23 novembre 1646 Antonio Lippomano
Relazione
Relazione di Antonio Lippomano 1646
Provveditore Estraordinario di Spalato e Traù
23 novembre 1646 L. R. [data riportata in ultima pagina]
ASVe, Collegio, Relazioni, busta 72
Serenissimo Prencipe
Nel mio rittorno dalla carica di Proveditor Estraordinario di Spalato e Traù e loro territtorii, ove riverentissimo servii Vostra Serenità e l’Eccellenze Vostre, coll’intiero della divotione affetuosa, nell’incombenze di sopraintendere alle militie, che di quando in quando ho rassegnate et espurgate da gente inutile e portatone i ristretti mensuali all’eccellentissimo signor Provveditor general in Dalmatia. A bombardieri, quali continuamente ho fatto essercittare. A governatori, che ho inanimato al buon governo e destinatoli dissiplinar militie e quell’habbittanti. A stipendiati, a quali ho vietato i pagamenti mentre non s’impiegavano in attual servitio; a camere che ho reviste et regollate e rissecate l’infrutuose spese et fatto passar in cassa d’esse tutto il dennaro inviatomi da Venetia e da Zara e d’ogn’altra raggione publica; a viveri e monitioni, quali ho conservato e le mandate da Venetia fate passare con cautella publica; a fabriche, construtte con ordine di Vostra Serenità e dell’eccellentissimo generale, ho sopra inteso con risparmio possibile e minor rissentimento di publico interesse; a confini, quali col voler di Dio al mio arivo quietai in tanquilla pace; alla scalla, che per uffitii impiegati in Bosna presso il Bassà, il Teftedaro e mercanti, feci reppigliar felicissimo il corso, a segno che nel spatio di mesi otto capitorno 6.598 coli. Devo anche, in adempimento dell’ubligationi mie in questo mio rittorno, accenarle il stato delle doi Piazze sudette e loro confini, omettendo di vantar con avantagiose espositioni l’opperationi mie, mentre non ho trascurato minimo servitio che per possibilia(?) ho stimato futuoso alla patria, sicurtà di sudditi e di sadisfation all’Eccellenza Vostra, di che di tempo in tempo ne ho portato riverentissimi raguagli e a Vostra Serenità et all’eccellentissimo General in Dalmatia, a quali rimmettendomi stringerò il discorso, per non attediar col soverchio la pacienza dell’Eccellenze Vostre e per non occuppare il loro preciosissimo tempo, che si dispensa in più importanti affari. E però rappresentarò prima riverentemente le general considerationi che si possono tenere nelle correnti congiunture di guerra, all’una et all’altra delle Piazze sudette e poi dissenderò alle particolari, per più brevità e maggior inteligenza.
Confini e forze del nemico
Confinano le doi città sudette con Salona e Sasso e la fortezza di Clissa, inespugnabile per il sito, sendo fabricata sopra un monte piramidale in vivo sasso et ha cinque o sei pezzi di puoco tiro, che non si possono amovere per qual si ha grave bisogno, senz’espresso ordine Reggio, per esser essa fortezza propugnacolo alla frontiera del floridissimo Regno di Bosna, né altre ne ha il Gran Signore, che Giaiza, fortezza situata nel cor del Regno, ove i suoi proprii re li tempi andati soggiornavano.
Clissa è distante da Salona miglia tre, da Spalato cinque, da Traù dicisette, è munita di 170 persone d’armi, comprese 40 a cavallo, è guardata in questi tempi con occulata gelosia, di maniera che impossibile può riuscire la supresa; Salona da 50 fanti et 20 cavalli et il Sasso con 40 fanti solamente, ma all’occorrenze da diversi villagi d’intorno possono sortire cent’huomini et ad ogni sego di fuoco o tiri d’altellarie concorono cellermente dalle Provincie convicine di Poglizza, Cettina e d’altrove, al numero di tre e più milla combattenti.
E il Sangiacco di Clissa, che riceve la denominatione dalla stessa fortezza e che deve rissieder nella medesima, può unire nel suo Sangiacato 8.000 huomini, la maggior parte a piedi.
I due luochi principali, come più vicini alle città della Serenissima Republica, ne quali sogliono turchi ammassarsi a danni di christiani, sono il paese di Cettina, contiguo alli detti territtorii di Spalato e Traù, et il Campo di Petro vicino al territtorio Sibenzano; dal paese di Cettina pono calare a danni di Traù e Spalato per la sola strada di Clissa, essendo tutte le altre parti molto aspre e scoscese per passar a gente che monti cavallo, e dal Campo di Pietro si po’ venire a danni di Traù più tosto co’ gente a piedi, per l’accenate difficoltà.
Descritione generale di
Spalato e Traù con pari ordine a li suoi habbittanti divisi in tre gradi, nobili, cittadini e popolari; li primi doi discordi tra sé stessi, non si possono (dirò) in altro unire che nella discordia, i popolari professano nemistà con nobili e cittadini.
Si frapone tra dette doi città in terra ferma la riviera in lunghezza di dieci miglia con otto castelli tutti habbitati, che sono le dellitie di quelle parti, da quali possono sortire in numero 730 persone, pronte et ardite, ma affatto prive d’ubedienza, di modo che coll’aggiuto di qualche barc’armata è facile di ressister alle scorrerie di confinanti turchi; fanno vini a sufficienza per uso proprio e quantità d’ogli, ma puoche biade che le possono servire per tre mesi in circa solamente. Ma havendo le dette città fontichi erretti col peculio(?) di sali, che per spetial gratia di Vostra Serenità s’aspettano a quell’habbitaniti, i cui capitali assendono a lire(?) 4.000 per caduno, che regirandosi in comprede di formenti forestieri, si fanno risserve per i bisogni e per l’ordinario vito di pan a scaffa; e mentre v’era libero il traffico con l’habbitanti del turco, si fornivano di quello capittava dal paese, hora s’allimentano dal condotto di Sottovento e di quello mandato per providenza dell’Eccellenze Vostre da Venetia con altre biave, di che ho fatto il publico habbi la dovuta cautione in quelle camere con giro di scrittura.
Da Spalato a Traù non si può transittare dirrettivamente per terra, frapponendosi di mezo Salona, terra del turco e perciò convien passar tragetto di doi miglia in circa di canale al Castel Suzuraz, che è il primo in ordine ad altri castelli et a fronte in confine del nemico; che quando aggredisca da questa parte la Riviera per via di monti, con difficoltà si pottrano sostener li castelli, per esser recinti di semplici muraglie e con deboli rittirate. Onde stimarei opportuno, per mantenir in maggior coraggio quell’habbittanti et in devotione alla Serenità Vostra levarle le famiglie, inutili al maneggio dell’armi, sopra l’isole convicine e far scorrer il canale da doi galee, o quando si possi da una galeazza, che mantenirà in rigore li sudditti, per vedersi spallegiati, et le stesse galee ostaranno al nemico calar alle Marine col difficoltarle l’impresa. Perché quando (Dio il guardi) soggettasse uno delli detti castelli altri in adherenza volontarii vi potrianno correr e difficilmente si rimoveranno quelli habbittanti dalle loro case, sendo destituiti di faccoltà e d’ogni altra proffessione che di povertà e miseria, nella quale l’uso li persuaderà al sofferimento. E quando manchino questi sudditi, oltre che si smembra buon nervo di gente della Serenità Vostra, s’accrescono le forze al nemico, che si valerebbe delle medesime in proprio servitio e quando (Dio non permetta) le cada in uppinione aggredir et espugnar la riviera di castelli con soverchie forze, le due piazze rimaneranno in evidente pericolo.
Sito di Spalato
La città di Spalato è di giro di mezo miglio in circa, posta in valle piana di forma quadrangolare, i cui lati sono mal proveduti di belloardi, e cinta da coline da tutte le parti, in puoca distanza della città, sopra quali riesse comodo piantar il canone e batter la città, sopravanzando di gran lunga le mura i torrioni et il stesso castello, fabricato già per rittirata, debolissimo, che per puoco o nulla ha difesa serve.
Ha il confine molto ristretto nel spatio di tre soli miglia et in alcune parti di meno mezo miglio et per ciò l’entrade sono tenuissime e li habbitanti poveri, che vivono la maggior parte d’industria e di traffico del pane et di vino, per il proprio vito, può fare per tre soli mesi di questi, per il resto dell’anno è soccorsa dall’isole convicine e di formenti e biade dal paese turchesco, mentre in pace corre la buona vicinanza.
Giurisditioni
Ha tre castelli alla citata riviera.
Doi casali sopra l’isola Bua, privi d’ogn’bene.
L’isola Solta di longhezza di miglia dodici con quatro vilaggi poverissimo.
Entrade publiche
Ha doi camere, una di Vostra Serenità l’altra di quella città.
La fiscale ha d’entrata particolare all’anno ducati 3.850
La cassa della città ducati 2.243
Le qual entrade crescono e sminuiscono secondo gli affitti di datii.
Spesa publica
Spende l’intiere sopradette summe in pagar li salariati, provisionati et stipendiati, spese ordinarie e straordinarie, così di Spalato come della terra d’Almissa, li cui stipendiati sono sadisfatti dalla Camera di Spalato.
In oltre rimmette Vostra Serenità nel pagar del proprio col dennaro che si soministra da officii di Venetia ordinariamente all’anno ducati 15.000, cio è:
per militie ordinarie di Spalato e doi compagnie d’Almissa ducati 9.800
per salariati di lazaretti ducati 5.200
per fabriche e concieri straordinarii secondo l’occorenze ducati – [manca nel testo]
et di più hora spende in militie straordinarie ducati 30.000
Forze
Ha d’ordinario presidio un governatore di militie condotto.
Una compagnia italiana di fanti numero 60
Altra compagnia di Poglizzani, già sudditi turcheschi venuti alla divotione di Vostra Serenità, di fanti 100
Meza compagnia di cavalligeri per guardia al numero di 15
Bombardieri paesani di puoca esperienza 53
Compagnie 4 estraordinarie mandati per gli presenti bisogni di fanti 260
Borghesani 260
Huomini della città atti per l’armi 100
Huomini che per accidenti sogliono condursi da Brazza et Solta isole vicine 200
Huomini da castelli della giurisditione possono sortire 230
Che sumano in tutto fanti 1.278
Pezzi di bronzo tra grandi e picoli 44, cio è canoni da vinti 4, colubrine da vinti doi, sacri da dodici 6, falconi da sei 9, falconi da un e da tre 13, perriere da 12 dieci.
Ha munitioni compettenti, ma non affatto provista di tutte le neccessarie che si ricercano in piazza ben regolata.
Debolezze
La città è construtta di mure debolissime, massime dalla parte di Santa Croce, che per l’antichità sdrusite, minacciano cadenza per sé stesse, non che scosse dalla forza e dal tormento del canone o d’altro pezzo anco inferiore.
Ha lunghi tratti di cortine non fianchegiate né diffese da belloardi; mura ugnule[uguale?] senza terrapieni, strette nel transito, che in puochi luochi il moschettiere potrà far la parte sua.
Dalla parte di terra ferma vi è il Monasterio di San Rainerio, attacato alle mure della città, cinto anco esso di bassissime mura et all’occorenze d’attacco posto quasi disperato alla diffesa, che forma un revellino tra la città et il monastero, le cui prime porte al di fori sono debolissime alla diffesa, così anco le seconde di dentro.
Le porte alla marina sono di grandissimo foro, poste in sito di peggior muraglia, con ugnule[uguale?] e poco difese.
Al pessimo sito vi s’aggiungono li lazaretti dalla parte di Levante, che per strada coperta possono riccovrar il nemico e con sicurezza darle aggio impadronirsi del porto.
Il Monasterio di San Domenico, sotto le mura dalla stessa parte, porta anco questo qualche danno alla piazza.
Le doi ponte di San Steffano e Bottesele, che stringono la vale del porto, per la vicinanza loro di mezo miglio in circa, sono di pericolo (mentre fossero occupate dal nemico col canone) d’impedir alli nostri il soccorso et il passo.
Considerationi
Mentre il nemico con forza tenti l’aquisto di questa piazza et che con formal assedio occupi i posti et pianti cannone, dubbito che il corraggio di quelli sudditti cada in inevocabile disperatione et che la piazza si perda con li sudditti, artellarie e munitioni. Non sa[r]ia difficile nella maggior parte di loro la rissolutione di soggettarsi al comando Ottomano, già avezzi li borghesani al tirranico governo, mentre furono suoi sudditti in Poglizza, di dove deriva la maggior parte d’essi (che Dio non voglia) che il terror dell’assedio, le minazze del nemico e la consideratione del pericolo, inanzi tempo non le faccia muttare e devotione e fede.
Riccordi
Maggior numero di gente è neccesario che possi competter al diffori in posti avantaggiati, questi si sostentino a tutto pottere, perché persa la compagnia la città rimane in pericolo; nelle sortite vi siino borghesani pratichi di siti et che più vagliono in campagna, di quello saranno a proposito sopra le mura; alli paesani sopraintenda capo dela medesima natione, subordinato però al principal capo di guerra; le campane, che sono ne i monasterii e luochi di fuori, si ridduchino in sicuro, per non lasciar al nemico comodità di mettallo per gettar artellarie. S’introducano nella città per tempo matteriali, tavoloni e terreno, per potter in occasione di brechia far contramure et approchi(?). le barche che possono capire numero di gente si levino dalla riviera di castelli, mentre che il nemico se le avicini, perché non aquisti il comodo d'esse, che sarebbero di molto pregiuditio alli suditti di Vosra Serenità.
Sito di Traù
Giurisditioni di Traù
Tiene sotto la sua giurisditione cinque castelli su la riviera narata; le ville di Bossiglina e Meslina e parte di Rogozniza, principio della giurisditione di Sibenico, che producono gran quantità d’animali grossi e minuti, e specialmente Bossiglina ne ha di presente al numero di 34.000 et a quella parte soglione li Turchi tentar le deppredationi.
Tre ville dietro i monti de raggion di Vostra Serenità et 13 di particolari, habbitate da Morlachi sudditti turcheschi, obbligati corrisponder terratici e regalie.
Il scoglio di Tirona et la maggior parte dell’isola Bua, con diversi villaggi convenientemente habbitati.
Entrade publiche
La Camera fiscale ha d’entrata annuale ducati 3.563 e più e meno secondo gli affitti di datii
Spesa
L’intiera summa sudetta si spende in salariati, stipendiati e provisionati, spese ordinarie e straordinarie.
In oltre rimette Vostra Serenità del proprio nel pagar le ordinarie e le straordinarie militie all’anno ducati 6.500
Forze
Ha un governatore condotto
Una compagnia d’ordinario presidio di fanti 17
Doi compagnie straordinarie di fanti 81
Bombardieri paesani di puoco esperienza 50
Huomini da fatione del territorio tutto 1.070
Meza compagnia di cavalligieri che serve per guardia al numero di 15
Che in tutto summano fanti 1.233
Pezzi di bronzo tra colubrine, sacri e falconi grandi e picoli 37
Munitione compettente per sola gente sudetta.
Debolezze di Traù
Ha le mura dalla parte di terra ferma debolissime, soggette a facil caduta, puoco diffese da fianchi.
Vi è comodità di terreno per il nemico al difori et il passo da Bora pericolosissimo, per la bassezza dell’aqua e la diffesa delle mura difficile.
Tutte le mura fragili e puoco ressistenti alla battaria, strette al maneggio del moschetto, non pottendovi transitar all’impari doi persone; quando il nemico con forze vi si conduca sotto per la strada delle montagne, non le sarà difficile l’espugnatione.
Et essendo priva di belloardi e fianchi, non valerà diffender quel poco numero di gente considerabil reccinto, né le lunghe cortine.
Considerationi
Si può applicar tutt’il vigore a diffender la Rivera di castelli e massime la fronte di essi, perché il transito al nemico riesse più facile per questa che per altra parte.
Si procuri munir di gente e munitioni il passo di molini, che si rende faccile alla diffesa et è posto di gran importanza, per il danno et incomodo che conseguita a quelli habitanti dalla loro perdita e per l’avantaggio che rinsultarebbe al nemico, che nei primi assalti s’attacca a luochi più proffitevoli e con la perdita di questi (sendo poi difficilissima la riccupera) ne ressentirebbero gravissimo incomodo e considerabil danno le doi città sudette.
Queste sono le debolissime considerationi che la cordialità del riverentissimo zelo può rapresentare alla somma sapienza di Vostra Serenità e dell’Eccellenze Vostre et se non trovaranno in esse altro di buono che la purità e libertà di sensi, prego condonar a questi et aggradir la devotione mie, con li seguenti riverentissimi arricordi.
Procurino si reppigli il corso della scalla, più certo mezo per assicurar quelle debolissime città, per quelle cause rappresentate già nell’humilissime mie più volte scritte e alla Serenità Vostra et all’eccellentissimi signori Generali e Proveditori in Provincia.
Quando il nemico s’avicini a quelli confini con prepotenza di forze, le cose sacre delle chiese si ponghino in sicuro, le monache e quei poveri sudditti, perché non restino vitime del furor nemico.
Non si permettano sortite fuori, se non con evidente avantaggio, perché da una disaventurata rotta si discapitano li suditti e le militie e ne conseguitano le perdite della città.
Le artellarie maggiori per tempo si salvino, lasciando alla ponderatione dell’Eccellenze Vostre le conseguenze importanti che portano le artellarie seco, dippendendo da esse le ruine del resto della Provincia, de quali non ben proveduto il nemico fin ad hora non li è stato facile progedir l’imprese, così prego Iddio nell’avenir le succeda et alla Serenità Vostra felice vittoria. Gratie.
Venetia li 9 novembre 1646
Antonio Lippomano ritornato da Proveditor estraordinario di Spalato e Traù