1608 Girolamo Minio
Relazione
Relatione del nobil homo signor Girolamo Minio ritornato dal reggimento della Ceffalonia presentata et letta nell’eccellentissimo Collegio a 16 giugno 1608
Serenissimo Prencipe
Piacque alla Serenità Vostra di destinar me Geronimo Minio al carico di proveditor della Zeffalonia, il qual carico mi fu consegnato dall’illustrissimo signor Andrea Contarini mio precessore, senator d’infinita prudenza et di quel valore et integrità che è ben noto a ciascuno. Onde con la scorta delle sue virtuose operationi ho sustenuto il detto reggimento per il corso de mesi 34, havendo atteso con ogni mio spirito et vigilanza a quanto ho stimato esser di mente et servitio pubblico et di benefitio di quelli populi et, sebbene dalla Serenità Vostra è stato sentito con più relationi li particolari di quell’isola et specialmente da quella dell’eccellentissimo et prudentissimo signor proveditor generale Pasqualigo, il quale con il solito della sua molta prudenza et diligenza ha rimediato a diversi desordini et inconvenienti, alli quali l’ordinaria authorità non poteva provedere. Tuttavia essendo essendo così obligo mio di rifferire con brevità, Le dirò il stato in che al presente s’attrova quell’isola, dell’entrate et spese sue et d’alcun particolar ancora della fortezza di Nasso [Asso].
L’isola della Zeffalonia, Prencipe Serenissimo, è de circuito de migli 160 divisa in 19 pertinenze o contrade come vogliamo dire, nelle quali sono 226 ville ben habitate et il numero dell’anime d’esse sono 39.591 giusta la descritione da me personalmente fatta innanzi l’armar delle galere con l’occasione d’esser stato alla visita di tutta l’isola, essendo molto tempo che non s’era fatta che è stata con molta sodisfatione di quell’habitanti, la qual descritione ancora feci poi per ordine dell’eccellentissimo signor proveditor generale Pasqualigo. De quali habitanti ne sono da fatione 12.954, vecchi 1095, putti 4770, donne 20.768, che in tutto fanno la somma suddetta. Il viver d’essi lo cavano di quanto racolgono nella medesima isola, che sono grani in mediocre summa , oglio , ma per il più da un numero grosso di animali minuti e grossi de quali cavono lane in quantità sì per il bisogno del lor vestire come anco per fare schiavine, delle quali ne vendono in buona summa, et dell’uve passe, poiché per esser grande il benefitio, che d’esse ne cavano, vanno giornalmente levando li terreni dalla coltura de formenti pintandoli di dette uve passe, procurando poi nella sumità delle montagne et altri lochi non buoni seminarle de formenti, di modo che tutti il migliori terreni dell’isola s’attrovano piantati. Cavano al presente intorno a quatro millioni d’uve passe che fanno sacchi 9.000 et questo cavedal può valer sino a ducati 150.000 et sebbene dalla Signoria Vostra è stato levato il datio della nova imposta di quell’uve, a ciò che tutte esse venissero in questa città per maggior comodo et benefitio del trafico et utile de suoi datii, tuttavia non vi è condutta la quarta parte, essendonedone tre portate fuori dell’isola in tempo di notte per la comodità delli molti porti che vi sono et della gran quantità di fregatte che ivi s’attrovano. Vanno gl’Inglesi con li vaselli loro a Chiarenza [Glarentza], loco turchesco vicino a Patrasso, dove senz’alcuno impedimento caricono a modo suo, dando per tal causa certa poca recognitione alli Turchi di quel loco et è cosa molto difficile il poter oviare a simili inconvenienti et il danno che ne riceve Vostra Serenità è grandissimo.
Le biave che si racolgono in quell’isola essendo il racolto buono può far per il bisogno di quelli habitanti per li doi terzi dell’anno incirca et dal paese turchesco con il transito delle fregatte ordinarie dell’isola se ne cava quella quantità che suplisce al bisogno, traficando quell’isolani ordinariamente conducendo nell’isola da Dragomest’ candele et contorni di Santa Maura non solo grano ma carnazzi, pollami grossi et buona quantità de vino et con l’occasione de così fatta navigatione ve si è fatto una buona mano di marinarezza.
La quantità delli galeotti descritti, sebbene è di consideratione, tuttavia pretendendo loro l’essecutione de loro privilegii, con molta difficoltà si potevano armar tre galere, ma la deliberation fatta dalla Signoria Vostra sopra essi privilegii per li prudentissimi racordi dell’eccellentissimo signor proveditor generale Pasqualigo levarà per l’avenire in gran parte le difficoltà che vi sono et nell’armar ch’io feci delle tre galere l’anno passato d’ordine della Signoria Vostra, siccome mi fu facile d’armare due in quatro giorni senz’alcun impedimento così nella terza m’incontrarono difficoltà grandissime et quasi insaperabile et questo per causa d’alcuni poco obedienti, eccitati a non obedire d’alcuni che non havevono potuto ottener il carico di sopracomito, dimodoché per così fatto eccitamento et per la natura poco buona di quelli populi, per l’avedità d’ alcun sopracomito e ministro, gl’inconvenienti che nacquero furono molti, a’ quali providdi come potei, credendo che all’hora giongesse il mio sucessore, siccome m’haveva affirmato con la grinta del suo canceliere che a quel tempo gionse et per openion mia armandosi galere nel tempo del racolto s’incontrerà sempre in gran difficoltà, siccome in altro tempo sarà assai facile l’armare.
S’atrova in quel loco un fontico, qual fu eretto dalli medesimi habitanti con capitale de ducati 6.000, quall’ è retto et governato d’alcuni che da loro son deputati a quel carico con ordini loro particolari et questo danaro è maneggiato da loro medesimi. All’arivo mio ritrovai che tutto esso capitale era in più mani, onde con molta fatica ho potuto recuperarne poco più de ducati 3.000, li quali al presente s’attrovono nella cassa di quel fontico per potersi di quelli sommenistrare al bisogno d’esso.
L’entrata che Vostra Signoria cava di quella camera è dalla decima delle biave, dalli datii de vino, grana, lino, uva passa, intrata et ussita, vino a minuto, livelli di case et delli dui terzi delle condanne che si fanno da quel reggimento. De tutte queste decime et datii soleva cavar d’entrata la Signoria Vostra ducati 24.000 et più, ma hora non si cava più de ducati 18.000; questo callo d’entrata è causato per esser abassate assai le decime delle biave, che era in nervo principal d’essa entrata et questo per causa d’haver continuamente impintato d’uve passe li migliori terreni com’ è detto et restringendosi sempre più la semina, il datio ancora va diminuendo in grossa summa et alli tempi passati soleva suplir abondantemente quell’isola di grano per il bisogno suo.
Ha causato anco gran danno all’entrate della camera la gran quantità de quatrini ch’era sparsa per tutta l’isola, essendo che per così fatta cativa moneta li reali che si soleva cambiar a lire 8 l’uno, si cambiavono sino a lire 12 e 13 e quest’alteratione causò desordine di consideratione in tutti li negotii, il qual reale per ordine dell’illustrissimo signor proveditor generale Pasqualigo, accuratissimo in tutte l’occasioni publiche, fu posto da sua eccellenza a lire 7 soldi 10 e terminato che ad esso prezzo fosse ricevuto nella camera onde così è stato osservato et sino al presente se riceve. De quatrini poi, sebben per l’isola n’erono in quantità, pochi però se ne ricevevono in camera, hora lodato sia nostro signore Dio che ho potuto librar tutta l’isola da simil sorte di moneta né al presente se n’attrova pur minima quantità d’essa.
Appresso l’entrata di essa camera delli ducati 24.000 che si cavava, vi era ancora l’entrata de ducati 20.000 che s’estrazeva del datio delle uve passe per la nova imposta et con tutta quest’entrata all’hora si supliva non solo alle spese occorenti delle fabriche, militia della fortezza di Nasso [Asso] et altro, ma anco per il servitio della fortezza di Corfù, solitandosi mandar da quella camera da ogni regimento ducati 25.000 e 30.000 con notabelissimo benefitio pubblico et veniva Vostra Signoria a restar sollevata da quell’interesse di danaro che al presente convien mandare in quella fortezza.
Ritrovati debitori di quella camera di ducati 30.000, la maggior parte d’esse per esser di molto tempo sono fatti quasi inesigibili. Io ne ho riscosso circa 10.000 et per facilitar il riscuoter ho donato a ciascun debitore quela porzion di pene, che alla persona mia s’aspettavano, quall’era la metà d’esse, siccome dalle note delli libri pubblici manifestamente si vede né con tutto ciò ho potuto far scuoter di più, onde convengo con riverente affetto rapresentarLe il gran patimento che ne riceve quella camera dall’elevation del datio della nova imposta et quanto segui diverso l’effetto dal pensiero di condur tutte l’uve passe in questa città, siccome sempre più manifestamente sarà conosciuto da ciascuno.
Con l’occasione della visita ch’io feci viddi la fortezza di Nasso [Asso] et fu nel tempo che era al mio governo il clarissimo signor Francesco Pisani dove ho trovato esser benissimo trattati quei soldati et habitanti da sua signoria clarissima et dalla prudente maniera del suo governo restava ciascuno sodisfatto, procurando con ogni suo spirito per farsi conoscer degno rapresentate della Serenità Vostra haveva fatto fabricare una cisterna et perfettamente finita et fatto terrapienare molti passa de muraglia nel loco nominato la Cornarache e dalla parte di maestro et similmente fatto terrapienar le piazze delli doi cavallieri che se ritrova sopra il loco detto la Canala, havendo anco accomodato molti passa de muraglia n’ha mancato d’operar tutto quel più che ha stimato esser di servitio e benefitio pubblico.
Ritrovai in detta fortezza 300 soldati, 200, sotto quel governatore, il qual poi è mancato di vita e cento sotto doi altri capitani, li quali tutti rassegnati et erono al numero suddetto.
Ho procurato nel corso del mio carico di ben intendermi con tutti gli rapresentanti della Signoria Vostra, con li quali ho havuto a trattare et imparticolar con l’eccellentissimo signor generale Pasqualigo mio signore in ogni tempo osservato et enistimato da me, siccome ricevono le sue virtuose condizioni et obligata servitù che tiene la mia casa verso sua signoria illustrissima et ho sempre adempito, quanto da sua eccellenza m’è stato comesso. La medesima buona inteligenza ho passata con li quatro consiglieri che sono stati nel detto tempo appresso di me et sono li clarissimi signori Nicolò Falier, Gerolamo Briuni, Anzelo Da Mosto et Triadan Gritti, quali tutti hanno esercitato il suo carico di quel modo che si conviene a diligenti rapresentanti di Vostra Serenità havendo havuto per solo fine il servitio pubblico.
Questo tanto, Principe Serenissimo, è stato detto da me per compita sodisfatione del mio obligo et havendo procurato per tutto il corso del mio carico di non attendere ad altro fine che del solo servitio pubblico et a quello che ho conosciuto esser di benefitio et grandezza di questa Serenissima Repubblica, siccome in altri carichi ho il medesimo fatto non havendo havuto risguardo a qualsivoglia mio interesse. La si compiacerà di ricever da me quello che al presente con sicerità d’affetto ho potuto fare, ricevendo la mia buona voluntà per suplimento di quello in che vi (?) havesse mancato. Gratie et cetera.