XI CONVEGNO INTERNAZIONALE VENEZIA E IL SUO STATO DA MAR
dal 23 febbraio 2023 al 25 febbraio 2023
11° convegno internazionale Venezia e il suo Stato da mar. Uomini e donne dello Stato da mar. 11th International Congress Venice and its Stato da Mar. Men and women of the Stato da Mar
23-25 febbraio 2023
Società Dalmata di Storia Patria – Roma
in collaborazione con Scuola Grande di San Marco, Istituto Romeno di Ricerca e Cultura Umanistica
Comitato scientifico:
Bruno Crevato-Selvaggi, Società dalmata di storia patria, Roma (dir.)
Eric Dursteler, Brigham Young University
Ante Gverić, Direttore dell’Archivio di Stato di Zara
Giovanna Paolin, Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia
Rita Tolomeo, “Sapienza” Università di Roma, Società dalmata di storia patria, Roma
Despina Vlassi, Società dalmata di storia patria, Roma
Lingue Italiano / English
23 febbraio. Scuola Grande di San Marco
Presiede Rita Tolomeo, Società Dalmata di Storia Patria
Saluti istituzionali / Institutional greetings
Lia De Luca, Società Dalmata di Storia Patria
Le donne attraverso il filtro delle Relazioni dei Provveditori generali in Dalmazia e Albania
Il genere femminile era presente nella documentazione ufficiale della Repubblica di Venezia inviata dalla Dalmazia? In quale forma comparivano le donne nei documenti dei rappresentanti marciani? Che ruolo avevano nella narrazione ufficiale degli eventi politici del tempo? Grazie al lungo lavoro di trascrizione delle relazioni dei sindici inquisitori e dei provveditori generali in Dalmazia ed Albania, che vanno dal 1570 al 1795, l’intervento si pone l’obbiettivo di analizzare in che situazioni ricorrevano le figure femminili e che ruolo avevano. Lo scopo è quello di affrontare una fonte scritta redatta per più di due secoli con cadenza regolare, dai patrizi veneziani che ricoprivano un ruolo di rilievo in Dalmazia, e conservatasi in forma quasi integrale. Una mole di documentazione notevole che oggi è possibile affrontare e confrontare minuziosamente grazie alle nuove tecnologie.
Women through the Filter of the Reports of Sindici and Provveditori Generali in Dalmatia and Albania
Was the female gender present in the official documents of the Republic of Venice sent from Dalmatia? How did women appear in the documents of the Venetian representatives? What role did they play in the official storytelling of the political events of the time? Thanks to the long work to transcribe the reports of the Sindici Inquisitori and Provveditori Generali in Dalmatia and Albania, ranging from 1570 to 1795, this paper aims to analyze where female figures were present and what role they played, and to investigate a written source the Venetian patricians who held a prominent role in Dalmatia went on compiling for more than two centuries on a regular basis, and that was preserved in a fairly complete form. A considerable amount of documentation that today can be meticulously investigated and compared thanks to new technologies.
Aliki Nikifourou, già Università dello Ionio, già direttrice Archivio di Stato di Corfù
Fonti archivistiche dello Stato da mar di Venezia nell’Archivio di Stato di Corfù: 1386-1797
I quattro secoli di dominazione veneziana a Corfù hanno lasciato una memoria collettiva scritta ricca in dimensioni e reperti, le cui fonti hanno attratto fin dall’inizio l’interesse dei responsabili dell’Archivio di Stato di Venezia, ritenendo che il loro studio fosse necessario per avvicinarsi alla storia dello Stato da mar di Venezia, poiché dovevano integrare ed essere integrate dalle corrispondenti fonti archivistiche che appartenevano all’Archivio di Stato. Nella presentazione dei fondi archivistici del periodo veneziano, che copre l’arco di quattro secoli (1386-1797), oltre alla loro sommaria descrizione fisica, si cerca di delineare l’evidenziazione delle principali caratteristiche dei documenti da essi inclusi, con l’obiettivo di valutarne le dinamiche in termini di qualità e ampiezza della ricerca che sono in grado di sostenere. E questo con la massima economia possibile, poiché, fortunatamente per la ricerca, è stata salvata e mantenuta una notevole quantità di materiale archivistico, tale da fare l’Archivio di Stato di Corfù, il più ricco in documenti storici dell’area greca, continuando ad arricchirsi di testimonianze ricche e frequenti e di periodicità anche nel corso dell’Ottocento, poiché l’isola, dopo il crollo dello Stato da mar, continuò a conoscere dominazioni straniere, abituati a conservare la loro memoria scritta collettiva, fino al 1864, quando fu unita allo stato greco.
Archival sources of the Maritime Venetian State in the State Archives of Corfu: 1386-1797.
The four centuries of Venetian rule in Corfu left a written collective memory rich in size and findings, the sources of which attracted the interest of those in charge of the Maritime Venetian State right from the start, since they had to supplement and be supplemented by the corresponding archival sources developed in the State Archive of Venice. In the presentation of the archive collection set of the Venetian period, which covers the period of four centuries, (1386-1797), in addition to their summary physical description, an attempt is made to outline the highlighting of the main characteristics of the evidence they include, with the aim of assessing their dynamics in terms of the quality and breadth of research they are able to support. And this with the greatest possible economy, since, fortunately for the research, a remarkable amount of archival material has been saved, such that it makes the Archives of Corfu the richest Archive of the Greek area in historical documents, which continued to be enriched with rich frequency and periodicity evidence also during the 19th century, since the island, after the collapse of the Venetian Maritime State, continued to experience foreign dominions, accustomed to the observance of the memory of their deeds, until 1864, when it was united with the Greek State.
Αρχειακές πηγές του Θαλάσσιου Κράτους της Βενετίας στα Αρχεία της Κέρκυρας: 1386-1797.
Η επί τέσσερεις αιώνες βενετική κυριαρχία στην Κέρκυρα άφησε μια πλούσια σε μέγεθος και ευρήματα γραπτή συλλογική μνήμη, οι πηγές της οποίας από νωρίς προσέλκυσαν το ενδιαφέρον των υπευθύνων του Κρατικού Αρχείου της Βενετίας, με τη σκέψη ότι η μελέτη τους ήταν απαραίτητη για την προσέγγιση της ιστορίας του Θαλάσσιου Βενετικού Κράτους, αφού εκείνες όφειλαν να συμπληρώνουν και να συμπληρώνονται από τις αντίστοιχες αρχειακές πηγές που εναπόκεινταν στο βενετικό Αρχείο. Στην παρουσίαση των αρχειακών συνόλων της βενετικής περιόδου, που καλύπτει την περίοδο τεσσάρων αιώνων (1386-1797), εκτός από την περιληπτική φυσική περιγραφή τους, επιχειρείται η σκιαγράφηση της ανάδειξης των κύριων χαρακτηριστικών των τεκμηρίων που περιλαμβάνουν, με στόχο την αποτίμηση της δυναμικής τους ως προς την ποιότητα και το εύρος των ερευνών που είναι σε θέση να υποστηρίξουν. Και τούτο με τη μέγιστη δυνατή οικονομία, αφού, ευτυχώς για την έρευνα, έχει διασωθεί ένα αξιόλογο σε μέγεθος αρχειακό υλικό, τέτοιο που καθιστά το Αρχείο της Κέρκυρας το πλουσιότερο Αρχείο του ελληνικού χώρου σε ιστορικά έγγραφα, το οποίο συνέχισε να εμπλουτίζεται με πλούσια σε συχνότητα και περιοδικότητα τεκμήρια και κατά τον 19ο αι., εφόσον το νησί, μετά την κατάλυση του βενετικού Θαλάσσιου Κράτους, εξακολούθησε να βιώνει ξένες κυριαρχίες, εθισμένες στην τήρηση της μνήμης των πεπραγμένων τους, ως το 1864, που ενώθηκε με το Ελληνικό Κράτος.
Carlo Cetteo Cipriani, Società Dalmata di Storia Patria
Il solito condono. Disertori dalle armate veneziane nello stato raguseo
La Repubblica di Ragusa non era confinante con i dominii veneziani in Dalmazia, essendoci una striscia di territorio turco a nord, quello che è ora lo sbocco in Adriatico della Bosnia ed a sud verso le Bocche di Cattaro, con una sottile striscia di terra turca a Sutorina che la isolavano all’interno del dominio ottomano. Nonostante questo, tanti soldati e marinai delle armate veneziane disertavano verso il territorio raguseo. Le autorità veneziane e ragusee collaboravano nel rintracciarli e restituirli ai loro comandanti. Ma Ragusa pretendeva, prima della riconsegna, che l’autorità veneziana, fosse il Capitano generale in golfo, o il Provveditore extraordinario di Cattaro, o altra autorità, presentasse una lettera in cui concedeva il perdono al soldato.
L’esame della corrispondenza fra Ragusa e le autorità veneziane farà luce su questo fenomeno nell’ultimo cinquantennio del XVIII secolo.
Same Old Remission. Deserters from Venetian Armies in the Ragusan State
The Republic of Ragusa had no borders with the Venetian territory in Dalmatia, as a Turkish northern strip of land, now the access of Bosnia to the Adriatic, and a southern strip at Sutorina, near Bocche di Cattaro, both under the Ottoman rule, isolated the Ragusan territory inside the Turkish dominion.
Despite that, a big number of soldiers and sailors of the Venetian armies deserted and flew to the Ragusan territory. Venetian and Ragusan authorities collaborated in searching and returning them to their commanders. The Ragusan authorities demanded that the Venetian authorities, being the Capitano generale in Golfo or Provveditore extraordinario of Cattaro, or other authorities, submit a letter with the grant of forgiveness to the deserter before his return.
The examination of the correspondence from Ragusa to the Venetian authorities will allow to shed some light to the question in the second half of the 18th century.
Katerina Korrè, Università di Patrasso
Il mercenariato come via sociale della mobilità: la famiglia Boccali nella Venezia tardomedievale
Famiglia e professione sono le due variabili che determinano il percorso sociale di un individuo durante la sua vita. La storia e il patrimonio familiare pongono limiti al perseguimento di un livello di reddito e tenore di vita soddisfacenti, all’acquisizione del potere e alla capacità di partecipare alla vita sociale. D’altra parte, la scelta di una professione può garantire uno stipendio considerevole e elevato livello di accessibilità a posti di potere per i nuovi candidati.
Lo studio si basa su queste due variabili; tenta di esaminare il loro comportamento nell’ambiente di una famiglia di mercenari a Venezia tardomedievale e in poi. La famiglia Boccali ha un background culturale bizantino e rami appartenenti a diversi ceti sociali. Come caso di studio, offre spunti su domande come: quali sono le principali caratteristiche della classe sociale dei mercenari stranieri a Venezia durante questo periodo? Quali strategie adottano i suoi membri per assicurarsi privilegi o opportunità di avanzamento personale? In che modo questi individui si spostano, se lo fanno, da un livello all’altro della stratificazione sociale?
Ο μισθοφορισμός ως οδός κοινωνικής κινητικότητας: η οικογένεια Μπόχαλη στη Βενετία του ύστερου Μεσαίωνα
Η οικογένεια και το επάγγελμα είναι οι δύο μεταβλητές που προσδιορίζουν την κοινωνική πορεία του ατόμου κατά τη διάρκεια της ζωής του. Το οικογενειακό ιστορικό και η περιουσία θέτουν όρια στις επιδιώξεις εξασφάλισης ενός ικανοποιητικού βιοτικού επιπέδου, στην απόκτηση εξουσίας και στη δυνατότητα συμμετοχής στην κοινωνική ζωή. Από την άλλη πλευρά, η επιλογή ενός επαγγέλματος μπορεί να εξασφαλίσει μεγαλύτερο εισόδημα και υψηλότερη προσβασιμότητα σε θέσεις εξουσίας.
Η μελέτη αυτή στηρίζεται στις δύο αυτές μεταβλητές, για να εξετάσει τη συμπεριφορά τους στο περιβάλλον μιας οικογένειας μισθοφόρων της Βενετίας, τον ύστερο Μεσαίωνα και εξής. Η οικογένεια Μπόχαλη έχει βυζαντινό πολιτισμικό υπόβαθρο και κλάδους που ανήκουν σε διαφορετικές κοινωνικές τάξεις. Ως μελέτη περίπτωσης, προσφέρει πληροφορίες σε ερωτήματα, όπως: Ποια είναι τα βασικά χαρακτηριστικά της κοινωνικής τάξης των αλλοδαπών μισθοφόρων της Βενετίας την περίοδο αυτή; Ποιες στρατηγικές υιοθετούν τα μέλη της για να εξασφαλίσουν προνόμια ή ευκαιρίες ανέλιξης; Με ποιους τρόπους τα άτομα αυτά κινούνται, αν κινούνται, από το ένα στο άλλο επίπεδο κοινωνικής διαστρωμάτωσης;
Mercenarism as a social avenue of mobility: the Boccali family in late medieval Venice
Family and profession are the two variables that determine the social course of an individual during his life. Family history and property set boundaries on the pursuit of a satisfactory standard of living, the acquisition of power, and the ability to participate in social life. On the other hand, choosing a profession can ensure greater income and higher transition of new candidates into positions of power.
This study is based on these two variables; attempts to examine their behavior in the environment of a mercenary family in late Medieval Venice and on. The Boccali family has a Byzantine cultural background and branches belonging to different social classes. As a case study, it offers insights into questions such as: What are the main characteristics of the social class of foreign mercenaries in Venice during this period? What strategies do its members adopt to secure privileges or advancement opportunities? In what ways do these individuals move, if they do, from one level of social stratification to another?
Presiede Sanja Roić
Danijela Doblanović Šuran, Università Juraj Dobrila, Pola
Le madrine “importanti”. I legami spirituali dei capitani e del cancelliere di Sanvincenti nel secondo Cinquecento
A partire dagli anni Settanta del Quattrocento Sanvincenti era un feudo dei Morosini passato ai Grimani nel 1560. I loro rappresentanti nel feudo erano i capitani, seguiti dai cancellieri, che nelle località minori ricoprivano le funzioni di cancelliere e notaio. A Sanvincenti il ruolo di cancelliere rimase nelle mani dei Quinzano/De Quinzano dalla fine del Quattrocento fino al secondo decennio del Seicento, con legami solidi, e necessari, con diverse famiglie del luogo e di altre parrocchie. Nel corso della seconda metà del Cinquecento nei libri parrocchiali dei battesimi, i Quinzano – soprattutto mogli e figlie dei cancellieri – appaiono come padrini e madrine dei figli di persone importanti ma anche della gente comune, tra cui gli habitanti novi. In questa relazione si cercherà di analizzare la rete dei legami spirituali tra capitani e cancellieri Quinzano, anche nel contesto della profonda divisione del paese a fine Cinquecento che portò a un clima di violenza e insicurezza.
The “Important” Godmothers. The Spiritual Ties of the Captains and the Chancellor of Sanvincenti in the Second Half of the 16th Century
From the 1570s, Sanvincenti was a fief of the Morosini family that passed to the Grimanis in 1560. Their representatives in the feud were the captains, followed by the chancellors, who held the functions of chancellor and notary in less important places. In Sanvincenti, the role of chancellor remained in the hands of the Quinzano/De Quinzano family from the end of the 15th century until the 1620s, with strong, and necessary, ties to various local families and those of other parishes. During the second half of the 16th century, in the parish baptismal books, the Quinzano family – especially the wives and daughters of the chancellors – are indicated as godfathers and godmothers of the children of both important people and of ordinary people, including the habitanti novi. In this report, an attempt will be made to analyse the network of spiritual ties between Quinzano captains and chancellors, also in the context of the deep division of the country in late 16th century. that led to a climate of violence and insecurity.
Marija Mogorović Crljenko, Università Juraj Dobrila, Pola
From love to violence: Relationships between women and men in Istrian matrimonial proceedings in the first half of the 17th century
Human relationships are extremely complex. Matrimonial proceedings are an exceptional source for studying such relationships. In the period considered, marital issues were under the authority of ecclesiastical tribunals. One of the leading Istrian dioceses was the Poreč Diocese. Matrimonial proceedings, registers of permits to enter into marriage and books of abductions (women abductions for marriage) are a very vivid testimony to such relationships. They also give evidence of the spouses’ initiative and their defiance in the effort not to succumb to the family pressure. Furthermore, matrimonial proceedings are a testimony of problems and violence in the marriage. The paper also presents the attitude of society to violence, its prevention, as well as sanctioning or tolerance to it. The presentation is based on books of matrimonial proceedings, concubinages, permits to enter marriage and abductions from the first half of the 17th century kept in the archive of the Poreč Diocese.
Dall’amore alla violenza: Rapporti tra donne e uomini nei procedimenti matrimoniali istriani della prima metà del XVII secolo
I procedimenti matrimoniali sono una fonte eccezionale per studiare le relazioni umane. Nel periodo in esame, le questioni matrimoniali erano di competenza dei tribunali ecclesiastici. Una delle principali diocesi istriane era quella di Parenzo. I procedimenti matrimoniali, i registri dei permessi per contrarre matrimonio e i libri dei rapimenti (rapimenti di donne a scopo di matrimonio) sono una testimonianza viva di queste relazioni e testimoniano anche l’iniziativa dei coniugi, le provocazioni per non soccombere alle pressioni della famiglia. Inoltre, i procedimenti matrimoniali testimoniano problemi e violenze all’interno del matrimonio. Il documento presenta anche l’atteggiamento della società nei confronti della violenza, della sua prevenzione e della sua sanzione o tolleranza. La presentazione si basa su libri di procedimenti matrimoniali, concubinati, permessi di matrimonio e rapimenti della prima metà del XVII secolo conservati nell’archivio della diocesi di Parenzo.
Lena Sadovski-Kornprobst, Università di Vienna, Istituto di Storia di Europa Orientale; Accademia Austriaca delle Scienze, Istituto di ricerca medievale
Le donne di Spalato e i loro spazi di autonomia nella vita quotidiana a cavallo tra il Quattro- e il Cinquecento
La presente relazione affronta la vita quotidiana delle donne di Spalato a cavallo tra il Quattro- e il Cinquecento. Basandosi su varie fonti degli archivi di Zara, Spalato e Venezia, soprattutto atti notarili e processi giudiziari, si analizzano tre grandi temi. Il primo riguarda la partecipazione delle donne alla vita economica di Spalato, cioè, di quali tipi di lavoro si potevano occupare e quali margini di autonomia avevano in merito. Il secondo è collegato alla vita economica delle donne, vale a dire il plurilinguismo e le conoscenze linguistiche delle donne di Spalato. Il terzo tema riguarda l’etica morale, vale a dire quali comportamenti femminili erano accettabili e quali erano considerati condannabili. In tale contesto si parlerà anche della violenza contro le donne, dimostrando quali tipi di violenza erano accettabili, fino a che grado e come la società e l’amministrazione veneziana trattavano questo problema.
Women of Spalato / Split and their Spaces of Autonomy in Everyday Life at the Turn of the 15th and 16th Century
This report deals with the everyday life of women in Spalato / Split at the turn of the 15th and 16th century. Based on various sources from the archives of Zara / Zadar, Spalato / Split and Venice, especially notarial deeds and court proceedings, three major themes are analysed. The first concerns the participation of women in the economic life in the town, i.e. what types of work they could do and what margins of autonomy they had. The second is related to women’s economic life, i.e. the multilingualism and language skills of Spalato / Split women. The third topic concerns moral ethics, i.e. what kind of female behaviour was acceptable and what was considered condemnable. In this context, violence against women will also be discussed, showing which types of violence were acceptable, to what degree and how Venetian society and administration dealt with this problem.
Georgios Pelidis, Università nazionale e kapodistriaca di Atene
Tratti d'inchiostro: uomini e donne “ai margini” dello Stato da mar nella letteratura cretese (sec. XIV-XVII)
La letteratura cretese, frutto di una commistione greco-italiana nata durante il dominio veneziano, oltre ad avere un ricco valore letterario, tratteggia un’ampia varietà sociale e culturale descrivendo le persone che, in quel periodo, abitarono Creta. Scorci di vita cittadina, come quella di Candia, con le sue prostitute, i divertimenti notturni, i giochi d’azzardo e i racconti di giorni bui trascorsi in prigione, ma anche aspetti legati alla vita agricola di campagna, tra battute di caccia e feste popolari. Dalla lettura dei componimenti letterari affiorano, quindi, alcuni esempi rappresentativi che costituiscono senz’altro una testimonianza diretta, e difficilmente rintracciabile altrove, sulla condizione delle persone “ai margini” dello Stato da mar.
Ink Traits: Men and Women “on the Margins” of the Stato da Mar in Cretan Literature (14th-17th Century)
Cretan literature is the result of a Greek-Italian combination that arose during Venetian rule. Besides its rich literary value, it sketches a wide social and cultural variety by describing the people who were living in Crete in that period. Glimpses of city life, such as that of Candia, with its prostitutes, night-time entertainments, gambling, and tales of gloomy days spent in prison, as well as aspects of country life, including hunting parties and folk festivals. Literary compositions, therefore, show some representative examples that undoubtedly constitute a direct testimony, which is difficult to trace elsewhere, to the condition of people “on the margins” of the Stato da Mar.
24 febbraio. Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica
Presiede Eric Dursteler
Saluti istituzionali / Institutional greetings
Roberto Dapit, Università degli Studi di Udine
Su una famiglia di dragomanni veneti nella seconda metà del Settecento
l contributo tenta di ricostruire le vicende relative ai membri della famiglia Calavrò Imberti che, negli ultimi decenni della Serenissima, prestarono servizio come dragomanni tra Costantinopoli, vari punti dello Stato da mar e Venezia. Oltre al padre Marin anche i tre figli Cosmo, Giovanni Battista e Marco intrapresero la carriera di traduttori e interpreti.Le carte negli archivi di stato di Zara e di Venezia rivelano che i fratelli Cosmo e Giovanni Battista trascorsero gli ultimi anni di carriera presso il Generalato di Zara, dove rimasero al servizio dell’amministrazione austriaca. Giovanni Battista fu protagonista dell’ultimo tentativo di istituire una Scuola di giovani di lingua a Venezia, mentre Cosmo redasse nei primi dell’Ottocento il primo inventario, a noi noto, del ricco fondo zaratino “Dragomanno veneto”. La ricerca si concentra tuttavia su Giovanni Battista, sui successi e gli ostacoli dovuti all’attività come esperto di lingue orientali.
On a Family of Venetian Dragomans in the Second Half of the 18th Century
The contribution tries to reconstruct the events regarding the members of the Calavrò Imberti family who, in the last decades of the Serenissima, served as dragomans between Constantinople, various points of the Stato da mar and Venice. Besides the father Marin, his three sons Cosmo, Giovanni Battista and Marco also pursued careers as translators and interpreters. Papers in the State archives in Zara / Zadar and Venice show that Cosmo and Giovanni Battista spent the last years of their careers in the Zara / Zadar Generalate, in the service of the Austrian administration. Giovanni Battista was the protagonist of the last attempt to establish a School for giovani di lingua (i.e. apprentice dragomans) in Venice, while Cosmo wrote the first known inventory of the rich Zara / Zadar fond “Dragomanno Veneto” in early 19th century. Yet, the research focuses on Giovanni Battista, his successes and obstacles in his work as an expert in Oriental languages.
Theodora Zapheiratou, Archivio di Stato di Cefalonia
The female presence in two notarial codes dating back to the 16th century from the Archives of Cephalonia
This presentation is based on the study of the notarial acts contained in two published notarial codes from Cephalonia, kept in the Archives of the island: the notarial register of the notary priest Stamatios Montesantos (1535-1553, Elios area), and the register of the notary Nikolaos Kapianos (1571-1576, Castle of St. George).
Several women are mentioned, and important information can be obtained about their social role, their participation in the economic life of the island, their family role, and their educational level.
The registers selected for this presentation provide important information about the early years of the Venetian rule in Cephalonia: Montesantos’s, moreover, is the oldest document kept in the Archives of the island. One of the registers refers to notarial acts concluded in a rural area while the other refers to acts concluded in the capital, thus allowing for interesting comparisons and conclusions.
La presenza femminile in due atti notarili risalenti al XVI secolo dagli archivi di Cefalonia
Questa presentazione si basa sullo studio degli atti notarili contenuti in due codici notarili di Cefalonia, conservati negli archivi dell’isola e già pubblicati: il registro del notaio sacerdote Stamatios Montesantos (1535-1553, zona di Elios) e il registro del notaio Nikolaos Kapianos (1571-1576, Castello di San Giorgio).
I registri citano diverse donne e contengono importanti informazioni sul loro ruolo sociale, sulla loro partecipazione alla vita economica dell’isola, sul loro ruolo in famiglia, sul loro livello di istruzione.
I registri scelti per questa presentazione forniscono importanti informazioni sui primi anni del dominio veneziano a Cefalonia: Quello di Montesantos, inoltre, è il documento più antico conservato negli archivi dell’isola. Uno dei registri si riferisce ad atti notarili stipulati in una zona rurale, mentre l’altro si riferisce ad atti stipulati nella capitale, consentendo così interessanti confronti e conclusioni.
Η γυναικεία παρουσία σε δύο νοταριακούς κώδικες του 16ου αιώνα από το Αρχείο της Κεφαλονιάς
Η συγκεκριμένη παρουσίαση στηρίζεται στη μελέτη των νοταριακών πράξεων που περιέχονται στο νοταριακό κατάστιχο του νοταρίου ιερέα Σταμάτιου Μοντεσάντου από την περιοχή του Ελειού των ετών 1535-1553 και το κατάστιχο του νοταρίου του Κάστρου (Αγ. Γεωργίου) Νικόλαου Καπιάνου των ετών 1571-1576. Παρουσιάζονται πληροφορίες για τον κοινωνικό ρόλο των γυναικών της εποχής, τη συμμετοχή τους στην οικονομική ζωή του νησιού, τον οικογενειακό τους ρόλο και το μορφωτικό τους επίπεδο κατά τα πρώτα χρόνια της βενετικής κυριαρχίας στην Κεφαλονιά, ιδιαιτέρως όσες προέρχονται από το κατάστιχο του Μοντεσάντου, το οποίο είναι και το παλαιότερο τεκμήριο του Αρχείου του νησιού. Επίσης, το γεγονός ότι το ένα κατάστιχο αναφέρεται σε πράξεις που συνάφθηκαν σε αγροτική περιοχή ενώ το άλλο στην πρωτεύουσα του νησιού, δίνει τη δυνατότητα για ενδιαφέρουσες συγκρίσεις και συμπεράσματα.
Giovanna Paolin, Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia
Caterina, una donna in lotta contro i poteri nella Zara del Settecento
Un processo relativo a Zara, tenuto nella prima metà del Settecento e conservato nell’archivio della Nunziatura di Venezia, disegna con ricchezza di tratti sia un mondo femminile sia un particolare dinamica scatenatasi tra due famiglie in vista. Si tratta della causa promossa da suor Caterina Marchi per ottenere la dichiarazione di nullità della sua professione religiosa. Si palesano così le tensioni sollevate, mentre, accanto alle particolari forze messe in campo dalla famiglia Ponte, emergono le biografie di un gruppo femminile. Svetta la figura di suor Caterina, che appare staccarsi nel segno di un tempo rinnovato.
Caterina, a woman fighting against the powers in the eighteenth-century Zara
A trial relating to Zara, held in the first half of the eighteenth century and preserved in the Archive of the Nunciature of Venice, draws with richness of features both a female world and a particular dynamic unleashed between two distinguished families. This is the lawsuit promoted by Sister Caterina Marchi to obtain the declaration of nullity of her religious profession. Thus the tensions raised are revealed, while, alongside the particular forces brought into play by the Ponte family, the biographies of a female group emerge. The figure of Sister Caterina stands out, appearing to detach herself in the sign of a renewed time.
Presiede Gerassimos Pagratis
Nora Lafi, Senior Research Fellow Leibniz-Zentrum Moderner Orient, Berlino
Uomini di potere, elezioni e rappresentazioni negli scritti di Al-Qalqashandî e Al-Maqrizî: Venezia allo specchio delle città del mondo arabo
Gregorio Manopoulos, dottorando, Università di Tracia "Democrito"
Dai Chatzanochoria d’Epiro fino a Leucade veneziana: un piccolo commerciante illetterato trova il benessere nel territorio della Serenissima
Basandoci su sette documenti notarili provenienti dall’Archivio della Prefettura di Lefkada, cercheremo di ricostruire le attività del mercante Christos Tzangris. Già prima della fine dell’ultima guerra turco-veneziana (1714-1718), Tzangris era a Lefkada, dove esercitava le sue attività commerciali. Recatosi a Venezia in tempo di guerra, in due viaggi consecutivi (nel 1717 e nel 1718), riuscì a realizzare non pochi profitti, come si evince dai suoi testamenti. La caratteristica principale dei testamenti di Tzangri è l’offerta di navi o di denaro a chiese e monasteri, come pure il lascito di somme di denaro a persone in difficoltà di Lefkada. In conclusione, possiamo dire che ci troviamo di fronte a un altro esempio di mercante-imprenditore dell’Epiro, che cercò di trovare fortuna nelle zone occupate dai veneziani, cercando una vita migliore per sé, ma anche aiutando gli altri.
From Chatzanochoria in Epirus to Venetian Leucada: a small-scale merchant finds prosperity in the territory of the Serenissima
Based on the content of seven notarial documents from the Archives of the Prefecture of Lefkada we will try to reconstruct the activities of the merchant Christos Tzangris. Even before the end of the last Venetian-Turkish war (1714-1718), Tzangris was in Lefkada, where he practiced his commercial activities. Going to Venice in wartime, in two consecutive trips (in 1717 and 1718), he managed to make quite a few profits, as can be seen from his wills. The main feature of Tzangri’s wills is the offer of vessels or money to churches and monasteries, as well as the bequeathing of sums of money to distressed people in Lefkada. In conclusion, we can say that we are dealing with another example of a merchant-entrepreneur from Epirus, who tried to find his fortune in the Venetian-occupied area, seeking a better life for himself, but also helping others.
Από τα Κατσανοχώρια της Ηπείρου στη βενετική Λευκάδα: ένας αγράμματος μικροέμπορος αναζητα την ευημερία στον χώρο της Γαληνοτάτης
Βασιζόμενοι στο περιεχόμενο επτά νοταριακών εγγράφων από το Αρχεία Νομού Λευκάδας θα προσπαθήσουμε να ανασυνθέσουμε τις δραστηριότητες του εμπόρου Χρήστου Τζαγγρή. Πριν ακόμα το τέλος του τελευταίου βενετοτουρκικού πολέμου (1714-1718) ο Τζαγγρής βρέθηκε στη Λευκάδα, όπου εξάσκησε τις εμπορικές του δραστηριότητες. Μεταβαίνοντας στη Βενετία σε καιρό πολέμου, σε δύο διαδοχικά ταξίδια (το 1717 και το 1718), κατάφερε να αποκομίσει αρκετά κέρδη, όπως φαίνεται από τις διαθήκες του. Κύριο χαρακτηριστικό των διαθηκών του Τζαγγρή είναι οι αφιερώσεις σκευών ή χρημάτων σε ναούς και μοναστήρια, καθώς και η κληροδοσία χρηματικών ποσών σε αναξιοπαθούντες της Λευκάδας. Συμπερασματικά, μπορούμε να πούμε ότι έχουμε να κάνουμε με ένα ακόμη παράδειγμα ηπειρώτη εμπόρου-ευεργέτη, ο οποίος προσπαθεί να βρει την τύχη του στο βενετοκρατούμενο χώρο, επιδιώκοντας καλύτερη ζωή για τον ίδιο, αλλά και βοηθώντας και άλλους.
Dimitra Papageorgiou, dottoranda, Università nazionale e kapodistriaca di Atene
La donna nella società di Parga nella seconda metà del XVIII secolo
La posizione della donna nella vita sociale di Parga è stata poco studiata dagli storici. Scopo di questa comunicazione è esaminare proprio questo tema per la seconda meta del XVIII secolo, attraverso le fonti primarie e la bibliografia esistente. In altre parole esamineremo, per quanto possibile, con gli strumenti e i metodi della storia sociale, se sia verificata o smentita la percezione generale che vuole che la donna parginota di quell’epoca abbia diritti limitati e subisca varie vessazioni da parte della struttura patriarcale della famiglia e della società. Inoltre ci interessa mostrare come la Serenissima aiutasse, attraverso delle terminazioni, le sue suddite parginote come rivendicare o correggere le ingiustizie contro di loro.
Women in Parga Society in the Second Half of the 18th century
The position of women in Parga’s social life has been little studied by historians. This communication aims to examine how they lived in the second half of the 18th century, through primary sources and the existing bibliography. In other words, as far as possible, and with the tools and methods of social history, we will examine whether the general perception that the Parga women of that time had limited rights and suffered various harassments by the patriarchal structure of the family and society is proved right or wrong. Furthermore, we are interested in showing how the Serenissima helped their Parga subjects in claiming or correcting injustices against them through decrees.
Stathis Birtachas, Università Aristotele di Salonicco
Un ambiente culturale per soli uomini: letterati dissidenti e inquisitori a Creta (1568-1572)
La relazione si propone di mettere in luce le vicende di un piccolo circolo culturale, esclusivamente maschile, attivo nella città di Candia intorno alla metà del Cinquecento, quando le idee della riforma si stavano diffondendo a Venezia e in altre città della penisola. Vengono studiati i casi di arresti dei letterati dissidenti da parte dell’Inquisizione romana. Si analizzeranno molte questioni relative alle idee propagate dagli accusati e al loro impatto sulla società di Candia, ma anche le influenze culturali italiane e di altri centri della penisola, il ruolo della circolazione dei libri, le politiche delle autorità statali nei confronti del dissenso religioso, il ruolo delle donne.
Gli studi disponibili sulla storia del dissenso religioso e della sua repressione nei territori ellenici di Venezia durante la prima età moderna si concentrano principalmente sulle isole Ionie e su Cipro. Un’indagine sulle vicissitudini degli uomini in considerazione potrebbe evidenziare la posizione di Creta nella geografia di questa storia.
A Cultural Milieu Exclusively for Men: Dissident Literati and Inquisitors in Crete (1568-1572)
The paper aims to highlight the vicissitudes of a small cultural circle, exclusively for men, active in the city of Candia around the mid-16th century, when the ideas of the Reformation were spreading in Venice and other cities of the Italian peninsula. Cases of arrests by the Roman Inquisition of the dissidents are studied. Many issues relating to the ideas spread by the accused and their impact on the community of Candia are analysed, as well as the Italian cultural influences and of other cultural centers of the peninsula; the role of book circulation; the policies of state authorities regarding the religious dissent, and the role of the women.
The studies available today on the history of religious dissent and its repression in Venice’s Hellenic territories during the early modern period focus mainly on the Ionian Islands and Cyprus. An investigation of the vicissitudes of the men under consideration could highlight the position of Crete in the geography of this history.
Presiede Cristian Luca
Eric Dursteler, Brigham Young University
“Tagliare Kebin”: Mediterranean Merchants and the Practice of Contractual Concubinage
During the early modern era merchants in the Mediterranean widely engaged in the practice of establishing legally recognized relationships with local Ottoman women, known as kebin or mutʿa marriages. These relationships were formalized with contracts registered before Ottoman officials: as the case of the Venetian merchant Gasparo de Bothis illustrates, this created a jurisdictional grey area that regularly produced complex legal and financial issues for merchants, their heirs, and diplomatic officials. While strongly discouraged by religious and political officials, these temporary marriages were nonetheless accepted as the lesser of two evils among male merchants far from home for extended periods.
“Tagliare Kebin”: I mercanti del Mediterraneo e la pratica del concubinato contrattuale
All’inizio dell’era moderna, i mercanti del Mediterraneo erano soliti stabilire relazioni legalmente riconosciute con donne ottomane del luogo, note come matrimoni kebin o mutʿa. Tali relazioni erano formalizzate da contratti registrati davanti ai funzionari ottomani: come illustra il caso del mercante veneziano Gasparo de Bothis, questo veniva a creare una zona grigia della giurisdizione che produceva regolarmente complessi problemi legali e finanziari per i mercanti, i loro eredi e i funzionari della diplomazia. Nonostante fossero fortemente scoraggiati dai funzionari religiosi e politici, questi matrimoni temporanei erano comunque accettati come il male minore tra i mercanti lontani da casa per lunghi periodi.
Giulia Giamboni, PhD Candidate, University of Santa Barbara
La straordinaria vita di Pelegrina de Saladino tra impegno civico e politico
l presente intervento ricostruisce la vita di Pelegrina de Saladino, una nobildonna che visse nella Zara del Trecento. La sua storia permette di esplorare le complesse intersezioni tra genere e politica nel contesto interculturale della Zara tardo medievale. Vedova, senza eredi ed appartenente ad una famiglia politicamente esposta – uno dei suoi fratelli venne esiliato da Venezia dopo le sollevazioni del 1345/46 – Pelegrina riuscì a navigare la delicata situazione politica di Zara, contesa tra l’impero veneziano e quello degli Angioini d’Ungheria, trasformandosi in una figura chiave nel tessuto sociale di Zara. Le sue fondazioni assistenziali – un monastero per ragazze povere, un ospedale per i poveri e un secondo monastero per i francescani perseguitati e fuggiti dalla Bosnia – ricevettero il supporto di altre zaratine rivelando così un’estesa rete di mutuale soccorso. La storia di Pelegrina di impegno civico e politico dimostra come le opere di beneficenza si trasformassero in preziose opportunità per intervenire nella vita civica e politica della città.
The extraordinary life of Pelegrina de Saladino of civic and political engagement
This essay explores the life of Pelegrina de Saladino, a noblewoman who lived in fourteenth-century Zara, highlighting the complex intersections between gender and politics in the cross-cultural context of late medieval Zara. A widow with no heirs belonging to a politically exposed family - one of her brothers was exiled to Venice after 1345/46 rebellion -, Pelegrina managed to navigate the delicate political situation of the city turning into a key figure in the social fabric of Zadra. Her charitable foundations - a monastery for poor girls, a hospital for the poor and a monastery for the persecuted Franciscans from Bosnia - received the support of other Zaratin women revealing a broader network of mutual support. Pelegrina’ story of civic and political engagement indicates how women retooled charitable practices to intervene in the daily life of the city.
Sanja Roić, Università di Zagabria
Tre medici cittadini e le loro mogli di fronte all'epidemia della peste a Spalato
Niccolò Foscolo, medico a Spalato e nonno del poeta Ugo, morì di peste nel 1784. Ne ereditò la posizione il figlio Andrea, anche lui ucciso dalla stessa malattia dopo soli quattro anni. A queste due tragedie famigliari il poeta, nipote e figlio, dedicò una canzone e due sonetti. Il terzo medico spalatino Giulio Bajamonti, intellettuale poliedrico e illuminato e amico di Alberto Fortis, prestò servizio dapprima in provincia (a Castelnuovo e a Lesina) e solo nel 1790 tornò nella città natale. A Venezia pubblicò un’interessante e drammatica Storia della peste che regnò in Dalmazia negli anni 1783-1784 presso Vincenzo Formaleoni nel 1786. Tutte e tre le mogli gli sopravvissero.
Three City Doctors and their Wives Facing the Plague Epidemic in Spalato / Split
Niccolò Foscolo, a doctor in Spalato / Split and grandfather of the poet Ugo, died of the plague in 1784. His position was inherited by his son Andrea, who too was killed after only four years by the same disease. To these two tragedies the poet, grandson and son, dedicated a song and two sonnets. The third Spalato / Split doctor, Giulio Bajamonti, a multifaceted and enlightened intellectual, and friend of Alberto Fortis, first served in the provinces (in Castelnuovo and Lesina) and only in 1790 did he return to his hometown. In Venice he published an interesting and dramatic history of the plague, Storia della peste che regnò in Dalmazia negli anni 1783-1784, that was printed by Vincenzo Formaleoni in 1786. All their three wives survived them.
Presiede Rocco Borgognoni
Anna Falcioni, Università degli studi di Urbino Carlo Bo e Presidente della Deputazione di storia patria per le Marche
Sigismondo Pandolfo Malatesti capitano di ventura della Serenissima per la crociata antiturca in Morea (1464-1466)
Preziosa fonte per la ricostruzione della crociata antiturca in Morea condotta nel 1464-1466 da Sigismondo Pandolfo Malatesti, signore di Rimini e capitano di ventura della Repubblica di Venezia, è il carteggio degli agenti diplomatici sforzeschi, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano. Portavoce di Francesco Sforza presso la Curia pontificia furono Ottone del Carretto, Agostino Rossi e l’arcivescovo di Milano Stefano Nardini, mentre per Venezia il duca disponeva dei messi Antonio Guidobono e Gerardo Colli. Ne scaturisce che le relazioni degli ambasciatori milanesi offrono un inedito panorama di intrecci, trame, progetti e disegni trasversali maturati nell’ambito delle corti italiane, che fanno da sfondo alle notizie provenienti dalla Morea, da Roma e da Venezia su Sigismondo Pandolfo Malatesti, sulle sue imprese riuscite e fallite, nonché sulla fama che egli ebbe presso i contemporanei.
Sigismondo Pandolfo Malatesti Captain of Fortune of the Serenissima for the Anti-Turkish Crusade in Morea (1464-1466)
A valuable source for the reconstruction of the anti-Turkish crusade in Morea led in 1464-1466 by Sigismondo Pandolfo Malatesti, lord of Rimini and captain of fortune of the Republic of Venice, the correspondence of the Sforza diplomatic officers is preserved in the State Archives of Milan. Francesco Sforza’s spokesmen at the papal Curia were Ottone del Carretto, Agostino Rossi and the archbishop of Milan Stefano Nardini, while for Venice the duke had the envoys Antonio Guidobono and Gerardo Colli at his service. The reports of the Milanese ambassadors offer an unprecedented panorama of schemes, plots, projects and interwoven designs that developed within the Italian courts, which serve as a background to the news from the Morea, Rome and Venice regarding Sigismondo Pandolfo Malatesti, his successful and failed exploits and the fame he had among his contemporaries.
Chrysovalantis Papadamou, Postdoc, Aristotle University of Thessaloniki; Adjunct professor, University of Cyprus
The practices of a Cypriot monk in Istria and his prosecution by the Holy Inquisition (1589).
The War of Cyprus and the conquest of the island by the Ottomans (1571) was the main cause for the escape of a part of the population, who settled either in the Stato da Mar or in Venice. The Venetian administration tried by all means to assist them with various actions, e.g. the Senate decree of 1578 that gave incentives to fifty Cypriot families to settle at Pola of Istria. Among them was the Cypriot monk Prochoros, appointed in Pola as the vicar of the existing Orthodox church of St. Nicholas. Apart from his priestly duties, Prochoros roamed the surrounding villages, offering various healing practices that were not befitting a clergyman. The file kept in the Archives of Venice is of particular interest since it reveals the activity of Prochoros in the area of Pola. From the study of his case, we learn about unknown aspects of his life, his perceptions and activities, as well as of those of the Cypriot refugees in Pola, whose presence there has not received the attention of scholars to date.
Le pratiche di un monaco cipriota in Istria e il processo a suo carico da parte della Santa Inquisizione (1589)
La guerra di Cipro e la conquista dell’isola da parte degli Ottomani (1571) furono la causa principale della fuga di una parte della popolazione, che si stabilì nello Stato da Mar o a Venezia. L’amministrazione veneziana cercò di aiutarli con varie azioni, come ad esempio il decreto del Senato del 1578 che incentivava cinquanta famiglie cipriote a stabilirsi a Pola d’Istria. Tra queste vi era il monaco cipriota Prochoros, nominato a Pola vicario della chiesa ortodossa di San Nicola. Oltre ai suoi doveri sacerdotali, Prochoros girava per i villaggi del circondario, offrendo cure terapeutiche non adatte a un ecclesiastico. Il fascicolo presso l’Archivio di Venezia è interessante perché rivela l’attività di Prochoros nella zona di Pola. Lo studio del suo caso ci permette di conoscere aspetti ignoti della sua vita, delle sue percezioni e delle sue attività, nonché di quelle dei rifugiati ciprioti a Pola, la cui presenza non è stata finora oggetto di attenzione da parte degli studiosi.
Zdenko Dundović, Università di Zara
La stratificazione sociale e la sua influenza sulle monache cittadine e le monache nobili a Zara nel Cinquecento
L’articolo vuole dare uno sguardo complessivo sulla stratificazione sociale a Zara nel Cinquecento e la sua influenza sulle monache cittadine e quelle nobili. Nell’articolo si propone l’ipotesi che nella Zara del Cinquecento la divisione sociale tra il ceto cittadino e ceto nobile avesse una grande influenza anche in ambito religioso. Dunque, sorge la domanda scientifica – quale realtà era più importante quando si sceglieva una vocazione religiosa per le donne/fanciulle di Zara del Cinquecento: quella religiosa o quella sociale? Alla domanda si tenterà una risposta obiettiva e si cercherà di chiarire certe relazioni tra i due ceti sociali e il loro pensiero sulla religiosità nel periodo considerato.
Social Stratification and its Influence on Urban and Noble Class Nuns in Zara / Zadar during the 16th Century
The article aims to give an overall look at social stratification in 16th century Zara / Zadar and its influence on the nuns of both the urban and the noble class. The article suggests that in 16th century Zara / Zadar the social division between urban and noble classes could also affect the religious sphere. So, the scientific question arises – which reality was more important when choosing a religious vocation for women/girls in 16th century Zara / Zadar: the religious one or the social one? The article will try to give an impartial answer and to clarify certain relations between the two social classes, and their thought on religiosity in the period under consideration.
Gerassimos D. Pagratis, Università Nazionale e Kapodistriaca di Atene
La presenza delle donne nell'economia di Corfù nel XVI secolo
Sul ruolo delle donne nello Stato da mar esistono già numerosi studi. Invece, nonostante le molte informazioni documentate dalle fonti, meno nota è la partecipazione femminile al sistema economico urbano e rurale dell’epoca. Pertanto, questa relazione intende, attraverso lo studio della vita quotidiana, mettere in evidenza le principali modalità con le quali le donne hanno preso parte alla vita economica di Corfù e confrontare tali modalità con casi analoghi dello stesso periodo.
The Presence of Women in the Economy of 16th Century Corfu
Many are the studies already existing on the role of women in the Stato da mar. Less is known, though, on women’s participation in the urban and rural economic system of the time, despite the large amount of information documented in the sources. Through the study of everyday life, this report therefore aims to highlight the main ways in which women took part in the economic life of Corfu and to compare these ways with similar cases from the same period.
Η παρουσία της γυναίκας στην οικονομία της Κέρκυρας τον 16ο αιώνα
Για τον ρόλο της γυναίκας στο βενετικό κράτος της Θάλασσας διαθέτουμε ήδη έναν ορισμένο αριθμό μελετών. Λιγότερα γνωρίζουμε για τις παρεμβάσεις των γυναικών στην αστική ή την αγροτική οικονομία. Και τούτο παρόλο που στις πηγές αυτές οι δραστηριότητες τεκμηριώνονται με πολλαπλά. Η πρότασή μας στοχεύει μέσα από τη μελέτη της καθημερινής ζωής να αναδείξει τους κύριους τρόπους παρέμβασης των γυναικών στην κερκυραϊκή οικονομία και να αντιπαραβάλλει αυτούς τους τρόπους με ανάλογες περιπτώσεις σύγχρονες της υπό εξέταση περιόδου.
25 febbraio. Scuola Grande di San Marco
Presiede Nora Lafi
Saluti istituzionali / Institutional greetings
Nikos Kapodistrias, Università di Patrasso
Prove di forza contro sudditi prepotenti. Criticità, dinamiche e ripercussioni del dominio veneziano nelle isole Ionie a fine XVIII secolo
In seguito al trattato di Passarowitz del 1718 e alla perdita definitiva del Regno di Morea, l’importanza strategica delle Isole Ionie crebbe considerevolmente per la Serenissima, divenendo l’ultima linea di difesa prima dello spazio adriatico. A partire almeno dalla metà del XVIII secolo, la Dominante impose alcuni progetti di riforma nel tentativo di ridimensionare a suo favore la presenza nel dominio ionico. Tuttavia, ciò mise in discussione le relazioni di potere con i sudditi. L’intervento, fondato su un’analisi delle fonti dell’Archivio di Stato di Venezia, si interrogherà sul conflitto tra l’autorità centrale veneziana e alcune principali famiglie delle Isole Ionie. Vedremo come questi sudditi, per mantenere il loro potere e i loro privilegi, cercarono una soluzione in nuovi contesti di subordinazione politica dettati dallo scenario internazionale. Prendevano avvio, così, i primi movimenti centrifughi che avrebbero portato alla crisi dello Stato da Mar.
Strength Tests against Overpowering Subjects. Criticalities, Dynamics, and Impacts of the Venetian Rule in the Ionian Islands at the End of the 18th Century
After the Treaty of Passarowitz in 1718, and the final loss of the Kingdom of Morea, the Serenissima found the Ionian Islands to be more and more important, becoming the last line of defense before the Adriatic space. At least from mid-18th century, the Dominant imposed several reform projects to reduce to its favour its presence in the Ionian domain. However, this challenged the power relations with the subjects. This paper, based on an analysis of sources in the State Archives in Venice, will analyse the conflict between the Venetian central authority and some of the main families of the Ionian Islands. We will see how these subjects, to maintain their power and privileges, sought a solution in new contexts of political subordination dictated by the international scenario. Thus began the first centrifugal movements that would lead to the crisis of the Stato da Mar.
Despina Vlassi, Società Dalmata di Storia Patria
Vita di donne nella Cefalonia al tempo della Serenissima: un affare di uomini
Gli atti notarili costituiscono una fonte preziosa per la storia della condizione femminile, che tuttavia parla al maschile, perché di solito la presenza della donna è silenziosa e subordinata all’assistenza e al consenso di un parente di sesso maschile. Sposa di un uomo scelto dal padre, pur ricevendo una dote perdeva il diritto di amministrarla. Le donne prendono in mano la propria vita nel momento del testamento, che rispecchiano non solo i legami affettivi, ma anche il modo di vivere e il gusto personale delle donne. Per quanto riguarda il rapporto della donna con la giustizia, le fonti sono reticenti. Le violenze non vengono sempre denunciate. Tuttavia, nelle carte troviamo rapimenti, seduzioni, stupri di giovani, soprattutto popolane. Solitamente era l’uomo (un familiare), a difendere l’onore della donna, ma non mancavano i casi che in cui era la donna a denunciare, non tanto per punire il reo, ma per ottenere un equo risarcimento e, nel migliore dei casi un matrimonio riparatore.
Women’s Life in Kefalonia at the Time of the Serenissima: A Men’s Affair
Notarial deeds constitute a valuable source for the history of women’s status, although such source speaks a man’s language, because women’s presence is usually silent and subordinate to the assistance and consent of a male relative. Married to a man chosen by her father, women received a dowry but lost the right to administer it. They take their lives into their own hands at the time of the will, reflecting not only the emotional ties, but also the way of life and personal taste of women. With regard to women’s relationship with justice, sources are reticent. Violence is not always reported. However, in papers we find kidnappings, seductions, rapes of young women, especially from the people. Usually it was the man (a family member) who defended the woman’s honour, but there were also cases in which it was the woman who denounced, not so much to punish the offender, but to obtain fair compensation and, in the best of cases, a reparatory marriage.
Ivan Majnarić, Catholic University of Croatia
A new class in the making? Zadar commoners and the Venetian administration in the first half of the 15th century
After the strengthening of Venetian power over the Eastern Adriatic towns in the first half of the 15th century attention was paid to local corporate groups, provided these groups did not threaten the intentions of the central Venetian government. Sources reveal a network of prominent commoners, closely connected with local Venetian officials. A group of them can be seen in Zara / Zadar, which is not surprising due to the town’s importance, although similar processes can also be found in other Dalmatian towns.
The paper analyses activities and social position of several Zara / Zadar commoners in order to take a closer look at some aspects of the social diversity in the Venetian Adriatic dominions. Attention is also paid to the relationship commoners / nobility, their usefulness for the Venetian administration, and to the problem of successfully organizing these commoners into a corporate group.
La nascita di una nuova classe? I cittadini di Zara e l’amministrazione veneziana nella prima metà del XV secolo
Dopo il rafforzamento del potere veneziano sulle città dell’Adriatico orientale nella prima metà del XV secolo, l’amministrazione fu qualitativamente riorganizzata. Per organizzare al meglio la società, fu dato spazio alle corporazioni locali, purché non fossero una minaccia per le intenzioni del governo centrale veneziano. Dalle fonti emerge una rete di cittadini importanti, strettamente legati ai funzionari veneziani locali. Un gruppo di questi è presente a Zara, il che non sorprende data l’importanza della città, anche se simili processi sono presenti anche in altre città dalmate.
L’articolo esamina le attività e la posizione sociale di alcuni cittadini zaratini, per poter esaminare più da vicino alcuni aspetti delle diversità sociali nei domini veneziani dell’Adriatico. L’attenzione è rivolta anche al rapporto cittadini/nobiltà, alla loro utilità per l’amministrazione veneziana e al problema di organizzare fattivamente questi cittadini in una corporazione.
Lidia Cotovanu, Institut d’Histoire «Nicolae Iorga» de Bucarest de l’Académie roumaine; Cristian Luca, Université du Bas Danube de Galaţi /Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia
En visite chez un résident grec de Venise: l’environnement domestique de Panos Hiéromnimon, l’ami des Cantacuzène valaques († 1691)
Panos Hiéromnimon était issue de ces riches familles marchandes de Ioannina qui, à la charnière des XVIe–XVIIe siècles déjà, déployaient leurs activités commerciales entre Épire, Corfou, Venise, Lwów, Bucarest et Iaşi. Propriétaire de sa maison de Venise, on sait de son propre testament que Panos avait acquis des biens immobiliers aussi à Corfou, toujours dans la juridiction de la Sérénissime. Il déployait son commerce en association avec son frère Ioannis, resté à Ioannina, et l’autre frère, Balanos, installé à Bucarest. Des recherches publiées par nous en d’autres occasions on sait que ce fut notamment Panos Hiéromnimon qui, en 1667, avait hébergé dans sa résidence vénitienne le grand sénéchal de Valachie Constantin Cantacuzène alors en route vers Padoue, où il allait poursuivre pendant deux ans des cours universitaires. À sa mort, survenue en 1691, Panos, qui ne s’est jamais marié et n’eut pas d’enfants, avait laissé tous son commerce en héritage à son neveu, le bien connu et richissime marchand gréco-vénitien Nicolò Caragianni, l’agent financier des Cantacuzène et du prince Constantin Brâncoveanu de Valachie.
A casa di un greco residente a Venezia: l’ambiente domestico di Panos Hieromnimon, amico del valacco Cantacuzene († 1691)
Panos Hieromnimon proveniva da una ricca famiglia di mercanti di Ioannina che, già a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, erano attive nel commercio tra Epiro, Corfù, Venezia, Lwów, Bucarest e Iaşi. Stabilitosi a Venezia, sappiamo dal suo testamento che Panos aveva acquistato anche beni immobili a Corfù, ancora sotto la giurisdizione della Serenissima. Svolgeva la sua attività in società con il fratello Ioannis, rimasto a Ioannina, e con l’altro fratello, Balanos, stabilitosi a Bucarest. Da ricerche precedenti sappiamo che fu Pa-nos Hieromnimon a ospitare nella sua residenza veneziana, nel 1667, il Gran Senatore di Valacchia, Co-stantino Cantacuzene, che si stava recando a Padova, dove avrebbe frequentato l’università per due anni. Alla sua morte, nel 1691, Panos, che non si era mai sposato e non aveva avuto figli, lasciò l’intera attività al nipote, il noto e ricco mercante greco-veneto Nicolò Caragianni, agente finanziario dei Cantacuzene e del principe Costantino Brâncoveanu di Valacchia.
At a Greek’s Home in Venice: The Domestic Environment of Panos Hieromnimon, Friend of the Walla-chian Cantacuzene († 1691)
Panos Hieromnimon came from a wealthy family of merchants from Ioannina who, already between the late 16th and the early 17th century, were trading in Epirus, Corfu, Venice, Lviv, Bucharest and Iaşi. Hav-ing settled in Venice, we know from his will that Panos had also bought properties in Corfu, still under the Serenissima. His business was in partnership with his brother Ioannis, who had remained in Ioannina, and his other brother, Balanos, who had settled in Bucharest. From previous research, we know that in 1667 Panos Hieromnimon hosted Constantine Cantacuzene in his Venetian home. The Grand Senator of Wallachia was on his way to Padua, where he would attend the university for two years. Panos died in 1691. He never married and had no children, so he left his entire business to his nephew, the well-known and wealthy Greek-Venetian merchant Nicolò Caragianni, financial agent for the Cantacuzene family and for Prince Constantine Brâncoveanu of Wallachia.
Presiede Despina Vlassi
Katerina Konstantinidou, Università Nazionale e Kapodistriaca di Atene
L'incontro di un uomo con una donna, il loro matrimonio e la sua drammatica conclusione: alcune riflessioni sulla pratica di annullamento di un matrimonio ortodosso nella Corfù settecentesca
Ante Birin, PhD Croatian Institute of History
Servants in Medieval Šibenik: People, Relations, Migrations
Medieval towns were large labour markets. Through a servitude agreement, two parties agreed on service, mutual obligations, and remuneration. Men were commonly used as support personnel and as sailors, while women were primarily tasked with domestic responsibilities. After the town came under Venice in early 15th century, part of them were employed by Venetian (and Italian) administrative and military personnel, as well as merchants and other businessmen.
This paper, based on data from Sebenico / Šibenik 15th century notary records, primarily servitude agreements, show the servants’ and masters’ names, the nature of their relations, and their place of origin, determining to what extent servants were from the town, or migrated from villages of its district, surrounding Croatian counties, and wider hinterland regions. Agreements can also indicate how many of them ended up in Venice, where servants from Dalmatia and Albania were common.
I servi nella Sebenico medievale: Persone, relazioni, migrazioni
Le città medievali erano grandi mercati del lavoro. Con un contratto di servitù, due parti concordavano il servizio, gli obblighi reciproci, la retribuzione. Solitamente gli uomini lavoravano come personale di supporto e come marinai, mentre le donne si occupavano dei lavori domestici. Quando Sebenico passò sotto Venezia all’inizio del XV secolo, alcuni di loro furono ingaggiati dal personale amministrativo e militare veneziano (e italiano), nonché da mercanti e altri uomini d’affari.
Basandosi sui registri notarili di Sebenico del XV secolo, principalmente contratti di servitù, questo testo indica i nomi dei servi e dei padroni, la natura delle loro relazioni e il luogo di origine, determinando in che misura i servi fossero di Sebenico o emigrati dai villaggi del distretto, dalle vicine contee croate e da altre regioni dell’entroterra. Gli accordi possono anche indicare quanti di loro giunsero a Venezia, dove i servi dalmati e albanesi erano comuni.
Angeliki Tzavara, ricercatrice indipendente
Un cancelliere veneziano a Corone nel XIV secolo
Questa relazione riguarda un ufficiale dello Stato da Mar, il cancelliere di Corone e Modone Stefano Ziera e presenterà la sua famiglia, il suo patrimonio, le sue relazioni come anche altri aspetti della sua vita, attraverso il suo testamento e altri documenti d’archivio.
A Venetian Chancellor at Coron and Modon in the 14th Century
This paper deals with an official of the State of Mar, the chancellor of Corone and Modone Stefano Ziera, and it will introduce his family, his estate, his relationships as well as other aspects of his life, through his will and other archival documents.
Ένας βενετός καγκελάριος στην Κορώνη και Μεθώνη τον 14ο αιώνα
Αυτή η ανακοίνωση αφορά έναν αξιωματούχο του Stato da Mar, τον καγκελάριο της Κορώνης και Μεθώνης Stefano Ziera και θα παρουσιάσει την οικογένειά του, την περιουσία του, τις σχέσεις του εκεί καθώς και άλλες πτυχές της ζωής του, μέσα από τη διαθήκη του και άλλα αρχειακά έγγραφα.
Alessia Ceccarelli, “Sapienza” Università di Roma
La comunità genovese di Famagosta, secc. XV-XVII
La vicenda della comunità genovese di Cipro – stanziata attorno al piccolo porto di Famagosta, le cui origini risalgono al tardo XIII secolo – è alquanto peculiare, anche in rapporto alla storia dello Stato da mar. Uomini e donne le cui attività furono prevalentemente connesse ai commerci e ai mestieri del mare, e che, dopo essere stati sudditi dei Lusignano (nel 1291, Enrico II fece di Famagosta la capitale del regno), furono testimoni della conquista genovese di Cipro (1373) e quindi si ritrovarono sotto il governo della Serenissima (1481) e infine del Gran Signore. Anch’essi presero cioè parte, al fianco dei Veneziani, all’eroica resistenza di Famagosta, che, dopo undici, terribili mesi di assedio, si arrese agli Ottomani, nell’agosto del 1571. Il testo analizza i caratteri politici, economici, sociali e culturali di questa enclave e di alcuni suoi esponenti, con particolare riferimento al secolo della dominazione veneziana (1481-1571).
The Genoese Community of Famagosta, 15th-17th Cent.
The Genoese community in Cyprus originally settled around the small port of Famagosta in the late 13th century, mostly carried out trade at sea and related activities, and occupies a distinctive place in the history of the Stato da mar. When the rule of the French House of Lusignan ended (in 1291, Henry II made Famagosta capital of the kingdom), the community witnessed the Genoese conquest of Cyprus (1373), followed by Venetian rule (1481), and finally domination by the Great Sultan. They fought with the Venetians in the heroic resistance of Famagosta, which finally surrendered to the Ottomans in August 1571 after a siege that lasted eleven terrible months. This paper is a study of the political, economic, social, and cultural traits of this enclave and of some of its exponents, with a specific focus on the century of Venetian domination (1481-1571).