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11 aprile 1584 Vicenzo Da Canal

Relazione

Relatione del nobile homo Vicenzo da Canal fù Rettor, et Proveditor di Cattaro, presentata il di 11 april 1584.

Serenissimo Principe. Illustrissima Signoria

Dovendo per debito mio dar conto alla Serenità Vostra del Reggimento mio di Rettor, et Proveditor di Cattaro, havendomi per sua benignita fatto degno, non restarò al presente di fargli sapere il stato della Città, {il numero} il aumento delle anime di quella giuriditione, et l’entrata di quella camera più brevemente, ch’io potrò, et raccordarli quello, ch’io conoscerò esser in servitio della Serenità Vostra.
La Città di Cattaro Principe Serenissimo deve esser posta in tanta consideratione della Serenità Vostra, {quant’ogn’altra} quanto ogn’altra, che s’attrova nel colfo suo di Venetia, et questo per le qualità del sito, nel quale è fabricata, et per le {molti doti} molte dote, che ha quel colfo in se, si per conservar un’armata per numerosa, ch’ella si sia, come per la fertilità {di} de grani, di carnazi, di pegole, et legnami; abondantissima di acque, molini per far biscotti, huomini d’ogni servitio, cosi da remo, come da spada, essendo che li dui Sanzaccati vicini {a’} ad essa, cioè quello del Ducado, et l’altro di Scuttari sono populatissimi di gente d’una, et l’altra sorte, per poter in ogni occasione rinforzar un’Armata, che Iddio non voglia, che mai venghi quest’occasione, perche quando cascasse in poter del s.r [?] Turco, sarebbe, con grandissimo danno di tutto il Colfo di Venetia, et con estrema rovina di tutta la navigatione del Levante, perche il nemico teniria di continuo in esso Colfo di Cattaro una banda di vasselli, che infestarebbono esso Colfo, et impedirebbe la navigatione, cosi sopra, come sottovento, nè guardarianno all’aspra stagione dell’inverno à uscir à danni di naviganti, nè vi occorrerebbe altro, salvo che tenir li vasselli armati, non havendo loro da far longhi {pariggi} parigi [?], per cercar preda, perche tutti quelli che passano in Levante, et vengono à Venetia nel tempestoso inverno, sempre costeggiano la costa sopravento, essendo che in quel tempo regnano li venti di sopra, come grechi levanti, et grechi tramontane, che li naviganti sono sempre astretti {senza: di} di venir in vista di terreni, che loro medesimi veniriano à darsi in preda, et se volessero far altra navigatione per il più veniriano à far come si dice, incidit in Scillam cupiens vitare Caribdim [Incidit in Scyllam cupiens vitare Charybdim], perche sarebbono spenti sù le rive di Puglia, che al fermo perirebbono, nè voglio al presente estendermi molto in dirgli li molti danni, che potriano far à tutte le isole sue di Dalmatia, come Curzola, Lissa, et altri lochi più vicini, che con una bella caduta di tempo lo potriano fare seben fusse l’inverno, il che al presente non li è permesso, rispetto che non hanno {altro ricetto} altri ricetti, che la Vallona, et Durazzo, che sono discosti da quel luoco, uno miglia settanta, et l’altro miglia cento, et che per la molta distantia, che è dalli sudetti luochi à quelli della Serenità Vostra non lo possono fare, perche il lungo camino, che hanno à fare, et il tempestoso Colfo di Lodrino nella {staggion} stagion del verno à naviganti leva l’occasione di poter operar quel che si faria con maggior commodità et più sicureza; quando fusse patron del detto Colfo di Cattaro, et perche potrei dir molto di questo importantissimo sito, non restarò di dirle, che non vi essendo altro ricetto da Santa Croce di Ragusa fino à Corfù, per poter ricevere un’armata della Serenità Vostra, che il Colfo di Cattaro, et Budua, per la quale anco sarebbe bene per opinione mia, Principe Serenissimo, che si assicurasse quel Porto, il quale si potria fare con poca spesa, con ridur la mal sicura, et rovinata terra di Budua sopra il scoglio, la qual sarebbe {riccetto} ricetto di tutti Pastrovicchi, che in tempo di guerra {fugono} fuggono in Cattaro; et si assicurarebbe quel Porto in {ogn’} ogni occasione, et si {alleggieriria} alleggereria Cattaro di un tanto numero di anime, che sarebbe grandissimo {benefitio} beneficio, et sollevatione di esso, rispetto all’impotentia del viver, che vi è in una di queste occasioni, essendo che, seben la Città hà qualche imperfettione in se, questa è la maggiore.
Vorrei anco, che per conservatione di quel luoco la Serenità Vostra tenisse sempre un buon numero di grani per munitione, havendo grandissima comodità di trarne dalle scalle di Redoni [in albanese: Kepi i Rodonit o Capo Rodonit ?], Alessio [in albanese: Lezhë o Lezha; in montegrino: Lješ], et Bogiana [Bojana ?], dalle quali si estrarre grandissima quantità, et si hanno à buonissima conditione, con che anco la Serenità Vostra potrebbe far lavorar nel sudetto luoco di biscotti essendovi commodità di {mollini} molini, che vi sarebbe anco {luoco} luogo d’allogarli, quando dalla Serenità Vostra fossero mandati legnami per acconciar alcuni luochi guasti, che sarebbono à proposito per questo effetto, nè posso dir il molto beneficio, ch’ella ne sentirebbe in {ogn’} ogni occasione, con per conservatione di quel luoco, come anco per {benefitio} beneficio della sua armata, la qual veniria à servirsi di panatica quando facesse di bisogno, essendo che molte volte, per non vi esser biscotti à Corfù, è astretta di venir à Zara, et in Istria, che quando si facesse quanto è opinione mia, si levarebbe questa occasione, si assicurarebbe quel luoco con grandissimo utile della Serenità Vostra, cosi per il mercato buono, che costarebbono li formenti, come anco, che si sparagnarebbono li noli delli vasselli, con li quali s'inviano li biscotti à Corfù, et il risico di essi di mare, et corsari: Le imperfettioni veramente che hà quella fortezza, dirò l'opinione mia, riportandomi però sempre à quelli, che sono più esperti di me. La muraglia dalla parte di mare, dalla Cittadella fino al Gordichio [Gurdić] non hà fianchi, che la guardino, nè meno è terrapienata, et è tutta resentita dal terremotto.
Dalla parte della fiumara dal torrione della Cittadella sino al mezzo {Beluardo} Beloardo del Riva, hà molti diffetti d’importanza, frà li quali vi è questo, che è mal guardato dalli fianchi, per esservi un torrione antico, il quale non fiancheggia. Il {Beluardo} Beloardo del Bembo hà molte appositioni, frà le quali sono queste, che è povero di spalle, et la sua piazza è troppo picciola, et per questo diffetto malamente diffende la cortina. Il {Beluardo} Beloardo del Riva è al medesimo termine, povero di fianchi; la cortina vecchia trà l [?] Bembo, et Riva è bassa, et sarebbe di bisogno alzarla, et terrapienarla di dentro per tutto, et cosi la vecchia, come la nova, et accommodar li suoi parapetti da novo.
La cortina dal Monte, che principia al Beluardo del Riva, et và sino al Contarini, è, sicura, perche il sito è forte, aspro, et montuoso, nè si può salire. Dalla piazza del Contarini sino al Castello la muraglia è povera di fianchi, et quello, che è di più importantia li diffensori stanno malamente à diffenderla, perche di dentro il luoco è stretto, in modo, che un’ huomo non può soccorrer l’altro, che per opinione mia sarebbe bene, che se gli facesse va corridore da poter deffender la sudetta cortina, essendo che il luoco hà qualche commodità di poter venir all’assalto, rispetto che di fori il {luoco} luocho è quasi piano, et alcuni luochi, che la sua archibusaria facilmente levarebbe le diffese alli nostri.
Del castello veramente dico, che la natura l’ha fatto forte da se per la qualità del sito, nel quale egli è fabricato; la cortina, che và dal Castello alla porta del Gordichio ancor lei è povera di fianchi et la muraglia in alcuni luochi è debole, et minaccia rovina, et haverebbe bisogno di esser restaurata, et perciò vorrei, che dalla Serenità Vostra fusse dato ordine, che da persone esperte in questa professione, mentre ch’ella gratia del Nostro Signor Dio, stà in una tranquilla pace si vedesse il luoco, acciò si provedesse per tempo, perche non andasse in rovina, quello che è fatto, et si remediasse anco alli sopranominati diffetti, che patisse il luoco, et qunto è quanto è l’opinione mia, reportandomi però sempre, come hò predetto alli più esperti di mè, et al sapientissimo giudicio della Serenità Vostra, la quale resti sicura, che sempre, che si attenderà con ogni spirito di haver un occasione di guerra un buon corpo di armata, non solamente conservarà tutto il suo stato da mare, mà lo ampliarà, che Nostro Signor Dio lo faccia à laude, et gloria sua, et à confusione delli nemici della Serenità Vostra.
La Città veramente è benissimo fornita d’artellaria, polvere, balle, et arme, et si attrova anco da 700 stara di megli in circa, che io comprai nel tempo del mio Reggimento {mio} del danaro, che mi lassò il magnifico mio precessore, il qual danaro non ho potuto investir tutto, rispetto, che non si hà havuto commodità di allogar li megli, essendo che li magazeni, dove si solevano tenir le munitioni sono in mal stato, et quando li havesse reposti in essi si haverebbono rovinati, et quasti, dove che son stato sforciato per non lasciar la Città senza munitione di sorte alcuna, quelli che hò comprati, riponer in una casa di particolari, perlo che saria bene, che dalla Serenità Vostra fusse dato ordine al magnifico mio successore, che delli legnami havuti dala Serenità Vostra facesse accomodar li sudetti magazeni, affine che non corra spesa cosi delli megli ch’io hò comprati, come di quelli che esso magnifico mio successore doverà comprare.
Voglio recordar anco alla Serenità Vostra che si attrovano in una chiesa alcune polvere mandate nel tempo della prossima passata querra che son al numero di barilli [i pochi punti]  la quale stà in luoco non molto buono o per non vi esser altro migliore, et già molto tempo è rovinata, nè vi è modo alc.o [altro ?] in quel luoco di acconciarla, et per opinione mia sarebbe bene, che fusse mandata de qui per poterla raffinare, et ve ne restarebbe anco buona summa, che s’attrova in un altro luoco, che non è cosi mal conditionata, rispetto, che il luoco è più esposto al sole, et assai buono, di che più volte ne hò dato riverente aviso alla Serenità Vostra.
Mi resta dar conto alla Serenità Vostra della miseria di quella camera, la quale hà grandissimo bisogno d’esser suffragata, essendo che non hà più d’entrata di ducati 1.500 in circa, et vi và di spesa all’anno in salariati, et spese estraordinarie ducati 2.600 in circa à tal che non può supplire alla spesa, et questo perche alli tempi passati non era tanto aggravata di salariati, et la gabella di quel luoco vendeva quantità di sali, con il tratto delli quali si potteva supplir al suo bisogno: hora se ne espedisse poca quantità, rispetto che li Turchi hanno ridotto il sue saline in stato tale, che suppliscono al bisogno delli suoi sudditi, sempre, che la staggion lo permette.
Vi sono anco sopra li dati molte graveze, che si pagano à diversi particolari et questo per decreto di Vostra Serenità che sono à grave pregiuditio delli sopranominati dati, che se fussero liberi, si incanterebbono con maggior utile della Serenità Vostra.
S’attrova medesimamente il fontico di quella Città un grosso capitale, concessolli dalla Serenità Vostra il quale per la mala aministratione di esso si hà lasciato intaccare ducati 2.000 in circa in tempo della prossima passata guerra, et al presente si può attrovare ducati 1.800 nè si hà dato mai opera, che sia riscosso il sudetto credito, et con grandissima fatica si è possuto venir in luce delli debitori di esso, li quali dopò per me ritrovati, hò fatto levar minutissimamente li conti, et tirati li debitori in resto, et dato espresso ordine che sia riscosso esso capitale, il quale in ogni occasione sarebbe di grandissimo aiuto à quella Citta, et sollevaria la Serenità Vostra da qualche nova dimanda.