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5 dicembre 1663 Nicolò Vendramin

Relazione

Nicolò Vendramin Provveditore e capitano di Corfù
1663, 5 dicembre

Serenissimo prencipe,
Intrapresa da me la carica importante di proveditor e capitano di Corfù, in cui si compiaque la grandezza publica impiegar la debolezza mia, ha sostenuto la medesima per il spazio di mesi vintiquattro e mezo, nel corso della quale, come ho ardentemente bramato, con quella sviscerata disposizione che è stata sempremai inseparabile dal mio cuore verso il servitio della patria, di essercitar tutte le fattiche e la grandezza maggiore de miei ben ossequiosi et humili talenti, cosi ho studiato d’incontrare con distinta particolar rassegnatione ogni publico riverito ceno, nell’adempimento puntuale de quali ho pure humiliato l’essecuzione, con egual osservanza a rincontro del debito infinito ben dovuto alli honori et alle grazie, che riconosco[…] dall’humanità sopragrande dell’Eccellenze vostre ed al concetto che si sono compiaciute di haver nel fervor e zelo mio, coll’appoggio e custodia d’una gioia così preciosa.
Terminato perciò questo impiego, uniformandosi la volontà mia allo stesso riverente [?] dovere son tenuto depositare nell’agradimento humanissimo della Serenità vostra tutto quello che da me viene stimato degno della publica sovrana notizia, per quello riguarda il buon servizio delle cose sue et il mantenimento esato di così importante fortezza, ostacolo ben valido a vasti pensieri dell’ottomano inimico.
Parte principale della difesa delle piazze sono le munizzioni de viveri, il maggior numero delle quali consiste nella provisione abbondante de biscotti, particolarmente in una piazza di tanta conseguenza, ove non conforme al consumo che giornalmente ove [?] devono esser proveduti li magazeni, ma a misura degl’avisi tutti che possono nascere in tempi così gelosi e posso attestare alla Serenità vostra che nel corso del mio governo, specialmente nelli motti della terra ferma per le mosse fatte dal seico [?] turco, son stato tante volte angustiato dal timore di non ne rimaner totalmente sproveduta [?] e se bene al presente, in adherenza alle commissioni della Serenità vostra, viene trattenuto alli soldati a quali veniva a causa della ristrettezza di danaro distribuito ripartitamente in conto di paghe, nulla di meno il consumo che occore per li legni armati, per il calcolo ritrato da quel sopramasser, assendea alla summa di migliara 42 in circa al mese, escluse però le squadre di armata, quali molto maggiore accrescono il consumo di esso requisito non solo, ma etiamdio de altri apprestamenti e matteriali di quelle munizioni et arsenali publici. Al mio partire lasciai in quelli magazeni 240 migliara in circa di biscotto, onde resta notificato alla prudenza publica per le missioni opportune a parità de bisogni e considerazioni predette.
Formentine segale alcuna quantità se ne ritrova nelle munizioni e de megli, che è il più essenziale appoggio, sono provedute di stara 4.000, summa per hora sofficiente a quelle occorrenze.
Nel tempo di mia carica capitò di conto publico stara 1.000 meglio et altretanto formentone, ma questo, anco in ordine a gl’incarichi di Vostra serenità, fu assignato al fontico per il bisogno e sovegno de popoli e scanso de credito che tiene esso fontico col publico, per imprestiti fatti da quella cassa in publiche occorenze.
Accetto altro che zare 200 esistono in dette munizioni, et di oglio commune restano totalmente sprovedutte, si che tanto dell’uno quanto dell’altro ben urgenti sono chiamati li provedimenti, poco convenevole essendo, oltre li riguardi gelosi che caminano, che de requisiti tanto essenziali abbondanti non siano le munizioni di una piazza di tanta premura, onde la maturità publica mira alli propri compensi, perché ne resti stabilito qualche considerabile deposito.
Estesi le applicazioni mie nel principio de motti della terra ferma a far seguir il taglio de legnami minuti da pascoli riservati a publica disposizione et anco ne successe qualche proviggione conferrente, che tuttavia si ritrova risservata in quelli depositi e come facile riesce la proviggione di maggior summa in ogni evento di bisogno, cogl’ordini al commune di Perithia [?] obligato con essenzialle publico servizio dall’illustrissimo mio precessore al taglio de legnami predetti senza alcun publico aggravio, colla sola essenzione dalla fazioni della galera, così anco per la costruzione di carbone per uso de quottidiani bisogni che se ne tengono, si può valere havendo io nel corso della carica col mezo de legnami predetti risparmiato il danaro publico e supplito a molte occorrenza importanti.
Se bene con diverse mano di riverenti [?] mie ho portato sotto l’occhio publico il bisogno de apprestamenti che si devono alle artiglierie di quelle fortezze, tanto per li rispetti quanto per l’uso ordinario, nulla dimeno ristringo alle presenti anco le mote di quanto può esser bisognoso, oltre le proviggioni ultimamente capitate, che sarano fra esse note descritte, perché restino ponderate dalla publica providenza per quelle deliberazioni che comprendessero convenienti, ritrovandosi d’ogni genere dell’artiglierie predette abondantemente governati quelli pressidi, messae [?], compieso [?] la città, nuova cittadella e fortezza vecchia assendono al numero di 180 pezzi.
Al presente la piazza si ritrova scarsamente munita di gente a riguardo del semplice ordinario bisogno per armar la città e fortezze, non esistendovi altro che fanti 660 ridotti in compagnie 13, una ordinaria, sette estraordinarie, quattro oltramontane et una de crovati, di modo che per armar li posti si rende necessaria l’introduzione delle cernide, che tante volte ho convenuto praticare, come della gente ancora che serve sopra le publiche galeotte e pure doverebbe esservi continuamente almeno il numero intiero di 700 soldati effettivi, oltre li scansi per sodisfar alli puri bisogni di quelli presidii, tanto più quanto che per la guardia ordinaria delle saline restano impiegati fanti 70 in circa che accrescono la ristretezza all’armamento de posti predetti.
Li bombardieri che servono in quelle piazze sono ridotti al numero di 41, 28 ordinari e 13 estraordinari compreso quattro che servono nella piazza di Parga, due ordinari e due estraordinari. Tra questi se ne ritrovano de vecchi et impotenti al numero di sette, sei ordinari et uno estraordinario, da quali poco frutto e servizio se ne potrebbe ricavare nelle contingenze che fossero per nascere, onde il proveder di qualche numero de medesimi 11 riverentemente molto giovevole a publici bisogni. Li scolari bombardieri sono divisi in squadre quattro e doverebbero esere al numero stabilito di 200, ma restano diminuiti a causa de bandi, schiavitù e morti seguite, e quelli che si ritrovano in esser sono tutti florida gente e se bene di non molta esperienza, coll’esercizio però sono atti a rendersi habili al publico vantaggio [?] e li soldati stradioti sono ridotti al solo numero di 14 a causa del publico decreto, che non permette siano rimessi in loco de morti.
Nella visita duplicatamente da me fatta giusta il consueto per disponer le guardie alla preservazione de sudditi, ho anco havuto occasione d’applicarvi con particolar cura all’espurgazione delle cernide, et ultimamente, come anco ho rappresentato, ho ridotte le medesima, colla rifforma di nuovo rollo di scielta et ottima gente, al numero di 1.200 in circa sotto il commando di due capitani pagati e quelle della città e borghi, che pure da capitan pagato restano dirette, assendono al numero di 450 in circa tutta buona gente.
L’isola poi come è dovitiosa di fertili terreni, così è ristretta e povera d’habitanti a riguardo della moltiplicità de schiavi, missioni che si fanno in armata et altri accidenti, siché molto spinoso riesce l’armamento oridnario della galera corfiotta, convenendo per tal cagione rimaner inculti molti terrreni per defficienza di gente che li lavorino con sommo loro pregiudizio; consistendo al presente il numero delle anime compreso la città e borghi a 32.200 in circa, la maggior parte de quali si ristringono a donne, pretti, calogeri e putti, non ritrovandosi gente habile a portar armi che 6.000 in circa, dal poco nunero de quali poco profitto se ne potrebbe sperare.
Alla conservazione di quelle publiche fabriche ho continuamente mirato nel corso della carica, havendole a conformità del bisogno fatte riparare col minor publico dispendio, con particolar cura ancora d’impiegar li puri bisognosi apprestamenti e matteriali, rimosse tutte le superfluità, acciò il publico ne rissenti il minor possibile aggravio e tutte al presente si ritrovano in ottimo stato e con poca spesa si possono andar mantenendo.
Con mie lettere di numero 33 rappresentai alla Serenità vostra il stato della fortezza di Parga, con quanto concerneva il bisogno della medesima tanto per le fortificazioni quanto per li bisogni urgenti a riparare, qualli depositi della munizioni da viver e da guerra, come pure li quartieri che servono di ricovero a poveri soldati che si trovano malamente coperti.
Nell’absenza dell’eccellentissimo proveditor general io non ho mancato di assister con tutta accuratezza a quella parte, e colla costruzione di calcine e colla trasmissione de coppi ricavati dalle fabriche, che de medesimi sono fatte sopra l’isola, ho fatto oportunamente provedere la piazza sodetta, quale anco è stata in assai buona forma riparata, havendo a tall’effetto ispedite in diverse occasioni colà quelle publiche maestranze, coll’assistenza di quell’ingegnere e coll’aggiuto ancora de villici del scoglio di Paxo, secondo che ha portato il bisogno, onde supplito che resti a quanto riverentemente espressi nelle lettere stesse, si potrà render in sicuro da ogn’attentato, molto salutare essendo il sito per la propria conservazione.
Si ritrova di presidio nella medesima fanti 64 sotto compagnie due ordinarie et al presente esiste governator e capitano della piazza stessa domino Spiro Petritino cittadino di Corfù, quale nell’adempimento del publico servizio fa risplender li testimonii di vero e divoto suddito e si rende degno della grazia ricevuta dalla Serenità vostra nell’admissione a quell’impiego, per la benemerenza del servizio prestato nell’attacco passato che a quella fu fatto; e per sopraintendente dell’armi vi risiede domino Domenico Pozzo di borgo, quale adempisce li numeri della propria incombenza.
Li habitanti di quella assendono al numero di 517 compreso donne e putti, essendo fra questi atti alla difesa coll’uso delle armi 130 in circa, buona gente, fedele e molto divota al nome glorioso della Serenità vostra.
Il scoglio di Paxo viene parimente habitato da 1.600 anime in circa, la maggior parte però consiste in done e putti, ma quella gente che vi si ritrova molto vale alla difesa non solo del scoglio, per li danni che di quando in quando le vengono machinati da legni corsari, ma etiamdio all’oppressione de nemici colla galeotta e filucche che ivi si ritrovano, essendo tutta gente aguerita e sudditi fedeli dell’Eccellenze vostre; et io nel corso della carica ad ogni notizia che mi è pervenuta non ho mancato di prestar a quella parte et all’isola tutta l’assistenza di quattro galeotte, che mi son ritrovato havere, a segno che e coll’assitenza stessa e colle applicate diligenze sempre da me fatte praticare a posti più importanti dell’isola, mi è successo di veder tante volte deluse le insidie de corsari e lode a Dio pochi danni inferiti a quelli sviscerati sudditi.
A misura di quanto preme alla publica grandezza la preservazione delle sue milizie, mi sono applicato perché con buon ordine e carità sii ben tenuto quel publico hospitale, onde continuamente le ho fatto prestar le assistenze necessarie et ho voluto che da quel signor governator delle milizie Ferretti et dalli capitani deputati quotidianamente visitato, come io stesso ben spesso coll’occhio proprio ho voluto vedere, dimodo che li poveri soldati hanno sempre havuto il contento di un’ottima e caritatevole cura, né ho mancato di proveder il medesimo de stramazzi, schiavine et altre cose bisognose, secondo che ha portato la necessita.
Non resta però servito de medicamenti nella forma che si doverebbe, respetto che la povertà del speciale obligato non le permette la provisione abbondante de bisogni, convenendo ricorer di volta in volta da speciali di città, qual le contribuiscono quello che ad essi avanza per non haver il modo del pagamento.
Il mandracchio che è tanto riguardevole per li ricoveri de publici legni non solo, ma per li rispetti della fortezza ancora, ha rissentito gravissimo pregiudizio, a causa delle conzie fatte nel medesimo delle galere e legni armati, delli arsili che si sono affondati e del lungo tempo ancora che non è stato escavato, onde necessario si rende che la Serenità vostra presenti ordeni rissoluti, perché il medesimo resti possibilmente riparato e ridotto al principio stato coll’escavazioni che si ricercano, mentre colla continuazione del tempo, senza l’applicazione del rimedio, non può che ridursi in stato di non capir alcun legno, il che riuscirebbe di tanto incomodo e pregiudizio, quanto può comprender la publica grandezza, havendo ricevuto ancora sensibil danno il muro del molo stesso alla volta della punta, causato dal flusso e reflusso del mare, siché deve anco a quella parete esser applicata provisione aggiustata, perché non resti maggiormente pregiudicato.
Il primo anno del mio ingresso alla carica, le pioggie continue che caderno non permisero che scarsa fabricazione de sali, nonostante che le applicazioni mie fossero studiate per farvi assistenza colle forme dovute, ma la seconda annata, favorito dal signor Iddio di tempo propizio, ho havuto fortuna col mezo delle applicazioni di ridur la fabricazione a summa considerabile di 190 migliara in circa, siché ha goduto la mia ricerca [?] di questo rilevante publico vantaggio e benefficio.
Ho lasciate esse saline in ottimo stato alla mia partenza, se bene la perversità de tempi anco quest’anno hanno gravemente pregiudicato alla fabricazione stessa.
Quella camera tiene al presente di rendita annuale reali 13.000 in circa summa molto inferiore alli grossi dispendi a quali conviene soggiacere ne’ pagamenti delle milizie, rettori, ministri, stipendiati, salariati et altre publiche occorrenze, assendenti a summa de reali 99.000 in circa al’anno, di modo che per se stessa non è habile a potersi sostenere, venendo perciò soccorsa da gl’eccellentissimi generali colli ritrati dalle altre isole di Zante e Ceffalonia quali però essendo ristrette per molte obligazioni, che anch’esse tengono, ne nasce che non potendosi a tutto supplire va debitrice la Camera di grosse summe alli predetti stipendiati, salariati et altri che servono. Io perciò ho particolarmente studiato il maggiore risparmio per sodisfar possibilmente ad ogni occorrenza e render tutti consolati; e come in questa parte ho applicato fisamente il pensiero, così ho procurato vivamente d’avantaggiar la Serenità vostra nelle locazioni de publici dazi, essendomi sortito, non ostante le contrarietà havute per li motti di terraferma, di disponer non solo li daciari al lievo di essi, ma di accrescer vantaggiosamente li medesimi alla summa de reali [?] 1.500 in circa nel corso del reggimento dalle condote passate, il che è stato molto proffitevolo alli continui bisogni della Camera stessa. Esistono al governo di quelle fortezze in qualità di sopraintendenti dell’armi delle 3 isole il signor conte Almerico Sabbini, che molto vale colla sua attitudine e prontezza a servire la Serenità vostra; et in fortezza vecchia si trattiene come governatore il signor Giovanni Francesco Ferretti, che ha pure in tutte le occasioni che ho havuto bisogno di valermi dell’opera e consiglio suo fatto conoscer la propria svisceratezza; come ingegnere si trattiene il pre [?] Antonio Leni quale è ripieno di buona volontà nel servire la Serenità vostra, ma in evento di bisogno poco si potrebbe valere dell’opera del medesimo, rispetto che oltre l’età avanzata vive opresso da indisposizione che gravemente lo tormentano, di modo che in ogni occorrenza sarebbero almeno necessari due buoni ingegneri per sadisfar a tutte le necessità di detta piazza.
Ha sostenuto degnamente il reggimento della città l’illustrissimo signor Antonio Lombarso Bailo e per consiglieri nel principio della mia carica gl’illustrissimi nobil huomini Marco Malipiero e Mattio Soranzo e susseguentemente gl’illustrissimi signori Nicolò L[…] et Antonio Diedo, con quali ho nutrito quella divota corrispondenza ben dovuta alla mente della Serenità vostra, onde con quel decoro et honorevolezza è stato sempre con pontualità adempito il publico servizio, havendo dimostrato li medesimi signori testimoni ben pieni del loro infervorato zelo nel servizio della patria.
Con incessante e lodevolissima continua applicazione ha poi sodisfatto a tutte le parti del publico interesse il domino Domenico Giustiniani avocato fiscale, unitamente col dottor Panaggioti suo figliolo, havendo apportato mirabile proffito colla loro prontezza alle cose tutte della Serenità vostra e posso affermare che ben appoggiati rimangono alla loro fede li publici interessi e trovo degni della grazia e protezione dell’Eccellenza vostre.
Nell’universale di quella città ho ritrovato una svisceratezza ben grande verso la Serenità vostra, havendo in ogni occasione che si è rappresentato riconosciuta ripiena di fede la loro devozione, che li autentica per fedeli e rassegnati sudditi.
Ho havuto fortuna di servire due eccellentissimi generali, nel principio della carica l’eccellentissimo signor Alvise Civran e nel rimanente l’eccellentissimo signor Francesco Mocenigo, applicatissimi entrambi a far spicar in tutti gl’incontri l’ordinario di loro soprema virtù nel buon servizio delle cose publiche e verso li medesimi signori ho sempre contribuito li numeri precisi d’un’esata rassegnazione et obbedienza in tutte le occorrenze del publico benefficio, colla mira sempre adriciata di sodisfare in ogni occasione la publica infalibile sovrana mente. Che è quanto posso sottopore all’inteligenza sopra grande dell’Eccellenze vostre, non restando di porger le più ossequiose grazie per quello che benignamente si sono compiaciute di gradire dal fervor e zelo mio, sempre propenso e disposto ad incontrare con tutta humiliazione le occasioni di far conoscer la propria natural svisceratezza ne’ vantaggi della patria. Grazie
Venezia a 16 settembre 1663
Nicolò Vendramino ritornato di proveditor e capitano da Corfù

Allegati:

1. Note dell’artiglieria conservata a Corfù 1662-1663

Note dell’artegliaria che si ritrova nella città e fortezze.
1662 a 28 novembre F. V. [fortezza vecchia ?] Corfù

Città
Colombrine da 20 numero 4
Colombrine da 40 numero 1
Colombrine da 30 numero 3
Colombrine da 14 numero 4  [totale] numero 12
Canon da 20 numero 9
Canon da 40 numero 2
Canon da 50 numero 2
Canon da 16 numero 1
Canon da 30 numero 1 [totale] numero 15
Falconi da 6 numero 4
Falconi da 3 numero 1 [totale] numero 5
Aspidi da 12 numero 2
Summa dell’artegliaria di città numero 34

Fortezza Nova
Colombrine da 60 numero 4
Colombrine da 30 numero 3
Colombrine da 50 numero 1
Colombrine da 14 numero 9
Colombrine da 16 numero 2
Colombrine da 20 numero 8 [totale] numero 27
Canon da 30 numero 1
Canon da 50 numero 6
Canon da 20 numero 6
Canon da 40 numero 1
Canon da 16 numero 3 [totale] numero 17
Falconi da 6 numero 6
Aspidi da 12 numero 4 [totale] numero 10
Summa dell’artegliaria di fortezza nova numero 54

Fortezza Vecchia
Colombrine da 60 numero 1
Colombrine da 100 numero 1
Colombrine da 50 numero 4
Colombrine da 30 numero 2
Colombrine da 20 numero 9
Colombrine da 90 numero 1
Colombrine da 14 numero 11 [totale] numero 29
Canon da 100 numero 1
Canon da 30 numero 4
Canon da 20 numero 5
Canon da 60 numero 2
Canon da 50 numero 15
Canon da 16 numero 1 [totale] numero 28
Sagri da 12 numero 2
Falconi da 6 numero 9
Saltamartini da 6 numero 2
Falconeti da 3 numero 3
Aspidi da 12 numero 1
Falconeti da 1 numero 3
Canon petriero da 100 numero 1
Petriere da 14 numero 6 [totale] numero 30
Summa dell’artegliaria di fortezza vecchia numero 87

Mortari da 450 numero 1
Mortari da 400 numero 1
Mortari da 100 numero 2
Mortari da 50 numero 1 [totale] numero 5
Summa di tutta l’artegliaria compreso cinque mortari che si trovano in fortezza vecchia, città e fortezza nova numero 180

Ristretto di tutta l’artegliaria
Colombrine numero 68
Canoni numero 60
Falconi numero 21
Aspidi numero 7
Saltamartini numero 2
Sagri numero 2  [totale] numero 153
Canoni petriari numero 1
Mortari da bombe numero 5

Nota delle cose neccessarie per la piazza di Corfù e sue fortezze
1662 adi 30 decembre
Bale da moschetto numero 100.000
Badili di ferro numero 1.000
Zappe di ferro numero 500
Zaponi di ferro numero 500
Pali di ferro numero 25
Manare grandi e piccole numero 200
Manichi di badili numero 2.000
Manichi di zape e zaponi numero 2.000
Cariole da portar terra numero 250
Coffe [?] da portar terra numero 600
Cividiere [?] o barelle numero 250
Feramenti
Chiodi da terno barilli 2
Chiodi da 25 barilli 4
Chiodi da sessanta barilli 3
Chiodi da mezo piede per palificate barilli 2.000
Per li fuochi artificiati
Pegola dura F. [?] 2.000
Catrame F. [?] 1.000
Carta real risme numero 3
Canevazza o fustagno brazza numero 100
Trombe vode colli suoi numero 150
Bombe da 500 numero 200
Bombe da 100 numero 300
Bombe da 50 numero 500
Granate numero 800
Per l’artelaria
Modoli per cazze [?], scovoli, calcatori buon numero
Aste per hastarli [?] buon numero
Branchi di rame per imbocarli buon numero
Manoali numero 250
Chiodi d’artelaria per le riode

1662 adì 30 novembre Corfù
Nota di letti d’artellaria con le sue rode et assi che fa bisogno per montar l’altellaria di città, fortezze vecchia e nova conforme la nota datta dalli capi principali
Colombrina da 90 letti numero 1
Colombrina da 50 letti numero 2
Colombrine da 30 letti numero 4
Colombrine da 20 letti numero 10
Colombrine da 16 letti numero 1
Colombrine da 14 letti numero 12 [totale] 30
Canoni da 50 letti numero 14
Canoni da 40 letti numero 1
Canoni da 20 letti numero 10
Canoni da 16 letti numero 3 [totale] 28
Aspidi da 12 letti numero 2
Falconi da 6 letti numero 2 [totale] 4
Summa in tutto numero 62

Nota di letti di rispeto che si deve haver pronti nell’infrascritte fortezze e città in caso d’assedio
Colombrina da 100 letti numero 1
Colombrine da 90 letti numero 1
Colombrina da 60 letti numero 3
Colombrine da 50 letti numero 3
Colombrina da 40 letti numero 1
Colombrina da 30 letti numero 4
Colombrina da 20 letti numero 11
Colombrine da 16 letti numero 1
Colombrine da 14 letti numero 24 Summa 49
Canon da 100 letti numero 1
Canon da 60 letti numero 1
Canon da 50 letti numero 12
Canon da 40 letti numero 2
Canon da 30 letti numero 3
Canon da 20 letti numero 10
Canon da 16 letti numero 3 Summa 32
Aspidi da 12 letti numero 4
Falconi da 6 letti numero 8
Sagri da 12 letti numero 1 Summa numero 13
Summa in tutto numero 94

Nota della robba che fa di bisogno nel publico arsenal di Corfù in occorrenza di somministrarne a galere, galiotte et altre et ancora in caso di bisogno per qualche galiazza che ci venisse et altri buoni rispetti. Et prima [?]
Fa bisogno per le palizzate:
un albero, un trinchetto et una mezana con le loro antenne et vele. Gli armizi et un timon. Legname per ogni bisogno et ferramenta minuta.
Fa bisogno per le galere sottili:
duoi alberi et trinchetti con le loro antenne et vele. Armizzi. Timoni. Ferri da sorzer legname per ogni rispetto particolarmente maglieri, colombe, bastardelle, zoielle di speroni, tavole da morti et da bottazzi et altre più bisognose et ferramente minuta.
Fa bisogno per le galiotte:
albori et trinchetti con le sue antenne et vele. Ferri da sorzer per le dette. Cai di ferro, provesi et altri guarnimenti, maglieri et ferramenta minuta. Remi per le due galiotte grandi di 24 et 25 piedi.
Fa bisogno per le felluche:
vele, remi, ferri, armizzi et altri guarnimenti et ferramenta minuta.
Sevo per impalmar

Nota delle robbe inviate da diversi maggistratti sotto li 12 luglio 1663 sopra il pettacchio nominato San Iseppo e San Giovann Battista capitano Antonio Ventura per esser consegnate in queste publiche monitioni et prima
Arttegliaria
letti ferrati forniti di riode e assili da collombrina da 14 numero 4
Letti ferrati, forniti di riode et assili da cannon da 20 numero 4
Bombe da ferro da 100 numero 150
Bombe da ferro da 50 numero 200
Granate di ferro sortade numero 100
Trombe da guerra con sue aste d’albro numero 50
Polvere da 5.1.1. barilli 450 pesano netta delli barili l. [?] 50.239
Fortezze
Scaloni di larese numero 50
Rulli di larese numero 26
Rulli d’albro bastardi numero 20
Mezze chiave di larese numero 76
Tavole reffilade d’albro numero 500
Tavole da reffilar d’albro numero 1.000
Chiave bastarde d’albro numero 50
Chiave comune di larese numero 50
Arsenal
Remi da galleotta numero 100

Di più col petachio nominato La Madona di Scapo patron Strorca [?] Bonaldo li sottoscritti volli [?] prima [?]
Morali del ledo da creata numero 600
Dioti larice numero 300
Poati del ledo vil lodo [?] numero 384
Poneti larice numero 100
Mezzi morali dal ledo numero 300
Sotosorci defeo numero 1.500
Chiavi soto bastarde delledo numero 360
Che [?] delledo rollade numero 500

A 21 agosto 1663 Corfù
Nota delle veste venute da Venezia col vescelo di Cy.o Domenico Ventrivchi [?]
Fitori [?] d’olmo da far litti da 3 da colombrina da 20 piedi dieci, numero 10
Detti d’olmo per far uno litto da do piedi, numero 2
Riode da litto da colombrina da 20, numero 8
Dette forade da canon da do dui, numero 2
Asti da 20 quatro, numero 4
Detti da do uno, numero 1
Carta rial risme tre, numero 3
Spolitta da 100 cinto cinquanta, numero 150
Dette da 50 doi cento, numero 200
Dette di granate cinquecento, numero 500
Modoli di cazi [?] vovoli et calcadori, numero 300
Chiave bastarde delfedo sesanta, numero 60
Chiave comune larici, numero 30
Cargiole forade cento quaranta do, numero 142
Ciupire da portar tera duicento, numero 200
Badili tre cento, numero 300
Zaponi doicento otantta, numero 280
Zape dusento vintti quatro, numero 224
Pali di fero vintti cinque, numero 25
Chiodi baril uno di peso L [?] 260, numero 1
Manarin dusento ventti L [?] 467, numero 220
Chiodi da truso [?] baril uno L [?] 187, numero 1
Detti barilli sie da canal di peso luvè [?] cento nonanta il baril L.[?] 190, numero 6
Corda cita L [?] 34.000
Manegi di badili mille, numero 1.000
Detti da zapa mille, numero 1.000