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7 agosto 1640 Domenico Vendramin

Relazione

Relazione di Zuan Domenico Vendramin ritornato di Provveditore e capitano a Corfù
1640 agosto 7

Serenissimo Principe
Nell’incombenze della carica, sostenuta dalla debolezza di me Dominico Vendramin Proveditore e capitano di Corfù, appoggiata dalla benignità della Serenità Vostra alla fiachezza de miei talenti, non ho mancato essercitarmi con ardenza di puro zelo del publico servitio e con i spiriti maggiori di puntuale applicatione, stimoli tutti del mio devere(?), eccitamenti propri dell’interesse della patria, per cui l’emissione del sangue e l’impiego delle sostanze debbono esser sempre ogetti vivi nell’interno ed effetti anco efficaci di una sviscerata divotione, con questi riguardi io mi son adoperato nelle fontioni del mio ministerio, rappresentato più volte le consequenze importanti dei bisogni di quelle piazze, invigilato alla loro sicurezza con lo studio più diligente, così che havendo io osservato nel corso del mio servire tutto quel più ch’ha potuto sumministrarmi la mira del publico avanzamento, mi confesso debittore di rifferire alla Serenità Vostra, con la candida e dovuta sincerità del mio animo e col fondamento della propria verità, tutte quelle cose che possono concerner il valido mantenimento di quelle fortezze, vere preciose pupille dello Stato Maritimo della Serenissima Repubblica, antemurali e propugnacoli ben saldi e stimabili della grandezza del Dominio, accioché dalla singolar sapienza dell’Eccellenze Vostre, posti(?) i distinti rifflessi alle più considerabili particolarità, possino deliberare la fermezza del publico beneficio ed impartire consequentemente gl’ordini rissoluti e necessari.
Numero 1 Camera
Rissorge in primo luogho la convenienza di ponderare alla Serenità Vostra quei pregiudicii, che hanno le loro profonde radici nell’esser destinati all’essercicio de carichi di quella Camera, che portano seco gelosissime consequenze. Ministri tutti greci con le dippendenze da gl’altri, che vuol dire col publico discapito, mentre fatti adherenti e congionti ancora negligono il proprio debito, trascurano la puntualità, gl’affetti de proprii interessi, li divertono dall’uso accurato della dovuta fontione, materia però che riman tutto risservata al prudentissimo giudicio dell’Eccellenze Vostre, sopra cui non devo estendermi più oltre, in ordine della specialità della publica munificenza, che privileggiatamente obbrevia la divottione di quella communità. Mi sento anco vivamente obligato a ponderare alla prudenza singolarissima di Vostra Serenità, esser nella medesima Camera il carico di contadore, appoggiato a Carlo Gonemi dalla publica munificenza, da lui non essercitato personalmente, ma ben dal scontro della medesima come sostituto, quale suplisse di vantaggio all’un et all’altro. Onde per la stretezza di denaro in Camera viene ad apparir superfluo il carico nella persona del contador e si potrebbe scontar il salario del medesimo, che è di ducati 5 aspri(?) 49(?) al mese, con l’unir lo stesso al scontro, senza minimo publico interesse. Si ritrovano etiandio(?) deputati alla fabrica de publici biscoti quattro mastri e due fornari, quelli con ducati 13 aspri(?) 19 et questi ducati 2 aspri(?) 10 al mese, oltre un soprastante alla medesima opera, che non militando l’occasione del bisogno non prestano servitio, ma ben si riscuotono in quella Camera di mese in mese i loro salarii, rillevando quelli del soprastante ducati otto, sopra che la Serenità Vostra potrebbe o scartata la spesa della metà del salario con assegnar loro l’altra non servendo, overo ispedirne altri con accrescimento in ogn’occorenza.
Numero 2 Fisco
Le note de beni confiscati erano molto confuse e ridotte all’oscurità producevano le fraudi e li publici detrimenti, ove reguardai diligentemente alla qualità del disordine, ho incaricato con special decreto la formation di libro alfabettato, ove siano di mano in mano descritte le confiscationi, pronte in ogn’occorrenza, sotto l’occhio a buon concesso e regola siccura del publico interesse.
Numero 3 Bombardieri
La maggior parte de bombardieri provisionati di quel presidio sono greci, ridotti tutti al numero di 54, parte specificati in rolo col fondamento delle loro elettioni, parte anco con patria falsificata. Il toglier così mala introduttione servirebbe alla sicurezza di quelle rillevanti piazze, come pure deliberarsi dalla publica providenza la diminutione del numero e del dispendio, con la cassatione de greci, per l’oggetto d’haver essi in mano il maneggio dell’artiglieria, mentre molti de gl’altri sono innetti al servitio, la tramutatione de medesimi, di due in due anni, con spedirli anco in Regno per la permutta, saranno per mio riverentissimo senso effetti proportionati al bisogno, diverimenti(?) vivi del disservitio e risolutioni concludenti del cautelato decoro di quelle principali fortezze.
Numero 4 San Sidro
La porta di San Sidro è situata al di fuori della fortezza Vecchia, contigua al portello, si potrebbe al presente murarla e ridurla dentro la medesima, terrapienando la muraglia dell’assesa(?) che va al castel da Mare, con certezza di riportarne maggior sicurtà, e nello stesso loco di San Sidro alzarsi un muretto ed il construirvi strada, per ronda in ogni occorrenza, sarebbero opere molto conferenti e d’essential vantaggio.
Numero 5 Canoniere
Le canoniere delli belouardi Savorgnan e Martinengo sono false(?), poiché non scoccano che le fronti de medesimi e non tutta la fossa, onde doverebbono esser radriciate, che seguirebbe con poca spesa.
Numero 6 Fortezza Nova
Numero 7 Cunetta
Quella cunetta di fortezza Vecchia tiene sommo bisogno d’escavatione, a servicio e commodo del contrafosso; l’opera resterà facilmente adempita quando venga da Vostra Serenità commesso all’armata, in quella maniera che giudicherà uguale all’urgenza, mentre potrebbe esser fatta dalle ciurme con facilità, senza aggravio e dispendio publico.
Numero 8 Legne
In virtù de gl’ordini molto agiustati e prudenti della gloriosa memoria dell’eccellentissimo signor Proveditor general di quell’isole Filippo Pasqualigo, confirmati dalla publica sapienza, è obligata l’armata di sumministrar annualmente a quel presidio ducento passi di legne, questo non vien mai adempito a misura del bisogno, con snervamento(?), diminutione e patimento di quelle militie; stimerei assai conferente, per mio humile sentimento, l’errettione d’un deposito di buona quantità, sopra che riuscirà necessario e proficuo quel miglior ispediente, che stimasse la Serenità Vostra poter avantagiosamente complire a questa materia.
Numero 9 Biscotti
Nel corso del mio reggimento ho osservato più volte, in congiontura di scarico e consegna di biscotti in quelle monitioni, il continuo accrescimento de medesimi, ma mola debole, e pur ogni reale fondamento di ragione e di convenienza, che scaturisce dal fatto medesimo, doverebbe persuadere, che ricevendo li biscotti humidità nei vasselli, l’augumento apparisse per consequenza maggiore in eccesso, ove singolar giovamento si renderebbe il farsi esperienza del medesimo augumento, col spedir persona di fede per due o tre viaggi, che potesse rappresentar sinceramente poi il medesimo accrescimento, di cui la Serenità Vostra potesse far formar calcolo, per regola sempre in avenire ad avantaggio del publico servitio.
Numero 10 Giuriditione
Devo hora far passaggio alle materie di giuriditione, distinguendosi quelle ancora giusta l’uso d’Italia in due rappresentanti e sono bailo con due consiglieri e proveditore e capitano. S’appoggia la cura della città a quello, a questo l’aspetta quella de soldati, stipendiati, provisionati ed altri simili, apparono però in molte cose confuse tra sé le medesime giuriditioni, poiché li negotii della Parga, de scogli di Paxo ed altri circunvicini, sottoposti a que’ governi, sono per anco indecisi tra que’ reggimenti, ricorrendo altri all’illustrissimo bailo et altri al proveditor e capitano, e da ambi ricevono suffraggii, giudicii, terminationi e simili, si civili come criminali, che sono decise ed ultimate da quel foro ove nel principio sono portate le cause, mentre doverebbono, per mio riverentissimo sentimento, esser proprie del foro prefettico, per evitar le confusioni e levar gl’inconvenienti, essendo massime poco meno che tutti gl’habitanti rolati in descrittione particolare, con armi gran parte publiche, si che formano in certo modo un corpo di militia.
Numero 11 Eccessi
Buona parte di delitti, che giornalmente succedono, con perturbatione della quiete, sono commessi dalle genti d’armada, che facilissime ad inventare et attacare risse e questioni con soldati de pressidii ed altri, ne conseguitano scandoli perniciosissimi e diminutione delle genti de gl’istessi presidii, perché soprabondando di numero, prevagliono anco in affetto, anci havendo vicino il ricovero sopra l’armada, tentano ogn’attione diretta et indiretta, con evidente publico discapito e pregiudicio et in danno innevitabile de poveri capitani, che hanno le compagnie in quelle piazze, aggiongendovisi in oltre che molti e li migliori, dalle persuasioni o da altri allettamenti, sono indotti a servire in armada, rimanendosi in quelle fortezze, pupilla degl’occhi di questo Serenissimo Dominio, la gente più vile, benché vi siano statuite recenti commissioni in contrario dalla Serenità Vostra.
Numero 12 Banditi
Fra li principali che più sfaciatamente commettono sceleratezze ed i delitti più gravi a suversione(?) della pace de popoli, con eventi di pessime consequenze e con essempi perniciosissimi, sono li banditi, quali benché sappiano esserli comminate, per le loro male operationi contra gravissime sentenze, non si alontanano dall’isola, e se altra volta vanno ritornano ben tosto, servendo mirabilmente a questi effetti la facilità del transito in terra ferma paese turchesco, li accresce appresso la sicurezza li ricoveri, che incontrano sopra l’armada, o perché habbino parenti, amici ed altri che li riccevono o per altra corrispondenza.
Operationi
Mi chiama il debito di rappresentar a Vostra Serenità anco alcuna cosa dello stato di quei confini con turchi, quali in due luoghi principali si restringono, cioè in quei della Parga e nelle peschiere di Butrintrò, dove par che nascano a volte materie di disconci atti a perturbar la quiete, minacciando tall’hora que’ barbari d’abbruggiar li casoni, deguastando alcuna cosa, come a punto operorono in quelle della Bastia, che levorono alcune pezze di canelli ed altri simili disturbi, ma restorono sedati ben tosto col nigotio e colle trattationi, havendo applicato ogni spirito più attento al deviamento de novitadi e rumori, ed ispedito anco commissioni ed ordini rigorosi e rissoluti per la Parga, nelli cui luoghi finitimi(?) pone rispetto alla vicinità di Margaria, habitata da gente tutta inquieta ed infesta, che più frequenti nascano le dissensioni e le hostilità, così che per divertir qualche principio di disgusti, sussitati nel tempo della mia regenza da accidenti nati tra quei popoli, per conservar la tranquilità a sudditi ho portato l’indolenze de parginoti all’eccellentissimo Bailo Contarini in Costantinopoli, che ha ottenuto commandamenti Reggii contra li detti di Malgareti e se ne sperano frutti propri e confortevoli alla conservatione della pace e buona intelligentia. Ho impartito(?) anco le più distinte informationi all’eccellentissimo Trivisano suo successore, ad ogetto che in ogn’occorenza illuminato particolarmente possa in buona maniera coadiuvare con ufficii portionati al fine sudetto. Ho purgato con la più applicata diligenza quei pressidii, ma perché dippende principalmente il diffetto de casalini, dall’andar le tramute delle compagnie si può dir tutte in un anno, mentre per lo corso di quattro anni non ne vengono ispedite d’altre, ove se ogn’anni ne fossero inviate due delle sbandate, se reimpirebbono le diffettive et il presidio resterebbe migliormente raffinato e ripieno d’italiani. Al presente è ridotto a scarsezza di numero, reso maggiormente debole dalla necessità di spedir soldati in custodia delle saline et il rinforzo ordinario del castello della Parga, oltre le morti, fughe, deviamenti(?) de medesimi, che rendono manchevole nella staggion dell’estate l’armamento di quelle piazze.
Ho disposto le guarde di tempo in tempo a siti opportuni ed di consequenza di quell’isola, fatele rivedere con accuratezza, animati gl’isolani a custodir loro medesimi. Raffinate le compagnie d’ordinanze, fatta dispensa d’armi, ricuperatane parte havendo fatto dispensar mortaretti, oltre li propri, acciò corrispondendo un all’altro resti avisata tutta l’isola e quelle fortezze in un medesimo tempo.
Mi son conferito anco alla visita della Parga e dello scoglio di Paxò, consolati ed animati quei sudditi alla valorosa propria conservatione, se quelli di detto scoglio fossero proveduti di armi publiche, vantagerebbono l’assicuramento di loro medesimi.
Fatta la descrittione dell’anime di quell’isola. La città con borghi ne ha 10.000, la fortezza Vecchia settecento settanta sete. La Nova cento sessanta cinque e de casali rillevano la summa di vintitre mille cento ottanta sei, onde ascende tutta la summa a trenta quattro mille settanta otto.
Ho ridotto a perfettione intiera due magazini per biscotti, a segno che ne capiscono novecento migliara, resta usato un altro presso le priggioni, fatto anco accommodare nella miglior maniera li quartieri e cose(?) più bisognose di quelle fortezze, col più puntual risparmio, conforme gl’ordini repplicati di Vostre Eccellenze.
Stabilito un armamento in cittadella, con regolata dispositione d’armi, fatta sempre con mia assistenza, per la loro facile presservatione, che riesce anco di qualche ornamento, e serviranno esse di soccorso occorendo per mille fanti. Ho riveduto anco tutti li depositi d’armi con acuratezza, dati gl’ordini necessari per la custodia d’esse et acconciamento de moschetti et arcobusi, seguito per opera dell’armarolo, che solo senza proto de fauri(?), più volte da me riverentemente ricchiesto, dura fatica di supplire perfettamente al servitio, tuttavia li ho lasciati in buon stato.
Ho ridotto a compimento l’edificio per le polveri, che servirà utilmente il lavoro, e la Serenità Vostra ne sentirà più sempre evidentemente avantaggioso il beneficio, mentre comprese le spese non verrà a costar due soldi la lira.
Convengo in oltre rappresentare alla Serenità Vostra, in virtù di legge che mi obliga con espresse impositioni, lo stato dell’isola circa l’augumento delle piante d’olivari e posso con sincerissima verità asserire all’Eccellenze Vostre, per compimento in quanto ancora de numeri de miei devoti, che giornalmente si vanno svegrando(?) i lochi inculti e boschivi, e riducendosi a cultura s’empiono da per tutto d’olivari medesimi li terreni, che non si forma vigna che non sia piantata anco di simil arbori, di maniera che in pochi anni s’augumenterà la rendita d’ogli a quantità di gran lunga superiore a correnti tempi.
Bisogni
Urgentissima necessità tengono quelle fortezze di formento, segala, riso e miglio, non essendone di questo che cento e ottanta stara vinetiani.
La poca quantità d’ogli che si ritrova in quelle monitioni è così deteriorata, che non può certamente servire a gl’ordinari bisogni, né con loro essito può sperarsene cambio, perché essendo di mala conditione e ridotti a feccia, ne cade ripiego per consequenza, benché qualche parte se ne consumi nelle lumiere per li corpi di guarda, anco con qualche difficoltà per la mala qualità d’esse.
Le botte de gl’aceti, ridotte esse ancora a debole quantità, sono in pessimo stato, diffettose di cerchi di ferro che l’assicurino dalla violenza de medesimi, onde il legname corroso e trapassato rende imminente pericolo della perdita, come tuttavia se ne va perdendo, onde poco ne è restato, come in più mano di lettere ho rappresentato alla Serenità Vostra.
L’artiglieria di quelle fortezze assende a pezzi cento cinquantadue, quando si retirino dalla Nova cittadella dieci di essi, che in quella sono soprabondanti, potranno in occorenza armare le canoniere del mandracchio e visseada; a che devo aggionger riverentemente, che in evento di bisogno di socorrer la città e in caso che qualche pezzo crepasse o si sbocasse o ricevesse altro danno, non ven’essendo di rispetto, saria propria et urgente la trasmisisone de pezzi descritti nella nota aggionta, che abbraccia molte altre robbe, de quali sono affatto sprovedute quelle monitioni, la missione de quali conferirà mirabilmente alla sicurezza vigorosa di quelle estimabilissime piazze.
Il signor Paulo Doso Governatore di quell’armi, nel corso del mio reggimento ha portato gl’effetti intieri di un esquisito agradevole servitio, con l’acurata applicatione delle sue qualificate virtù, in minimo punto degeneranti da quella de suoi benemeriti antecessori, onde ben conspicuo apparisce il suo merito e conveniente la puntualità del publico aggradimento. Non si deve tralasciare anco d’aggiungere alla Serenità Vostra, che tra gl’altri che hanno fruttuosamente speso i suoi talenti in servitio di Vostre Eccellenze,nel mio reggimento è stato domino Gerolamo Quarto secretario, la cui assistenza fruttuosa ha complito in somma maniera all’urgenze occorenti, dimostratosi per soggetto d’ottima dispositione, d’attitudine esperimentata, di diligente applicatione e di opera corrispondente, ov’io ad alto segno ne vanto sodisfattione piena, non havendo ommesso, siché tutti li numeri del suo devere(?) non si siano dalla sua mano compitamente adempiti con propri e continuati impieghi.
L’aggradirsi dalla Serenità Vostra questi ponti(?) di debolezza, superata dal zelo di ben servire, motivi di un puro sviscerato riguardo a più stabili publici vantaggi, si renderà conspicuo e singolar effetto di somma generosità, lo riconosceranno gl’affetti del cuore, i sentimenti dell’interno(?) con quali unirò al cimento di tutti gl’incontri pronto e vivo il spargimento del sangue, per pagare un proportionato tributo, con li fratelli, figlioli e le sostanze tutte ubbidire a gl’eccitamenti del debito, veder privileggiate le mie consolationi, dippendenti dall’ogetto di rendermi(?), a prova di puntualità con gl’impulsi di una sincera condidezza, non indegno cittadino della patria. Gratie etc.

Allegati:
1. Supplica di Vicenzo quondam Nicolò Figlio in cui si chiede la ricompensa per aver rivelato la presenza di una fonte d’acqua buona nella fortezza Nuova nel 1607 [2 carte]

2. Elenco delle munitioni necessarie per le fortezze di Corfù [2 carte]