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10 dicembre| 1789 Alvise Foscari

Dispaccio del 10 dicembre| 1789|

N. (senza numero)

Serenissimo principe.
Essendomi rassegnato a vostra serenità con le ossequiose mie 27 novembre appena assunta la carica, in cui ho l’onor di servire alla patria, devo ora rivogliermi riverente a supplicar l’eccellenze vostre acciò si degnino dare occupazione al zelo onde poter meritarsi il generoso pubblico compatimento.
La provida vigilanza dell’eccellentissimo Senato ha in ogni tempo voluto accordare alli patrici che sostennero il capitaniato di Raspo la delegazione sopra li luoghi pii di Pinguente e giurisdizione del capitaniato di Raspo, della terra di Pirano e così pure delle case di pubblica ragione esistenti nella città di Parenzo, aggiungendo alle cure della carica, che debolmente sostengo, la delegazione altressì della interessante materia boschiva sopra l’intiera provinzia.
Bramosa la divozione di aver capo per prestar le proprie sebben deboli applicazioni al miglior pubblico servizio, osa lusingarsi che per benigna condiscendenza di vostre eccellenze si troverà coll’onor di poter estender li studi sopra gl’articoli preacenati, calcando pontualmente la linea delle leggi colla obbedienza più pronta a ogni particolar commissione dell’eccellenze vostre.
Devo intanto raguagliar sommessamente che per rapporto in lettere 10 e 13 novembre del giudice di San Servolo, terra austriaca, reccato all’eccellentissimo mio antecessore, restò rettento in quelle parti il molesto suddito Mattia Jurissevich, uno delli quattro malviventi che essendo in queste carceri sortirono la fuga nella deccorsa state, e che poi furono in absenza capitalmente banditi con sentenza del nobilhomo precessore.
L’official austriaco con le summotivate lettere, che ho trovato in cancellaria e che umilio nel loro originale, avendo abbandonata la pretesa della taglia imposta alli captori del bandito, si restringe a chieder li tre zecchini che a senso della compatata devono contarsi nella reciproca consegna de’ colpevoli, e lire ottantadue soldi dieci, spese cibarie delle persone che si posero in movimento per ritenere il malvivente, oltre l’alimento giornaliero che si somministra al rettento dal primo dì di settembre a ragion di venti soldi al giorno.
L’ossequio mio abbenché privo d’ogni individua notizia sopra questo affare spera il compatimento di vostre eccellenze nella deliberazione presa di commissionare il cavalier di corte a riddursi con scorta nella località confinaria di Carisana per riccever il rettento; scritto avendo al giudice austriaco onde avesse a consegnarlo col pagamento delli tre zecchini espressi nella compatata delle lire 82:10 spese incontrate dalli captori e del giornaliero mantenimento del reo sino al giorno della consegna.
Il zelo m’induce a non lasciar più a lungo negletta la rimostranza dell’official austriaco, mentre sortindo per avventura al malicioso colpevole la fuga anche da quelle prigioni, si potrebbe unir di nuovo alli malviventi che infestano la provinzia e rendersi vieppiù pesanti e molesti alli rassegnati sudditi con disgustose conseguenze.
Pinguente, 10 dicembre 1789.

AS Venezia, Senato. Dispacci dei provveditori da terra e da mar e altre cariche e loro rubricari, fz 1227.
Trascritto in: Piero Fabris - Angelo Muttoni - Giovanni Pedrana, Lettere a Marco Foscari 1789-1792. Appendice. Alvise IV Foscari, Capitano di Raspo dispacci 1789-1792, a cura di Fausto Sartori, Venezia, La Malcontenta, 2011.