10 dicembre| 1789 Alvise Foscari
Dispaccio del 23 gennaio| 1791|
N. (senza numero)
Illustrissimi et eccellentissimi signori signori colendissimi.
Illustrissimi ed eccellentissimi signori signori Capi dell’eccelso consiglio di X.
Le ossequiate ducali di vostre eccellenze 20 decembre ultimo deccorso avendo rimesso alla mia obbedienza supplica rassegnata al riverito loro tribunale da Mattio Cattunar di Zuanne dalla villa di Verzeneglio di Cittanova, mi hanno comandato d’estender diligenze per esaurir le cose in essa esposte e rassegnare alla loro virtù le rissultanze.
Prestato essendomi con la solecitudine che potè combinarsi colla stravaganza de’ tempi e con la distanza de’ luoghi all’inquisizione, sono ora coll’onor di umiliar in questa divota relazione quanto restò legalmente liquidato.
Versa la supplica del riccorrente Cattunar sopra le violenze patite dalli Antonio Radin e Antonio Marchesan guardiani del bosco di Cittanova. Accenna d’esser stato già due anni da essi aggresso e, dietro tentativi con cortello, avesse ripportata mortal ferita con sbaro di schiopo d’Antonio Radin, che per tal delinquenza incaminatosi processo nella cancellaria di Cittanova, sia il ricorso suo giacente senza aver avuto il conforto che il caso esigeva della vendicativa giustizia.
Che covando astio detti Radin e Marchesan, quelli sepero perpetuarsi nell’officio di guardiani de’ boschi per sfogarlo e fargli detrimento si siano la matina di un giorno dell’ultimo deccorso ottobre determinati a ritenergli sedeci porci che sotto custodia di una donna che li guidava transitarono per il bosco, d’onde neccessariamente dovevano passar per esser ridotti in una sua particolar terra a pascolo, che presentati dalli guardiani li porci fermati a Cittanova, furono da quella rappresentanza disposti a tutta perdita del proprietario di essi.
Prima di far cenno delle rissultanze degl’esami che fecci praticar per esaurir li fatti, cade in acconcio di significare a vostre eccellenze che il nobilhomo Antonio Maria Balbi podestà preccessore di Cittanova ha con sua lettera 15 giugno 1790 partecipato a codesto eccelso tribunale che per osservabile seduzione di alcune persone di Cittanova e rea fomentazione non avevano corso libero gli atti di giustizia; anche attribuiva di non aver potuto formare alcuni processi, per gravi delitti, incaminati nella sua cancellaria, tra quali indicò precisamente il processo per le mortali ferite ripportate da Mattio Cattunar per mano delli guardiani del bosco Antonio Radin, imputato di reità nel processo ancho il suo compagno Antonio Marchesan. È derivato allora alla mia divozione l’incarico colle ducali 12 luglio 1790 di codesto eccelso tribunale di prestarmi passando d’inteligenza col sudetto rappresentante per riconoscere in qual grado fossero avanzate le predette seduzioni, e da chi promosse, per umiliar poi il rissultato.
Era già chiuso il regimento a Cittanova dal nobilhomo sudetto, nelle cui veci subentrò il nobilhomo Silvestro Balbi.
Sembrò pertanto opportuno alla mia divozione di rivolgermi al medesimo rappresentante con mie lettere 6 agosto anno detto, olle quali suponendo già che dal cancelliere del suo anteccessore fossero stati consegnati al di lui ministro li processi che aveva configurato il suo preccessore, di non aver potuto formare per altrui rea procedura, lo eccitai che dovesse comandar all’attual cancelliere a prendersi con solecitudine per mano per quelli atti che convenissero alla loro ultimazione, perché poi fosse in grado di rifferirmi con dettaglio se fossero stati incontrati con la dovuta obbedienza li comandamenti suoi, colla comparsa in cancellaria delle persone citate, e si trovasse in stato quel regimento di divenir a decretazione delli processi stessi per li successivi atti di giustizia.
Li riscontri rittrati in lettere 13 ottobre 1790 di detto nobilhomo podestà assicuravano che datasi occupazione del suo ministro negl’indicati processi, trovato abbia piena obbedienza, essendo prontamente comparse le persone citate a dar costituto, e per esser esaminate in cancellaria, sicché era nella certezza di poter durante il suo regimento decretare e spedire li processi medesimi.
Una risposta così precisa del sudetto rappresentante servì di base alle informazioni che ho rassegnato all’eccelso tribunale sotto li 18 ottobre 1790, accennando che non esistevano le colpevoli direzioni suposte dal nobilhomo podestà di Cittanova Antonio Balbi.
Poteva il nobilhomo podestà Silvestro Balbi prosseguire agl’atti di giustizia sopra agli accennati processi, ma messosi in risserva che però non gli derivava dalle mie lettere, o poter passare a decretazione, mi ha scritto sotto li 12 gennaro 1790 more veneto mettendo in vista che quando gli venisse da me accordato poteva passare alla spedizione delli processi stessi, e perciò non ho differito con le mie risposte 24 detto di significargli che le informazioni richieste da questa carica per commissione dell’eccelso tribunale non mettevano ostacolo agl’atti della di lui giustizia per decretar e spedir li processi medesimi.
Per le premesse cose, che il dover mi chiama ad umiliare per l’onore che mi deriva colle preaccennate ducali 12 luglio e colle susseguenti 22 novembre anno detto, in compatimento generoso delle deboli mie direzioni non si doveva nemen sospetar che il processo per le ferite riportate con schiopetata dal ricorrente Cattunar fosse ancora inespedito. Con ribrezzo dell’animo sono però astretto di rassegnare che nel fine del regimento nobilhomo Silvestro Balbi fu consegnato quel processo nella cancellaria del successore con sole quatro deposizioni assunte, mancando di esaminarvisi altre 18 persone nominate dal ferito in prova de’ fatti proposti. Comparisce quindi ad evidenza la protrazione ultronea che sepero procaciarsi a Cittanova li guardiani sudetti, quali con patrocini sostengono pure da cinque anni le ispezioni di guardiani del bosco, che conferisse con bossoli e balote quel consiglio. Per l’innanzi si dava cambio alli guardiani in cadaun anno, o in due al più. Ma questi che si essercitano da cinque anni abusando del ministero sepero procaciarsi illeciti proventi prevaricando alle legge che disciplinano l’aumento e conservazione delle piante ne’ boschi.
Consta pienamente da molte giurate deposizioni che presero molti arbitri nel far tagliar legna del bosco ad altrui comodo; che abbianno venduto una pianta di rovere ch’era già in terra, non essendosi potuto stabilir se fosse bolata a uso publico; che permettano a mandre di peccore, a bovini ed a porci di pascolar nel bosco, ritraendo perciò dalli proprietari di detti animali una patuita corrisponsione. Molti giurati assicurano che abbianno per mercede che si corisponde alli guardiani piena libertà molti di condur loro animali al pascolo, e così due mandre di pecore di persone suddite austriache a passar nel bosco, e che tra le peccore vi siano anche vinti animali caprini che le leggi vogliono allontanate affatto dalla provincia per li detrimenti che recca alle piante il velenoso lor morso.
Nel mese e nelli giorni che detti guardiani fermarono sedeci porci al ricorrente Cattunar, nel momento che, come si legge, senza far nessun danno si faccevano da chi li guidava transitar per il bosco, onde ridurli in terre particolari del proprietario, vi esistevano già nel bosco trecento e più porci di diverse persone da Cittanova, e si arguisse da qualche assunto che li guardiani studiassero di reccar detrimento al Cattunar col fermo de’ suoi porci, onde indurlo a rimoversi dall’istanze portate nel foro di Cittanova per la riportata ferita.
Viene pure provato con giurate deposizioni che il regimento di Cittanova ha disposto senza metodica formalità delli sedeci porci fermati dalli guardiani di ragione del Cattunar, dovendo una porzione in premio alli guardiani, e gl’altri venduti.
Messosi il Cattunar in movimento di ricorrere per il danno patito per opera delli guardiani, Antonio Radin, uno di essi, e quello che già due anni l’ha ferito, si espresse, udendolo quatro persone che giuratamente lo affermano ne' loro esami, che se il Cattunar lo facesse convenir per il fermo delli porci innanzi qualche tribunale, voleva misurargli in sito più decisivo un'altra schiopetata, e che tale fosse pure l'intenzione del suo collega.
Nelli termini che divotamente rassegno comparindo nella inquisizione gli articoli per li quali ha reclamato con suo memoriale nell tribunale di vostre eccellenze Mattio Cattunar contro li guardiani del bosco di Cittanova sopranominati, l'obbedienza mia colla presente ingenua relazione si trova coll'onor di aver incontrata la rispettabile loro commissione.
Pinguente, 23 febbraio 1791 more veneto.
AS Venezia, Capi del consiglio di dieci. Dispacci (lettere) dei rettori e pubblici rappresentanti, b. 272, 110-111. Trascritto in: Piero Fabris - Angelo Muttoni - Giovanni Pedrana, Lettere a Marco Foscari 1789-1792. Appendice. Alvise IV Foscari, Capitano di Raspo dispacci 1789-1792, a cura di Fausto Sartori, Venezia, La Malcontenta, 2011.