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1591 Alvise Grimani, Bernardo Marcello

Relazione

Relazione di Giovanni Gritti e Giulio Garzoni, Sindici Inquisitori in Levante, 1584 .

[Presentata] nell’[illustrissimo] Collegio [†] et term[inatio]ni, adì 16 giugno 1584 dalli nobili homini ser Z. Gritti et Giulio di Garzoni tornati di Sindici in Levante.
Registrata/
4.ta/
Serenissimo Principe, Illustrissimi Signori.
Poi che non ho potuto nella relatione mia stanco dalla longa fatica satisfare a pieno quanto mi haveva proposto in animo di dire delle cose di Corfù, ho voluto con la presente scrittura supplire, acciò che l’eccellentissimo Senato resti del tutto informato.
Delle fortezze di Corfù intorno alle quali non ho discorso cosa alcuna, se ben la Vostra Serenità e le Vostre Signorie Illustrissime sono state informate da quelli illustrissimi signori che sono stati là per riformare la fortezza di San Marco, tuttavia dirò essere stato essequito quanto fu per le sue signorie illustrissime terminato dalla diligenza del clarissimo messer Benetto Enrizzo Proveditore, superando molte difficultà con l’aiuto delli signori governatori Scotto et Savorgnano, et dell’ingegniero Buon’homo, in maniera tale che la opera è vicina alla perfetione. Fu scarpata giù quella zenziva di sasso che levava la vista alla contrascarpa, et alla medesima fortezza, del vallone che è tra san Zorzi et San Marco, et che facieva più facile et più sicura l’ascesa al nemico, la qual spianata ha fatto effetto tale, che ogni cosa hora è scoperto mirabilmente, et cui ha veduto come noi vedessimo già tre anni, quando andassimo al sindicato nostro, tanta materia di sasso durissimo sparita resta con gran meraviglia, et per meglio assicurar quelle cortine generate per la spianata che ho detto, hanno cavato sopra la contrascarpa doi fianchi per banda con bella inventione per aggionger difficoltà all’ascender del nemico, sì che con ragione si deve credere esser molto difficile tale assalita alla contrascarpa, et consequentem[ente] dificillissimo l’acquisto di quella fortezza. Hanno abbassato il piano delle case matte, et medesimamente hanno abbassato il volto della sua altezza, per che [†] tutte piene et sode di fronte [†] sorgono oltre la contrascarpa, et che il vacuo d[elle] case matte resti inferiore a lei, acciò che non possino esser penetrate dall’artegl[iaria] che fosse posta a San Zorzi. Furono riempiti gl’angoli che formavano le for[f]e [de] l’una et l’altra banda per levare quelle acutezze, facendole riuscire più sode, et resistenti in quelle parti prima troppo debile, cavando le difese dalla parte del [†] della porta perpetua, et dall’altra parte dalla cortina che traversa dalla fortezza [di] San Marco al Baloardo Foscarini oltra tutte le difese che ha dal medesimo Baloardo Foscarini.
Questi tre effetti comandati da quelli signori illustrissimi che deliberorno di riformare la terza per rimediare l’infamia che l’haveva ricevuto da persone che per esser sti[†] in questa perfetione non hano altra via che inventar contra le fortezze fatte, co[me] havevano fatto contra questa, et però fu ottimo il consiglio, il mandar la persona che terminassero le opositioni fatte, et riuscì così felicemente che hora che è esse[†] la deliberatione fatta, è lodata et stimata per principalissima fortezza della Serenissima Vostra, e sarà bene tenerla di maniera in reputatione che ella si conservi il [credito] acquistato per questa nuova riforma, la quale, se ben non ha havuto riguardo ad altro che alla medesima fortezza, et per ciò resta con la medesima oppositione l’incontro del monte di San Zorzi superiore di sette passa d’altezza, et distante [passa] dusento, tutta via è fatto tanto difficile l’assalto che, presuposto tutto il danno che può far la batteria, resta ancora molto difficile l’asesa, et precipitando le materie al fondo del vallone in maniera che non potranno né anco farse se[†] nemici, ogn’uno sapendo che dove non si può disegnare l’assalto, là non si fa batteria. La cinta di borghi che fu fatta a satisfatione di quella città, che camina sino al mare d’ostro, è fatta con tre corpi di gran forma: il Baloardo Foscarini, la piataforma, et il Baloardo delle Castrate, al qual Baloardo hanno longato la fronte verso il mare per meglio coprirsi con la ponta del monte di San Salvatore, et quelli tre corpi sono giudicati reali, et ben formati. Manca un poco di muro per serrare pur dalla banda di ostro del tutto li borghi, la qual cosa raccordano di farsi quanto prima così, come anco raccordamo che sia bene mettere la guardia delle fantarie a questa traversa, girando le guardie tutta la circonferenza della Fortezza vechia, et nuova, serrando anco la scaletta che va al Mandrachio per obviare a tanti mali che sono fatti in quei borghi la notte, et dagl’huomini dell’armata, et da altri ancora sotto il suo nome, con gran scandalo di quei popoli. Et potrassi ancora lasciare aperta qualche hora della notte la porta della Fortezza vechia per il comercio de cittadini, poi che resterà sicuro per la guardia dell’ultima circonferenza, et così riuscirà di maggior riputatione et di miglior comodità a quei popoli; è però vero che crescendo la quantità de fianchi resterà scarsa di monitione, et per moltiplicar li corpi di guardia sarà necessario maggior numero di fanteria, le qual cose come necessarie non si possono fuggire. Discorrono che in tempo di guerra gli sii necessario almeno per la sua difesa sei mille fanti, et molti ne vogliono dieci, et per verità tante sono le piazze da guardare in quelle fortezze che con ragione tanto do[ma]ndano, e tanto basta  di quello ch’io ho da dire per hora di quelle fortezze.
Fu proveduto per questo illustrissimo Senato, commettendo che tutto il maneggio de biscotti di Corfù passi per le mani del clarissimo Proveditor della Fortezza, obligando gli Capi da mare a dare gli bollati in mano di sua signoria clarissima ad ogni sua richiesta; ma è anco necessario che la Serenità Vostra commetti a tutti gli magistrati, a quali tocca mano[†] biscotto, armizi et altro per l’armata, che’l tutto sii indirizzato al clarissimo Proveditor della Fortezza, et non alli Capi da mare, acciò che lui faccia appostar per debitori li monitionieri, sopramassari o armiragli che l’haveranno ricevute per essequir l’ordine che havemo lassato in questo proposito, et il medesimo raccordamo che si facci in Candia dove non havemo possuto vedere perfettamente questo negotio per n[†] haver havuto li bollati. Le saline dell’isola di Corfù solevano li tempi p[†] mandar quantità de sali in questa città, che portavano utile importanti[ssimo] [†] Serenità Vostra ma hora sono abbandonati gli Sali, o per che loro siano negri, o per[ché] d’altra parte il clarissimo officio del Sale si habbi miglior mercato, resta la Serenità Vostra in spesa in più di duemille ducati all’anno, havendosi posto lei in obligo di comprare la portione delli patroni delle Saline, et l’utilità spettanti alli ministri, di maniera che meglio sarebbe affittar le saline a denari, poi che di qua non se ne ha bisogno, che il conduttore gli troverebbe esito in quelli paesi vicini a precio conveniente, et in questa maniera la Serenità Vostra si libererà dalla spesa, et accrescerà le sue entrate, et sia questo in conformità di quanto ho detto delle saline delle altre isole del Levante. Dissi nel mio ragionamento c’havemo trovato in quella Camera di Corfù crediti della Serenità Vostra per ducati trentacinquemille, n[el] qual credito sono compresi ducati ottomillecinquecento per l’offerta fatta delle centomille opere per quella [u]niversità alla fabrica per il serrar del borgo: un[a] buona quantità di questo [debito] della città era stata adossata indebitamente a poveri contadini stanchi hormai dalle longhe fatiche, et servitù fatte per anni a quelle fabriche, le ragioni delle quali da noi intese in contradittorio giudicio da quella comunità ci ha mosso a liberarli obligando la Comunità supplire a quella portione indebitamente assignata a loro, il qual credito [resterà] morto, se non sarà vivificato dal comandamento della Serenità Vostra; sono in con[†] contese il fontigo della Comunità, et il deposito de formenti per monitione, [l’uno] sotto la protetione del clarissimo Bailo, et l’altro sotto quella del clarissimo Proveditore et que[sto] perché la parte del 1581 diede prima carico della compreda de formenti al clarissimo Proveditore della Fortezza solo, poi l’anno 1582, a satisfatione di quella università, fu terminato che con buona intelligentia si comprassero gli formenti uniti dalli clarissimi Bailo, et Proveditore per il fontico, et deposito, dechiarando però obligato il fontico a cambiare li formenti del deposito, potendo loro consumare li vecchi facilmente, il qual obligo è difficilmente esequito da quella università, si p[†] alle volte porta danno per la difficoltà del dispensarlo, come per che bene spesso quelli cittadini danno riuscita co’l mezzo del fontico a suoi formenti par[†].
Noi habbiamo proveduto a quanto ci ha servito l’autorità inherendo alle [†] ma meglio sarebbe trovare il negocio com’era per la parte 1581, acciò che i[†] solo compri li formenti, riducendo il denaro del fontego in Camera i[†] separato per sua cautione come si osserva delli fonteghi del Zante, et [†] dovendo poi dare il clarissimo Proveditore il formento al fontego per il dispenso del popolo, et di questa maniera resteranno levate le difficoltà tra quelli clarissimi rettori, et levato anco quel capitale di mano a quelli cittadini, il quale con più cautione sarà maneggiato in Camera da ministri della Serenità Vostra; l’isola per sua natura è fruttifera de grani, ma per la povertà de contadini, et per la poca cura de patroni non produce il bisogno di quei popoli per più di quattro mesi, et sarebbe bell’impresa invitarli con qual che provisione all’agricoltura, provedendo in qualche maniera alla povertà de contadini; l’entrata principale di quella Camera è l’affitto delle peschiere di Butrintò, delle quali per verità si deve tener gran conto per ben custodirle, trovandosi elle si può dire in seno del nemico, et sono affittate per sei anni quarantatremille ducati; habbiamo voluto vederle, le quali sono in doi laghi amplissimi con tanto concorso di pesi che porta meraviglia; io dirò alcuna cosa della Parga che fu visitata dal clarissimo mio collega, così richiesti dalli parginotti, la quale resta ancora aperta dalla parte del mare, non essendosi mai continovata la città cinta che principiò il clarissimo messer Francesco Gritti di [buona] memoria in essecutione di parte del Senato, et certo che sarebbe bene consolare quegl’infelici per levargli di tanti danni che riceveno dagl’albanesi, et non potendo loro per povertà venire a piedi della Serenità Vostra per supplicare che sia effettuata la gratia che già le fu concessa di serrarli del tutto, hanno ricercato noi efficacemente a darli questa consolatione, la qual cosa non potendo esser [fatta] da noi, è stata rimessa al clarissimo Proveditor Enrizo, insieme con l’instantia che si fecero d’havere altri otto soldati oltra li ventiquattro per sua guardia, et quindici stradiotti a cavallo per custodire li suoi terreni et animali, continovamente predati da albanesi, et sarebbe certo bene compiacerli del tutto, potendo la Serenità Vostra levarne senza alcuno incomodo quindesi dalla Cefalonia per assicurar quel poco di loro che la Serenità Vostra tiene in terraferma. Non voglio, ne debbo mancare per debito di giustitia, poiché per debolezza delle mie forze non ho potuto nominare li clarissimi Navagero bailo, et il proveditor Enrizzo: l’uno governa la città con molta prudentia et giustitia, et l’altro le fortezze con diligentia singolare, et la militia con maniera honoratissima; il clarissimo sig. messer Fedrigo Nani proveditor precessore è riuscito intendentissimo del negotio delle fortificationi, et pratico delle militie, in maniera che si può dire essere stata la sua casa una Scola militare; il clarissimo messer Agostin Moro bailo è stato predicato per giustissimo et gratissimo a tutti quelli cittadini, li quali essendo constituiti da me nell’inquisitione, mi dicevano ch’erano superflue le mie fatiche, poi che tutti li clarissimi che sono stati a quelli governi, sono riusciti con honore et satisfatione universale, onde io restai molto contento et allegro di così buona relatione, et dissono anco che il clarissimo messer Giovanni Contarini era stato fondatore di quelle fortezze, et che gl’havevano tanto obligo come se egli fosse padre universale, et ne conservano notabil memoria, come fanno anco del clarissimo messer Piero Pisani che fu bailo et viceproveditor, il quale hanno laudato di singolar giustitia et integrità, et d’amore et carità verso tutti, oltra l’intelligentia et prudentia mani[festa]ta in tutti i carichi che ha havuto quel signore. Ho presentito diversi giudicii fatti per haver io tralassato di nominare particolarmente alcuni reggimenti del Regno di Candia, però ho giudicato bene dire non haverli nominati, non già perché non li tenghi per gentil’huomini giusti et d’honore, perché li intromessi da noi saranno fra pochi giorni manifestati alla città, et le lodi particolari sono state cavate dall’inquisitione fondamento veridico della mia relatione; però non si deve far alcun cattivo giudicio di loro, come neanco si deve farlo di quelli che hanno governato l’altre isole, li quali io, stanco dalla longa fatica, non ho nominati per abbreviare il mio ragionamento, nel quale ho nominati li presenti a quelli governi, et alcuno delli passati, come ha portato l’occasione.
Non ho detto cosa alcuna della corte nostra, et è pur ragione che se habbiamo ricevuto honorevole et fedel servitù, ne rendiamo testimonio a Vostra Serenità.
Però dico che siamo restati ben serviti perché habbiamo havuto quattro ragi[onati]: doi cipriotti, messer Francesco Buon’haver persona molto fidele et diligente, che ha tenuto la cassa del sindicato; messer Unufrio Uri intendentissimo della sua prof[essio]ne, in modo che credemo che habbia pochi avanti di lui, et se Vostra Serenità si servirà dell’opera sua nel Regno di Candia, la stia sicura che riceverà util servitio; messer Piero Castrofilaca, persona di molta fede, intelligentia et fatica nella medesima professione; messer Manolici [†]uro da Retthimo ci ha servito longamente, e per la sua sufficientia li habbiamo dato carico di ragionato nella Camera di Retthimo, del quale officio egli suplicherà a Vostra Serenità per la confirmatione, et noi li facemo fede che la resterà ben servita; alla Cancellaria ci ha servito messer Antonio Carrara da Padova, persona di molta fede, bontà et diligentia della sua professione con tre coadiutori; messer Andrea Alberti ci ha serviti per segretario, et è riuscito con molta virtù et modestia, onde siamo restati ottimamente satisfatti dell’opera sua, et mentre che egli si ritrovava al servitio nostro gl’è stato comandato dagl’illustrissimi signori Capi dell’Eccelso Conseglio de X che fornito il sindicato dovesse transferirsi a Roma per servire il clarissimo ambasciatore; egli, prontissimo a publici comandamenti, non ha stimato gl’incomodi et interessi di casa sua, et ha obedito prontamente; però quel clarissimo signore resterà ben servito, et lo potemo dire con verità che egli sii degno della gratia di Vostra Serenità poi che le virtù et fatiche sue l’hanno meritata; della persona del clarissimo mio collega, et mia, non dirò altro se non che le fatiche nostre sono state impiegate in servitio publico et della giustitia; onde noi non attenderemo a ragionamenti privati, poi che le ationi nostre sono state grate a Vostra Serenità et all’eccellentissimo Senato, stimando noi questo il vero premio delle fatiche nostre, le quali in modo [alcuno] non saranno intermesse, ma ogni giorno con maggior forza spese in servitio della giustitia, et se ne sarà dato adito nell’eccellentissimo Senato, come nella creatione [de] nostri precessori, diremo con occasione molte cose, così del Regno di Candia, come delle altre isole, le quali per la brevità del tempo non si hanno potuto in una sola atione trattare; havemo anco presentato nell’eccellentissimo Collegio con questa scrittura gl’ordeni nostri fatti in tutte le città visitate da noi, desiderando che siano veduti, accioché da quelli sieno conosciuti li disorderni ritrovati, et che siino scritte lettere di obedientia per publico servitio.
Divotissimo servitor
Zuanne Gritti