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22 settembre| 1619 Filippo Molin

Dispaccio del 4| settembre| 1619|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
In un medesimo tempo et nelli 20 del corrente ricevo con il solito della mia riverenza li doi mani di lettere della Serenità vostra delli tre. In una delle quali si compiace di participarmi l’ordine dato perché mi siano mandate le provisioni necessarie per reparare li urgenti bisogni di questa fortezza et nell’altra mi commette l’estratto di tutti li debitori di questa città. In doi note d’ordine per vedere il debito di nobili et di particolari; di questo ne ho dato l’ordine a i visconti di questa Camera, che subito si sono messi all’opera et io con essi asistente al tutto perché la mente publica nel commandamento di Vostra serenità resti esseguita con quella fiducia et diligenza che mi vien imposto, et con quella maggior brevità di tempo sarà possibil rispetto al molto numero di libri che si havranno da rivedere et per l’altra partitione rendendo divoti gratie alla Serenità vostra che si sia sodisfatta di admettere il mio fido ricordo nel publico servitio et sicurezza di questa città, starò attendendo li aprestamenti per metter mano senza maggior indugio a opera tanto bisognosa et pericolosa insieme, se con prontezza non vien reparata; nel che essercitarò il debole mio talento con quella vigilanza et fede che et per debito et per natura devo ne gli interessi della patria. Con tal occasione non restarò di dire reverentemente alla Signoria illustrissima che la peste scoperta settimane sono in Serraglio di Bosna et allargatasi in Visocch, Dumno et Cogniza, luoghi doi giornate incirca lontani da confini, mi ha dato occasione oltre al levar la pratica al Paese turchesco di aggiongere avantaggiate guardie, soprastanti, stangati ordini et provisioni da rendere in tutto sicura questa giurisditione da ogni pericolo, come spero nel favor divino et nella diligenza che si essercita; et se bene non  ne ho dato prima conto alla Serenità vostra per non la tediare con avvisi poco gusti[?] ne ho ben ragguagliato li eccellentissimi signori alla sanità con diverse mie lettere et confrontatomi con l’illustrissimo signor conte de Spalato et con participatione dell’illustrissimo signor conte di Sebenico, usando ogni occulata circonspettione per la publica salute, nella quale pur li ultimi avvisi che tengo da miei confidenti si può riprometter per questa parte certa preservattione, essendo che il male doppo fatta la luna è cessato in gran parte et si va tuttavia estinguendo. Gratie etc.
Di Traù li 4 settembre 1619

Filippo Molin conte e capitano

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro