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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 22 maggio 1796

N. 23

Serenissimo Principe,
assentirono le Sovrane Ducali 20 decorso febbraio. che, durante lo spazio dell’estate, siano aperti agl’introduttori de’ bovi, oltre questo caricatore, anche li porti di Sebenico, Traù, e Spalato, onde, agevolato costì il trasporto di essi animali, sia combinato un pronto riparo alla deficienza del genere ai reali bisogni della Serenissima Dominante.
Non ha lasciato la mia ubbidienza di tosto prestarsi all’esaurimento del comando, e ne umiliai col divoto numero 20 i relativi riscontri.
A stornarne però il contemplato effetto sembra che miri il memoriale presentatomi per parte e nome di Ibraim bassà Begevich, e di Mojo Boscovich, sudditi Turchi, negozianti de’ bovi, ed a bella posta spediti da loro consocj, e connazionali in questo lazzaretto di San Marco.
Non solo non riconoscono influente alla facilitazione degl’imbarchi l’annuaita riapertura de’ porti superiori della Provincia, ma anzi ne presagiscono li svantaggi, sebben d’altra indole, forse di maggior conseguenza alla loro specialità.
Per superiori disposizioni sempre in addietro il caricatore di Zara ebbe l’esclusivo diritto ai ricapiti, e successive spedizioni a cotesto Lido de’ bovi discendenti dalla Turchia.
La guerra decorsa tra gli austriaci, e gli ottomani intersecando la libertà del commercio, e dell’innocuo passaggio per le consuete legali vie, giustificò con reciproco assenso le diverse misure, suggerite dalla circostanza del momento, ed abilità la promiscuità de’ porti delle suaccennate marittime città.
Stabiliti ora li confini tra la Porta ottomana, e la casa d’Austria, e ripristinate sull’antico piede le confinazioni veneto turca, non lontano il regresso in questa piazza, come in passato, del solito emino; rendono conto i due esteri riccorrenti dell’ordine imposto dal loro Visir a tutti i negozianti de’ bovi, che d’ora innanzi debbano far transitar le condotte per la consueta strada di Graovo, come quella che sempre serviva al loro transito prima dell’ultima guerra fra le accennate potenze.
A sostener il divieto influiranno i studiati rapporti di personal interesse del designato emino, le cui relazioni presso il supremo comandante in Bossina lo fiduciano di tutta la fermezza per garantirne l’effetto.
Siccome però dalla campagna di Graovo discendono quindi li bovini nel pubblico stato avendovi ingresso per l’appostamento di Stermizza e Palanca Rascovich, donde il più breve cammino agl’imbarchi è quello che rettamente li scorta a questo caricatore, perciò trovano superflua, dispendiosa, ed angustiante alle convenienze commerciali l’apertura dei porti di Traù, Spalato, e Sebenico, infrequentabili per conto proprio, e per le emanate estere inibizioni alla loro compromessa specialità.
Nell’alternativa delle esposte contingenze instano il restauro delle antiche bazzane, usitati ricapiti de’ bovi ottomani, lungo gli spazj intermedj, ch trascorrono tra il margine confinario, e questo caricatore; e supplicano l’approntamento de’ bastimenti, onde alla scadenza delle condotte (e le convenute sono ottantacinque) non vi risentano il pregiudizio d’indebite (?) protestate alla fraglia di Sant’Andrea.
Attinente alla responsabilità delle craine di Knin, e Zara per angaria l’obbligo di redificar questi rustici alloggi, io intanto ho diffuso gli ordini ai rispettivi colonnelli, onde ne sia sollecitato in guisa solida il ripristino, colla fiducia
di un discreto compenso a i territoriali; nè ommetto rassegnarne le rispettose partecipazioni al competente Eccellentissimo Magistrato, onde nella discussion del progetto, che tuttavia pende, mi derivino a tempo i sovrani comandi dell’Eccellentissimo Senato in argomento, che s’ interessa i riguardi pubblici, e l’esigenze dirette di codesta popolazione.
Alle esigenze appunto molteplici di questa divota carica rendesi necessaria la galeotta, attinente a questo reparto, e coperta dal capitan Xiscovich, che servì di scorta l’Eccellentissimo Marin nel suo regresso alla patria.
Io invoco i voti clementi di Vostre Eccellenze onde me ne accelerino la rispedizione, e possa esaurir gli oggetti del pubblico servizio.
Determinato da essi ho segnata la terminazione, che destina Felice Tomassi in Proto de’ Fabbri di questo pubblico arsenale: la assoggetto alla sovrana censura, e ne confido la relativa approvazione.
Fornito delle qualità necessarie all’esercizio dell’impiego, abbina in se l’eletto quello di Proto Ingranidore, ma non perciò raddoppia, a titolo di mensual onorario, l’aggravio della pubblica economia.
Distinte in addietro le mansioni, sostenute rispettivamente da due diverse figure, le trovai ambedue combinate nel solo Proto Ovrandi ultimamente defonto, e con dimidiato stipendio.
Io mi astenni dall’alterar le misure relative al precessore, e colle condizioni medesime ho circoscritto l’atto, che concerne la specialità del Tomassi.
Non posso esimermi dall’umiliar ai riflessi dell’Eccellentissimo Senato la divota supplica dei capi di questa Comunità.
Nella piazza Reale manca da tanti anni un pubblico orologio; ma la principal causa dipende dalla tenuità dello stipendio fissato dall’orologista, e ristretto a sole (?) 15 di Dalmazia, e libbre 36 di biscotto mensuale.
L’abbandono produsse il deperimento della macchina, che affidata a mano inesperta, e franca nell’appropriarsene le ruote, rese quindi viepiù malagevole l’impresa del suo acconciamento, sconfortato ogni artefice di assumersela in vista ad una sproporzionata remunerazione.
Solleciti i capi però di veder ripristinato il pubblico orologio approfittarono dell’eventual comparsa qui di abile artefice, convennero coll’annessa carta, che fissa gli obblighi rispettivi, di affrettare la costruzione della nuova macchina.
Ben a ragione però prevedendo l’inutile esito delle loro sollecitazioni, e dei peculiari sacrifizj, a cui si sono spontaneamente per decoro dei rispettivi ordini, e per vero vantaggio comune sottoposti, implorano dalla grandezza pubblica, che il salario dell’artefice sia ridotto a quattro Talleri, e libbre 40 di pan biscotto mensuali.
Spetterà allora alla di lui responsabilità l’uso delle giornaliere attenzioni, onde tenerlo sempre in regola, e rimuover il pericolo di furtivi arbitrj, in addietro scoperti, e facili a rinnovarsi in progresso, semprecchè manchi apposita vigile custodia.
A doppio titolo tutta ripongono i capi della Comunità la loro fiducia in Vostre Eccellenze; e perchè il munificente loro istituto non sconforta nè loro voti i corpi sudditi, e perchè assunte in (?) pubblico le rendite, ch’erano peculiari di questa città si venera nelle Ducali 12 Dicembre 1409 il grazioso impegno di supplire a carico dell’errario alle esigenze della Comunità in ricambio di sua divozione al Serenissimo Dominio.
Il mio ossequio osa riconoscer accettabile dalla generosa clemenza del’Eccellentissimo Senato le umili supplicazioni, che per dover di officio e con sensi d’intima persuasione accompagno ai sovrani suffragi.
Al vescovo di Nona rendesi per privati riguardi necessario il passaggio alla Dominante; egli me ne precorse pubblico cenno: ed io ne porgo relativo comandato riscontro a Vostra Serenità, ed a Vostre Eccellenze. Grazie.
Zara 22 maggio 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 6 inserti (12 cc.).

Nota: Arrivato il 6 ottobre del 1796.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.