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26 marzo 1617 Gerolamo Zane

Dispaccio del 26 marzo 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
non heri l’altro ricevei con la solita et dovuta riverenza le littere della Serenità vostra di 19 del corrente concernente l’aviso delli nove galeoni del vice re di Napoli che devono partire dal porto di quella città per passare in questo Golfo a dannificare, et se bene per inanzi havevo dato buonissimi ordini per la sicura custodia di questo luoco, et Isola (non ostante che dal secretario ressidente in Napoli non habbi fin’hora havuto alcun aviso in questo proposito) tuttavia hora per maggiormente esseguire le commissioni della Serenità vostra ho replicato con più ardente efficacia gl’ordini istessi, ne mancarò di usare ogni accurata diligenza in materia tanto importante. Questa sera dalli giudici di Ossero ricevo gl’avisi che dalle littere che in copia mando alla Serenità vostra la restarà informata, havendo anco delli medesimi fatto subito consapevole l’eccellentissimo signor generale. Gratie.

Di Cherso, lì 26 marzo 1617.
Hieronimo Zane conte e capitano.

Allegati: lettera dei giudici di Ossero (n°1).

Allegato n°1

Illustrissimo signor proveditor colendissimo
Hor hora ch’è hora di terza è gionta in questa cavanella una fregata cattarina, li huomini della quale racontano come heri a Lesina erano gionti alcuni vascelli di sottovento, li quali dicevano per cosa certa et ferma che li uschochi sono sequestrati in Pescara sottovento, et queste dal marchese di detta Pescara, de quali vi erano trenta in terra retenti et quaranta in la loro barca, la qual era senza timone, et velle levate dal detto marchese, li quali uschochi si dice che haveano scritto a Napoli per causa di detto loro sequestro, qual nova nova habbiamo subito mandato a Vostra serenità illustrissima et a Sua eccellenza la quale Vostra serenità illustrissima feci passar detto nome Antonio [?] al Acergo[?] et il Signor Dio dia le buone et ante feste a Vostra serenità illustrissima.

Di Ossero lì 26 marzo 1617.
Giudici.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.