10 dicembre| 1789 Alvise Foscari
Dispaccio del 2| luglio| 1791|
N. (senza numero)
Serenissimo principe.
Sono coll’onore di rassegnarmi ossequioso a vostra serenità appena retrocesso alla ressidenza da Pirano, ove l’obbedienza ha consumato il periodo di ventiquattro giorni, prestandosi agl’oggetti della pubblica providenza.
L’applicazione che ho impiegato a ricconoscerne l’azienda delle casse della comunità, del monte, del fontico mi ha esibito argomento di compiacenza per il buon ordine e per la pontual esatezza con cui vengono maneggiate.
La vigile soprintendenza delle urbane deputazioni e l’attento esercizio delli rispettivi ministri procedendo con zelo per il bene della lor patria sollecitano scrupolosamente l’osservanza delle leggi che garantiscono il fondo e le rendite delle casse, cosiché il buon andamento mi si è manifestato non solo nelli giri di scrittura, ma nel materiale medesimo nella visita che ho fatto in persona nel fondaco delle farine e nel deposito delli pegni nel monte.
Ho ritrovato pure l’ospitale de’ poveri, abbenché ristrettissimo di rendite, discretamente provisto dell’occorrente per il ricovero che accorda a indigenti persone, anche forestiere; e a piena soddisfazione mi rissultò esatissimo nella revisione praticatasi il maneggio di tutte le scole laiche, senza partite di debiti e proviste tutte di sacri aredi, onde decentemente recitarsi li divini officii nelle funzioni ecclesiastiche.
Le grate rissultanze che in ogni rapporo di polizia urbana ho ravvisato a Pirano devono ripettersi della sua configurazione ben combinata sì nel fisico che nel morale. La comunità, ricca di rendite, esibisse modi per tener occupati annualmente con stipendio di denaro vari cittadini ch’esercitano officii, e fa poi sentire al popolo sussidi di medici, di chirurgo, di maestri a lettere senza spesa alcuna, tenendo proveduto sempre il fondaco di farine a sovvegno commune.
Il cetto civile è assortito con limitate finanze, che si bilanciano senza far distinguer nessuna famiglia per dar preponderanza. Il popolo attivo sta diviso tra le fatiche rurali e della marinerezza, procacciandosi alimento e l’occorrente alla vita, sicché fortunatamente non si vedono nella sua società li disordini generati dal superfluo, né li mali che alle volte derivano per la mancanza del neccessario.
La terminazione dell’eccellentissimo magistrato di Deputati et aggionti sopra la provigion del denaro 26 aprile 1787 approvata dall’eccellentissimo Senato, che nel V suo capitolo accordò agl’eredi delli debitori verso le casse della comunità e monte il beneficio del rilascio del 50 per % quando si disponessero pagare in tre ratte e anni successivi, non ha riportato a vantaggio delle casse stesse l’effetto che si è contemplato nella provida sanzione, mentre nelle casse medesime sono tutt’ora in credito di trentamille e più lire.
Nel ristretto mio soggiorno in visita vi ho dato pensiero e viddi farsene qualche contamento, ma richiedendovisi accurata perquisizione per ricconoscer gl’eredi delli debitori e le facoltà loro per esser convenuti e obligati a rissarcire giacché hanno negletto il benefico indulto, si deve a ragion pressumere o che siano affatto indigenti o che non hanno volontà di pagare. Se piacesse però a vostre eccellenze di comandare che nel consiglio di Pirano con bossoli e ballotte si elleggessero tre individui dal corpo delli cittadini che avessero sostenuto cariche graduate, per rassegnarsi la nomina, tra quali uno venisse poi trascielto da vostra serenità a cui fosse conferito titolo di agir come procurator delle casse della comunità, fondaco e monte, onde investigar gl’eredi delli debitori verso le casse medesime e far gl’atti occorrenti per il pagamento, per conseguir esso procurator, che dovrebbe operar a tutte sue spese, il dono già accordato del cinquanta per cento da ogni credito vecchio che riscotesse, si potrebbe con tale efficace esperimento confidar l’esazione da tutti li solventi, per ordinarsi poi dopo il periodo che sembrasse sufficiente a vostre eccellenze la depenazione dalli quaderni delle partite inesigibili, che ingombrano vanamente li libri e rendono più lunghe ed involute le revisioni.
Pinguente, 2 luglio 1791.
AS Venezia, Senato. Dispacci dei provveditori da terra e da mar e altre cariche e loro rubricari, fz 1235.
Trascritto in: Piero Fabris - Angelo Muttoni - Giovanni Pedrana, Lettere a Marco Foscari 1789-1792. Appendice. Alvise IV Foscari, Capitano di Raspo dispacci 1789-1792, a cura di Fausto Sartori, Venezia, La Malcontenta, 2011.