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1692 Nicolò Erizzo

Relazione

Niccolò Erizzo, Provveditore estraotrdinario in Albania, 1692

Relatione dell’Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Nicolò Erizzo Proveditor estraordinario in Albania

Serenissimo Principe

Reso degno di servire la Serenità Vostra nel sostenimento di questa Estraordinaria Reggenza s’è soggettato il mio spirito all’obedienza de publici riveriti voleri, da quali, si come si conosce oltre il merito decorato, cosi coll'hereditaria di spositione, e peso del debito di render all’Eccellenze Vostre, i più sodi testimoni della propria applicata servitù. Sciolto in parte dall’urgentissime applicationi, frà quali hò sin hora ne scorsi moti aggitato, mi son ridotto à riconoscere lo stato, che nell’Albania et Hercegovina hanno nella corrente guerra gloriosamente acquistato l’armi trionfanti della Serenità Vostra, il numero de nuovi sudditi, la situatione, il genio, e rito loro, l’importanza de posti, che si mantengono, le conseguenze, che trahono seco, qual parte potrebbe più assicurare il confine, sin dove s’estendeva il vecchio, per render alla publica sapienza quella dovuta relatione, che deve contenere l’adempimento dell’obligo mio, non solo, ch’i motivi de publici sapientissimi riflessi. Riconosceva nella passata pace il presento dominio il solo littorale dal Castel di Lastva [Kastel Lastva] ultimo confine sino quattro miglia di sotto Budua con una ben angusta linea di terra, per cui giungeva à Cattaro. Poscia altra parte di littorale sopra il Golfo, compreso in quello il Monte, che viene à formare questo canale, stendendosi sino all’ultimo seno, e discendendo poscia dalla parte opposta sino à Perasto, ò poco più in giro. Tra terra non godeva, che la sola costa de monti, cosi che si riduceva ad una misera ristrezza.
Comparte però à questa parte l’Armi gloriose di Vostra Serenità hanno nei pocchi anni della corrente guerra scacciato gl’Ottomani da più vicini contorni; si sono impossessate di Città, hanno acquistato sudditi, e dilatato ampiamente confini. Nella descritione di questi s’incomincierà ordinatamente dal Castel Lastva, da cui pochi miglia si distende à Maina l’avanzamento non potutosi ancora toccare la Craina [Krajina], che comprende tutto il tratto del Paese circonvallato dal mare, dal fiume Boiana, dal Lago di Scuttari, e confinante da tramontana col Montenero, chiudendovisi Antivari, e Dulcigno. Dal lito ascende sino à Cernizza [Crnica], e Fiumara [Rijeka], li territori de quali sono bagnati dal Lago sudetto, arriva al fiume Zenta [Zeta], s’inoltra à Ostrogh [Ostrog] monastero di Pliesseni [Pješivci], chiude li Riggiani [Riđani], et altri popoli, sino al fiume Piva, e lasciando fuori Clobuch [Klobuk], e Corenich [Korijenić] discende sino à Zubci, chiude il contado di Castel Novo sino a Suttevina [Sutorina], come di sotto dirò.
In questo lungo tratto di paese non sono inclusi molti altri popoli, già dedicati alla publica devotione, stabilendo questa linea solamente il più sodo confine, da cui sono affatto espulsi gl’inimici. Comprende ben si la medesima tutto il cadilvato [kadiluk ?] del Montenero, che camina da Spizza [Spič], s’estende à Nixichi [Nikšić], discende alla villa Vucodo [Vuči do ?], confin di Grahovo, e di la passa nel confin del contado di Cattaro, e Zuppa [Župa], e si chiude alla campagna di Budua, separato dall’Albania, e dagl’altri monti del Lago di Scuttari, e dalli due fiumi Morazza [Morača], e Zenta, facendo fronte à Zabiach [Žabljak], e Podgorizza, fortezze nemiche. La sua longitudine arriva à miglia 80 in circa, e nella latitudine, essendo ineguale il più, che se dilata à miglia 30 dal confin di Cattaro sino al fiume Morazza. Richiudeva anticamente in se stesso villaggi 141, ma distrutte la maggior parte nelle passate guerre, e dai ribelli, si ristringono al solo numero che sarà qui sotto annotato.
Si divide in, 5, comuni, Cernizza [Crmnica], Fiumara [Rijeka], piano di Eliesco poglie [Lješkopolje], overo Lievansca, Nallen [Lješanska nahija ?], Cattuni, e Pliesseni [Pješivci]. Cernizza, ch’in lungezza hà miglia 18, e in largezza 6 [?] confina con Braichi [Brajići] con Smiglieva ulizza [Cmilova ulica], ch’è il vecchio confine de Pastrovicchi [Paštrovići], tre miglia oltra il Castel di Lastva col Kadihvcato [Kadiluk ?] di Antivari nella Craina, e in buona parte col Lago di Scuttari dirimpetto Xabiacco [Žabljak]. Si distende in pianure, ma s’inalza anco in colline, e montagna, producendo non ostante vino d’isquisita qualità, grosse copie di grano, e quando è fertile la vendita può nutrir le sue genti non solo, ma tutto il Montenero.
Abbraccia in se stessa 12 villaggi, che danno un corpo d’anime 1.905, ma soli 335 huomini d’arme, è diretta da otto conti. Seguita questa il Comun della Fiumara, diviso in quattro contee, arrivando la sua lunghezza à miglia 18, la largezza à, 5, confina con il Lago di Scuttari, col Comun di Cattuni, con Cernizza, e Gliesco poglie. Il sito, se ben per lo più montuoso produce ad ogni modo vini, e grani, sufficienti ad alimentar anime 2.124, fra quali si rittraggono 475 huomini d’arme da 14 ville, che lo compongono.
Continua l’altro di Liesco poglie overo Lievanska nahia [Lješanska nahija], confinando con Fiumara, con Pliessevzi [Pješivci], col fiume Morazza, e con Cattuni, lungo quali 15 miglia, et altre tanto largo. Colli, e monti pure questo racchiude, e le sue semine nel poco piano, producono bastante nutrimento à 1.574 [?] anime, ne quali li numerano huomini d’arme 33 i ridotti in 12 ville, dirette da cinque conti.
Dietro à questo è situato Pliessevo, che confina con Liesco Poglie, e Nixichi col fiume Zenta, e Cattuni, stendendoli in miglia 30 di lunghezza, e dieci la maggior parte larghezza, che per altro è ineguale. Hà del sito assai montuoso, e poco piano insufficiente, perciò il raccolto cosi de vini, come de grani al mantenimento di 950 anime, ne quali sono compresi 200 huomini d’arme, governati da un solo conte. Nel seno di questi quattro communi giace d’altro di Cattuni, che confina con la campagna di Budua, Zuppa, e contadi di Cattaro [?] cosi disteso, che pareggia la lunghezza degl’altri, ma cede in latitudine, e cadauno d’essi sangue frà la sterilità, et mendica d’alimento da vicini. Pure si tramezzano nuove contee, che dirigono una grossa popolatione di 5.565 anime divise in dieci ville, estrahendosi 1.038 huomini d’arme. Oltre le vendite de vini, e grani, come hò predetto ricavano questi popoli non poco fruto da numerose greggi, che per il commodo de pascoli in quantità conservano. Esercitano anco la mercatura, diffendendosi coll’industria dalla miseria, specialmente Cernizza Fiumara, et Cattuni. Questi due hanno la scalla à Cattaro, ove conducono lane, pelame, formaggi, cere, e scoranze à suoi tempi. Quella via, e riviera del Lago di Scuttari sospesa per li accidenti del contaggio, capitando per la medesima da Scuttari, e luoghi continui, lane, cordovani, cere, tabacchi non hà luogo forte, o passo alcuno, che la defenda, e perciò è soggetta all’invasione tanto de Turchi, quanto de Christiani, causa, che l’obliga à variarne le sue rissolutioni, secondo le congiunture. Non si può però negare, che la sua inclinatione non sia verso il Serenissimo Dominio, mentre doppo essersi volontariamente dedicata nel principio della corrente guerra à Vostra Serenità per [?]  l’incendi e schiavitù, che sofre doi anni sono de Turchi, se ben convenne piegar il collo alla Barbarie Ottomana, unitamente colli communi di Fiumara, ad ogni modo sostentando fedeltà, l’hò di nuovo ricoverate sotto la publica protetione col sudetto Commun di Fiumara nella mostra da me fatta nelle publiche armi à difesa di Cetigne, come humilmente accennai nel dispaccio numero 6. Questo è il vero essere presente di Montenero, di cui è Governatore il Kavalier Generalissimo Antonio Boliza, famiglia benemerita della Serenità Vostra, soggetto di degne conditioni, e di valore, stimato da quei popoli, li quali vivono nel rito Greco, e riveriscono [?] con osequiosa devotione il Monastero di Cettigne, ove risiede Monsignor [?] vescovo Vessanesi [Visarion ?], concorrendo tutti con gran veneratione ad adorare quel luogo. Per questo Capo principalmente deve premere la sua sussistenza, considerabilitamento oltre di ciò per esser unico reffuggio in caso d’invasione di tutti essi Montenegrini, correndo nel punto stesso li paesi inferiori, che sono Maini, Pobori, Braichi, Zuppa, Budua, e tutti gl’altri confini, potendosi quasi certamente sperare, che sino si mantenirà [?] quel posto sarà solda la fede del Montenero. Questo prima si dedicasse alla Serenità Vostra soggiaceva al comando del Sangiacco di Scuttari, a cui rendeva annual tributo di reali 8 [mila ?] oltre l’impositioni estraordinarie, alle quali tal volta per l’ingordigia del comandate soggiaceva. Hora viene libero d’alcuna obligatione, ne sarà poco conservarne [? ] anco in si disciolta maniera il possesso, mentre poi il tempo di pace non mancarassi riflettere à publici vantaggi, parendo ........ [le due parole sopora il testo ?] nel che giusto, ch’in sino dura la guerra non soggiaccino ad incomodi maggiori di quanto la medesima produce.
Importa sommamente al publico bene, che questi popoli del Montenero vivano trà loro in pace, et con unione, e perciò vi vuole tutta l'attentione à sopir ogni minima differenza, che trà loro nasce, potendo questa generare pessime conseguenze, per il costume, che l'offesa privata d'una sol cosa, viene riputata ingiuria di tutto il commune, da che nascono le fattioni, e causa guerre civili, come più volte è successo con pericolo, ch'insanguinati, et indeboliti tra di loro, restino finalmente preda dell'inimico commune.
Anticamente questi cinque communi havevano l'obbligo da comodar le saline, ch'erano nel piano di Zuppa, et li habitanti di queste facevano il sale, ch'à tutti quei popoli è di tanta necessità; travagliavano però volontarii ma hora distrutte le medesime hanno perduto questo commodo, e si provedono alla scalla di Risano.
Tra li presenti che soggettarono al dominio di Vostre Eccellenze sono stati li Zuppani, situati in un'amenissima pianura trà Cattaro, e Budua di lunghezza di miglia 17, e di 10 di latitudine, confinando col contado di Cattaro in parte al Montenero et col territorio di Budua sono anime 1.233, da quali si ricavano 236 huomini d'anime, divisi in quattro contee. Questi sono popoli fedelissimi alla Serenità Vostra, dalla di cui paterna carità vennero ultimamente beneficati coll'approbatione di parte di privileggi, goduti sino quando furono membri di quel Serenissimo Stato, avanti la passata pace, pronti alle mosse, et non riccusanti li cimenti, ne quali hanno sempre dimostrato un applausibile constanza.
Oltre li fiumi Morazza, e Zenta e di là da Podgorizza ne monti dell'Albania inferiore habitano i Cuzzi [Kuči] di rito romano, che religiozamente osservano, e dietro à questi verso tramontana li Pipperi, Bilopavlovich [Bjelopavlići] di rito greco ascendenti al numero di 10 milla [?], e settecento anime, che conducono un corpo di 2.300 huomini d'arme.
Poco distanti da questi ultimi si fermano pure li Mratinich [Martinići], che sono anime 150, compresi 60 huomini d'arme, commune dedicato nel tempo della mia reggenza, con li Bolzani, come humilmente accennai nel dispaccio numero 3 di quali parlerò qui abasso. La loro situatione è in una parte la più montuosa, rilevata, e forte, ove hanno sempre potuto diffendersi, et abbatter li Turchi, da quali più volte fà tentato soggetarli.
Questi con altre di questi monti erano comprati nel Sangiaccato di Scuttari, et sono stati sempre da gl'Ottomani chiamati ribelli, perche giammai vollero esserli tributarii, ne ricever li loro commandanti. Portano il vanto di valore trà tutti li popoli d'Albania, et l'hanno dimostrato in molte occasione, in particolare nell'ultima contro Passà Solimano sospinto, e battuto con perdita d'armi, et insegne, et con la morte di più arditi. Professano divotione al publico nome, ma per conservarli in questa buona dispositione conviene di quando in quando coltivarli con donativi, tutto pero, ch'in ciò si spende, e ben spetto questo essendo il più forte antemurale, ch'habbia lo Stato di Vostra Serenità in quelle parti contro li Turchi. Non hanno, che solo torri, e la picciola cittadella di Spus [Spuž] frà il fiume Zenta et Pipperi, desiderarebbero fosse pressidiata dall'armi della Serenità Vostra, crederei potesse assai giovare il farlo, perche renderebbe un fermo possesso del paese, et imprimerebbe ne Turchi non poca tema la vicinanza d'un pressidio in luogo, ch'essi hanno convenuto abbandonare, oltre di che beneficati dalla publica generosa munificenza li capi più benemeriti d'essi monti, ch'intervennero la spirata campagna nella sconfitta del Sulimano coll' assegnamento di reali trè, mensualmente loro vite duranti, si può credere, ch'à pieno con ciò beneficati s'intervessarano maggiormente, per conservarli la paga alla difesa di questo luoco, e giova sperare, che moverano sempre per tal effetto, e senza eccettione tutte le genti loro, da quali potrà comprometterli un ottimo servitio.
A questo passo devo con la solita rassegnatezza rappresentar alla Serenità Vostra l'importanza di fermar il piede di Podgoriza, e Xabiaco, luochi di non gran consideratione per se stessi, ma d'infinite consequenze.
La parte de monti d'Albania, nella quale habitano li Cuzzi è un membro totalmente diviso dal corpo di questo stato in cimento perdersi quando [il testo bianco con i puntini] non lo conservi. Essi senza Podgoriza, ove si provedono del bisognevole non possono sussistere, essendo all'istessa consideratione anco li Pipperi, e Bilopavlichi. Vostre Eccellenze senza di questi haveranno difficoltà nel manternirli.
Xabiaco [Žabljak] poi fondato frà il Lago di Scuttari, e la Morazza, le di cui onde li bacciano quasi la fondamenta assicurarebbe alla Serenità Vostra il possesso del lago stesso, in cui sarebbe facile introdurre qualche buon legno per costegiarlo, e mantenire per li sudditi la pescagione, che abondante produce, dal quale poi la costa publica ne ritraherebbe una grossa vendita. Giovarebbe l’acquisto di quel picciolo, ma ameno tratto di paese, chiuso dal fiume Vum [Vir ?], che divide l’inferior dalla superior Zenta, dove poi à tempo proprio potrettesi introdurre un grosso comercio con Scutari, e sue vicinanze al luogo di Vum [?] già citato, per cui il spazzo de sali sarebbe considerabile. Tutti doi poi uniti donarebbero sicurezza al posto importantissimo di Cetigne, la communicatione, et unione di forze frà li Montenegrini, e quelli predetti dell’Albania conteguirebbero la reduttione di moltissimi altri, specialmente li Clementi tutti di rito Romano, che esemplarmente osservano; null’altro, ch’i due luochi predetti essendo l’apposto alla brama di ricovrarsi in grembo di Vostra Serenità, a di cui dispositione per le venture occorenze sarebbe sempre un buon numeroso colpo di scielta, e bellicosa gente, della di cui brama si può compromettere, ne vi sarebbe tanta difficoltà nell’unione di troppa, ch’alle essentialita di publico che ben spesso premono. Da questi sarebbero senza evitamente si può dire assediato Scuttari, sacheggiato, e dato alle fiamme il vicino paese conservarebbero l’acquistato, et in fine stabilirebbero con perfetto confine. Il bisogno è evidente, e sperarei non fosse per mancar la protettione divina nell’atto di opera, quando di proportionati à questo vi fossero li mezzi. Non resterebbero esclusi dalla linea, che venirebbe à formarvi molti popoli [il testo bianco] sopra habitanti, li quali tutta via vivono sotto il Turco, di cui sospirano se...... [?] il giogo specialmente li Vassoevichi [Vasojevići] frà il fiume Zenta, e Morazza, sopra quali continuo il mio riflesso, ma la lontananza è troppa. Formano una grossa popolatione, in cui si contengono 400 huomini d’arme
Seguitano li Robzani [Rovčani] attratti da me alla publica devotione con li Mratenichi [Martinići] prenominati doppo la sconfitta altimamente del Passà d’Albania.
Occupano 10 miglia di paese in longhezza, et in latitudine sù le rive della Morazza nella parte superiore, lungi solo undeci miglia per fianco da Collatino [Kolašin ?], che tocca la Servia.
Formano un corpo di 800 anime frà le quali 150 huomini d’arme, che si rendono considerabili per la marea del coraggio che li distingue, tenuti se bene puochi per li più forti, e rissoluti frà li popoli di monti, e già prestato il giuramento di fedeltà, hanno anco questi spiegato li publici gloriosi vessilli. Qui termina il dominio dell’Eccellenze Vostre nell’Albania, che sara considerabile ogni qual volta sia ben assicurato con Podgoriza, e Xabiaco, per quali caderà da se stesso il Castello di Medun.
Nell’Hercegovina poi inconmincia dalli popoli Nixichi, che da quel canto sono li primi, e s’estendono sino Piva in lunghezza miglia 40, e quali in oltre tanta larghezza confinando con Montenegro co’ Bilopavlichi [Bjelopavlići] con Piva [?], con Bagnanii.
Si distinguono in due comuni, nelli quali sono dieci conti, se bene tutti si riducono sotto un solo capo. Il paese è quasi tutto piano abbonda di formenti, et altri grani. Viene irrigato da diverse fiumare. Hà vasti, e copiosi pascoli, e perciò mantiene animali d’ogni sorte in quantità, delli quali ricava lana, formaggi, butiri [?] e carnaggi, merci, ch’alle volte conduce alla scalla più vicina di Risano, sebene per lo più la divertisse il bisogno della confinante Turchia col prezzo maggiore.
La popolatione di questo paese ascende à 8.800 anime, frà quali si contano 1.600 huomini d'arme, qualcuno di quei principali nell'ultima colata del Passà d'Hercegovina à Dabar si ridusse alla di lui presenza nella tema della distruttione, che li minacciava, ma non se li soggettarono. Pretesero essimerli in tal forma da danni, ch'imminenti, et irreparabili li soprostavano, per altro si dichiariscono sudditi della Serenita Vostra il che dimostrarono quando 150 d'essi s'uniscono con Piperi nel ripulsare gl'attentati del Passà d'Albania. Il genio loro è ottimo ne vi sarà difficoltà à mantenirli, e rivogerli ovunque il bisogno li chiamasse sempre che vederanno in campagna le publiche armi.
Sopra questi seguitano doi communi separati s'uno da Drobgnaci [Drobnjaci], ch'ariva fino al fiume Zenta, e sarà lungo miglia 30 in circa largo 15 confinando con detta fiume da una parte, all'altra con Morazza, con Piva, e con Nixichi, abonda de grani, et animali. E da ciò ricava il suo sostentamente a li provede col negotio, come li Nixichi. Lei sono li suoi conti e 2.000, e più li suoi habitanti compresi 450 huomini d’arme.
L’altro commune è Piva, che da Nixichi và terminar con Gasco [Gacko] terra Turca, confinando da un lato con questa, dall’altro col fiume Drino [Drina], e terra di Foggia [Foča], che li soprasta. È lunga miglia 40, larga 20, la maggior parte montuosa diretta da otto [?] conti, ch’in 16 ville hanno 2.000 anime, ne quali si contengono 320 huomini d’arme, perdutosene oltre di questi nella corrente guerra un numero maggiore.
Il sito è montuoso, e boschivo, hà però colline, e valli ne quali seminando ritrahe d’alimento avantaggiato dell’abbondanza delle greggi, et armenti. Il fiume denominato dalla medesima la fende per mezzo, e produrre buona qualità di pesce. Di quanti questi ....per [?] siano esposti la loro lontananza bastantemente lo dichiara, di quanta fermezza poscia può la publica maturità comprenderlo dall'esser situati tra Collasin [Kolašin], Gasco [Gacko], e Clobuch [Klobuk] tutti trè luoghi per anco nemici. Sono sempre in cimento le constitutioni loro, motivo, che li trattiene dal corseggiare, non volendo promover per la presa di puoco la perdita del molto. Il paese di Nixichi, e Piva copre in parte i communi di Reggiani [Riđani], Bagnianii [Banjani], e Rudegnane [Rudinjani] che sono più forti, ma perche confinano da tramontana con Turchi Dabar, Glibomir [Ljubomir], e Tribigne [Trebinje], si sono la maggior parte ridotti à stanciar [?] nelli piani di Ottersanò [?], e Grahovo, altri con Nixichi stessi, sfuggendo le nemiche impressioni, i primi hanno trè contee, li secondi quattro, gl'ultimi una sola rilevano buon numero l'anime loro, ma sono compresse trà Grahovo, e Nixichi. Descendendo da questi s'arriva à Grahovo frontiera di Risano, che lo copre, importante, non solo perche tiene in freno li Turchi, ma perche assicura la scalla di negotio, che da Nixichi et altri luoghi superiori discende à Risano. Dal mantenimento di quel posto dipende la conservatione di tutti li nuovi sudditi da quella parte servendo di difesa à tutti li luoghi inferiori, et in occasione di bisogno occorrendo al soccorso de popoli de luoghi superiori necessario però lasciar pressidiata quella terra di militie. Vi si ferma il governator Sartori con la sua compagnia d'Italiani, che bisognosa anco rissulta per la cautella [?] della salute, per cui nelle passate gelosie molto hà valso per assicurarne il passo, come dissi alle caravane, che calano à Risano, ma più ancora per tenir in freno quelli popoli, che ne moti passati de Nixichi, e doppo ancora, come li successi hanno dimostrato, non erano senza titubanza: La sua giurisditione hà 12 miglia in lunghezza, e cinque in larghezza. Vi s’è fermata una grossa popolatione di 1.886 anime includendovili 350 huomini d'arme, concorsi ad habitarvi molti di Corenichi [Korjenić], Piva, e Gasco, confina da un canto dall'ultimo sito di Montenero, e dall'altro con Risano, da cui è distante 15 miglia con Nixichi, e Bagnanci [Banjani] col distretto di Clobuch, con il territorio di Castel Novo, comprende in se stesso doi pretiole pianure, l'una nominata da Grahovo, l'altra di Dvarsano [Dvrsno], lunghe cadauna doi miglia, e mezzo, e poco più di mezzo larghe, ma in ambi n'è della parte assai sassosa, e poco perciò il tratto di raccolta, quale al viver di quei popoli poco più di due mezzi supplisse, onde conviene bene spesso distribuir biave, per non vederli dalla fame perire. In effetto sono miserabili, ma corraggiosi, e se li bottini delle partite, nellè qualli si sono bene agguerriti non li sovennissero, assai più costarebbe, all'Eccellenze Vostre. Per accomodarli à render in qualche parte sicuri gl'altri superiore citati dall'Ercegovina, che nello stato presente sono divisi, come quelli d' Albania, giovarebbe il castel Clobuch, e in distanza di sei miglia di Grahovo, piantato sù la sommità d'un monte accessibile in un sol sito, e la natura lo constituisce forte per altro il recinto non è di somma consideratione, è verace [?] posta, senza di cui mal si scostara da quel lato il confine la di cui presenza cagiona troppo timore ne sudditi, per lasciarlo in mano à nemici, che la guardano con gelosia, considerandola la chiave del loro dominio. Con occupatione di questo, che veramente non può esser facile, ma ben gl'accidenti possono tale presentarla, s'ampierà lo stato, si darà comodo di campagne à sudditi, ritornerano alle proprie habitationi i Ragnanci [?], e Bagnanci, et Rudignani, sarà levata la necessità à Vostre Eccellenze di sussidiarli s’assicuranno li più avvanzati, e faciliterà la ridutione d’altri.
Di qui si cola à Risano terra di nuovo acquisto piantata sù la sponda del Canale, essendo sopraintendente della medesima Angelo Gonemi, soggetto zelante, e di perfetta puntualità; non è molto ampio il suo distretto, ne han quei popoli, che puochi terreni da coltivare, ma giungendole colà le caravane si profittano con mercantie, e senza molestia d’alcuno industriosamente vivono. Non hà recinto, ne altro luogo, che la possa difendere, ma è ben vero, che sussistendo li posti superiori, questa non può temere, è popolata da 597 anime di greca religione frà queste contano 113 huomini d’arme di buon coraggio, e ben aguerriti con la frequenza delle partite. Chiama la necessità d’erriggervi più d’un posto per assicurare li publici sali, che frequentamente sono daneggiati dall’inondatione, che suole prestare la quantità delle piaggie, e per le monitioni publiche, che per mantenimento di Grahovo occorrono in quella terra fermare, e per dar commodi all’apaltatore del vino di riponer le provitioni, che servono per quelle genti, e per le caravane. Per il ristauro d’una muracea, ch’à Turchi serviva di han, o sia riccovero di viandanti già da Vostre Eccellenze sono state rilasciate commissioni per respeditione di materiali, resta da riflettere ad altro luogo, che per me non sò trovarne, quando non si vogli gittar da fondamenti essendo stati nelle cose publiche investiti particolari.
Quivi discendendo s’incontra Castel Novo, in cui mentre era in poter degl’Ottomani, si comprendevano le terre di Risano, Piva, Corenchi, Tribigne, Gliubomir, mezzo Gazco con tutti li popoli già allegati sino Clobuch, ma hora si restringe da Morigne [Morinj] poco distante da Risano sino à Zubci, che sono miglia 40 [?] in circa di lunghezza 20 [?] in larghezza. Hà fertil campagne, come all’ Eccellenzze Vostre è noto; argomento diverso dall’intentione di chi commanda il riparto delle medesime, perche i più poveri sono esclusi, e singolari li nuovi habitanti levati da Tribigne, Gliubomir, et altri luoghi, obbligati dalla necessità rapinare per vivere. Devono dunque ò haverne bastante provitione ò esser soccorsi per sempre dall’Eccellenza Vostra, come sin hora s’è pratticato, e come anco di presente mi far instanza di biade, e di biscotti. Vero è che la necessità di questi restringe il paese, ma è ben anche vero, che questi lo difendono ragione, che deve acqustarle la preferenza à queli, che molto godono, e poco meritano, comprende anime 4.426, ne quali si numerano 850 d’arme, e di questi v’è governatore Zuanne Burovich da Perasto, huomo annesso fino dall’infantia alla nautica, non all’armi, al comando de marinari, non de popoli.
A Zubci 16 miglia lontano da Castel Novo passo, per cui si và à Tribigne sono erette trè Pandurizze, che difendono da quel lato il contado dall'inimiche scorrerie, et 6 compagnie de paesani di 170 huomini frà tutte le cuoprono, e sostentano, e benche il numero ecceda quali il bisogno ad ogni modo essendo scritti in queste alcuni benemeriti, che però sono sempre all'occasioni, et altri miserabili, non giudico infruttuosa la spesa. Fuori di questo passo v'è una buona campagnia di miglia, 5, in circa, ma dishabitata, et inculta, non assicurandosi ne Turchi ne Christiani di seminarvi. Al bisogno de sudditi questa occorrerebbe, ma devesi animarli [?] per non esporli. In capo alla medesima dirimpetto à Tribigne si è una collina, et una terra, che potrebbe occuparsi per formar alla campagna stessa vicino alle medesime una buona populatione unita, che farebbe fronte à Tribigne di quà dall’acqua, et con le tre delle compagnie allegate si pressidiarebbero. Tribigne è quella terra, che à pieno sarà nota alla publica sapienza, e vi superà, benche quanto importi d’impossessartene non mi difondero dunqe [?] nel rappresentarla, dico solo, che cadendo in dominio Serenità Vostra caderà anche per necessità Popovo, si liberavan dalla miseria molti sudditi, et in somma si può giustamente dire, che acquistarà stato, sudditi, e rendite, unirà l’Hercegovina con la Dalmatia, chiuderà il Governo di Ragusi, merce di cui soccorsi quella sin hora sussiste con la speranza, che debba riaprirsi il passo di Zarine [sotto il testo 2 parole ???] alla scalla di Ragusi, dal di cui transito ricavava il mantenimento del Pressidio, come facevano Gliubomir, Popovo, Clobuch, quali si restringerebbero si può dire in assedio.
Levato Tribigne à Turchi sperarei si potesse introdur il trafico à Castel Novo, dove sarebbe necessario un ben sussistente mandracchio, per ricovero de manzi, che ricever dovessero le mercantie, non havendo per altro la Balgaria, Vallachia, Bossina, Severia, Hercegovina, e parte dell’Ungaria scalle più vicine. Per operare però vi vogliono i mezzi, massime un buon corpo di cavalleria ad impedimento de soccorsi, che da luoghi nemici superiori può ricevere, essendo per altro assai proprie le congiunture presenti, mentre consternati Ottomani da progressi dell'armi di Cesme [?] dall'ultimo successo dell'Albania dalla miseria di cui vivono, concedono addito alla speranza di qualche buon profitto.
Qui si chiude lo stato dell’Eccellenza Vostra in fuori del quale in distanza di 15 miglia da Zubci esiste il posto importantissimo di Zarine, che consiste in una piccola torre con ristretta circonvolatione di masiera, viene occultamente insidiato da Ragusei, che lo mirano con aborimento in poter delle publiche armi. Gl’ultima minacciata invasione sopra lo stesso dal Bassà d’Ercegovina fù apra loro [parendo ? non cessamente ?] alle meditationi contro Grahovo, considerato quello per il transito delle caravane di maggior consequenza, et in stato di minor difesa per la mia lontananza verso l’opposto confine. Le mie però apportare distributioni, l’esempio infausto di Solimano raffrenarono l'ardire del popolo, e degl'adherenti, ma ben è vero, che mantenendosi i spiriti così inquieti, e mal affetti, è necessario star con assidua vigilanza, e con forte custodia, che non so' [?] in caso di maggior bisogno come pratticare nella scarsezza delle militie. Il più essentiale da considerarsi di questo è che non si può soccorrerlo, senza passar sopra il nemico paese, overo sopra le terre de Ragusi per quattro, e più miglia, cosi dall'una, come dall'altra parte.
L'espeditioni di munitioni si fanno à Ragusi vecchio dove v'è  un deposito, dal quale di quando in quando viene il bisogno due compagnie d'Oltramarini le custodiscono sotto la direttione d'un governatore. Poco lungi della torre s'ergono, 5, pandurizze, pressidiate da haiduci di Tribigne venuti alla publica devotione, et ridotti sotto insegna hanno la paga de nationali, che serve à molti di mantenimento della loro miserabile famiglia nella privatione totale di terre. Consiste quella popolatione in anime 531 frà le quali 148 d'armi, ma soli 167 arrolati. Ragusi col solito mal instinto hà tentato attrahere qualcuno nel loro stato, come huomini alla Serenità Vostra nel dispaccio, 10, per il che è necessità riguardarli con affetto distinto, e con puntualità esborsarli le paghe per l'anno colà il transito le caravane, dalle quali s'esiggeva il datio per Vostra Serenità, ne era poca la rendita per quanto osservo dalle note della Camera di Castel Novo riscosse dal 1690, che fù l'ultimo anno ...[?] 25.780 chiuso questo posto hanno i Turchi rissentito notabil danno, mentre dalle rendite, che quelle le portanano, ricavavano lo stipendio del Pressidio di Clobuch, Tribigne, et altre terre, come dissi, ma i Ragusei hanno minorato li loro vantaggi servendosi della strada di Slano. Intende la maturità di Vostre Eccellenze l'importanza di questo posto, che dall'odio de palesi non meno d'occulti nemici deve custoditi.
Quest’è il paese, che d’antico, e nuovo possesso ricondurre dell’Hercegovina, et Albania il Veneto glorioso dominio ne è poco sempre che li mezzi di sostentarlo saranno abbondanti, ò almeno equivalenti al bisogno. A paragone degl’acquisiti non ben corispondono necessitano le rendite per la Serenità Vostra, ma la pare caricarà [?] i reflessi all’ecconimia, et instradarà nel buon sentiero il publico patrimonio. Vero è che rissentirà lo sforzo maggiore di quello che non siano liberata, et esentate dalle giuste impositioni, che pur troppo ne sarà supplicata essendo certo, ch’i sudditi mai contenti degl’antichi implorano sempre nuovi privileggi, et di quelli, che meno han [?] bisogno più frequenti sono le dimande.
Venalissima percio riesce la loro fede, e dipendono da chi più d’offerisce. Sordido interesse prevale in loro alla riputatione, et alla vita, che niente stimano senza l’avantaggio di quello. Questa loro imemorabile dispositione, al rubbare genera continuati disturbi à questa carica per rappacificare gl’uni con gl’altri communi, la violenza de quali chiama solleciti ripari, cimentandoli [una o due parole sopra il testo ???] con la dilatione l’alimento d’un fuoco nello stato, da cui possono esser prodotti li soliti pernitiosi effeti delle civili dissensioni, sopra di che conviene frequentemente aggittare nel componerli, come all’Eccellenze Vostre ben noto da mie presedenti dispacci. Oltre li modi già allegati, con quali sussistono, li provecchiano con le rapine, che quotidianamente vanno cercando, aggiungendosi però in alcuni all’inclinatione la necessità, e massime in quelli di Castel Novo per le ristrettezze rappresentate de terreni. Pochi, come predetti seguirono il rito romano, à cui niente d’inclinatione dimostrano, imbevuti da religiosi greci quasi d’abominarlo per l’ignoranza di cui cadauno di loro scandolosamente è adorno, et per la superbia di ch’usa pastori nel rispetto, che da quei popoli esiggono. Molto più giovarebbe al servitio di Vostra Serenità li riducessero all’osservanza della latina religione, per cui più s’affettionarebbero à questo Augusto Dominio, essendo al presente impressi di massime barbare, più che Christiane, in ch’è inocente la loro colpa, ma ben dannata quella del numero maggiore de loro sacerdoti, che ne documenti non han per scorta la verità delli dogmi ecclesiastici, ma solo quelli espressi nelle selve, e fra gl’Ottomani ridotti. Che se una donna latina riceve un sposo greco doppo celebrato ad uso della chiesa romana la funtione dichiarano falso il matrimonio, et vogliono in ogni maniera con le loro formalità sposarli non prima anche di qualche scandaloso abiuramento. Fù ben conosciuta la loro imperitia dalla prudenza dell’Eccellentissimo Pietro Valier, e con mente religiosa decretò con sua Terminatione 13 settembre 1679, che li sacerdoti Greci di queste parti dovessero esser erruditi nelli articoli Christiani dal canonico di questo Catedrale dottore Luca Boliza, soggetto di virtuosi talenti, ma mancato di vita sono di nuovo precipitati à confondere loro stessi, et li fedeli. Al divertimento d’un tanto disordine più propitie devono esser le congiunture. In tanto rispenderebbe il santo zelo dell’Eccellenze Vostre, se nella terra di Risano, et Grahovo fossero destinati doi capellani, ch’almeno dell’anime delle poche militie, che cola si fermano havessero cura.
Tanto hò potuto raccogliere, per humiliare alla Reggia cognitione di Vostra Serenità, sodisfatto in quella difusa, ma sincera rappresentanza delle cose il debito di divoto, e zelante cittadino col fisso oggetto al servitio migliore dell’Augustissima Patria. Soggetto il ritratto dell’anime, et animali, et con nuovo dispaccio rassegnarò la constitutione del Canale la conditione delle Piazze, e Castelli. Gratie
Cattaro, primo marzo 1692
Nicolò Erizzo provveditore