10 dicembre| 1789 Alvise Foscari
Dispaccio del 31 gennaio| 1790|
N. (senza numero)
Copia
Illustrissimi et eccellentissimi signori signori colendissimi.
Illustrissimi eccellentissimi signori Deputati ed aggionti alla provvision del dinaro.
Rassegno inserto alle riverite condsiderazioni di vostre eccellenze esemplar della compattata che vigge col limitrofo stato austriaco per la reciproca consegna dei rei. Ho dovuto per incontrar le rispettabili lor commissioni significatemi nell’ossequiate lettere 15 gennaro, ricevute solamente li 29, procurarne una copia dalla cancellaria di Capo d’Istria, non essendovi sul proposito documento alcuno in quest’officio.
Cade però qui in acconcio di rassegnare a ossequiata notizia di vostre eccellenze, e a giustificazion delle direzioni alle quali mi appagliai nel ripassar la settimana che giunsi a questo governo, le lettere dell’offizio austriaco, scritte al nobiluomo mio antecessore, rispetto al rettento Mattio Giurissevich, quali come ho partecipato anche all’eccellentissimo Senato si trovava in cancellaria, che non mi era stato fatto nessun cenno della ricerca fattasi per il di lui arresto al comandante estero, non del verificato suo arresto ed esistenza in quelle carceri, né del corso reciproco carteggio.
Il riflesso che ho dato a dette lettere mi dimostrava che il malfattore era stato rettento nelle terre austriache a richiesta veneta, ch’esisteva in quelle carceri da tre mesi e giorni, e per le informazioni qui prese mi venne rappresentato esso Giurissevich colpevole di odioso delitto, per cui fu dal precessor come giudice delegato dall’eccellentissimo Consiglio capitalmente bandito, dipendendo tutt’ora il di lui destino da dette ossequiate autorità.
Ho creduto per tanto che conveniva di farlo capitar con sollecitudine in queste forze, sì per assicurar a disposizione de’ veneti tribunali un malfattore ch’erasi reso infesto al confine, che per non lasciar nell’idea de’ comandanti esteri impressioni di total trascuranza per rei di tal natura.
Il giudice di San Servolo nelle sue lettere francamente chiedeva li tre zecchini prescritti nella compattata, lire ottantadue soldi dieci, spese dalle persone postesi in movimento per l’arresto del delinquente, e l’alimento somministrato al medesimo in quelle carceri a venti soldi al giorno.
Avevo già in vista per nozioni che si raccolgono nell’onor di prestarmi all’essigenze delle sostenute magistrature e nell’intervento della divota persona mia alle deliberazioni dell’eccellentissimo Senato, che la compattata col governo austriaco, nel reciproco impegno di consegnarsi li rei, era limitata con un contamento di danaro per li bassi ministri dell’uno o l’altro stato.
Dalle indagini poi estese prima di commissionar questo cavalier di corte di ridursi nel confine, mi risultò che in pratica si davano li tre zecchini, come richiedeva il giudice di San Servolo, e ho assentito che si contrassero anche le lire 82:10 a risarcimento delle spese incontrate dalle persone postesi in movimento per ritenere il reo, mentre non supposi dignitoso, né convenevole mettere in contingenza l’asserzione di un confinante ufficiale per sì poca somma di danaro, che avrei certamente senza scrupolo risparmiato se avessi avuto sotto le considerazioni li articoli della compatata.
Da questa ingenua esposizione la virtù di vostre eccellenze troverà compatibile l’esborso delle lire 82:10, a cui non avrei assentito se fosse stata conservata in questa cancellaria la compattata, che a lume de’ successori ho fatta registrare; mentre già le lire 107, che sono di alimento a soldi venti al giorno al reo nelle carceri austriache, sono a semo del convenuto, per essersi lasciato colà il malfattore molto tempo oltre il fissato periodo di giorni quindeci.
Occludo pure la fede, nella forma prescritta, per la mercede spettante al cavalier di corte per la condotta di detto reo dal confine austriaco in queste prigioni, noto già essendo a vostre eccellenze per l’altra fede di questo ministro camerale, annessa nelle precedenti mie 12 decembre, ch’erasi consumata sotto il precessor la limitazione assegnata a questa cassa per tali esigenze.
Ho l’onore di bacciarle divotamente le mani.
Pinguente, 31 gennaio 1789 more veneto.
AS Venezia, Senato. Dispacci dei provveditori da terra e da mar e altre cariche e loro rubricari, fz 1229.
Trascritto in: Piero Fabris - Angelo Muttoni - Giovanni Pedrana, Lettere a Marco Foscari 1789-1792. Appendice. Alvise IV Foscari, Capitano di Raspo dispacci 1789-1792, a cura di Fausto Sartori, Venezia, La Malcontenta, 2011.