13 gennaio 1729 Marin Zuanne Donà
Relazione
Relazione di Donà ritornato di Provveditore e capitano a Cerigo
13 gennaio 1729
ASVe, Collegio, Relazioni, busta 84
Serenissimo Prencipe
In ossequio et obbedienza delle publiche sapientissime leggi che lo prescrivono, mi onoro di rassegnare a Vostre Eccellenze un compendio di ciò che appartiene alla carica di Proveditor e capitano di Cerigo, dalla publica Sovrana distributtiva benignamente conferitami e da me sino alla comparsa del nobil huomo signor Nicolò Venier, degnissimo successore, attentamente sostenuta.
Con qual fervore di zelo io l’abbi intrapresa e se mi sii stato sempre a cuore il Regio servitio di Vostra Serenità, posso francamente chiamare a farmene fede quella generosa publica approvatione con cui restano decorati gl’altri impieghi alla mia divota persona appoggiati, cosìche confido non ingannate le mie mire, che riguardarono a rendermi eguale anche in quest’ultima carica.
Li popoli che [h]o dovuto reggere nel tempo del mio governo sono quelli fra tutti gl’abitanti dell’isole dell’arcipelago unicamente avventurosi, che godono la fortuna d’esser soggetti alla soave dominatione della Serenità Vostra ed è questo un bene che li sudditi principalmente costituiti al confine, per la viva ragione del confronto, [h]anno maggior occasione di conoscere. Per quello spetta alla rappresentanza non omisi alcuno di quei mezi, che potessero render sensibile e rilevata in tal proposito la loro felicità, per cui ne derivano poi applausi e sincere benedittioni al nome acclamato del Prencipe.
L’indole di quella gente, per verità contaminata dalli pregiuditii universali della natione, rendendosi ancora più stravagante ed inquieta, impone uno studio di estraordinaria destrità in chi li regge.
Per tanto l’administratione di esata giustitia, l’applicatione continua di accorrere e riparare tutte l’esigenze dell’isola, l’aver dato prontamente la mano a tutto ciò che poteva consolare, tanto nell’esigenze ecconomiche che civili, quella popolatione, fu lo scoppo verso cui rivolsi ogni mio pensiero. Potrei darne un minuto dettaglio, come pure della sitatione e qualità di quella fortezza, del pressidio che vi si occupa, della qualità de prodotti che fornisce più ubertosamente, [NdC: forse manca una parte di relazione] data la diretione. Ad un tale benché momentaneo aspetto di guerra, successe la prossimità di quegli due altri gravissimi flagelli, con a quali suole punire somamente provocata la Divina giustitia, mentre infierendo in poca distanza la pestilenza ne vissi l’orrido aspetto e non sudai così poco a difendere il paese, perché non ne restasse invaso. Così dopo dopo il periodo di quella non facile carica, restituito in patria faccio mia consolatione una riverente fidutia, che tutto ciò che operai e che soffersi per il migliore publico servitio, venghi ad essere felicitato dal paterno compatimento di Vostra Serenità e degl’aumenti della publica sapientissima gratia. Etc.
Venetia li 13 genaro 1729 more veneto