absente, viene punito di pena pecuniaria et così pesante che a noi ha parso che per il più si sia dato nell'eccesso, et per ciò siamo stati necessitati a sollevare molti che ingiustamente furno condannati, né havemo possuto regolare in questo reggimento questo negocio come lo havemo fatto in altri luochi giusta la parte dell’eccellentissimo Senato, perché li conseglieri eletti per il Maggior Conseglio dissero di non volerci obedire, et per non taccar contese l’habbiamo lasciato inresoluto. 

In Corfù habbiamo ritrovato gran comotione in quei poveri isolani dolendossi di esser mal trattati dalla soldatesca et dall’Armata, et havendo voluto de ordene publico indagare in questo negotio habbiamo per dir il vero ritrovato che hano in gran parte raggione; per ciò col castigo de molti, come havemo dato conto a Vostra Serenità, l’havemo restorati, consolati et repacificati, perché hano veduto che per [voler] la giustitia indiferentemente con tutti, non havemo portato rispetto a sugetti principal[issimi]; et certo che la Republica ha causa di tenire gran conto di queste due isole del Zante et Corfù, perché oltre che sono popolatissime, sono redutte a tanta cultura et in abondanza così grande per la vicinanza della Morea et dell’Albania, che all’hora si vive [abondantemente] et si ha le robbe a buoni precii, quando è maggior concorso delle galere et della militia, oltre che il Zante et la Zaffalonia per il negotio delle uve passe sono fatte isole molto praticate et mercantili, et così grosse de habbitacioni che al Zante in particolare saria necessario pensare alla sicurtà delli borghi fatti a Marina, perché così possono esser abbracciati facilissimamente senza riparo alcuno.

Havemo, per estinguir le usure [minute] a poveri soldati, che eccedevano a cento per cento in Candia, eretto un Monte in quella città comodo che presta fino a ducati 10 per persona, con interesse solamente di 6 per cento; il che è stato di gran beneficio a quei poveri et la Republica ha havuto abondante benedicione; havemo anco con buona summa di condane aiutato in tutti li luochi a restaurare molte fabriche commune et publiche et in Rettimo in particolare havemo fatto continuare l'appartamento et alloggiamento delli stradioti, sì perché restino accomodati in loco separato, come per sollevare la città da quest'opressione che toccava solo al povero et non al ricco, et questo in quella città è stato quel più che ne ha pesato, perché havemo conosciuto che l'alloggio di quella milicia se ben poco poneva in disperatione la plebe, et havemo lasciato tanto de condane in quella camera che forsi doverà bastare per finirli con un poco di aiuto de legnami et ferramenta.

Questo carico, Serenissimo Principe, per esser stato estraordinario et con suprema auttorità è stato essercitato da noi con molta circonspecione, ma non havendo potuto restar di sollevar li poveri et castigar li tristi, ponti apunto che ha toccato a comodi richi et a rapresentanti publici, perciò convenimo restar sottoposti alle maledicenze et detracioni de colpevoli che sono da noi stati castigati più col termine della clemenza che col rigore della giustitia, né restiamo con altra difesa che della nostra inocenza et della conscienza che havemo di haver servito la nostra patria con molta fideltà et sincerità, senza haver posto le mani in altro che in quello che espressamente ci è stato commesso, non riguardando ad incomodo et patimento alcuno per ben servirla, con speranza solo di haver la ricompensa da quel Signor che sa, vede et intende il tutto et come giusto giudice non manca di dare la retributione a chi la merita.

Dil stato di quel Regno, delle fortezze et delle militie non ne damo alcun conto alla Serenità Vostra perché essendo presto di ritorno l'eccellentissimo General Zane, che ha faticato la sua parte utilmente et honorevolmente, ne darà Sue [Eccellenze et] a Vostra Serenità distinta et particolar relatione.

De nostri ministri et de altri suggetti tralasciamo di parlarne per levarli il tedio, ma da tutti siamo stati serviti con compita nostra satisfacione.