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1652 Gerolamo Bragadin

Relazione

Relation de ser Gierolamo Bragadino Inquisitor ritornato dal Regno di Candia

1652, XI settembre

L. R.

 

Serenissimo Prencipe.

Come io Geronimo Bragadin ritornato d'inquisitor nel Regno di Candia non haverei senza pregiuditio della mia modestia havuto cuore di parlare dell'importantissime occorrenza di quel Regno, per la brevità del tempo che mi ci sono fermato, per la diversità dell'impiego in che mi sono trattenuto, per le private sventure che mi hanno tormentato; ma come haverei pregiudicato  alla modestia parlando volontario, così offenderei l'ubidienza tacendo comandato. Et se bene io non haverei supposto di dover discorrere di negotio diverso dall'obligatione addossatami dell'inquisitione, che per ben adempirla niuna cosa è più propria o manco pericolosa della retiratezza, tuttavia, non per discorrere di mente ma per sapere tutto, procurai d'impiegar quel tempo, che riempiva li vacui del processo o occupava la dila[tatio]ne del passaggio. Né mi è riusito difficile havere molti lumi, perché quando una carica estraordinaria capita in qual si sia luogo, è amirata se non per il splendore almeno per la novità, tutti credendo lui saper et poter rimediare a tutto.

Dirò dunque con ordine et brevità, rissoluto di parlare solo delle cose importantissime che meritano di sapersi et possono rimediarsi dalla publica prudenza.

Di ciò che può haver riguardo al buon governo di quelli popoli nel tempo di pace, io non ne dico parola, dovendosi /1v/ supplicare il Signor Dio si degni imprima donarla, ben discorre[rò] di quello stimo necessario per presservare quella piazza, che vuol dire quel Regno, che vuol dire la diffesa della [libertà]. 

Credo che bisogni in primo luogo considerare quali siano [le] fortificationi che la circondano, che artiglierie, armi et monitioni da guerra vi siano, quali capi da guerra et soldati, et quanti la diffendaria come nodriti et pagati, quanti popoli et di che qualità l'habitino, come camini il negotio de viveri per alimentarli, et finalmente (per quello però che si può sapere) quali siano le forze, quali li pensieri, quali l'operationi del nemico. Questa relatione non haverà punto mira alla criminalità ma  solo alla verità et al servitio dell'eccellenze vostre, in altro tempo, com'è noto, dovendo informare quest'eccellentissimo Senato.

Quanto alle fortificationi, bisogna in primo luoco confessi di dover parlare di una cosa, che non è meraviglia sii fuori della mia cognitione, perché è diversa dalla mia professione; dirò però due cose concorrervi, che le fan credere certamente buon[a]: la prima, che, come quelle pitture sono stimate buone anco da chi non ha notitia dell'arte, che però appagano il senso, sodisfano l'occhio e ingannano la mano, così queste fortificationi, che pienamente acquietano l'intelletto et il senso /2r/ mi rendono persuaso che non si poteva operare altrimente, e me le fan credere di ottima qualità. La seconda ragione è che incontrano la sodisfatione universale et convengono essere lodate anco da quelli che sono della professione, e tutti (bisogna confessarlo) benedicono quella mano che la ha fabricate.

Le fortificationi interiori della città si ridducono in sette balloardi, questi fuori che San Andrea et Panigià hanno le sue rettirate, anzi, il Giesù la ha dopie, quatro pure, essendo le altre retirate nelle cortine tra un balloardo e l'altro, che in tutte sono dieci. Li balloardi Vitturi et Martinengo hanno pure li loro cavalieri come vi è il cavalier Zane fabricato nella cortina. Queste vecchie, et non mal intese, fortificationi con fortissime mura et altissime cortine sono circondate da un recinto di fortificationi esteriori, che circondano tutta la città, quali fortificationi hanno anco esse cinque ottime rettirate.

L'ingenier Verneda, che ha con applicatione assistito alla piazza, con gran ragione sentirebbe che si facesse una meza luna alla Sabionera, essendo veramente le due ultime parti della città, Sabionera dall'una et San Andrea dall'altra, puoco diffese; ma sì come quest'ultima di San Andrea essendo grebanosa e durissima fa impossibile l'avicinarsi al nemico in altro modo che scoperto et esposto alle offese, /2v/ così all'angolo della contrascarpa del balloardo Sabionera, non vi essendo alcuna fortificatione esteriore né potendosi minare la contrascarpa per essere sabionizza et vicina al mare, può l'inimico avicinarvisi con le trincere, adoperando la vanga tanto che si cuopra, nel qual esercitio Turchi son mirabili, onde vien stimato sii necessaria una meza luna, se bene però non si può negare detta parte non resti diffesa dal forte San Dimitri, et perciò vi si applicherà l'eccellentissimo signor general Riva, essendo il terreno massime vicino attissimo, et in Candia lavorandosi con puochissima spesa, la ration del pane et puoch'altro tenendo non solo impiegati ma contenti gl'huomeni e le donne, quali pure indefessamente lavorano. Si applica medesimamente ad alzare il muro da quella parte che prima era bassissimo, et per consequenza facilissimo alla scallata, l'opera essendosi assai avanzata sotto l'eccellentissimo Morosini.

Sopra tutto utile è stato quello che con gran virtù et applicatione ha fatto l'eccellentissimo signor capitano general Foscolo, di far refare il porto, che restava tutto ingombrato da moltissimi corpi di vasselli, galere et barche, a segno sopra il credere, onde non solo è stato netato detto porto, et reso habile al ricovero, ma ne ha ricevuto il publico vantaggio /3r/ di legni ancora buoni per il servitio, di quantità di ancore, di canoni, d'infinità di ferramenta et di legne per uso della piazza, che è quella cosa di che tanto si pena. Veramente l'opera è stata degna di chi l'ha fatta esequire, come pure è stato utilissimo l'impedire con un forte muro, che hora si va terrapienando, il danno che facevano le batterie de nemici dalla parte del lazaretto, et che tanto impedivano i legni amici, che entravano nel porto, che hora lo potran fare con tutta sicurezza.

Queste fortificationi sopra la terra, sì interriori come esteriori, restano assicurate dalle fortificationi sotterranee, che vuol dire dalle mine, che non solo han levato il modo a nemici o d'acquistarle ma anco la speranza di tentarle , come loro medesimi se n'esprimono et esse intenderanno. Queste mine, o fortificationi sotterranee che dir vogliamo, sono fatte dapertutto et assicurano la piazza, che certo certo il nemico non può con le sue gallarie pensare d'acc[inz]arsi, che non sia e incontrato e guadagnateglile con gran suo dano.

Prudente è l'opinione di chi ha creduto bene che queste linee non siano communicabile tra esse, acciò che se per mala fortuna, che Dio tenghi lontana, il nemico ne guadagnasse una, non l'acquistasse tutte in un tempo; hora sono fatte da per tutto, gran lavoriero essendosi terminato sotto /3v/ il generalato Morosini, né manca altro che all'occorrenza dilongar alcun ramo di esse in campagna, dove il bisogno il richieda. Et l'eccellentissimo general Rocca le ha fatte netare tutte dalli pregiuditii del verno, come sarà necessario fare ogn'anno, con puochissima spesa però, sin che, donando Dio la ricuperatione del Regno, vostra serenità possi pensare di renderle eterne con incamisarle di cotto, come se ne vede l'esempio in una antica, se bene si scuopre adesso quella essere male intesa, per la moltiplicità de rami non necessari, facilitandosi sempre più il modo della diffesa, ma questa sarà consideratione d'altro tempo, come pure l'incamisar le fortificationi esteriori sino alla mettà, et questo per due effetti, il primo acciò il nemico non possi adoperar la zappa, il secondo acciò sian più durabili, come pure si vede incamisata di vivo la meza luna Moceniga. Ma, replico, questi sono rifflessi d'altri tempi, per hora il terreno essendo ottimo et non sgrottando, et se in alcun luoco fu qualche cavità causate dall'acque del verno, si va di tempo in tempo perfettamente rimediando. Come pure, quando Dio doni la pace, sarà sotto i rifflessi publici l'opinion del Verneda di riddure l'opere corne in meze lune /4r/ per risparmio particolarmente delle genti che le habbiano da guardare. 

Hora per capo di fortificationi sì interriori come esterriori et sotterranee, quando sia assicurata la parte della Sabionera, che sarà con facilità, spero che ne possi vivere sicura la publica grandezza. Una cosa sopra tutte importantissima è, et di puochissima spesa, che vostra serenità deve tenere abbondantemente provedute quelle fortificationi di quantità di palli, de quali a dire il vero non solo non ve ne sono di rispeto, ma le fortificationi stesse in qualche parte si vedono diffettose, mancanti e bisognose di frese. Quant'utilità apportino nelle fortificationi esteriori, particolarmente per tenere il nemico lontano, vostre eccellenze, che il tutto comprendono, non hanno bisogno ch'io gli l'esprimi, sono soldati immobili, che servono mirabilmente ad impedir l'accesso, trattengono l'inimico, lo tengono esposto alle offese et in particolar con turchi, che tutto consiste nel fermare li primi empiti, fano effetti mirabili et oltre che servono ottimamente a conservare le fortificationi stesse: l'effetto nelli passati attachi l'ha dimostrato. Di questi se ne può proveder e a Venetia, con mandarli quantità di meze chiavi, che fatte in due pezzi servono all'opera, ma essendo /4v/ costosissime et di legname dolce, mal ressistono all'ingiura de tempi: ma se ne può proveder dall'isole dell'Arcipelago, et qualche portione ne ha mandato l'eccellentissimo signor capitan general, ma di ottima qualità et in abbondanza ne sono nelle isole, imparticolare a Corfù, et io so che vostra serenità manderà qualche picola somma di denaro, espressamente obligato a quest'occorrenza, a chi tiene il comando in quell'isola, ne sarà fatta un'ottima provisione. 

Queste fortificationi sono diffese le superiori a terra dal cannone, dal moschetto et dalle bombe, le sotterranee dalla polvere et dal petto de diffensori.

De canoni sono convenevolmente provedute, haveran vostre eccellenze, con questa nota distintissima et particolare presentatami da quel maggiore dell'artiglieria, del numero, della qualità, dell'imperfettioni et del sitto dove sono poste, et vederanno esservene, tra colobrine et cannoni, compreso qualche numero di perriere, 437 pezzi, gran parte di questa grossa, non è dubbio che se vi fosse pericolo che la piazza potesse essere attaccata in un tempo stesso dal nemico in tutte le parti, la quantità non sarebbe sufficiente ma potendosi con facilità condure in cannone da un luoco all'altro, et da un posto all'altro, si può sperare che supplisca. 

Et io sapendo a quante cose sia in un tempo stesso /5r/ obligato d'applicarsi il publico, et in quante profonder il denaro, non ho cuore di racordare che se ne mandi qualche quantità imparticolar di grosse. Non è dubbio però che, anco di quelle che si ritrovano, ve ne sono di pregiudicate, et io si può dire di pezzo in pezzo le sono andate considerando, et vedutone da 60 sfuogonate et incavernate; et cosa ottima sarebbe che di tempo in tempo venissero condote a Venetia per cambiarle et farle rigettare, ciò procede da due cose: l'una è dalla gran frequenza di tirri che inutilmente si facevano prima d'hora, con consumo infinito di polvere, giorno e notte; diceva chi li comandava che mostravano vigore e brio, disordine rimediato dal signor general Giudhas dopo il suo ritorno all'impiego della carica, non stilandosi massime rinfrescarle con l'a[ce]to, che sarebbe cosa dispendiosa. L'altra causa che li pezzi si pregiudicano è la cativa qualità della materia con che sono fabricati, in puoco tempo essendosene visti due effeti pessimi, l'uno che in un tiro un pezzo crepò, squarzandosi in più parti senza eccedenza di carica, io ne ho raccolto un piciolo pezzetto, et considerato non solo da me, ma da tutti, è di pessima et infelice mistura, per essere cruda et non spumata dalle fezze. Potrà così, parendo a vostra serenità, essere consignato al magistrato eccellentissimo dell'artiglierie per li rimedi opportuni. Altra mancanza s'è pur veduta /5v/ in altro pezzo, che datogli fuoco ha giettato un dado per la lumiera, et pure il pezzo era di grandissima importanza. 

Vostra serenità può restare oltre modo consolata di essere proveduta di ducento bombardieri nella sola città di Candia, habili al servitio, raffinati dal longo esercitio, li capi imparticolar de quali meritano la predilettione certo dell'eccellenze vostre. 

Io con occasione di più sortite et di qualche calata de turchi, ho veduto colpi così mirabili che han consolato certo tutti, perché apena o si ristringevano turchi entro una stradda o serravano una truppa, che erano fulminati dalle cannonate, che pareva la balla fosse gietata con la mano, colpi di grandissimo frutto, perché percotendo la balla nel terreno sassoso, facendo di quello molte scheie, fa una gran stragie nelli turchi.

Il simile fan li bombisti, arma temuta et non praticata sin hora da turchi et in tanto spavento che come prima quando cadeva una balla di bomba credevano havervi rimediato con l'haverla coperta con la veste, hora atteriti dallo straccio che ne fa di loro, fuggono con tanto precipitio et abbandonano il posto; et perché sano che frapone qualche spatio di tempo a spezzarsi, più non vi tornano. Quando s'accorgono essa venire /6r/ per aria s'istupidiscono, non sapendo dov'habbiano a fuggire, per non sapere dov'habbia a cadere. Et dicono, per quello vien rifferto, che la bassa canaglia tra turchi crede che siano demonii, che a forza d'incanto siano fatti scendere dall'aria a loro danni. Come pure infinito è il timore loro delle granate et fochi d'artifitio, quali fano risplendere certo la publica potenza. Cussain non manca di procurare con tutto lo studio di haver simil arma et chi la sapia maneggiare, et ultimamente da chi scapò dal campo fu rifferto che pensava di far segare qualche canone per valersi dell'estrema parte d'esso in luoco di mortaro, persuaso al credere potessero fare l'effetto, ma se non haverà miglior direttore, resterà pienamente ingannato. Dio Signore lo facia per sua misericordia, perché Dio guardi che Candia fosse stata travagliata dalle bombe.

Grand'è il consumo d'apprestamenti per l'artiglierie, per il continuo impiego. Il maggior d'essa ha fatto un'inventione di ruote di puochissima spesa et di grandissima durata, io assicuro vostra serenità che nell'impiego riesce ottima, per quel canone, però, che ha da star sopra li posti, non già per quello che havesse da marchiare in campagna; accertato del frutto e del risparmio, ne ho portato un picciolo modello, acciò, se così paresse a vostra serenità, possi essere consignato /6v/ al magistrato eccellentissimo dell'artiglierie, perché possi servire non solo per Candia ma per le altre piazze dello stato.

Ho detto che le mure si diffendono con l'artiglieria, con le bombe e col moschetto; delle due ne ho parlato, del moschetto Dio volesse che le militie, che sono nella piazza, fossero così valide con il ferro alla mano in campagna, come sono assueffatte al fuoco et al tiro, che veramente in ciò dal longo esercitio non si può negare che non si sian si può dire riddotte a perfettione.

Le fortificationi sotterranee poi sono proviste di diffesa, e li diffensori più atti sono li greci, et veramente vi sono moltissimi pratici di fabricare et diffendere mine, acquistata l'isperienza per la longa pratica, et questa cosa riluce dal fatto, perché come il primo anno dell'assedio han fatto li turchi cinque buchie, due imparticolare importantissime, diffese dalla spada et dal petto dell'eccellentissimo signor capitan general Mocenigo che s'ha con ragione guadagnato il nome di vero liberatore di quel Regno, così il secondo non le è sortito di farne alcuna, tutte essendoli state e incontrate, e fatte sventare; e tanta la pratica che han preso le donne (il coraggio delle quali fa acquistar credito alle meraviglie descritte nell'antiche favole) et li figliolini sì nel conoscerle come nel fabricarle, che li giuochi che /7r/ fanno nelle publiche stradde non sono altro che sassolini posti in forma di fortification militare, che terreno cavato, che puoca polvere soterrata, et poi fatta sventare, insoma l'impiego de fanciuli è una scuola militare, che fa conoscere chiaro che l'esercitio può nell'huomo ogni cosa.

Questo sia quanto alle fortificationi della città di Candia, perché è cosa inoportuna et a tutti nota il dire al presente che la città è senza alcuna rittirata, che guadagnato un balloardo o una portion di cortina, le rettirate a puoco possono servire, ma bisogna diffendersi a vivo petto et morire tutti, o che muori la loro libertà. Il castello del porto ha puoco altro di castello che il nome, et in caso tale che Dio terà certo lontano, non vi sarà altro rimedio fuori che il sacrificarsi a Dio e alla patria. Si potrebbe pensare (ma questi sono discorsi da farsi in tempo di quiete) di formare una cittadella, incominciando dal fontico, sino al mollo, ma queste voci sventate già qualche tempo per sole considerationi, furono puoco gradite et molto mal intese dalla città stessa.

Vi sono 500 miera di salnitri, solferi ve ne sono pure in abbondanza, tuttavia non si fabricherà mai polvere per non vi essere pure un carbone per costruirla. Vede la publica prudenza come per piciolissime cose resta impedito un grandissimo avantaggio. Credo però che non sarebbe male far capitare a Venetia la maggior parte di quel salnitro, per non tener infruttuoso un capitale così importante, essendo un adularsi il voler credere che in Candia si fabrichino tante polveri, et pure infinita è la quantità che se ne consuma et assai moderata quella che se ne ritrova, le mine veramente essendo le voragini della polvere et hora ritrovandosene in Candia solo 750 migliara.

Se ho da dire il vero mi pare che siano preparati puochi fuochi d'artifitio, et pure sono altretanto temuti quanto manco conosciuti da turchi. Ingredienti pietrosi per costruirli non si mandano più da Venetia /8r/ et non so se sia male o bene, perché è vero che la mancanza rende imperfetti i lavori, ma il prezzo delle cose alle volte fa rapace la mano che le maneggia. Di ciò n'ho illuminato l'eccellentissimo signor generale, se bene non ha bisogno d'eccitamenti.

Gran pregiuditio è la mancanza de publici magazeni, ma sicome per il bisogno ordinario ne sono a sufficienza, così chi poteva suppore che la guerra col Turco dovesse essere così lunga; la necessità però obliga a valersi delle private case, ch'essendo d'angusti recinti, bisogna occuparne molte e per conseguenza non possono essere così ordinate e distinte le cose, come bisogneria: vi si è applicato indefessamente chi comanda, et ho veduto quello che più può desiderarsi, e me ne sono e consolato e meravigliato insieme.

Delle armi non si può negare che non sia stato infinito il consumo et il dissipamento. La più sontuosa fabrica che adorni la città di Candia è quella che riceve il suo maggior decoro dall'essere stata fabricata dalla serenità vostra, questa è ripiena d'armi, la maggior parte de quali non sono aggiustate più all'uso de nostri tempi, delle bisognose ne han havuto nelli ultimi ristretti l'intiero. La guerra è una voragine che consuma non men gl'huomini che l'armi; non si può negare, però, che non sia stabilita la più /8v/ perfetta regola nel distribuirle, non consignandosi queste se non al capitano quando riconsegna le vechie, altrimente n'è fatto debitore. L'Arcipelago si è riempito d'armi della serenità vostra, particolarmente di moschetti compr[at]i da paesani a prezzo bassissimo. Se sia bene o male che quelli popoli le habbiano, non ardisco di formalizarmi.

La città resta diffesa da paesani et dalle militie, queste militie hanno per loro capo l'eccellentissimo signor general Gilihas, le conditioni del quale non devono essere da me descritte perché sono note, è cavalier coraggioso, ricorda sempre quello stima di publico bene ma con ardore infinito et con forme libere, apunto da soldato. Ma, eccellentissimi signori, è una gran cosa che la città et il Regno di Candia nell'esercitio dell'armi penda da un sol huomo, che da un colpo nemico può essere atterrato, che da un'indispositione può essere opresso; quest'è una cosa che m'inhoridisce, et quelli popoli non han havuto, si può dire, di che altro parlarmi. Tralascio la consideratione che il vedersi il comandante solo fa che nutrisca forse di remedio stima maggiore.

D'altri capi non saprei che mi dire, il nominare alcuno sarebbe un pregiudicare alli altri, io li stimo tutti e bravi e prudenti, ma bisogna il cimento et il sangue /9r/ li acquisti il conceto di coraggiosi, il comando et l'impiego quello di prudenti. Non si può negare però che il signor baron Giovanni Steffano di Closen non sia l'uno che si solevi tra tutti: il merito della morte del fratello, ben vendicata da lui però con le proprie mani più volte, rendendolo tanto più degno della publica gratia.

La militia che vostra serenità haveva in Candia per la rassegna di 30 maggio si ridduceva a 1446 oltramontani, compresi 90 fanti capitati col vascello Castel di Livorno, italiani e corsi 1409, greci e feudati 1164, oltramarini 460, che ascendono tutti alla somma di 4479; questo numero però da un giorno all'altro riceve alterationi, accrescendo dal capitarne giornalmente da Venetia, dimminuendosi per le morti sì naturali come da ferro, seben lode a Dio queste sono rarissime. Dalle fughe non si dimminuiscono le militie dell'eccellenze vostre, lo sentino con consolatione; in tre mesi che mi sono fermato in Candia, per diligenza che habbi usata, non ho mai potuto sapere che sii fuggito che un solo bombardiere effettivamente dal nemico, alcun altro che voleva farlo impedita et castigata la loro mala intentione. 

Queste militie restano accresciute da 940 cernide sotto sei colloneli, le militie senza li feudati ne le cernide sono ripartite in 109 compagnie, veramente è cosa che fa spavento, ma il frutto della guerra è che le compagnie siano ristrette di numero; 650 /9v/ sono li officiali, et qualche compagnia è eguale il numero delli officiali a quello de soldati privati, perché li officiali mai mancano. Oltre questi offitiali ordinari delle compagnie ve ne sono 123 riformati con la mettà della paga, com'ha comandato l'eccellentissimo Senato. Necessarissima è una riforma, il tempo è opportuno et per tale è conosciuto dall'eccellentissimo signor proveditore generale, et sarà anco praticata da lui certo, subbito che li capiti il modo di poterla esequire. Devo considerare una cosa, che credo habbia bisogno di qualche riflesso, quanto al trattenere li officiali riformati nelle compagnie con la mettà della paga; non è dubbio che li officiali sono l'anima delle compagnie, et che quelli, quando si sono avanzati col' merito dell'esercitio, et di essere passati con gl'ordini della militia, fano meraviglie, ma il comando dell'eccellentissimo Senato, ch'è che tutti li officiali che vogliono fermarsi con la mettà della paga non possino essere licentiati, causa un effetto tale che li huomeni di virtù et d'honore non si fermano, non credendo acconsentirlo la loro riputatione, e li altri che non hanno di offitiale che il nome, restano ancora con grossa paga, et il prencipe puoco solevato. Crederei che non havesse oppositione con una sola parola rigolare quel decretto che dice che alli officiali riformati /10r/ si dii la mettà della paga, aggiongendovi quando dal proveditor general dell'armi saranno stimati habili.

La cavalleria è riddotta a sei debolissime compagnie, tre di grossa et tre di leggiera, li loro capitani sono ben noti all'eccellenze vostre, il numero de cavalli effettivi nell'ultima rassegna arrivava a puochi più di cento: eccellentissimi signori quest'è negotio importantissimo et ha di bisogno del rissoluto comando dell'eccellenze vostre, cavalli non se ne mandano, non vi è modo da nutrirli, nelle sortite et sentinelle avanzano et periscono, cento cavalli è molto puoco. Il mandarne da Venetia è vero ch'è costoso et che la stagione da qui inanzi sarà contraria, per il longo tempo che dovriano fermarsi in vascello, ma però tante volte abbondantemente s'è fatto, occorrendo bisognerebbe farlo di nuovo; ma nell'Arcipelago, particolarmente nell'isola d'Andro, si può et si deve farne la provisione. So che l'eccellentissimo signor capitan general ha scritto di farla, so che l'ha fissa nel cuore, so che non ha bisogno d'eccitamenti ma la provisione non patisse dilatione. Così il modo di nutrirli sarà facile a cavarlo dall'Arcipelago, orzi non mancano, paglie l'istesso. Si fa quantità di semola ogni giorno per il pane delle militie, tutta viene impiegata in beneffitio della cavallaria, et non solo essa ne gode il respiro, ma vostra serenità n'ha l'avantaggio, rittenendosi /10v/ tanto nelle paghe quant'importa il prezzo d'essa. 

Eccellentissimi signori, a questo passo bisogna che dichi una cosa, che di longo tempo mi sta fissa nel cuore et, con le notitie prese sopra il luoco, tanto più mi si è confirmata: bisogna cavar frutto dall'isole dell'Arcipelago, il sangue et le fortune de sudditi et de cittadini non sono sufficienti da mantenere la guerra contro il Turco, et quest'è l'ottavo anno: le voci di pietà e di tenerezza commuovono me sopra tutti ma è una cosa cativa impietosire con li sudditi del Turco, per essere crudeli contro li propri. Ma l'Arcipelago (et vi ho pensato bene prima che lo dichi) si è arrichito, non impoverito con questa guerra, non dirò che alcun'isola che non ha voluto riconoscere il stendardo di vostra serenità non habbia provato qualche rigore ma il fatto è che esitano li loro vini, grani, animali, formagli et altro per tre volte più di quello facevano prima della guerra: et tanto più è desiderabile ciò quanto che la puntualità e desinteressatenzza dell'eccellentissimo signor capitan general fa sempre, che tutto quello si cava vadi a vantaggio publico, con gran'edificatione di tutti.

Per ritornare alle militie so esser noto un particolare importantissimo, et so esservi anco stato rimediato, non /11r/ credo però sii così distintamente a notitia publica com'in effetto è. Ad ogni huomo da guerra che viene ispedito in Candia li resta dall'eccellentissimo senato con le stortezze dello stesso et dell'eccellentissimo Collegio fatto quell'asiegnamento che devono godere, andavano in Candia per impiegarsi nella diffesa della stessa, capitati che erano là, quando li veniva assegnato un posto li era accresciuto il stipendio, a chi più a chi meno, a chi molto più del dopio; ne han havuto un foglio con tutte le distintioni, il farne raconto in questa carta tropo tedioso essendo per riusire. Vostra serenità ha ordinato che il proveditor general non possi più accrescere a niuno, lo adempisce con puntualità, non so se il negotio meriti altro rifflesso.

Oltre la militia vostra serenità in Candia ha per una nota cavata diligentissima 9621 anime, vi sono 2543 tra figliolini e figlioline, inhabili ad alcun impiego, 5500 donne et li altri huomeni d'ogni sorte; chi mi dimandasse come vivino costoro, quasi che non saprei dirlo, dirò e non falirò, la misericordia di Dio et la carità di vostra serenità li sostenta. Per nutrirne la militia e questa giente, si consuma di pane et biscotto quello intenderanno a suo passo. La più pietosa deliberatione, ma la più utile che habbi fatto l'eccellentissimo Senato, è stata comandare sia accresciuta la ration del pane al soldato. La causa principale che le militie si scordavano di Dio et del suo honore, et fuggivano /11v/  a turchi, era la fam;, ho portato meco una mostra del pane che si dava per avanti, una di quello che si dà hora, la colpa non era di alcuno perché et prima et adesso s'esequiva et s'esequisce il deliberato: ma il fatto è che con questo pane, et puoco altro che acqua, era impossibile un huomo vivesse, come al presente ne può restare ben sattolo e contento. Et bisogna replichi se l'eccellentissimo Senato havesse sentito le benedittioni delle militie, si sarebbe certo consolato. Non si può negare però che il pane non sia di cativa qualità per causa de formenti et farine, perché o quelli si comprano d'Arcipelago, et come si hanno a ottimo mercato così non è ottima la loro qualità, s'aggionge che macinato in quelli molini da vento, come si ridduce in farina da fattione così per la qualità delle molle non viene buono o capitano farine da Venetia; veramente la lunghezza del tempo, il stare in vassello, la difficoltà dei discarichi, per dovere li vasselli grossi tutti andar a scaricare alla Standia, la ridduce in stato pessimo et io l'ho veduta così ammassata che, oltre render il pane cativo, è di necessità gietarne: dicono di là provenghi anco dalle marine. Potranno vostre eccellenze stimandolo bene mandar il pane al magistrato eccellentissimo delle biave, non già per dar motivo di diligenza al zelo di quelli /12r/ eccellentissimi signori ma acciò il tanto li sia noto, et possino operare et ricordare quello sia di publico servitio. Non è dubbio che il bene sarebbe far la provisione maggiore de formenti nel Arcipelago, particolarmente al Volo et a Cassandra, perché li prezzi sariano di gran lunga più avantaggiosi, i viaggi più brevi. Si potrebbe scontare portion di denaro per il cavallo, mandando anco da Venetia qualche quantità di denaro obligato particolarmente a ciò, da non impiegarsi in altro. De molini in Candia se bene non perfeti, ve n'è qualche quantità accomodata, se bene ne furono distruti molti, per dubbio il nemico già se ne impadronisse! Non dico però non si habbi anco di qua a continuar a mandare qualche portion di farine da questa città, tropo importando il pane et grandissimo essendo il consumo. 

Et acciò a vostra serenità sia noto quanto formento vi vadi et quanto biscotto si consumi al mese, sapi che le rationi di pane dispensate alli capitani, militia cavalleria, bombardieri, sono rationi 3892, si aggionghi 214 rationi, che pure si dispensano a bombisti, minadori, aiutanti et altre persone particolari, ad alcuni dei quali viene trattenuto quatro soldi per ratione nelle loro paghe, che in tutta suma arrivano a 4106 rationi al giorno, oltre quelli che in vece di pane riscuotono biscotto come intenderanno, in questo numero non essendo comprese quelle che si danno /12v/ alli ultimi soldati capitati di Venetia. Questo pane si fabricava già di peso d'onze vinti venetiane, hora si fabrica di onze vinti grosse candiotte, vi va di farina al giorno [libbre] 6843 grosse candiotte, fano stera a peso di [veri] 60; onde vostra serenità bisogna che calcoli certo sopra quanta summa et tanto più quanto si sono accresciute, et giornalmente accresendo le militie. De biscotti ne va somma considerabilissima perché a poveri della città, nobili, feudati, giente dell'arsenale et altre persone, per sostentamento loro et delle loro famiglie, in dono ne vano 55 e più miera al mese; vi sono molte compagnie d'oltramarini, particolarmente quelli che sono stati prima in armata et poi rimasti nella piazza, si continua a darli il biscotto ad uno d'armata et ne consumano 12 migliara in circa al mese. Vi va quello che consumano le galere che restano sempre in quel porto, due almeno, onde bisogna per necessità calcolare sopra 90 e più migliara di biscotto al mese. Si consideri poi il consumo di sei fortezze del Regno, compreso il Seleno, et il consumo sarà quasi raddoppiato. Dio guardi che un solo giorno manchi o il biscotto o il pane, tutto è perso; la fame non ascolta raggioni, il ventre non soporta dilationi.

Non so se fosse bene levare questa distintione dalle militie, dando a tutti la ration del pane, odiosa questa disparità /13r/ a chi li è di pregiuditio.

Dietro il pane mi spiace che la necessità mi oblighi a parlare dell'acqua, questo essendo, si può dire, l'altro solo alimento de poveri soldati. Di questa, lode a Dio, n'è in abbondanza, perché sebene volontariamente nel principio la città si levò il commodo della gran fontana, per timore che dal nemico li fosse guasta dal veleno, tuttavia vi è quantità di cisterne, pozzi et altre acque sorgienti, quasi tutte di buona qualità, ch'abbondantemente suppliscono al bisogno d'habitanti et delle militie, et in questo non vi è che temere.

Del vino per chi ha denaro non ne manca, capitandone particolarmente dall'isola del Zante, mentre il zelo, l'applicatione et la desinteressatenzza dell'eccellentissimo signor Andrea Corner, degno certo rappresentante della serenità vostra, che obliga a condurlo tutto in quella città, ne la rende assai proveduta, ma di più dall'isole dell'Arcipelago, di Francia, di Siragosa ne capita giornalmente, et sempre ne capiterà più, quando si dilatti la voce d'essersi distrutta la moneta di rame; il prezzo è tre reali il migliore et due e mezo l'inferiore la bacilla. Di questo però li soldati privati a dire il vero puoco ne possono comprare, imparticolare all'ingrosso, convenendo provedersene di qualche puoco alle bettole, nelle quali non solo si accresce il prezzo ma si peggiora la qualità, sebene l'occhio prudente di chi comanda vi assiste con vigilanza di padre.

Io sempre ho creduto giovevolissimo l'appalto de vini, /13v/ ma mi sono così fortemente ingannato et sì pienamente deluso che conosco lucidamente doversene astenere sopra tutte le cose del mondo. Fu fatto un appalto con buon zelo, approbato da vostra serenità, di dover mantenere la militia della piazza et delle fortezze di vino a quatro reali la bacilla, da pagarsi con lettere di cambio per questa città o per l'isole, l'appalto durò un anno in circa, dissero li appaltadori haver consumato 61mila barille di vino, che hanno costato a vostra serenità di lettere di cambio 246mila reali: questo vino non è stato distribuito di gran lunga, et però conosciutasi la fraude, fu sospeso il pagamento per molte decene di migliara de reali; il vino era della più infelice qualità che immaginar si possi, guasto, marcio et la mano usava pietà, quando lo temperava con acqua dolce; le militie non ne havevano quasi mai. Ma sentiranno nel processo criminale in questo proposito cose da inhoridire contro li appaltadori medesimi.

Del restante delle vituarie non si può dire che vi sia stretezza né per questo capo la piazza pare assediata, carnari d'animali minuti ve n'è in abbondanza et molti più ve ne sariano, se vi fosse modo di nutrirli, ma niente che si allarghino dal calor del canone sono rapiti dalli turchi; de formagli et pesce salato ve ne concorre pure da ogni parte, il prezzo è assai moderato, non vi sono strussii immaginabili. /14r/ È stata fatta una terminatione che leva tutti li aggravi et oppressioni; chi non l'ha con puntualità esequita è stato con man forte corretto. Morbidezze non vi sono, ma a queste puochi vi pensano, polli però non vi mancano a prezzo non eccedente.

Il bisogno et l'otio ha aperto l'adito alla diligenza, sì che sono stati fatti nella città infinità d'orti, che non solo dano il commodo d'erbani a chi ne vogliono comprare, ma quell'impiego dà il modo di vivere a molte persone, et quest'è forse il solo esercitio de poveri. 

Di legne non si può negare che non vi sii una mancanza infinita, non ne capitano d'altro luoco che d'Arcipelago a prezzo carissimo: provandone l'istessa penuria et forse molto maggiore le fortezze del Regno.

Volontieri m'astenerei di parlare de disordini seguiti per la mancanza del denaro nel tempo passato, et de pericoli che solo per questo riguardo temo sovrastar possino per l'avenire. Ma essendomi dall'ultimo decretto dell'eccellentissimo Senato commesso particolarmente di parlare di ciò, debbo farlo. Per qualche anno della guerra il publico puote somministrare quel soldo ch'era bisognoso per la piazza. Sotto l'eccellentissimo Dolfino principiò a mancare, trovò un ripiego di fare certi bollettini di uno di cinque et di dieci ducati che, fabricati con tutte le cautelle e sodisfatti con tutta la puntualità, con primi denari che capitavano, non causorono alcun disordine, /14v/ providero al bisogno, il publico acquistò nome di somma puntualità. S'accresce a gran passi la mancanza ne tempi posteriori, onde l'eccellentissimo signor proveditor capitan general Grimani di sempre felice ricordanza, con un'ispediente che se non havesse ricevuto pregiuditio dal tempo, sarebbe stato di Paradiso, ritrovò di stampare certe monete di rame della grandezza puoco più di un bezzon, chiamate grimani, valutandole lire una l'uno, così senza discapito publico haveva instituito un modo di tener sempre abbondante la piazza di denaro, sempre contenta la militia, con sicurezza, che non sarebbe uscita dal Regno; di tempo in tempo che capitava il denaro da Venetia, la camera andava ricevendo li grimani. Qualche accrescimento principiò a fare nelle ultime hore del generalato dell'eccellentissimo Lippomano, senatore di quella ingenuità ch'è nota; onde sperando porgervi rimedio, fu poi con la consulta decrettato di riddurre li grimani in salvatori, o fides publica, che sono pure due monete di rame, una per il dopio più grande dell'altra, con l'impronta del Redentore da una parte et dall'altra queste parole: “Fides publica”, come vostre eccellenze potranno vedere sotto l'occhio di tutte queste tre sorti di monete; et come il grimani quand'è stato stampato fu valutato una lira, così questi li grandi sono stati valutati lire dieci, /15r/ li piccioli lire cinque. Per fare queste monete è stato addoperato il rame ch'era nell'arsenale, n'è stato compr[at]o una quantità da particolari et molti quatrini e grimani, l'accrescimento et sconserto per questi salvatori, l'haveranno in altra giornata.

Quanti grimani siano stati fabricati nella Cecca io non posso affermarlo, quanti salvatori o fides publica, per quello appar scritto dalli libri di chi ne ha havuto la sopraintendenza, appare ne siano stati stampati ducati ottocento cinquanta sie mille 618, che essendone stati spesi nonantaotto mille 598 in comprar li rami, quatrini et grimani, in operarii, materiali et altre cose, pare che vostra serenità habbia havuto avanzo di 758mila ducati. Hora debbo dire che credo l'intentione sia stata buona, l'esito non è riuscito però di frutto: non se ne stamperanno più certo, havendo portato meco una cassetta con tutti li stampi et ordigni.

Al presente il reale in Candia vale lire dodeci e meza, il cechino lire 25, il scudo d'argento tanto quanto il real, il ducaton d'argiento l'istesso, ma non lo conoscono, l'onghero vale sette ottavi di cechino, scudi e ducatoni non se ne vedono. Ongheri quando da Venetia ne sono stati mandati, la camera li spendeva come si fa a Venetia, dieci soldi meno del cechin, ma chi li haveva nelle mani non poteva e[s]itarli a più che di sette quarti di reali. Onde, /15v/ eccellentissimi signori, per vantaggio publico et per interesse di tutti non bisogna in Candia mandar altro che cechini, et per più commodo quarti et mezi, moneta che non può essere alterata; il mandare anco reali è punto delicatissimo perché, ritrovandosene de più stampe e il denaro spendendosi in gran parte nel paese turchesco, vi è sempre che dire, et pur tropo vi sono delli mercanti che stano in attentione di avanzi tali; [re]plico come punto importantissimo, in Candia non vi vuol altro che cechini, quanto a moneta non ve n'è per imagina[bil] bisogno, li salvatori che valevano dieci lire vagliono un soldo, quelli che valevano cinque vagliono un terzo, essendosi riddoti a quello vale il rame stesso, così sono dati et ricevuti senza imagination d'oppositione; per un cechin si dano 500 salvatori di quelli da dieci lire l'uno, valutandosi hora 25 lire quella moneta, che una volta valeva 5mila lire. 

So avanti d'hora che due cose caderono sotto la consulta nell'eccellentissimo Collegio, la prima di mandare della moneta in Candia, la seconda come si potessero rissarcire quelli che havevano li salvatori nelle mani, acciò non si risentissero del prigiuditio; sopra questi due punti posso rispondere con gran franchezza, et gran fondamento, che di moneta non ve n'è bisogno in Candia, questi salvatori servendo mirabilmente li grandi da un soldo li picioli /16r/ ad un terzo l'uno com'ho detto, con commune sodisfatione, et ogni altra moneta che si mandasse in Candia sarebbe pericolosissimo di sconcertare et di mettere il tutto in confusione. Quanto poi al dar denaro equivalente al prezzo della valuta dei salvatori, per ogn'uno che havesse un soldo bisognerebbe darli dieci lire, questa non è cosa giusta, non pretesa, non imaginata, non sognatasi da alcuno, et la ragione è una sola ma fortissima, che il denaro è passato in tante mani che chi ne ricevesse l'utile non ne haveria provato il danno. Insoma vostra serenità niente più pensi a ciò.

Li soldati pagati han ogni dieci giorni un mezo real, che in Candia la loro paga di un mese viene ad essere lire 18 soldi 15, di questo se ne contentano, se ne acquietano pienamente: onde sicome non è di necessità né di possibilità l'accrescerla, così Dio guardi che di un giorno se gli ritardasse un terzo, o di un soldo se gli la dimminuisse, si vederebbono certo eventi tragici. So quello m'insegnano le leggi della modestia, ma so quello mi obliga la sincerità di una verace relatione. Vostra serenità intende tutto, mancanza di pane e di denaro per fare li terzi alli soldati, Dio tenghi lontane queste indigenze da Candia, il resto è soportabile. 

Sei ducati al mese vuole vostra serenità sii la paga di campagna di un soldato et tale vuole sii quella delle militie di Candia, 18 lire et 15 soldi /16v/ hanno in tre mezi reali, sei lire nel pane, vinticinque soldi in circa si trattiene la Camera per driti dell'hospitale, [ragionati] et cose tali, onde undeci lire resta creditor per ogni mese il soldato: non è dubbio che la ration di pane, che se gli valu[ta] sei lire, importa molto, et molto più che cavandosi 70 pani in circa per ogni staro, se bene il calcolare quanto vaglino l'uno è impossibile per la diversità de prezzi del formento, tuttavia, se dirò che si possi calcolare almeno a otto soldi al giorno, che così si valutarebbe la farina lire 28 il staro, non credo prenderò error di molto, verità che ho fatto riu[sci]re assai nei discorsi, non solo con li officiali ma anco con li soldati privati, con quali non può credere quanto giovino le parole dolci et li conceti di amorevolezza. Et quel rappresentante, che abbonderà nel spenderli, incontrerà certo con il servitio publico gl'aplausi privati: onde non più undeci lire anderebbe creditore il soldato, ma cinque lire in circa. Resta che vostra serenità con la solita sua pietà pensi, se vuole, col render contento il soldato fare il suo servitio, ch'è quello che più importa, dandogli qualche puoco di minestra, particolarmente al tempo del verno, et se non vuole a tutti, a quella portione per quel tempo che stano nelle fortificationi esteriori, sì per essere in luoco di maggior incommodo e vigilanza, come per esser lontani dal modo di provedersi. Quatrocento stara in circa di legumi /17r/ vi sono nel fontico di Candia, qualche quantità di riso suppono sii stata mandata, onde con facilità potrebbe essere suplito al bisogno, et l'eccellentissimo signor general saprà con carità certo dirigere l'affare.

Altro modo di consolare il soldato, et credo di necessità, è di provederlo di qualche vestito: eccellentissimi signori, chi crede che un soldato, che ha nelle mani proprie ogni dieci giorni un mezo real et non ha altro che pane et acqua, sii possibile che unisca tanti mezi reali che si possi comprare un vestito, s'inganna. 

Molti decreti dell'eccellentissimo Senato han comandato espressamente che la paga si dia in mano al soldato, il comando è stato autenticato con l'uso, onde non so se fosse possibile fare neanco diversamente; il soldato se non è più che prudente, che credo di questi ve ne siano ma puochi, vuol, quando ha ricevuto la paga, vivere una giornata alegramente; certo, bisogna che tutto il mese si comprino qualche puoco vino o companatico, onde non pensa né può pensare a farsi il vestito. 

Il capitano, non havendo le paghe de soldati nelle mani, non può neanco farlo, onde la militia resta nuda. Vedo che a vestir tanta giente vi vuol gran denaro, ma che si può fare. Vostra serenità pensi a tutta o a parte di vestirla o in tutto o in parte; io le attesto haverne un grandissimo bisogno, et come nella salute e nella robustezza l'ho ritrovata meno afflitta /17v/ di quello temevo, così di esser coperta le carni n'è bisognosissima. È di necessità, mandando habiti, fare che il tutto vadi in pe[zz]a, com'hora si esercita con gran puntualità, con le cose necessarie per riddurle in habiti, perché quando sono mandati di Venetia, se bene l'occhio vigilante di chi vi sopraintende fa quello può, non può però fare quanto basta, et credino vostre eccellenze questo essere punto importante.

Ho parlato lungamente de soldati sani, debbo dire qualche cosa de gl'infermi, et me ne sbrigherò in un fiato. Hora certo vostra serenità può vivere consolatissima, et io in cosa di tant'importanza per renderla assicurata impegno la mia parola che non possono essere governati con maggior carità, puntualità et diligenza, ho voluto vederlo con l'occhio proprio, informarmene con gran applicatione, et certo l'affare non può caminar meglio di così: tre hospitali vi sono, il primo di quelli che da mali naturali restano opressi, il secondo di quelli che hanno mali pericolosi da prendersi, il terzo delli feriti, non mancandosi al presente di procurare di far un luoco separato et decente per li officiali, tutti hanno minestra et carne mattina e sera, sono visitati da medici, tra quali spica la gran virtù, bontà et sufficienza del dottor Circoletto medico hebreo: eccellentissimi signori, bisogna mi credino rapito da una gran giustitia mentre sono astretto a lodare un hebreo, et con ottimi medicamenti /18r/ curati, essendo riusiti in sommo grado esquisiti quelli ultimamente mandati dalla diligenza del magistrato eccellentissimo alla sanità. Sono stati fatti quantità di lenzuoli, riffatti li stramazzi, accomodate le stanze, insoma il luoco riluce di netezza, essendovi un continuo profumo di segature d'ancipresso, l'effetto lo dimostra, morendone puochissimi. Denaro non è per mancarne all'hospitale stesso per due rispeti, il primo perché il soldato vien pagato in argiento, onde non ha più 375 grimani al mese che volevano dire 37 soldi e mezo, ma 18 lire et 15 soldi, l'altra causa è perché sono state fatte molte condanne, et applicate all'hospital medesimo; onde per questo capo sono partito di Candia consolatissimo.

Credo che saria desiderabile all'eccellentissimo Senato di sapere quanto denaro mensualmente sia di necessità trasmettere in Candia, questo non mi dà il cuore di riddirlo, dirò in primo luogo che per ogni soldato ch'è nella piazza, vi vuole un real e mezo, qui non vi è né scanso né dilatione. In oltre vi sono le fortezze, tra le quali, non incluso il Seleno, vi sono 25 compagnie con 102 offitiali, 878 fanti, che fano 980, anco questi bisogna pagarli. Vi sono in Candia 200 bombardieri, è di dovere siano contenti perché lo meritano. Nelle fortezze vi sono altri cento bombardieri, si deve anco questi pagarli, vi sono li offitiali delle compagnie, che assendono, come le han /18v/ inteso, con li officiali riformati al numero di 773. Oltre di ciò vi sono 130 persone con impieghi militari, che riscuotono ogni mese 4.800 e tanti ducati, ad alcuni di questi ne sono stati assignati da Venetia [ducati] 1.831, in Candia gli ne sono stati accresciuti 755; 2.224 ne sono stati assignati in Candia ad altri, senza che d'ordine publico riscuotessero alcuna cosa. 

Vi sono di più 130 persone benemerite, nobili, donne, [preti] et altri, che riscuotono al mese 1.847 ducati assignatili in Candia da chi sopraintendeva al comando. 4.144 ducati è il salario mensuale del general, proveditori et altri rappresentanti sì in Candia, come delle fortezze, 77 altre persone vi sono con impiego et assegnamento mensuale di ducati 1.180 al mese; vi sono le maestranze dell'arsenal, et tutte le spese straordinarie di discarichi, nolli de vasselli per condur soccorsi alle fortezze, spese di fortificationi, et altro che sempre occorre, che assendono a 13mila ducati al mese in circa, oltre le militie et officiali delle compagnie. 

Tutte le note sono state mandate dall'eccellentissimo signor general Riva, tutto con la più puntual distintione de nomi, tempi et ogn'altra minutissima particolarità, tutto ad un ceno sarà sotto l'ochio publico. Ma sano quanto denaro hanno consignato all'eccellentissimo Riva, et da lui hanno /19r/ l'aviso sino che tempo li habbia supplito. Non è da dubitare che in lui non continui il risparmio e la diligenza, onde è facile il concludere qual sia la spesa per mantener la piazza, quale riceverà gran vantaggio, e vostra serenità gran solievo, se farà che con puntualità da qui inanzi siano pagate quelle lettere di cambio, non vi potendo più esser sospetto di pregiuditio per le monete.

Delle fortezze io non ne dirò parola: s'alcuna notitia mi è capitata di alcuna d'esse, tutto ho consignato all'eccellentissimo signor proveditor general, sicuro che vi assisterà con l'ochio della vigilanza, con la mano dei soccorsi. Ma veramente vi sarebbe necessità che nel porto di Candia vi stasse sempre un vasselotto a questo solo effetto di portar soccorsi alle fortezze, impossibile essendo il mandargline per piciole tartane, per la gran quantità de galeotte che, con danno e sprezzo infinito del continuo, passeggiano quelle acque. Et io con l'ochio proprio ho veduto dalle mura le galeotte a combatere le tartane che volevano entrare nel porto. Due galere ben rinforzate e brave, che stassero di continuo in quelle vicinanze, non solo assicurerebbero i viveri che giornalmente capitano in quella piazza, fugherebbero questi legni, ma si potrebbe fare qualche valida diversione nel tempo /19v/ delle sortite con vantaggio considerabile; queste galere vi sarebbero certo, se la necessità urgentissima non tenesse obligate le migliori ad assistere alla pur tropo destituta armata.

Come pure destituto è l'arsenale di Candia, mancante de tutte le provisioni, con quindeci corpi di galere ben sì, ma la maggior parte d'essi inhabili a riddurli ad alcun uso. Non manca però come in tutte le altre cose di assistervi la diligente virtù dell'eccellentissimo signor proveditor in Regno Cornaro, tenendone dall'eccellentissimo Riva incombenza particolare.

Dopo che se bene debolmente ho discorso delle fortificationi, armi, capi, militie et paesani, come nodriti et in qual maniera pagati, resta cosa molto più difficile, et che doveran l'eccellenze vostre compatire se non ne discorro con quella franchezza che bisognerebbe, et è delle forze et intentioni del nemico.

A 13 di giugno ha principiato l'ottavo anno che turchi han posto piede nel Regno; se il Regno è un corpo, dirò co[me] si sono fatti padroni di quello, ma il capo ch'è la città di Candia, e le braccia che sono le fortezze, restano in possesso della serenità vostra. La Canea e Rettimo in stato [?], Sittia demolita, e tutta la campagna è in poter loro. Le voci communi concordano che li territori, imparticolare nelli luochi lontani, non siano niente guasti, /20r/ solo pregiudicate o deturpate le case di villa che hanno saputo essere de nobili: puochi turchi sono sparsi per li casali, essendo quelli assignati alli principali dell'esercito, più richi e meno; secondo il merito di ciascuno, questi riscuotono li ca[v]alli, la proportione  però di quelli dipendendo dal loro arbitrio. Molte volte anco essendo di passaggio le militie da un luoco all'altro, arrivate nei casalli vogliono da contadini anco quello che non hanno. 

Sono seguiti fra turchi e isolani infiniti matrimoni, nati figlioli, quali crescono nella confusione de ritti diversi. Quanti siano li turchi sparsi per la campagna, niuno di certo potrà dire altro se non puochissimi; in Rettimo ve ne sono tanti che a pena bastano per guardare la fortezza, nella quale si dice pure esservi il denaro di Cussain; l'istesso è in Canea, quale è guardata certo da scarso numero di diffensori, puoco pagati, molto mal contenti, et che alla giornata ne fuggono.

Vicino a Candia hanno fatto com'è noto una fortificatione non ben intesa, et peggio construita, habitano in quella et nelle case et padiglioni vicino ad essa. Quanti siano là in numero, niuna cosa ho bramato di sapere più di questa, niuna cosa mi è sortito di sapere di certezza meno di questa: raccolte le voci di tutti mi pare quasi di poter dire che /20v/ siano 10mila turchi et 400 cavalli o puochi più, tra questi p[uo]chi vi sono li rinegati, il numero de quali vien detto sino due mille puoco più, vi è poi la giente [più] bassa di servit[ù] et disarmata. Ultimamente con li vasselli d'Alessandria, capitorono da 500 ma altretanti si sono partiti con licen[za] per le case loro. Li rinegati sono malissimo tratati, imparticolare dopo la partenza del Covoni, dicendo alla giornata Cussain che non si fiderà mai più d'alcuno, partenza che li fu molestissima et che fece capitare il bassà a dimostrationi anco publiche, improprie della sua grandezza. 

La fortificatione de turchi è mal intesa, non perfettionata, non ha più che 13 o 14 canoni, alcuni di loro inhabili all'uso, ha puoco altro di fortezza che il nome, che per farlo strepitoso all'uso loro, la dicono Candia Nova. Li loro fini non è difficile a saperli, sì per quello persuade la ragione et il fatto, come per quello che l[oro] stessi si sono espressi. Mai sortiscono che provocati, et non si può negare che in ciò non habbino gran ragione perché sempre ne hanno la peggio, poi che, sì come quando si viene all'arma bianca turchi sono invincibili, per essere huomeni ben forti, di gran nervo et di molto coraggio, così li nostri soldati con l'arma da fuoco /21r/ aguerriti dal longo esercitio, sono mirabili com'ho detto nel principio. Le loro intentioni, eccellentissimi signori, sono di stancare l'eccellenze vostre, il fatto parla, dopo che hanno veduto che la città di Candia, con brechie aperte che fano spavento a vederle anco riparate, non hanno potuto acquistarla, mercé la virtù di chi comandava et il coraggio di chi operava, si sono rimossi dall'upinione di guadagnarla con il fuoco, et se n'esprimono et l'hanno fatto nelli ultimi giorni, parlando li principali di loro col general Gildras con occasione che era ussito per il concambio dell'ingenier Moretti, quale dicendogli che cosa facevano là, che potevano partirsi a suo bel agio, perché né col ferro né col fuoco mai haverebbero presa quella città, il primo tra di loro li disse che era vero, che lo sapevano ancora loro, che non vi pensavano, ma che sapevano anco che s'una volta quelli signori che stano là a basso, volendo dire a Venetia, non havessero per due mesi mandatogli il soccorso, o che nel mare fosse perito, che tutto sarebbe stato suo et haverebbero acquistato Candia senza isporcar la spada di sangue. 

Quello habbia da essere lo sa Iddio, sarebbe temerario il mio ardire se volesse fare pronostici o dare aricordi, /21v/ quello posso dire è che, discorendo con la ragione, Candia, col numero delle militie che si trovano, se sarà sovenuto con moderato denaro et con pane in abbondanza, assistita dall'armata in caso di attaco, constantemente, spero a viva forza non sarà mai presa da turchi, et tanto meno quanto la diretione pende da due prestantissimi senatori, l'eccellentissimo capitan general Foscolo et eccellentissimo proveditor general Riva, il merito et applicatione de quali né io sono habile a spiegarlo né posso, per la stretissima congiontione di sangue con l'uno et grandissima obligatione con l'altro, parlarne senza timore di essere creduto interessato. Di coraggio et di fede ne diffensori vostre eccellenze non possono desiderare d'avantaggio, [et] hanno ragione, perché diffendono la loro fede, i loro figlioli, le loro sostanze, si mantengono sudditi ad un prencipe che, si [scriverà], lo conoscono et ne parlano con lacrime di tanta tenerezza che questo eccellentissimo Senato se ne consolerebbe nel veder[le]; ne hanno dato saggio in tempi di tanti assalti, ne hanno rinovato il testimonio nell'ultima rivolta delli oltramarini, cosa che non ridico per essere recentemente impressa nelle loro memorie: la loro bravura è conosciuta da turchi istessi, et se n'esprimono, dicendo non haver /22r/ paura d'altri huomeni che di quelli neri con le spade lunghe. L'interesse, l'esercitio li ha resi così arditi, et io ho pure veduto con l'ochio proprio una donna vestita da huomo, col moschetto in spalla, et redarguita di essere tale, prima negando et poi convinta, disse: “il sesso non pregiudica al coraggio”.

L'eccellentissimo signor general Gildras, che veramente ha esercitato meco i atti della più pena cortesia, et che ha voluto con esercitii di benignità honorare la carica, di gran lunga sopra il merito di me che la sostenevo, prima del mio partire mi ha dato lui medesimo una lettera dricciata a me, io credo et so di credere il vero, haverlo fatto acciò la consegni a vostra serenità, et io l'ho accettata volentieri, essendo l'espressioni tutte modestia li mottivi tutti zelo: questa contiene particolarmente un suo generoso antico pensiero, sarà ingionta, et la prudenza publica ne farà qual caso che merita la cosa.

La militia tutta oltramontana mi ha presentato altra carta segnata da 30 e più officiali, questa in ristreto non contiene altro che offerte di sangue, supplicationi di denaro, me l'hanno e accompagnata con tratti di tanta modestia che bene li leggevo nel volto li mottivi dell'offerte non haver altro eccitamento che la riverenza, quelli delle supplicationi non havere altro sprone che quello della necessità. 

Io /22v/ ho veduto bene, anzi, necessario l'accettarla, assicurandoli [che] il publico conosce la loro fede, aggradisse li loro sudori, et che il loro sangue sparso è quello che imporpora una gr[an] croce nel stendardo della fede: le ho dato quella consolatione maggiore che può dare le buone parole, ch'è più forte di quello che ogn'uno crede. Questa pure sarà aggionta, et se sarà stimato bene scrivendo all'eccellentissimo Riva il comandare che [li] sii dato a cambio di questa carta buone parole, potrà essere di frutto.

Altro mottivo in voce non hanno mancato di farmi del desiderio loro, il publico si applichi alla ricupera d'officiali schiavi, nel fatto di Sittia particolarmente essendone restati moltissimi, li nomi di quelli che sono vivi essendo descritti nell'ingionta carta: fra questi rissiede privo di salute, abbatuto di forze ma vigoroso d'animo l'illustrissimo signor Marc'Antonio Dolfino; le relationi che mi ha fatte l'ingenier Moretti, ultimamente liberatosi, qual è come strupio et non può driciar[si] per il patimento ricevuto dalle catene, hanno violentato le mie lacrime al suo compatimento, lo dico mal volontieri ma bisogna lo dichi, dubito grandemente che li patimenti et le severità facino che la costanza dell'animo cedi alla debolezza delle forze et vi lasci la vita.

/23r/ Eccellentissimi signori, questi sono quelli puochi lumi che ho potuto ricavare in brevissimi spatii, che mi sono fermato nella piazza, occupato et afflitto. L'ubedienza mi ha servito di passaporto per haverli portati in questo luoco senza biasmo. So l'eccellenze vostre li aggradiranno come testimoni di un cuore tutto rassegnato a publici cenni. Se la misericordia di Dio con un gran miracolo ha voluto che non mi somerghi nel mare, et mi ha presservato a nuovi cimenti, per la mia riveritissima patria ordinari quei sacrifiti che si fano di se stessi una sol volta al suo prencipe, così l'eccellenze vostre voranno non solo compatirmi ma consolarmi, non volendo continui nella p[ru]denza di questo eccellentissimo Senato un pietoso sì ma, ardirò dire, giusto solevo a cittadino ubediente, che ha abbandonato casa et una numerosa figliatione, che sempre più si va accrescendo, per incontrare i cenni dell'eccellenze vostre. 

Le mie perdite sono e grandi e note, bisogna ridichi quello ho detto altra volta, ho perso in un'hora quello havevo posto insieme in dieci anni, oltre questo quel denaro che doveva sostenermi. Hora non dimando, supplico di non essere obligato a restituire quello che non ho et ho speso in suo servitio. Se le leggi della puntualità non mi havessero divertito, potevo sodisfarmi da me stesso: fu /23v/ trovato un gropo di denaro, questo poteva rissarcire et fare avantaggiare le mie perdite, non vi era né vi è chi lo dimandi, questo si ritrova in cassa publica; eccellentissimi signori, non credo che voranno che li publici acquisti si faciano con le mie perdite (che però saranno sempre gravissime), havendo voluto riconoscere il tutto non della fortuna ma della pietosa mano di quest'eccellentissimo Senato, et lo riceverò bensì come a qualche respiro a miei danni, ma come testimonio certo del publico aggrandimento alla mia fede, a miei sudori a miei pericoli fatti non solo in questo viaggio ma in disdotto di Terraferma et in uno d'Istria.

L'istessa confidenza tiene il fedelissimo signor Annibal Thebaldi, le conditioni del quale sono da me taciute, et perché so essere note et perché non ho habilità di farlo: lui ha perso tutto, la robba e la salute, li è restata la fede et l'attitudine e merita certo di essere in qualche parte consolato, mentre lui con li fratelli et nipoti s'impiegano e sono pronti ad impiegarsi, non solo con l'opra ma con la vita, in servitio dell'eccellenze vostre. Gratie etc.

Data li XI settembre 1652.

Gerolamo Bragadin ritornatto d'inquisitor in Candia