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26 marzo 1617 Gerolamo Zane

Dispaccio del 19 luglio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
Heri a circa mezo giorno capitò sopra quest’isola dalla parte di Buora una barca d’uscochi al numero di ottanta, capo de quali era il Ferletich tanto famoso corsaro, et sbarcati in terra hanno svaleggiatto et posto a sacco la villa di Bellei, et una mandria nominata Cachichievi, si come più particolarmente dall’aggionta copia [***] constituto la Serenità vostra restarà informata. La notte prossimamente passata alle circa hore doi ho riceputo con la debita riverenza le littere di lei di 14 del corrente, le quali sarano da me con ogni prontezza et vigilanza esseguite, né mancarò di star occulato per la buona diffesa di questa città in ogni occorente bisogno, dispiacendomi solo che non vi siano altri che soldati cinquanta dell’isola, persone inesperte, introdotti nella città d’ordine dell’eccellentissimo signor provediror Bellegno, per haver levato via la soldatesca ordinaria, che si attrovava pressidiata, et se bene il luoco sii in se assai deffendibile d’ogni assalto et battaria di mano, tuttavia quando sopravenisse armata maritima, non so come si potrebbe ressistere. Ch’è quanto ho stimato mio debito di riverentemente rappresentare alla Serenità vostra. Gratie.

Di Cherso, lì 19 luglio 1617.
Hieronimo Zane conte e capitano.

Allegati: costituto di alcuni abitanti di Belej in merito alla razzia compiuta dagli uscocchi in quel territorio (n°1).

Allegato n°1

In lettere di Cherso di 19 luglio 1617.
Adì 19 luglio 1617.
Comparsero alla presentia dell’illustrissimo signor conte et capitano esistente nel suo palazzo, Francesco Godichievich et Domenego Moscardin insieme con tre altri, in tutto numero cinque, tutti dalla villa di Belei, et esposero come heri circa l’hora di mezo giorno sono capitati in detta villa uscochi al numero di ottanta circa, quali hano svaleggiato tutta essa villa, et anco la mandria di Cacichievi, ivi vicina, asportando il buon et meglio che hano ritrovato, cioè lane, formaggi, rasse, caldiere, massarie di casa, et in soma tutto quello ch’hano ritrovato, et anco danari, che il tutto poteva comportare gran suma di danaro, ma dissero non sapere la vera quantità. Interogati risposero: a nostro giuditio questa barca d’uscochi che è stata una sola è capitata in un porto sotto Plat la notte, et poi il giorno a circa mezo dì sono venuti alla villa. Interogati, resposero: non hano amazzato alcuno, solamente bastonati alcuni, né meno condoto via persona alcuna, né huomo, né dona. Interrogati resposero: doppo fatto il sopradetto svaleggio, si sono imbarcati a circa hore vinti tre, havendo scoperto una barca che andava in Arbe l’hano trattenuta et condota seco alla volta di Fiume, per dove havevano preso il camino. Interrogati resposero: gl’uscochi ci hano sforzati ad aiutar a portar le robbe che havevano tolte alla marina in un porto chiamato Zela. Interrogati se hano conosciuto alcuno di detti uscochi o il loro capo, resposero: alle fattezze et effigie del Ferlettich stimiamo ch’ancor lui sii stato in compagnia di detti uscochi loro capo. Interrogati resposero: è la verità che detti uscochi tolsero al capellano della nostra villa un’Agnus Deii nel quale erano reliquie sante.