4 febbraio 1609 Donà Corner
Relazione
Relazione di Donà Corner 1610
Serenissimo Principe
Havendo io servita la Serenità Vostra nel carico di provveditor in Asso da dove hora ritorno, luogo per molti rispetti di notabile importanza, e dovendo per ciò darLe conto di quelle cose che osservate da me giudico degne delle Sue orecchie, tralascierò (per non diffondermi in scrittura pocco necessaria) tutti quelli particolari che raccordatti o scritti de miei precessori non hanno bisogno di nove commemorationi, in quelli soli fermandomi con ogni possibile brevità, che possono servire alla conservatione di quella fortezza et alla sicurtà di quelli sudditi dell’isola di Ceffalonia, perché non ad altra fine deliberò l’eccellentissimo Senato di fabricar il sito di Asso naturalmente fortissimo che per assicurare in ogni occasione o di guerra o sospetto gl’habitatori di quell’isola che è tutta aperta dall’incursioni d’armate o forze nemiche. Lo stato presente della fortezza di Asso, penisola di Ceffalonia, il cui ricinto è di due miglie incirca, e dove (parlando del scoglio tutto) potriano in ogni occorrenza salvarsi le genti et animali di tutta l’isola assai commodamente, è Dio gratia assai buono, poiché, sebbene alla parte di tramontana, loco chiamato Santa Maria, mancano passa ducento di muraglie che non sono mai state principiate, tuttavia il sito in quella parte che è sasso asprissimo et inacessibile, onde di continuo batti il mare vivo, pare che dalla natura sia stato bastevolmente fabricato. Il resto tutto della muraglia è fatto sin’ al cordone, ma non posso negare che se non sarano fatti di terra pieni, potra ella facilmente patire et rovinar anco affatto per cause delle pioggie et terremotti. Ho osservato per diffetto grande che le sentinelle sono distanti l’una dall’altra, et non vi sono in tutta la muraglia se non duoi soli caseli di pietra, uno fabricato alla Raspona dal clarissimo signor Marin Muazzo, e l’altro alla porta maestra fabricato da me, come necesseriissimo, nel resto le sentinelle convengono stare alla scoperta, onde nasce che con le pioggie et venti gagliardi specialmente del verno la muraglia resta senza alcuna sorte di guardia, il che se in tempo de pace potesse esser o tolerato o negletto potrebbe nondimeno partorire ad altro tempo accidenti d’imparabile pregiudicio. Li corpi di guarda che sono sei, tutti sono fabricati di semplice masiera, et quanto fossero fatti con buon muro di calcina sarebbono essi di commodo et utilità grande, perché si potrebbono repponervi dentro li letti delle artigliarie, li quali stando alla scoperta et alle pioggie si marciscono con notabile danno pubblico. Anco li quartieri degl’alloggiamenti sono molto scarsi rispetto all’ordinario presidio che è di fanti ducento. Et più stimarei necessario l’accrescergli et proveder, sicché bastassero al bisogno. Principale e necessariissima provisione per vetovagliare et presidiar le fortezze, e quella dell’acqua specialmente dove non sono acque vive et dove, come occorre alla Ceffalonia, passano molti mesi che non piove, però non essendo riuscito stagno né pozzo grande e profondo, che fu fabricato già dal signor collonello Pietro Conte, et non potendo supplir di gran longa al bisogno la cisterna veramente grande e profonda fabricata dal clarissimo Zulian già provveditor di quella fortezza, mi comandò con signolar prudenza l’eccellentissimo signor Philippo Pasqualigo all’hora provveditor generale (li cui ordini hanno in maniera regolate le cose di quell’isola, et consolati di modo tutti quelli sudditi che benedicono incessantemente il suo nome) ch’io dovessi oltra le sudette et una principiata dal clarissimo Muazzo precessor mio, ch’io dovessi finirne una principiata da sua signoria eccellentissima alla piazza dell’arme, loco capace di molte acque, la qual in obbedienza del commandamento di quel signore fu da me fornita, et oltre di quella ne ho fatto un’altra inanzi il corpo de guarda molto commoda et utilissima, perché poiché servendo alla propinquità del sito a’ capitani, a’ soldati et all’istesso provveditor sparagnerà nell’avenire la spesa delli ducati vinti al mese, che si pagano per l’acqua al governator et capitanii di quel presidio, et ducati otto al mese, che si pagano alla casa del provveditor per il medesimo rispetto, il qual interesse è levato in virtù de terminationi di esso eccellentissimo Pasqualigo per avere con il medesimo zelo di pubblico servitio procurato di restaurar et finir anco le altre, et specialmente quella del mio precessor, ma non ho potuto farlo per mancamento di dinaro, essendo stata la camera della Ceffalonia così eshauste che a gran prna poteva suministrar le ordinarie paghe della militia.
Trovai sino al mio ingresso a quel regimento la fortezza assai sfornita di aprestamenti per le munitioni, et la polvere quasi tutta guasta dalla humidità che ha marciti li barili; dove ella è riposta ne ho fatto acconciare con molta difficultà ducento barili, la quale ho collocata dentro tante cassele in loco asciuto et sicuro, ma non ho potuto far il medesimo del restante, così per non haver denaro per la causa ditta di sopra come per mancamento di tavole non ne havendo ritrovato pur una. Perciò raccordarei riverentemente che piacesse alla Serenità Vostra di mandarne qualche quantità, et appresso della corda da schioppo, di chiodi di zapponi, di badili, di picchi et di cai per l’artigliaria, et otto campane per metter alle scintinelle, essendo le nicchie tutte rotte et inutili. Ho fatto rivedere et misurare li migli di quella munititone che sono stara millecento et cinquantaquatro, di che diedi conto all’illustrissimo signor provveditor dell’isola. Et perché nelli magazeni dove erano pativano humidità con certo pericolo di guastarsi, gl’ho fatti riportar in un altro loco asciuto e assai migliore. Ne devo restar de dire a questo proposito, che ritrovandosi nella camera di Ceffalonia buona quantità di denaro cavata da megli venduti di raggione del deposito della fortezza di Asso, li quali stando così possono servire ad ogni altro uso che al pubblico servitio, sarebbe ottimamente fatto che fosse esso denaro reinvestito in novi megli per reintegratione del deposito et per tutti quelli bisogni che potessero occorrere. Il porto che ben picciolo è sicuro per vasceli grandi, non essendo aperto ad altro vento che maistro et tramontana, havendo commodità sicura così di sorger o dar fondo come di legarsi in terra, ma patisce un contrario notabilissimo che le pioggie, le quali calando dalle montagne portano al mare il terreno mosso da agricoltori, vano in maniera danisicando et atterrendo esso porto che hora non capisce la metà di vasceli che capiva inanzi la fabrica della fortezza. Sopra questo porto è stato sempre solito tenersi così di giorno come di notte una guardia d’otto soldati et un caporale, a fine che sia avisata la fortezza de tutti li vasceli che si scuoprono, et perché non haveva essa guarda dove ricontrarsi se non un caselo de tavole marcie incommodossimo et mal sicuro, io con l’assenso dell’eccellentissimo signor capitan general Bembo et dell’illustrissimo signor provveditor general Pasqualigo ho fatto fabricar una torre ad uso di puglia con le sue ale ad ambe le parti, la quale, oltreché da ricetto commodo et sicuro ad esse guarde, assicura il porto, separa il scoglio dall’isola et apporta anco grandissima reputationealla fortezza. Disordine certo importantissimo e degno per l’humile parer mio, che mi sia fatto qualche provisione dalla Serenità Vostra è quella di terreni di essa fortezza, poiché se gli è statuito per deliberatione dell’eccellentissimo Senato che fossero divisi et ripartiti essi terreni a chi volesse fabricarli, acciocché la fortezza in breve tempo si popolasse o almeno havesse per ogni occorrenza fabriche capaci per gl’habitanti dell’isola. Fu anco stabilito tempo, et posta condicione che se nel tempo di tanti mesi li possessori non farano le lor fabriche, s’intendino decaduti et privi delli lor possessi, et inoltre condannati in pena pecuniaria ala fabrica della fortezza, resta nondimeno defraudata la pubblica volontà, perché sono ben stati destribuiti essi terreni et vi sono fatti i confini, ma non si fabrica alcuna cosa né son esseguite le pene, onde di che conseguenza possi, e per questa inobbedienza ai publici decretti lo rimetto per atto di riverenza alla singular prudenza della Serenità Vostra, alla quale se commanderà che sia datta habilità nova di tempo per dette fabriche, il quale passato siano scosse irremissibilmente le pene, rimedierà bastevolmente al disordine introdotto et fare ottimamente il servitio Suo. A questo inconveniente grandissimo proverò di rimediar con lettere l’illustrissimo signor general Cappello, perché commandò che gli innobbedienti fossero astretti a pagar esse biave a quelli maggior precii che sono comprate dalli provveditori della fortezza. Ma perché anco questo ordine non vien esseguito, sarebbe necessario provedere in uno di duoi modi: che certamente havesse ogn’anno la fortezza per il suo vivere l’ordinario assegnamento ovvero concedendo alli provveditori di Asso che potessero eseguire contra gli debitori in questo sol caso nelle essationi delle decime ovvero che fosse obligatto il regimento di Ceffalonia di somministrar aggiuto per l’essatione di dette decime alla fortezza ne’tempi opportuni. Il che tutto sia rimesso alla somma sapienza della Serenità Vostra. Grazie et cetera.
Sul retro del documento la dicitura: Asso 1609 4 febraro. Relatione di Asso presentata et letta adì soprascritto nell’eccellentissimo Collegio dal nobil homo Donà Corner, ritornato da quella provedaria, et nel medesimo giorno in esso letta.
AS Venezia, Collegio, Relazioni, b. 65