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1639 Giovanni Cappello

Relazione

Relatione dell'isole del Zante, et Ceffalonia, fatta dal nobil homo ser Zuanne Cappelo inquisitor, sindico et avogador in Levante, ritornato dalla visita delle sopradette isole l'anno 1639 a 28 aprile.

Letta nell'eccellentissimo Senato a 29 april 1639

Serenissimo Principe.

Doppo haver con la dovuta obedienza a publici comandi, a pena ritornato dal bailaggio di Costantinopoli, apresa et essercitata la grave pesante carica d'inquisitor, sindico et avogador in Levante, unito agl'illustrissimi miei coleghi nel Regno di Candia per il corso di mesi disdotto: ove dalla prudenza di sue signorie illustrissime furono assistite le funtioni mie, et con essa in più lunghe osservationi e pratiche è stato d'avantaggio supplito di riferir in quest'eccellentissimo Senato il stato et bisogno di quel importantissimo Regno; dal dominio del qual dipende il decoro et conservation dei stati della Serenissima Repubblica, e d'altri prencipi ancora; mentre in riguardo del sito e delle fortificationi è la porta maritima d'Italia, l'antemurale della christianità, onde merita in ogni tempo, e ne presenti particolarmente, acurati rifflessi sopra la di lui conservation, et diffesa; per fuggir dunque il tedio con la repplica, dirò che, essendosi l'anno 1636 l'ultimo giorno di settembre da horibile terramotto gravemente comosse l'isole del Zante e Ceffalonia, con universal abbatimento, e distruttione dell'abitationi publiche e private, et considerabile rovina delle fortificationi ancora, fui da quest'eccellentissimo Senato eletto, perché con cellere transito sopra esse ordinasi quanto per emergente di tanto momento faceva di mestieri, per quello s'aspetta alla ristauratione, reidificatione, meglioramento delle fortificationi, custodia e diffesa delle piazze, et isole sudette, costruttione de palazzi, et altri luoghi publici. 

In oltre a neccessario opportuno sollievo di quell'afflitti popoli, et con riffesso a gravi publici interessi, mi fu aggionto l'ordine della piena essecutione alle commissioni del magistrato sodetto in ogni loro parte.

Con la dovuta obedienza a publici decretti, et con la celerità che l'occasione del transito et li tempi fortunevoli mi concessero, a 30 marzo del 1637 sopra la galea del signor Giovan Battista Barbaro, con la qual scorsi sopra Cerigo horribile fortuna, con perdita del timone et evidente pericolo d'abisso, mi condussi con l'aiuto di Sua Divina Maestà sopra l'isole, con universal contento di quei sudditi, che, soprafatti et oppressi da un tant'infortunio, benedirono l'assistenza paterna di Vostra Serenità sopra le sue disaventure. 

Dirò il stato nel quale ritrovai le fortezze et luoghi publici, quello in che di presente sono ridotte, gl'accidenti che doppo, per li frequenti repplicati motti della terra ne seguirono, et quanto intorno al sopradetto operarono l'applicationi mie con ogni possibile risparmio della spesa, et quel di più che si ricerca per la loro conservatione et custodia. Narrerò doppo quant'operai in sollievo de publici e privati riguardi nelle materie al magistrato sudetto appartenenti, et altre commessemi da Vostra Serenità.

Pervenuto al Zante ritrovai quella fortezza dirocata per passa dusento quarantadoi di muraglia, et passa centonove d'una assai larga strada della ronda, oltre il ressentimento che ogni giorno più si manifestò per li frequenti più che mai continui terramoti, a segno che era ridotta ad impossibile custodia. Li tre publici palazzi dell'illustrissimi rappresentanti, li luoghi della polvere, delle munitioni, li corpi di guardia affatto caduti, et dentro il recinto, nel distruggimento delle private abitationi, una congerie di pietre sopra pietre, ch'eccitava fortemente la pietà. A Marina li arsenali, li quartieri de soldati et altri luoghi publici gravemente rissentiti, e nel privato universal il danno.

Trasferitomi doppo all'isola di Ceffalonia, che parimenti dell'infortunio stesso gravemente si rissentì, oltre le molte rovine in campagna, vidi in fortezza abbattuto tutto il contenuto, che consiste nell'abitationi publiche e private, et preservato il continente, ch'è la fortificatione, a segno di lieve pregiuditio. Il palazzo pretorio, le case degl'illustrissimi signori consiglieri, del canceliere, ragionato, capo de bombardieri, quartieri de soldati, corpo di guardia, sala dell'armi caderono, il resto gravemente si risentì.

In questo stato erano le piazze et luoghi publici sudetti, e mentre al mio arivo per le reidificationi e fortificationi non ritrovai le materie neccessarie in pronto, et quelle, che furono sino da principio da quest'eccellentissimo Senato deliberate, tardorono nove mesi a comparire. Mi pervenero in tanto gl'ordini di rifferir a vostre eccellenze il modo di migliorar la forma et sito della fortezza del Zante per maggior custodia al porto, et se per aventura nel porto d'Argostoli a Ceffalonia opportuna si rendesse alcuna fortificatione per sua custodia, e per ricever a Marina l'abitatione del reggimento, arsenali, e quel di più ch'in esse commissioni si contiene. In oltre di procurar dagl'abitanti di Ceffalonia offerta di denaro per le fortificationi sopradette, quando occorressero, se bene il tutto fu tenuto in suspeso, come più a basso dirò. Non permetteri, per quanto mi fu possibile, d'ordinar in questo mentre quanto faceva di mestieri per la sicurezza di quell'isole, et fortezze, che ritrovai assai sprovedute d'armi, di polvere et d'apprestamenti, e sufficienza de soggeti per il maneggio d'artilleria.

Et perché la fortezza del Zante, per quant'è sopra detto, tenea maggior bisogno di cellere riparo, ad essa applicai le prime diligenze; perché avanti la comparsa delle galeotte di Barbaria, che sopra l'infortunii sudetti, per quanto gl'avisi da quella parte confirmarono, havevano fabricato l'ardir de suoi disegni, fosse ridotta in diffesa. Le speranze del cellere progresso a quest'operationi, non ha dubbio, che erano fondate nell'assistenza di galere, che da vostre eccellenze fin da principio furono deliberate per uso delle ciurme; ma non havendo io per mancamento d'esse in tutto questo tempo valsomi d'alcuna, benché minima, fontione, ho procurato che l'interesse della spesa, che perciò doveva rissultare a Vostra Serenità nella neccessità di valersi d'altra gente per li lavori, et per la condotta delle materie, si rissolvesse con la desterità e senz'impiego di denaro agl'angarici, tutto che da vostre eccellenze ne tenessi, occorrendo la facoltà, essendo restati da me persuasi quei cittadini, et popoli a concorrer unitamente con le cernide nell'impiego de loro animali senz'alcun publico interesse. 

Nella restauratione della fortezza sudetta preveni, con la facoltà che nelle mie commissioni si contiene, la volontà publica di non inovar con accrescimento di spesa, et impiego di tempo considerabile, la fortificatione primiera, mentre il sito esposto in parte alle mine, et alla batteria, non promette benefficio maggiore di quello, all'oggetto del qual fu fabricata, ch'è di ricovero alle genti dell'isola in caso d'incursione; et sebene l'ingegnieri Beati e Gentilini, che appresso di me si ritrovavano, et de quali transmessi a Vostra Serenità li dissegni, et le scritture in questo proposito, inclinavano a nuove operationi, fu però decrettato il senso mio, di ridur la fortezza al stato di prima, come con ogni sollecitudine seguì in riguardo de tempi e sospetti d'all'hora. Parimenti li arsenali, quartieri de soldati, e corpi di guardia a Marina furono ristaurati, e con gl'appalti per le reidificationi de palazzi, et altri luoghi in fortezza, resta essequita l'opera con l'esborso del denaro; et perché doppo, come scrissi per li repplicati terramotti, alle sopradette rovine s'aggionse quella della metà del lazaretto con la caduta delli coperti, et delli pilastri che lo sostenevano, quest'accidente rinforzò le diligenze, et la spesa, per non apportar con le dilationi danno al trafico di Morea, et il pregiuditio della salute alla città; la qual, per quello s'aspetta al privato comodo, è per la maggior parte ristaurata con progresso continuato al stato di prima.

Mentre a Ceffalonia con gl'appalti, et esborso del denaro, si construivano li palazzi et altri luoghi publici, come scrissi, a 16 giugno dell'anno passato repplicorono horibili terramotti in quell'isola, a segno che tutto l'operato rovinò, et per le relationi de contestabili, e papà delle ville, che in note distinte mandai a quest'eccellentissimo Senato, in quel giorno, e la notte seguente, mille sei cento case et cento nonanta chiese affatto caderono, oltre mille ducento settanta sei altre abitationi, che restorono aperte, e gravemente offese con perservatione della vita di quei popoli, mentre la divina misericordia permesse ch'il primo terramotto succedesse di giorno per gl'avvertimenti della notte, nella qual ogni conditione di persone uscita dall'abitationi all'[aria] si perservò dal pericolo, e danno maggiore, che la repplicata mossa partorì. Io pure coperto dalla mano di Dio fui perservato dalle rovine della stanza, ove dimoravo scrivendo a Vostra Serenità. Cessarono per tanto in quell'isola le fabriche, et intentioni mie intorno ad esse, come scrissi, prevenendo la publica intentione, et si construssero forti e comode baracche per gl'illustrissimi rappresentanti, fino che Dio più stabile rendi quel terreno.

Nella fortezza d'Asso oltre la construttione di passa nonanta di muraglia caduta, et altre cento cinquanta di parapetto nei luoghi più neccessari, si sono riparate le scallate, accomodato il portello alla raspona, che discende alli pozzi di Marina, con ordine d'un ponte levador, al taglio della strada sudetta per comodo e sicurezza degl'abitanti, et fatti gl'appalti per altre restaurationi, et construttioni delle fabriche, furono dagl'accidenti sudetti parimenti interrotti li progressi.

In tutte le sopradette occorrenze, et operationi, le quali sopr'il fatto molto più manifestano l'interesse della spesa di quello, che da scriver si possi, sono stati impiegati reali tre mille sette cento quaranta nove lire otto, come ho di tempo in tempo, con fedi sottoscritte da ministri delle camere, datane particolar notitia a Vostra Serenità, et come appar nelli libri delle camere sudette, ove sono state registrate le partite, con le bollette sottoscritte dagl'illustrissimi signori proveditori, et da me unitamente. Le diligenze et applicationi mie furono incessanti, et vaglia dir il vero, non inutili; et questa spesa viene soprabondantemente rissarcita da condanne, e modificiationi di sentenze di banditi per effetti di gratia, e di giustitia in castigo, e sollevo di quei popoli respettivamente, per la summa di reali quattromille novecento settanta sette. 

Li legnami e feramenta, che per occasione del primo terremoto capitorono, sono stati parte posti in opera, il resto si conserva al Zante, et Ceffalonia; sebene quello di Ceffalonia per non sapersi ove riponere al di sopra, sta a Marina in Argostoli poco sicuro; di tutto però ho lasciato buoni ordini, per la miglior custodia; ben è vero, che essendone stata mandata altre tanta quantità per l'ultimo terramotto di gran lunga soprabonderà al bisogno, e serviria per un abbondante deposito in quell'isola in ogni caso, in oltre per soccorrer, conforme alla publica volontà, chi ne ricercasse con l'esborso del denaro in tempo corrispondente al stato e fortune di cadauno, al qual effetto fecci far dal mio raggionato un computo di quanto per la prima compreda, nolli et altre spese seguite, che dal magistrato illustrissimo sopra le fortezze mi furono di tempo in tempo trasmesse, restand'ad esso computo regolato il prezzo in ragion del real a [lire] 7 soldi 10, come fu esborsato di qua, et come vien espresso nelle partite in camera con buoni ordini per la riscossione, restand'a compratori l'avantaggio del datio, mentre, non ostante gl'ordini che tenevo da Vostra Serenità di ben intendermi con li datiari, furono questi da me persuasi a non pretender datio per esser questa missione indrizzata a sollievo universale di quell'isole, et in consequenza delle loro proprie vite, famiglie e facoltà.

Terminate le sudette operationi, in riguardo del passato, devo in essecutione degl'ordini di quest'eccellentissimo Senato riferire la maniera con la qual si potesse con alcuna fortificatione assicurar il porto del Zante, et la città medesima a Marina, mentre né questa né quello ricevono dalla fortezza calore di diffesa, perché situati troppo sotto d'essa, il cannone col tirro all'ingiù inutile et incerto riesce, come appar dalli dissegni che mandai.

Doi siti si rappresentano opportuni per questa fortificatione, il molo, et il porto di Canesi, ch'è a mezo la salita del castello.

Il molo, per la qualità del sito nel centro della città e delle spiazze del lazaretto et della fontana, faria ottimo effetto, et con oppositione perffetta all'ingresso del porto, et al ricapito nelle spiazze sopradette, armato che sii. Saria però di mestieri con allargarlo passi trenta, e dilungarlo passi venti, formar in esso una piazza bassa, che guarnita di cannone assicureria il porto, e teneria in freno la città; et perché di presente si trova dalli terramotti comosso, et in gran parte distrutto, doverà prima essere consolidato a misura del bisogno.

Il secondo sito considerabile per quella fortificatione si vede a mezo la collina, che ascende in fortezza, molt'opportuno, mentre predominando fortemente la città e le venute in castello, diffende il porto tutta la spiaggia del lazaretto, e parte di quella della fontana, et ridotto in forte ad uso di campagna col terreno, che gl'è d'intorno, comodo et atto a quest'effetto presteria ottimo servitio all'occorrenze sopradette, et quando fosse assalita fortemente la città daria comodo e sicurezza al soccorsso, et occorrendo alla retirata in castello, al qual serviria per un corpo avanzato a maggior sicurezza d'esso, che perduto non potria tenersi, per esser al calor e predominio del castello sottoposto. La spesa riusciria di gran lunga inferiore a quella del molo per la vicinità e fabrica di solo terreno senz'altra materia, et in puoco tempo si riduria a perfettione. 

Questo sito per li riguardi sopradetti è molto con[ferren]te; quel del molo più proprio, ma l'uno o l'altro neccessario, mentre in occorrenza di transito et aggressione da corsari tutto di presente resta esposto, né li vasselli senza alcuna di queste fortificationi si possono poner in officio d'obedienza.

La città, che d'ogni intorn'aperta tiene considerabile numero di gente atta all'armi, oltre li ducento fanti di militia pagata sotto doi capitani, et un collonello, può sostenersi da un qualche impeto, al qual oggetto ho fatto assicurar due principali posti in essa, la piazza, et il posto alle beccarie, con forti restelli et parapetti, acciò occorrendo in essi si possi la gente unir, armar, ordinar, spingersi et ressister ove portasse il bisogno. Servono in oltre per freno alle discordie, e scandali, che sovente si formano da quei popoli con gravi consequenze, come pure ultimamente l'esperienza dimostrò, havend'inoltre rinovate le compagnie di quella gente sotto quattordici capitani, et altritanti luogotenenti con buoni ordini dell'unione loro all'occorrenze.

In quest'isola si ritrovano alcuni luoghi di sbarco, fra quali principal è quello del Chierì, ove le galee in buon numero possono approdar il terreno, e tratenersi ivi stano per ordinario fabricate alcune trinciere a muraglia secca, et se vi si fabricasse un porto, o torre, riusciria di molto sicura custodia a quell'importante sito.

La fortificatione del porto d'Argostoli, per la qual vostre eccellenze m'incaricorono d'osservare, et riferir li siti proprii con gl'altri sopranarrati particolari, è materia degna di rifflesso per quello che ad opportuno tempo la sapienza publica conoscesse doversi operare. Furono sopra ciò formati, et da me in lettere de numero 26 trasmessi, li dissegni et le scritture dell'ingegnieri Beati e Gentilini, col senso mio sopr'esse, onde, a quelle rimettendomi, ripiglierò li punti principali. 

Si trova questo porto sei miglia discosto dalla fortezza, senz'alcun benefficio o custodia di fortificatione, esposto al ricapito d'ogni conditione di vasselli, e sottoposto all'invasioni e depredationi agl'abitanti in esso, et particolarmente a quelli della terra di Lussuri. Il ricapito de vasselli inglesi in esso per l'importante negotio dell'uve passe, la capacità di ricever numerose armate, et il comodo del frequente transito da esso all'isola del Zante, sono particolari che lo rendono conspicuo, e degno di custodia maggiore; et mentre l'ampiezza del porto sudetto dalla punta di San Zorzi fino a quella di San Todero per la distanza delle rive non amette fortificatione, per non esser a calor di cannone sottoposta, ritirandosi per poco spatio in dentro appresso la Punta della Placca, molto opportuno si rende un sito, denominato Le Secche, per ivi piantar un forte, che vaglia ad impedir l'ingresso a vasselli, della forma che pur in dissegni più e meno ampliati e capacci mandai a Vostra Serenità.

La distantia di questo sito alla riva opposita, detta la Ponta grossa, per esser di passa cinquecento, spatio nel qual il cannone di punto in bianco non può ferrir, ma con ellevatione incerto et fallace riusciria, ricerca altra fortificatione nel sopradetto opposito sito, ove si potria formar un recinto capacce di quattro pezzi d'artilleria con alzzamento di semplice muraglia di pietre, che vicine si ritrovano, et con la custodia de puochi soldati stabilir al primo forte un porto contraposto, sicuro per l'asprezza del sito da ogni aggressione, col quale s'incroseriano li tirri per linea retta, e per fianco ancora s'inoltreriano a più avanzata custodia verso la punta di San Todero, et questa per senso mio è l'unica et più accomodata maniera per assicurar l'ingresso del porto d'Argostoli da vascelli d'ogni sorte, che in esso entrar volessero; ma perché, non solo per l'ingresso ma per aggressione con li sbarchi dalla parte di dietro, cioè dalla Punta di Ardigò fino a quella di San Todero si può venir nel piano d'Argostoli senza che queste fortificationi possino contraoperar. Il rimedio a questi sbarchi, quando massime in tempo di guerra accompagnati fossero dal cannone, si rende molto difficile, non ritrovandosi a quella parte di Marina alcuna fortificatione, che di presente se le opponghi, né potendosi abastanza fortificar quel sito, che impedir possi un numeroso sbarco con la condotta del cannone, e perciò si rende questa parte poco sicura et impossibile ad abastanza sicurarsi con fortificationi, per il tempo d'una aperta guerra, mentre in alcune parti lontano, in altre coperto et in altre in sito d'offender, per li vari recessi delle colline et del grebano, potria l'innimico condursi col cannone nel piano d'Argostoli, et con esso per fianco batter ogni fortificatione, che construtta fosse, al qual effetto l'ingegnieri, conoscendo questa difficoltà, proposero in dissegni e scritture, che mandai, una fortificatione sopra la collina Anglegora, che comprende le due vicine ancora, e, tirandosi verso il piano d'Argostoli, formarono una fortificatione reale di sette belloardi, compreso quello della collina sudetta, includend'in questo giro passa doi mille di terreno tra monte e piano, con che doppo un costosissimo dispendio di centinagia di migliagia di reali (summe eccedenti la publica volontà) il porto nell'ingresso non riceveria maggior benefficio di quello che le apportano li doi forti di sopra raccordati; et dalla parte a dietro non si tolgono affatto l'oppositioni del sbarco col cannone et la batteria, che con esso potria farsi al fianco della città; restando dunque con li doi forti l'ingresso del porto a sufficienza custodito, non dovendosi affatto prettermetter d'assicurar la parte a dietro dall'incurssioni, che corsari con improvisi sbarchi di sola gente potessero tentar a danni di quei sudditi. 

Mio riverente senso saria che a quella parte si fabricasse una torre al porro, col calor della quale si farà bastante ostacolo a simili tentativi, et con un'altra alla punta di San Zorzi dalla parte di Lussuri s'assicureria il porto di Santa Veneranda, che conciede comodo et sicuro il sbarco ad ogni sorte di vassello et rende quella grossa terra del continuo esposta al pericolo. 

La spesa delli doi forti e torre sopradetta rilleveria puoco interesse a vostra Serenità, oltre quello che, per offerta fatta con le persuasioni mie dagl'abitanti dell'isola, doverà impiegarsi mentre questi, non ostante le calamità, nelle quali si ritrovavano, restorono persuasi ad offerir ducati settanta mille, da esser esborsati in quattro ratte, un anno per ratta, che dovevano principiar a ottobre 1637, quando da vostra Serenità fosse stata decrettata la fortificatione; offerend'in oltre l'opera degl'angarici. Il tutto fu posto in scritture sottoscritte, che mandai in copia, et furono registrate in quella cancelaria, havendo tenuto appresso di me l'autentiche, quali saranno alla presente mia relatione annesse, per uso et custodia d'esse, occorrendo ad opportuno tempo. 

È ben vero che in esse scritture l'offerta d'una tanta summa di denaro è circonscritta dalla conditione della stanza del reggimento in Argostoli, da quei popoli sommamente desiderata, come pur fu dalla publica intentione et dalle commissioni, che tenevo sopra questi affari, compresa; perché non ha dubbio che, fortificato il porto, ne rissultariano molti beneffici al publico et privato interesse; perché prima, ridotte col reggimento le publiche audienze et ministeri, et per esse il concorso degl'abitanti, la parte superiore molt'incomoda, et accresciutosi in progresso di non molto tempo di numero gl'abitanti, invitati dal comodo della Marina, renderiano quella parte molto popolata, et in consequenza sufficiente a diffendersi col calore delle fortificationi sopradette; et già che per li repplicati terramotti al tempo mio restano, come ho antedetto, distrutte l'abitationi publiche et private in fortezza, dovendosi di nuovo construire, queste si potriano far con la mettà meno della spesa al piano d'Argostoli, mentre la condotta per cinque miglia delle materie tutte in fortezza, et dell'acqua stessa ancora, et altri incomodi accrescono d'avantaggio l'interesse. S'incamineria con grande benefficio de datii et delle private facoltà il negotio. Si leveriano sotto l'occhio de publici rappresentanti li frequenti contrabandi d'uve passe, che del continuo si comettono in quel porto, et il sempre maggiore pregiuditio che riceve, non ostante le prohibitioni, dal gettarsi le savorne de vasselli in esso. Restariano con l'accrescimento del popolo essentate da quella parte le guardie delle cernide, che di presente convengono nell'estate da parti lontane fino 50 miglia concorrer con grande loro aggravio, et lasciar le loro proprie case, famiglie e terreni esposti al pericolo della preda, quali con quest'essentione custodiriano consolati, mentre di presente, se ben con frequenti eccessi d'inobedienza, vi concorrono et quando mancano, come ben spesso occorre, resta questa principal parte del porto, et delli puochi abitanti in essa, esposta ad ogni benché minima aggressione. 

Si potriano inoltre nel porto fortificato fermar nel tempo dell'estate all'occorrenza de bisogni in quel isole ogni debol numero di galere, mentre di presente nel stato che si ritrova con sano consiglio se n'astengono; rimettendomi nel resto a quanto in mie de numero 26 abbondantemente esposi. Dirò solo2 restar quelle doi isole nella maniera che s'attrovano del continuo esposte a danni et a pericoli; et gl'habitanti d'esse alla perdita delle loro fortune, et vite ancora, stante il frequentato corso di galeote de Barbaria, et d'altre di Coron et Modon, quali tutte, non ostante le Capitulationi con la Porta et gl'ordini ad esse inherrenti del re, quali dagl'eccellentissimi baili di tempo in tempo s'ottengono, sono fabricate et ricevute nelli porti et sotto le fortezze delli Bei di quelle marine per gl'interesse e participationi loro nelle prede, a segno che sempre più manifesto vostra Serenità scorge sopra suoi sudditi l'esterminio. 

Questi furono ne prossimi passati tempi gravemente vessati dal Valapano, nato suddito di vostre eccellenze al Zante, doppo mutatata [sic] fede s'è reso del continuo molto infesto, come fa tutta via non senza intelligenza d'alcuni di quella città, contro quali sono devenuto a processi con diligente inquisitione, a retentioni et castighi, con buoni ordini, per quanto s'aspetta nell'avenire. A questo tristo, in conformità degl'ordini di vostra Serenità ho del continuo tenuta la mira et le pratiche, acciò il fine di lui s'agiustasse con quello di Gieronimo Fasaneo, il quale pur suddito di vostra Serenità nel tempo ch'io servivo l'eccellenze vostre alla Porta, ivi pervenuto in habito et professione di turco, procurò, et haveria senza dubio ottenuti, con sugestioni e scritture, pregiuditi gravissimi a questa Serenissima Republica, se dalla morte, che di buon concerto, et miei circonspetti ordini, lo soprafece, non fossero stati interrotti. 

Lo stesso apunto, com'ho più volte scritto, era in procinto il Valapano d'incontrare, se l'arresto d'ordine publico di doi suoi vasselli in questa città non si havesse all'essito di quest'utili intentioni attraversato, mentre per l'accidente sudetto essacerbato grandemente non amette più le confidenze d'alcun suddito dell'eccellenze vostre, col mezo del quale con le circonspettioni dovute haveriano in un istesso tempo fatto punto con la sua morte i mali incontri a sudditi di vostra Serenità abitanti quell'isole.

Nel tempo stesso che al Zante operai quant'è sopradetto, non ho prettermesso le altre publiche incombenze, et particolarmente quelle che teneano relatione alli sospetti d'all'hora. Ritrovai quella fortezza abastanza proveduta d'artilleria, puoco ben tenuta, et in parte smontata, per mancamento de letti. La polvere in qualità pessima e puoca quantità. Li bombardieri quattro con un capo di niun'esperienza, et li scolari di puoca disciplina. Le armi, et altre munitioni da guerra, in numero assai inferiore al bisogno; et le doi compagnie di ducento fanti pagati sotto doi capitani et un collonello, in gran parte formate di casalini e greci, contro la publica intentione, et con troppo frequenti e facili essentioni dalle fattioni in molti. Le cernide in numero di mille sotto due capitani in gran parte disarmate. Cento cavalli stradioti mal montati senz'armi sotto un governator con puoca speranza di buon servitio, stante la loro debole disciplina. Tutto che, nel corrente de suspetti d'allhora, mi diede il mottivo di scriver a vostra Serenità per quello che, dalle transmissioni celleri da corti, tenea la dipendenza et a quel più che li buoni ordini et regole potevano operare; procurai per tanto, col mezo delli doi capi de bombardieri, che meco condussi da Candia presaputone il bisogno, che l'artillerie fossero con ogni cellerità ben poste, et sostenute in stato di potersi maneggiar; li bombardieri, con la peritia delli doi sodetti, avvertiti a maggior disciplina, et de scolari accresciuto il numero. 

Dispensate, se ben scarssamente, l'armi alle cernide et, per quanto s'aspetta, alla fanteria pagata, obligato ogn'uno alle fattioni et li capitani a riempir le loro compagnie di fanti italiani, il che però con difficoltà vien essequito in quelle parti. Diedi forma et regola alli pagamenti di quella militia, mentre per il passato col semplice rollo, tenuto dal ragionato fiscal, erano rassegnati li soldati alla Banca, et con l'istesso senza altro libro si facevano le bollette et li pagamenti, con disordine e pregiuditio, per le fraudi che ne potevano suceder. Ho pertanto fatto formar un libro de pagamenti, oltre il rollo, sopra il qual restano descritti li nomi del capitano, officiali e fanti, nel passar alla Banca si dechiara il numero delle paghe et giorni del egualizamento, se ve ne fosse, stante le morti, cassationi et remissioni, il qual libro avanti del levarsi dalla Banca viene sottoscritto dall'illustrissimo signor proveditor, et al ministro prohibito d'aggionger o alterar alcun particolar in esso, dovendo li capitani tenere li suoi libretti di fature, fatteli dal ragionato, le quali in ogni caso servino per incontro del libro de pagamenti, per conoscer di tempo in tempo se le paghe nel libro sudetto eccedessero da quelle poste nelle fature de capitani: così osservò e credo si continui.

Et per oviar il pregiuditio delli casalini et altri, che procedono dalla lunga dimora delle militie in un pressidio, crederei che, conforme a quello si stilla nel Regno di Candia, et nel Stato di Terra Ferma, ancora si dovessero le compagnie di Zante, Ceffalonia, Asso e Corfù mutare vicendevolmente. In fortezza, per institutione antica, di presente affatto inutile e molto costosa a vostra Serenità, si pagavano senz'alcun imaginabile fontione o proffitto venti quattro fanti, denominati Greci, se ben in effetto erano per lunga discendenza del Paese, sotto un contestabile con stipendio di ducati ducento all'anno, il qual per l'ordinario era uno delli principali cittadini senz'alcun impiego: furono anticamente introdotti per la custodia del castello, in tempo che non vi era militia pagata, la qual di presente supplisce; ciò non ostante senza rollo, comparsa, rassegna né servitio imaginabile a vostra Serenità le apportavano un interesse, compreso la paga de fanti, et il stipendio del contestabile di ducati seicento all'anno, spesa che, con la notitia dattane a vostra Serenità, ho scansato fra le altre superflue in quella Camera.

Et perché, stante la strettezza d'alloggiamenti de soldati, osservai un interesse annuo a vostra Serenità di reali cinquecento in circa per affitti di case private, a comodo di quella soldatesca, ho procurato di diminuirlo in parte con accomodar li quartieri a Marina, non è però che non restino ancora vostre eccellenze gravemente interessate negl'affitti sopradetti; per lo che stimai doversi pensar ad un tanto sollievo con la fabrica del quartier alla beccarie. Ne scrissi a quest'eccellentissimo Senato, dal qual hebbi gl'ordini per la construttione, qual però dalla frequenza de terremotti et altre diversioni, mi fu interrotta, sarà però molto proficua, mentre massime si ritrova in quell'isole quantità grande di legnami e ferramenta, mandati dal publico senz'impiego, e con dubbio che il tempo et l'abbondanza ne faciliti il consumo. Per quest'istessi riguardi, e per avanzo considerabile a publici interessi, ho lasciati buoni ordini perché, con puoca parte del sudetto legname, si facci il suolo et si coprino al di dentro li muri d'un grande magazen publico vicin al molo di quella città, per riponer in esso li biscotti di publica ragione, quali di presente si tengono in un magazeno de particolari con affitto di cento venti ducati all'anno, et con discapito grande d'essi biscotti, mentre stando sopra il nudo terreno che per la vicinità del mare è molt'humido, grandemente deteriorano a grave danno delle ciurme et pregiuditio dell'armata. 

D'essi biscotti ho voluto riveder il conto et l'administratione di quel sopramassaro, et ritrovata la diffettiva di migliara venti quattro, udito quant'allegò in sua diffesa, restò conform'alle leggi condannato per la summa di migliara tredici in ducati mille trecento venticinque, come scrissi in mie de numero 70, et per gl'altri undeci, stante le solite appellationi et subterfugii, resta suspeso l'affare, com'anco la criminalità, circa la qual nella sentenza condannatoria mi riservai la facoltà.

La Camera viene assistita da ministri di puoca esperienza, e pur in essa entrano summe considerabili di denaro, particolarmente del datio della Nuova Imposta, del qual più a basso dirò. Io ne scrissi più volte per la provisione, stante la neccessità di maggior sufficienza, mentre la fedeltà, che suppono in ogn'uno, quando non appari in contrario, viene dall'ignoranza ben spesso alterata et posta in dubbio. Ma perché con il decretto della vendita d'offici cade ogni consideratione in questo proposito, ma non il pregiuditio che per aventura in questa guisa si rende maggiore, chiuderò quest'importante punto col silentio.

Ritrovai debitori in quella Camera per rillevante summa di denaro, et per essi fatte le tenute de beni, li quali, senz'altr'effettiva essecutione di vendita o essatione, restavano nel primiero possesso de patroni. A questo pregiudicial abuso ho applicato il rimedio con il decretto che le tenute in Serenissima Signoria si confermino con la marca del Principe nella positione de San Marchi sopra le case, et di termini di pietre nelle vigne in campagna; dovendo li ministri di Camera di tempo in tempo render conto delle rendite al publico con affitti o altra maniera. Et con la desterità che gl'accidenti d'all'hora infausti mi persuadè, fecci entrar in Camera per effettiva riscossione ducati sedeci mille quattrocento.

Era aggravata grandemente la contadinanza, et altri che possedono terreni in quell'isola, dalla riscossione della decima, che si paga in campagna; mentre li datiari, che sopra l'incanto ne compravano la facoltà, abusavano la maniera con insoportabile aggravio de publici e privati interessi; per lo che sempre più inculti et abbandonati erano li terreni, et in consequenza inferior il datio di vostra Serenità, con certo pronostico del totale annichilamento d'esso, perché non sopra le are al proprio tempo della raccolta con la decima parte di quel frutto che, abbondante o scarso, quell'anno la natura haveva concesso, facevano la riscossione, ma lasciando a bello studio scorrer il tempo et che li contadini levino le biade et ne disponghino, uscivano poi li datiari con l'estimatori sopra li nudi terreni et con ingorde stime, non ostante la sterilità dell'anno et la scarssezza di seminati aggravavano insoportabilmente, non di decima ma del tutto, si può dir, ch'era raccolto, et non tenendo la contadinanza all'hora biava, si componevano seco con ogli, uve passe et altro con ingordi ingiusti civanzi, a segno che molti amavano meglio lasciar inculti li terreni per sottrarsi da quest'insoportabili estorssioni, da che procedea sempre maggiore la scarssezza de grani nell'isola con le consequenze alla sapienza publica ben note. 

Io nel concorso universale di quei popoli con instanze di sollievo da queste miserie, espresse in scrittura presentatami dai sindici di quella communità, ho regolata la riscossione delle decime sopradette dai datiari sopra le are con giusta misura ad opportuno tempo, et con universal consolatione di quei abitanti, grandemente sollevati li publici e privati interessi; mentre subbito si sono di gran lunga accresciute le semine in quei terreni et il datio, fin da principio di questa riforma, della qual diedi notitia a vostra Serenità in mie de numero 48, 51, s'è accresciuto per la metà più nell'incanto con speranza di miglior progresso in avenire. 

Et perché questo datio riceveva un altro grave pregiuditio dalli patroni delle baronie, che, dillattando li loro privileggi sopra terreni non compresi in esse, diminuivano grandemente gl'obblighi delle decime per vostra Serenità; essendo queste baronie descritte nella catasticatione Valaressa, della qual in quella Camera appena si trovano lacere, confuse et imperfette le memorie, scrissi et repplicai perché di qua mi fosse trasmessa e, per non essersi ritrovata non ostante molte diligenze, mi restò interrotto il progresso in quest'importantissimo affare, che certo merita riforma, mentre ogni giorno indebitamente s'avanzano queste baronie a grave publico pregiuditio.

La materia di nuovi impianti in quell'isola, che con particolar catasticatione del 1632 fu per ordine di vostre eccellenze firmata, era trascorsa con l'ampliationi et impianti a segno di grave pregiuditio, stante il bisogno che tiene l'isola di grani, e contro li publici decretti. Io, con la notitia et ordini di vostra Serenità, con nuova catasticatione in libri copiosi et distinti per essa ho fermato il trascorso et, per le transgressioni fin hora seguite, indulgendo con pena mite, dalli trasgressori si riscuotono d'ordine dell'eccellenze vostre, per le considerationi che le fecci in mie de numero 25, 47, ducati sedeci mille quattrocento nove, et con rigorose terminationi, dipendenti dagl'ordini che vostra Serenità mi trasmesse in questo proposito, resta fatto il punto a quest'importante affare, che quest'eccellentissimo Senato ha, per quanto s'aspetta all'avenire riservata a sé solo et a se stesso limitata la facoltà con strettezza di votti, et doverà in ogni tempo esser grandemente a cuore a vostre eccellenze per la conservation di quei popoli et isole, stante il bisogno de grani in esse, senza la dippendenza dal paese del Gran Signore, per le consequenze alla publica sapienza ben note, particolarmente in tempo di guerra, che Dio alontani.

Nell'importante datio della Nuova Imposta, che a vostra Serenità si rende di tant'emolumento, e molto più s'accresceria quando fossero osservati gl'ordini publici intorno ad esso, con l'avvertenza et applicationi che se le convengono, ritrovai che non era osservata la publica volontà, espressa in parte di quest'eccellentissimo Senato 1626, di trasmetter li conti del datio sudetto da quelle Camere al magistrato illustrissimo de signori Cinque Savi alla Mercantia. Da quest'omissione sono nati per il passato pregiuditi gravissimi, et particolarmente che nel fine delle condotte del datio non si sono fatti dal magistrato sudetto li saldi dalli datiari, li quali, venend'astretti con subterfugii d'haver contato in quella Camera, non apparendone il conto di qua, ricercando tempo, col benefficio del tempo hanno scansato la loro dovuta sodisfatione. Io, proveduti et conosciuti per gravi questi disordini ho ordinata et ravivata l'osservanza della missione de conti ogni tre mesi al magistrato sudetto, et fatto far dal mio ragionato un conto distinto di tutte le condotte del datio della Nuova Imposta dal 1614 fin al presente, et degl'esborsi fatti da datiari in quella Camere, mentre di qua a loro credito si conta solo quant'importa il datio dell'uscita delle puoche uve passe da questa città.

Ho ritrovato un debito nelli conduttori dal tempo sopradetto di ducati quaranta tre mille novecento cinquanta, et fattili venir a me, non negando l'aparenza del debito, ricercorno al solito qualche tempo per poter aggiustar li suoi conti di quanto fosse stato, com'ho sopradetto, contato di qua, hebbero da me la facoltà di sei mesi all'oggetto sudetto, quali forniti ho fatti al mio partir appostar debitori nelle Camere con la missione de conti al magistrato illustrissimo de signori Cinque Savi alla Mercantia, dalla cura e solito zelo de quali dippende l'aggiustamento di questi gravi publici interessi.

Fecci parimenti far la revisione dei depositi d'uve passe, fatti da mercanti per il tempo sopradetto, et incontrarli con li carichi fatto sopra li vasselli; ritrovai essi depositi deffettivi per la summa di reali dodeci mille, per essersi fatti carichi di più delli depositi sudetti, come diedi conto con particolari transonti a vostre eccellenze, et doppo haver udito gl'interessati li ho per quella parte che restano scoperti fatti appostar debitori per la sotisfatione.

Questo pregiuditio nasceva dal non presentarsi li libri de pesadori nel carico dell'uve passe in Camera, il che si faceva colludendo li datiari con li mercanti, mentre, riscottendo li loro datti da essi senza far li depositi in Camera, avanzavano et fra di loro si dividevano li cinque per mier, li tre soldi per lira et la decima, tutto di ragion di vostra Serenità; la qual per mancamento del deposito fatto, non havendo notitia del carico, non poteva far le sopradette essationi a suo benefficio. Doveranno per tanto in avenire, per oviar alli pregiuditii sopradetti, conforme alla terminatione fattane, presentarsi di tempo in tempo li libri delli pesadori nelle camere, né si doverano far carichi d'uve passe, né concedersi la licentia a quest'effetto da chi si sia, se prima non si vederà una fede del deposito fatto in Camera per il carico sudetto.

Un'altro grave pregiuditio riceve vostra Serenità in questo datio, et è che, restand'essenti dalle cinque per mier li vasselli inglesi, che capitando prima in questa città con tutto il carico se ne vano doppo a caricar l'uve passe sopra l'isole, il che fu decrettato per l'incaminamento del negotio in questa città, et per quest'essentione devono nell'isole portar fedi del magistrato illustrissimo de signori Cinque Savi alla Mercantia d'haver così essequito: da alcun tempo in qua queste fedi, tutto che diffettive, nel carico erano amesse e, quel che più importa, se ben li vasselli inglesi non capitavano in Venetia ma a drittura se n'andavano al Zante, non con tutto il carico ma con la minima parte d'esso, erano amessi all'essentione delli cinque per mier, gravezza che, com'è sopradetto, oltre l'affitto del datio, s'aspetta a vostra Serenità. Le parti dell'eccellentissimo Senato in questo proposito non si ritrovavano in Camera, onde correva l'abuso senza legge et senza puntuale registro delle fedi, da costì dificile era il poter sopraveder ai publici interessi in quest'importante materia; ho per tanto fatta registrar la parte di vostre eccellenze, et alla parte inherendo, formate terminationi che l'essentioni sudette non siino godute da altri vasselli inglesi che da quelli che, capitati carichi in questa città, porterano le loro fedi, le quali debbano esser registrate di tempo in tempo in un libro, riservando in una filzza [sic] l'autentiche, con altre terminationi che, trasmesse di tempo in tempo a vostra Serenità, non repplicherò; dirò bene che meritano in sollievo de publici interessi una puntuale essecutione; mentre massime in virtù delle commissioni del magistrato nostro, che chiaramente s'esprimono in questo proposito; fatte che siano, devono osservarsi et, datane da noi parte a quest'eccellentissimo Senato (com'ho fatto sempre di tutte), quando da esso non siano ritrattate, s'intendino ferme et valide come se fossero state formate da esso. Così parlano le nostre commissioni et così porta il servitio di vostra Serenità, perché altrimenti vana saria riuscita la missione del magistrato, inutile l'incessante applicatione et ocioso il nostro sogiorno nelle parti del Levante: faccio questo tocco perché li ministri et altri particolari soggetti, a quali non comple l'osservanza delle terminationi nostre, procurando di stornarla col pretesto che da vostre eccellenze, le quali hebbero la notitia, et fu registrata all'incontro delle terminationi istesse in quelle cancelarie, non siano espressamente formate, e però, per trarne il proffitto pretteso, meritano ad ogni buon fine che d'esse s'ordini l'osservanza, con ordine espresso che se alcuna d'esse incontra difficoltà o pregiudicio, vostre eccellenze ne siino distintamente avisate acciò, consideratosi quanto si deve da chi le formò, quest'eccellentissimo Senato sopra d'esse deliberi il proprio, che per altro senz'altra notitia o discorso il distrugger l'operato et l'auttorità de chi sopra il luogo ne conobbe purtroppo chiaro il bisogno, altro non è che un rippetter li disordini di prima, facendoli maggiori, mentre l'infirmità molto più gravi si stimano quando li rimedi applicati non operano, et se ben la medicina all'infermo non piace, non è però che non giovi, anzi, che l'irritamento che le cagiona il dispiacere opera con l'espulsione degl'humori nocivi la salute. 

Chiuderò il punto di questo datio della Nuova Imposta con l'osservationi da me fatte della rendita d'esso, mentre ero in Ceffalonia l'anno passato a 9 di giugno. Ritrovai ch'essendo di present'affitato per ducati ottanta doi mille all'anno per anni tre al solito, s'erano scossi in quelle camere fin al sopradetto tempo, nel qual erano trascorsi li doi primi anni, ducati ducento ottanta sei mille sei cento trenta nove, oltre quello che s'era scosso in questa città, et oltre l'uva passa, che restava a caricarsi con vasselli che s'attendevano d'Inghilterra per la summa d'altri ducati quindeci mille, tralasciand'il scosso di qua dal datio dell'uscita, del qual non potei all'hora haver notitia, ma solo per quant'è sopradetto, in anni doi s'erano scossi ducati trecento un mille seicento trenta nove, de quali fin all'hora sodisfatta la portione del datio di ducati quarantadoi mille quattrocento quaranta otto, et vostra Serenità per li cinque per mier, tre soldi per lira, ducato della decima et aggionti, gravezze di sua propria ragione per la summa de ducati nonanta cinque mille cento nonanta, et mentre il raccolto d'agosto passato, ch'è l'ultimo nella condotta presente, è stato fertilissimo a segno che può computarsi per il terzo più d'accrescimento di rendita corrispondente alli doi anni precedenti, sì che faria la summa in tutto d'anni tre nella presente condotta di ducati quattrocento quindeci mille cinquecento dodeci, delli quali dettrati ducati ducento quaranta sei mille, de quali datiari restano obligati per l'incanto, resteriano d'avanzo ducati cento sessanta nove mille cinquecento dodeci, e di questi ne caderiano in avanzo a datiari ducati cinquanta sei mille cinquecento nonanta sette, et a vostre eccellenze, per conto delle gravezze sopradette, ducati centoventi sei mille ducento vinti, li quali uniti alla condotta del datio sopra l'incanto, com'è sopradetto, formano una rendita a vostra Serenità di ducati trecento settanta doi mille, il resto in avanzo de datiari, come di sopra.

Se fossero et se sarano osservati gl'ordini et le parti di quest'eccellentissimo Senato, fatte in tempi diversi, quali ho voluto veder et vivificar con terminationi mie inherenti ad essi, non ha dubbio che questo datio ancora più proficuo si renderia. Serenissimo Prencipe, Eccellentissimi Signori, sono quell'isole d'oro non estratto con violenza dalle minere nelle viscere del terreno, ma riposto dalla natura nella superficie, raccolto con facilità, meritano per tanto la publica assistenza con puntuale maneggio: ben'è vero che, nella presente fertilità dell'anno, gl'inglesi angustiano quegl'abitanti, con diferir il ricapito de vasselli et con declinar, con maniere insolite e pregiudiciali, il prezzo dell'uve passe a segno che, se ben fertile, la raccolta non presterà quei comodi et emolumenti a particolari nella vendita dell'uve passe che riceverono gl'anni doi precedenti et ne potria restar sopra l'isola alcuna parte senza esito, affermando inglesi in loro giustificatione che, della quantità portata in Inghilterra gl'anni passati, ancora ne resta, se bene, come più a basso dirò, per altri fini et mottivi ancora vano differendo la compreda d'essa. 

In tanto da quello è sopradetto due utili considerationi si possono far: la prima di sostener nel prossimo incanto del datio li publici interessi; la seconda di prohibir assolutamente, e più non permetter a chi vi sia, di far nuovi impianti in quell'isola, mentre di presente producono per l'ordinario dieci milioni d'uve passe, cioè sette in Ceffalonia e tre nel Zante, da che nasce la dificoltà dell'intiero essito d'esse, et se bene ogn'uno di quei abitanti confessa che proficuo saria anzi lo spianto d'alcuna parte de terreni, tuttavia può tant'in essi l'oggetto del presente momentaneo benefficio, che ricevono dal terreno piantato, che restano li loro animi divertiti dal pregiuditio dell'avenire.

La Compagnia già molt'anni instituita in Inghilterra del negotio di Levante, et al mio partir dall'isole, come scrissi rinovata con conditioni più pregiuditiali, oltre i pregiuditii gravi, ch'aporta nel negotio di Levante a vostra Serenità, nuoce grandemente a questo dell'uve passe, mentre oltre li capitoli vecchi, s'è in essa di presente rissoluto il tardo ricapito de vasselli d'Inghilterra sopra l'isole se non a dicembre, per angustiar li patroni dell'uve passe, fuggir le concorrenze nelli carichi d'esse et gionger a carico preparategli d'alcuno di quelli dell'isola; et quel che più importa, hanno statuito con diminution il prezzo dell'uve passe, con prohibition a mercanti di eciederlo senza saputa del loro console, et altri particolari, espressi nella scrittura della Compagnia sudetta, che mandai unita ad altre considerationi che non repplico. Se ne dolssero meco li sindici d'ambe quelle communità, desiderando ripiego, che però difficile si rende, mentre il denaro per queste vendite è in mano et libera dispositione d'inglesi, che non possono esser astretti a tempo et a pretio alcuno.

Non minore è il pregiuditio, che riceve vostra Serenità da quella compagnia nel negotio di Ponente ancora, et dell'incaminamento alla scalla di Spalato, mentre hanno l'inglesi formato a Patrasso case e fontici, et fermato l'incaminamento de vasselli, con quali asportano senza ricapito al Zante quantità e qualità considerabile di merci da Patrasso, Leppanto, Modon, Coron et altre parti di Morea, come ogli, sede, grano, anesi, gale, cere et altro, et ivi da Inghilterra conducono panni d'ogni sorte, stagni e ferro, con altre mercantie, il tutto con prohibitione espressa, così nell'andar come nel ritorno, di non scaricar al Zante, ove per l'ordinario si faceva il ricapito delle sopradette condotte. Scrissi et repplicai molti particolari et ripieghi intorno a questo importantissimo affare, ma perché restò di qua sepolto nel silentio, in esso mi posi anch'io, come pur faccio di presente, rimettendomi allo scritto et al beneplacito della publica sapienza.

Alla Camera, cancelaria et altri publici ministeri ho di tempo in tempo, con terminationi particolari trasmesse a vostra Serenità, ordinate miglior regole et riforme; il ripetter delle quali crederei mi facesse cader involontario nella colpa, da me stimata gravissima, di non prender con la debita misura il tempo in quest'eccellentissimo Senato a molt'altre gravi incombenze applicato.

Nell'isola di Ceffalonia ho usate le diligenze stesse intorno alle militie pagate, et obligate alle fattioni, et, ritrovate in esse alcuni disordini, sono stati con buone regole corretti. Li cinquanta fanti che stanno di pressidio nella fortezza di San Zorzi, ressidenza dell'illustrissimo reggimento, sono disavantaggiati di paga da quelli del Zante de lire sei; mi feccero instanza d'accrescimento, et io ne scrissi a vostra Serenità, con che restano ancora tratenuti tra la speranza et il bisogno.

Potriano restar consolati con la regolatione di quelle due debboli compagnie de fanti venticinque l'una in una sola di fanti cinquanta, et con l'avanzo d'un capitano et doi officiali, e puoco altro interesse di vostra Serenità-

Le cernide, di mediocre riuscita, tengono bisogno d'esser meglio armate, come pur ultimamente ha scritto quell'illustrissimo signor proveditor.

La cavalleria, che de ordine di vostra Serenità si va ogni giorno disfacendo, essendosi prohibite già molto tempo le [rincasse], è ridotta al numero di trenta soldati sotto molti capitani, riesce sempre più debbole et non corrispondente al bisogno nell'amplo di quell'isola, che ne ricerca numero assai maggiore; mentre in quella del Zante, di molto inferior circuito, sono cento stradioti, in questa ne voriano altre tanti almeno, per le neccessarie continue visite dei luoghi di sbarco, ne tempi de sospetti de corsari.

Li siti di sbarco sono molti in quell'isola, li principali più facili et considerabili sono: quello di San Tomà, discosto dalla fortezza quatro brevi miglia, ove l'armata turca l'anno 1571, nel tempo dell'ultima guerra sbarcò, e doppo l'incursione fatta prese l'imbarco in Argostoli, ch'è il secondo sito più facile et esposto a simili occorrenze. Nel [porto] di San Tomà feci subito formar una trinciera con un ridotto per trenta moschettieri, che guardorono quella parte, restando all'Argostoli destinate cento cernide. Dalla parte di Lussuri il [porto] di Santa Veneranda presta ogni comodità di sbarco, ivi perciò feci fabricar lunga trinciera, per diffesa di quella parte. Nel resto l'isola è esposta in ogni caso, et la gente assai rissoluta et ardita al diffendersi, e quest'arditezza cagione una soverchia confidenza, la confidenza le trascuratezze et l'omissioni frequenti delle guardie.

Si ritrovano nell'isola di Ceffalonia in numero grande le fameglie de priveleggiati, discendenti da signori Tocchi, che prima la possedevano. Queste si vano sempre più accrescendo, mentre maritandovi le femine de priveliggiati in fameglie non priveleggiate trasmettono in quest'ancora il privileggio, a segno che, multiplicandosi con questi matrimoni li privileggi, si vano accrescendo in numero eccedente, con certezza che in puoco tempo resti essentata dalle fattioni la maggior parte dei quell'isola. Io, che ho voluto occulatamente veder, riconoscer et confermar li privileggi tutti, non amettendo per buoni se non quelli delli signori Tocchi conforme alla publica volontà, gl'altri, che furono molti, ho ritrattati, al qual oggetto ho instituito un libro, che sta riposto et custodito in quella cancelaria, nel qual sono descritti li privileggi tutti da me riconosciuti, et con sottoscrittione di mia propria mano confermati, dechiarando nulli tutti gl'altri, che per mancar delle debite sollenità e conditioni non fossero nel libro sudetto descritti, e di questo libro ho meco portato un transonto perché resti a vostra Serenità, et servi all'occorrenza di non ecceder il numero e stato de veri privileggi, intorn'a quali la sola materia della trasmissione che fano le femine priveliggiate, com'ho detto di sopra, resta da me suspesa, come scrissi in mie de numero 101, affine che ad opportuno tempo discorsa con maggior particolari sopra essa deliberi quest'eccellentissimo Senato il momento d'essa. Unita con questa ho parimenti diferita a beneplacito della publica sapienza quella della riduttione del Consiglio della Communità, come materia, che seco trahe considerabili riguardi, così del benefficio nel regolarla come nel discontento universale, et altre consequenze che seco porteria la riforma.

L'anno 1500 pervene l'isola nel dominio di vostra Serenità, cinque anni doppo a supplicatione degl'abitanti fu dall'eccellentissimo Senato concessa loro facoltà di formar un consiglio, nel qual entrar dovessero quelli solamente che habitavano nella città, et dentro un miglio intorno ad essa. Questi formavano un numero assai ristretto col qual si sono per molt'anni regolati et conservati, doppo è trascorso di tempo in tempo l'abuso, col quale mediante privati interessi e favori s'è di presente avanzato il numero del consiglio sopra mille cinquecento, et la condittione de soggetti declinata ad ogni più vile mecanico essercitio con universal discontento, et con pregiuditio di vostra Serenità, mentre si pretende scanso dall'obligo dell'angarie con quest'indebito ingresso nel consiglio, che ad ogn'uno fin hora è riuscito molto facile; perché con la semplice instanza d'entrarvi, et citatione a sindici di risponder, tacendo ben spesso questi per favore, timore o altr'interesse di seguito, e dippendenza, per ottener li carichi che nel consiglio si dispensano, il supplicante spedisce li sindici in absenza citati, et non comparenti, et così con una absenza, quasi che di materia mera civile, ottiene quanto dimanda, et con queste maniere di tempo in tempo s'è accresciuto il consiglio, et in esso la confusione, et l'inciviltà, et li pregiuditii alla Serenità vostra, alla qual diedi parte in mie de numero 116, et in questo espressa ordinai che in avenire alcuno non fosse udito né essaudito per l'ingresso in quel consiglio, ma questo dippendesse imediatamente da vostra Serenità, col decretto dell'eccellentissimo Senato: così facendo punto al pregiuditio dell'avenire, per le deliberationi proprie ad opportuno tempo.

Il negotio de sali neccessari, da condursi in quell'isola per la destruttione delle saline in essa, si rende considerabile: ritrovai l'abuso, di molto tempo introdotto et radicato, dell'introduttione de sali dal paese del Re contro li publici decretti et interessi, a quali con precedente congresso del datiaro del Zante con li sindici di Ceffalonia, et di soggetto che s'è obligato all'osservanza del concertato, ho introdotto il ricapito de sali del Zante in quell'isola, determinato il prezzo con sodisfattione reciproca, con le pene in caso di trasgressione, et con severi ordini per l'assoluta prohibitione de sali forestieri.

La materia delli nuovi impianti in quest'isola, della quale diedi parte a vostra Serenità in mie de numero 88, 97, 101 intorno alle difficoltà e differenze con le quali è stata maneggiata, diversa da quella del Zante, resasi altre tanto ardua, quanto che all'universal renitenza di portarsi le note da possessori, s'aggionsero gl'accidenti dell'ultimo terremotto, che mi persuasero ralentar il rigore all'essecutione delle pene inggionte a trasgressori, come pur posteriormente quest'eccellentissimo Senato con la solita sua pietà mi comise, resta ciò non ostante con altre tanta desterità e diligenza da me condotta al fine, havendo perciò formato un grande libro, nel qual sono registrati tutti gl'impianti così di vigne, come d'uve passe, estratti dalle polizze delli contestabili delle ville, che in essecution de miei mandati furono presentate con loro giuramento intorno alla quantità, confini et possessori d'essi impianti, li quali tutti ascendono alla summa di bacilli trentasette mille ducento quaranta sei, che in ragion di terreno occupano campi dodeci mille quattrocento quatordeci, essendo l'isola nella maggior parte montuosa, et nelli monti sterile.

Li nuovi impianti fatti in quell'isola contro le publiche deliberationi dal 1624 in qua, sopra quali vostra Serenità mi commise che, conforme a quant'osservai al Zante, deliberasi la tansa a possessori d'essi in pena delle loro trasgressioni, si riducono a bacilli cinque mille sette cento cinquanta, per esser stati piantati con licenze de publici rappresentanti (il che non si stilla al Zante), perché la fede publica in ogni caso non manchi, devono esser estratti dalli sopradetti, sì che resteriano sottoposti alla tansa li nuovi impianti sopradetti in sola summa di bacilli mille e quaranta cinque; la qual tansa, se in riguardo della varietà de terreni e sterilità in parte d'essi, et molto più alle calamità di quell'isola, per gl'infortuni occorsi, come pur vostra Serenità meco s'espresse, dovesse regolarsi et declinar dalla summa di ducati sei per bacili alli ducati tre importeria ducati tre mille cento trenta cinque, summa seben debbole, di grand'aggravio però in quei tempi alla povertà. Rissolsi per tanto sospender la deliberatione della tansa sudetta sino al beneplacito di vostra Serenità, alla qual diedi distinta notitia dell'operato, potendosi nel resto sempre proceder con il comodo e facilità del libro da me formato, che fu, unitamente con le note dei contestabili et con il registro delle licenze, riposto in quella cancelaria, et doverà conservarsi, il tutto con la mia sottoscrittione.

Le rive del porto d'Argostoli di publica ragione, sopra le quali in essecutione delle commissioni di vostra Serenità ho fatto diligente rifflesso, restano tutte ingombrate et occupate indifferentemente da particolari con fabriche et altri ripari, a segno che non resta in alcuna parte alcun comodo a barche o vasselli di scarico o sbarco, et molto meno in tempo di guerra vi saria alcun spatio da maneggiarsi e diffendersi. Il solo sito del squero, per aventura anch'egli pregiudicato, et quello del molo occupato sovente da riguardi dell'officio della Sanità, sono ristrettamente, non dirò preservati, perché d'essi ancora si vegono concessioni degl'illustrissimi rappresentanti, ma non ancora essequite. Quest'et altre simili concessioni senza la confermatione dell'eccellentissimo Senato sono per se stesse nulle, mentre in esse s'esprime l'obligo del publico assenso, et quel che più importa sono state grandemente ampliate a segno evidente del sopraconsiderato pregiuditio. Ho per tanto presentialmente con l'intervento dell'avocato fiscal, vision di scritture, aquisti et possessi riconosciuto quei siti, et ritrovato che oltre il diffetto et l'invalidità delle concessioni sudette, si sono da particolari dilatate l'operationi alli confini, che perciò restano a tutti sospesi li progressi et li possessi autentichi sino ad altra deliberatione di quest'eccellentissimo Senato.

Mentre dissegnavo passar alla visita de popoli del Teachi, attendendo a quest'effetto il comodo d'alcuna galea, sopravenero gl'avisi della sortita delle galerte [sic] da Barbaria, et de loro dissegni, per l'intrapresa sopra quell'isole, mutato partito fecce venir a me li principali di quelle genti; furono in molte loro instanze consolati, particolarmente col mio decretto di regolar le loro tariffe a quelle della Camera di Ceffalonia, come ne tempi adietro s'osservò, se ben doppo fu interrotto lo stile. Erano in oltre aggravati da loro capitani di contributioni ingiuste, partirono a pieno consolati, animati et soccorsi alla diffesa di se stessi, et amoniti ad astenersi, come da certo tempo in qua osservano, dall'offese a turchi confinanti, con li quali passano di presente amorevole intelligenza, a segno che li scogli circonvicini della giurisditione del Gran Signore vengono da quelli del Teachi seminati, et raccolte le biade con le decima a vostra Serenità senz'alcun'indolenza, havendo l'ardir di queste ferocci genti convertito di presente il timor de loro confinanti in una connivenza, et con essa formato un possesso pacifico di quanto con la forza, rapine et consequenze di momento alla Porta nel passato tempo s'andavano procaciando.

Ho risservato per ultimo punto di questa mia riverente relatione li rifflessi sopra l'importante fortezza d'Asso, construtta per universal sicuro ricovro degl'abitanti, l'isola di Ceffalonia in caso d'incurssione. Io l'ho più volte visitata, come scrissi, et fatto in essa operar quanto mi permisero li repplicati terremotti. Raccordai il neccessario accrescimento d'una compagnia di cento fanti d'aggiongersi all'ordinario pressidio di ducento, che nell'amplo circuito di passa doi mille di ronda si rende molto diffettivo. Fu pertanto da quest'eccellentissimo Senato deliberato l'accrescimento di questa compagnia, ma non essequito ancora. L'artegliaria per ben armar li posti, oltre quella che in essa si ritrova, ricerca l'accrescimento che in mie de numero 94 significai. Li sei capi di bombardieri non suppliscono armando la piazza nove posti. Deppositi di munitioni d'alcuna sorte in essa non si trovano, eccetto che il formento per l'ordinario uso del pressidio. Io però stante li suspetti predetti l'ho reso avanti la mia partenza più abbondante. Nelle due compagnie ch'in questa piazza si ritrovano, osservo un'insolita diversità di paga; mentre quella del capitan Nicolò Benti tiene lire ventiquattro, l'altra del capitan Zuanne Regatucci lire disdotto, per lo che questi ragionevolmente esclamano di vedersi senza demerito pregiudicati, et con questa diversità di paga in quella piazza il mal contento li sprona alla fugga. 

Il porto si va del continuo aterrando, a segno che non può se non con difficoltà poner scalla, e star sicura una galea, et destrutto il porto resta grandemente pregiudicata la piazza né si vede come si possi, ressister al pregiuditio del continuo concorso dell'acque superiori in esso. Il taglio allo stretto, perché l'acque vadino nel mar d'ostro, saria il proprio, ma dispendiosissimo, e stante il dubbio del neccessario declivio non abastanza sicuro; oltre le fortificationi et pressidio, in quella fortezza stimerei neccessaria la popolatione, per la conservatione e maggior diffesa d'essa, mentre di presente non vi si ritrovano che sessanta doi persone atte alle fattioni. Raccordai riverente in mie de numero 14, a quali mi rimetto la maniera di renderla habitata con commodo, et sodisfattione di quei sudditi delle tre pertinenze confinanti ad essa, li quali lontani fino quaranta miglia dalla fortezza di Ceffalonia, ressidenza del reggimento, con dificoltà, dispendio et incomodo ricorrono per sollievo a quella giustitia, da che ne rissulta ben spesso l'abbandono de loro propri interessi; ma perché sopra questi particolari ho osservat'il silentio di quest'eccellentissimo Senato, l'osserv'anch'io, dandomi a creder che dalla sapienza publica non sia stimato proprio il partito. 

Nel tempo della mia dimora in quell'isole ho osservato li prudentissimi governi dell'illustrissimi signori Steffano Capello et Francesco Marcello al Zante, et a Ceffalonia dell'illustrissimi signori Zuan Andrea Malipiero et Giacomo Donado, con somma sodisfatione di quei popoli.

Quanto alla persona mia, Serenissimo Principe, illustrissimi et eccellentissimi signori, conosco et confesso non haver di gran lunga ferrit'il segno ne publici interessi, al qual ho tenuta del continuo fissa la mira, onde supplico quest'eccellentissimo Senato a dispensarmi con la solita sua benignità, per quel di più che non ha potuto in tanti gravi emergenti operar l'applicatione mia incessante, assicurando l'eccellenze vostre che questa non fu mai interrotta da pericoli, divertita da riguardi, applicata solo et sempre al ben della mia patria; in servitio della qual in quest'ultimi dodeci anni decorsi, dieci ne ho corsi lontano da essa; et mentre nel fine di questa carica m'incaminavo al riposso sotto la condotta et nella propria galea dell'illustrissimo signor Capitan di Golfo Gradenigo, che certo merita il publico compatimento per tante disaventure e perdite, che non possono esser comprese da chi non le provò, oltre il pericolo in che lo lasciai della propria vita, soprafatto unitamente con tre altre conserve da horribile fortuna di mare nel Golfo di Lodrin, ho per tre giorni e tre notte continue dimorato sopra un'aperto irreparabile abisso, dal qual la sola onipotente mano di Dio m'ha preservato con la frattura, doppo accidenti gravi alla galea nelle spiaggie di Brandizzi, come fecce la conserva Minota, essendosi la Lombarda con tutte le genti sommersa, et la Barbara non ostante l'infortunio ricovrata a Corfù. Per quest'infausto incontro tratenutomi a Brandizzi molti giorni, ove il nome della Serenissima Republica si proferisce con molta divotione da quei popoli, attesi nuovo imbarco dall'eccellentissimo signor Proveditor dell'Armata, per divertir al possibile il camino di terra per Napoli e Roma, ove per sola neccessità et non in altro caso mi sarei condotto; capitate le navi armate di vostra Serenità con gl'illustrissimi signori governatori Riva e Pasqualigo, con esse ritornai a Corfù, et con nuovo imbarco mi sono finalmente condotto alla presenza di quest'eccellentissimo Senato, per rifferir conforme all'obligo che tengo, et come ho di presente fatto, quanto stimo degno della publica notitia. Gratie etc.