22 dicembre| 1649 Filippo Boldu
Dispaccio del 19 marzo| 1650|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
continuo alla Serenità vostra le notitie che si tengono dal solito confidente di Ragusi col mezo dell’opera fruttuosissima del signor cavalier Bolizza, le quali comprenderà dall’occluso foglio, a cui aggiungo altro riporto della racolta di gente et mossa che va facendo il sangiacco di Scutari, sotto pretesto di andar contro i popoli bielopulichi, non senza qualche sospetto che, non havendo potuto riddurre maini, zuppani et altri popoli fatti già sudditi alla corrisponsione del solito et preteso tributo, possa piegare le sue forze all’oppressione loro; del che preavertiti da me, hanno ricevuto gli eccitamenti et i ordini necessarii per ben guardarsi et per validamente diffendersi, mentre nascesse l’occasione, con la certezza di tutta l’assistenza possibile; se ben per l’assenza della galea, richiamata dall’eccellentissimo signor generale come divotamente significai con le precedenti, poche forze maritime possono disponersi a sicurezza delle rive, per non lasciar in contingenza queste del canale. Sperar dovendo che l’eccellenza sua, col riflesso delle correnti gelosie, possa accelerare il ritorno della medesima galea o l’espeditione di altra, che sempre più si conosce urgente al buon servitio di questi confini.
Al riparo delle mura et perfettione della piazza Soranzo, si differiscono le applicationi fino all’arrivo dell’ingegner Magli, che sommamente viene desiderato dal bisogno, onde il rimedio riuscir possa opportuno.
Nel stato delle angustie tante volte rappresentante alla Serenità vostra, procuro di non metter diligenza che mi possa riuscir valevole di convenir alle necessità del presidio. Questi giorni son venuto in cognitione trovando [?] gli heredi di Tomaso Pasquali, fu […] di questa camera, grossamente debitori al publico per fraude et altri mancamenti, come essi di detto […], per i quali con sentenza di […] genaro 1645 fu banditi dall’eccellentissimo consiglio di 40 criminal, delegato dall’eccellentissimo senato, con pena capitale, con conditione di non poter conseguir li accomodamenti senza precedente redintegratione [?] della camera di tutto che fosse liquidato debitore dal magistrato eccellentisismo dell’avogaria; et perché tal liquidatione mai è qui capitata, il debito stesso viene ad esser tenuto celato e la Serenità vostra a rimaner delusa nell’effetto della propria sodisfattione; onde il debito della carica et il zelo del servitio alla Patria mi obligan a portarne questa riverente notitia alle Eccellenze vostre, et nel tempo stesso agli eccellentissimi [?] signor avogadori, per dover attender, colla risposta, lumi e le loro commessioni.
Da capi di questa comunità mi furono fatte vivissime istanze, colla mia andata alla visita di Budua, di stringer l’aggiustamento tra alcuni dell’uno et l’altro luogo, per […] certo accidente nato già due anni in questa città, che perciò teneva divisa la buona corrispondenza et interdetta la communicanza degli uni et degli altri popoli, con pericolo di peggior conseguenze, per le conspirationi et insidie che dagli interessati venivano tese in vendetta degli affronti et offese ricevute; et, mentre con tutto li spirito fu preso per mano da me l’affare, et appresso buduani maneggiate con speranza di buona riuscita, al ritorno che feci in questa città procurai disponer allo stesso buon proposito anco Francesco Pasquali, che come fu il primo motore di questa commotione, così dopo restò a Zara offeso da uno di Budua, in vendetta dell’affronto fatta da lui ad un del loco medesimo, et perché qualche difficoltà insorgeva, per […] detto suo aversario in disgratia della giustitia, fu stabilito il ripiego di abbocarsi e stringersi, in sua vece, colli fratelli, per dar e ricever la fede di una inviolabile pace; e di questa conformità, col suo consenso, per render maggiormente avantaggiati i rispetti della sua honorevolezza, le feci l’occluso mandato, non ostante il quale ha egli questi giorni col mezo di due sicarii insidiosamente fatto levar di vita, col sbarro di doi arcobuggiate, il predetto suo aversario, che pretendeva viver assicurato sora la fede di questo trattato; da che si sono maggiormente accesi gli animi di tutti buduani, non solo contro il predetto mandante, ma contro l’ordine tutto [?] di questa nobiltà, che perciò, per dubbio di non incontrar in qualche inopinato disastro, conviene star rinchiusa tra queste mura, et abbandonare le possessioni e li proprii interessi. L’emergenza tira seco maggiori conseguenze, per l’attinenzarle [?] molti pastrovichi che tenevano coll’interfetto [?], quali, seguendo un costume immoderato del paese, conspirano le vendette contro qualsivoglia che sia della fameglia o del paese del loro nemico. Se il delitto principale fosse stato punito, che pur era di molta consideratione, le parti più facilmente si sarebbero acquietate; ma, per quanto intendo, nemmeno fu formato processo. In questo bollor de disgusti et inimicitie, per me si useran tutte le cure possibili per divertire maggiori discontri, ma in negotio invecchiato, divenuto più arduo et più considerabile, è necessaria una mano auttorevole e rissoluta, dovendo io proceder con tutte le risserve, per non dar ombra a questi illustrissimi rappresentanti di pregiudicare in alcun conto all’auttorità delle loro cariche.
Il zelo della […] tra sudditi et il debito di tenerli uniti nella miglior corrispondenza, massime in congiontura dei tempi correnti, mi fan aggionger questa molestia alle Eccellenze vostre, onde la loro infinita prudenza possa rifletter all’affare, et in parte […] che saran conosciute più proficue alla rimotione dei maggior inconvenienti. Gratie etc.
Cattaro, li 19 marzo 1650.
Filippo Boldu, proveditor estraordinario.
Allegati:
In lettere da Ragusi, scritte al signor cavalier Francesco Bolizza, ricevute li 15 marzo 1650, Cattaro (1 c.)
Li 8 corrente questi signori hanno havuto lettere da don Alegretto Alegretti, scritte da Gliubigne, dove ha trovato il sangiacco di Herzegovina, il quale lo ha ricevuto con grande amorevolezza et li faceva dono di un bel cavallo con buona somma di zechini, ma lui non ha voluto ricever cosa alcuna, et donò poi al turco che era in compagnia di detto don Alegretto 50 zechini et un cavallo, con haverli dato buoni cavalli per sue […] et gente per accompagnarli per la stradda.
Li è venuto un corriere per via di Belgradi da Viena et spediteli lettere da Spagna, avisando che le copie delle medesime li verano per via di Napoli, indrizzato a questi signori pregandoli che gliele espediscano con corriere a posta; et la terza copia di dette sono state spedite da Viena al ressidente imperiale in Costantinopoli, perché gliele consegni al suo arrivo in questa città, partecipando a questi signori che il contenuto di quelle è a sollecitarlo per presto ritorno, dicendoli per poter a tempo il re mandare l’ambasciatore grande in Costantinopoli già destinato; soggiongendo il detto Alegretti esser di oppinione che questo ambasciatore non sarà di natione spagnola, ma qualche titolare dalli regni di Sicilia o Napoli, assicurando tuttavia questi signori di avisarli sempre di tutto quello potrà, col supplicarli per la secretezza.
Per li casali dove passa [?] tengono ordine dal sangiacco di doverli spesare, ma lui paga ad ogni uno il dopio, dicendo tener tale ordine dal suo re.
Siamo sotto li 14 detto, et questa mane venero lettere da Napoli et portarono le accennateli di don Alegretto, le quali subito il minor consiglio ha espedito con corrier a posta, et dimani sarà pregadi; se sarà altro in dette lettere l’avisarò.
A dì 15 marzo 1650 (1 c.)
Constituto in offitio Lazaro figliolo del conte di Braichi, qual espose come segue:
“Sono stato mandato a porta da mio padre, per avisare come il sangiacco di Scuttari è arivato l’altro hieri a Suchichio [?], locco di vetta [?] inferiore, et speso si è unito Gurt Aluxa [?], turco suo luogotenente, sono 6.000 combattenti. La voce è sparsa che vadi contro Bielopaulichi, per ridursi al dovere. Ma turchi sono così inficiosi [?] et per il più mostrano una cosa et oprano l’altra. Dalla […] villa dimanda lento Berchi [?], et mio padre desiderava sapere se deve darli, per non perviolare [?] con butti o pure fussimo per salvare almeno le […]. Questa militia vi deve esser proportionato numero anco di cavalleria, ma non vi saprei dire la quantità. Per tutti questi particolari devo scrivere a […] Nicas [?], mio fratello, che è stato a vedere al campo del sopradetto sangiacco.
[…]
A dì 16 detto (1 c.)
In lettere dell’illustrissimo signor podestà di Budua si tiene per rellattione di […] Marco Marcovich. […] sangiacco di Scutari habbi commiamento [?], il paese dover ogni uno supristarlo alla sua […], havendo per tal occasione spedito il Chiecazia [?] […] andasse ammassando quello mi […] senza haversi potuto penetrare dove anidano [?] i suoi fini.
A dì 19 marzo 1650 (1 c.)
Constituto in offitio Lazaro di Steffano, figliolo del conte di Braichi, spedito li passati giorni per osservar le mosse del sangiacco di Scuttari, il qual espose come segue:
“Partito di qua mi son condotto a sacoza [?] fino ai confini di serbani, ove mi sono […] di un mio copiato, qual è dovuto [?] a vedere il sangiacco et il suo campo, et era capitato a Gradoviniza, fiume meaminato [?] verso Podgorizza, ove lo attendono infallibilmente giovedì prossimo, sarà li 24 corrente. […] tutto il paese dell’Albania per tale volta [?], havendo spedito li suoi capidan et l’opinion era che volesse andar contro Bielopaulichi, una tanta forza da attemere che posas piegarsi al buone [?].”
Interrogato, respose: “Non mi ha riferto detto mio capitano [?] il numero della gente che poteva esser col sangiacco.”
Quibus habitis.
Habbi [?] Filippo Boldu, proveditor estraordinario, (1 c.)
non permettendo i publici et i privati interessi nella congiuntura massime dei tempi correnti, che più a lungo camin la poca corrispondenza tra questa città et quella di Budua, derivata dall’accidente incontrato già due anni dal […] capitan Steffano Levarda et da altri messi che da quello han havuto la dipendenza, si habbian adoperato per restituire gli animi degli interessati nella pristina tranquillità et quiete; et perché qualche difficoltà ci viene promossa da […] don Francesco [?] Pasquali, che, non credendo fondata sopra causa la quale non habbi una facile rissolutione, ci da motivo di commettersi come facciamo col presente mandato, che in pena della publica indignatione dobbiate assentire alla pace predetta, nella quale in vece di Francesco Marcovich contumate [?], intervenirano li […] fratelli per dare et ricevere la fede della manutentione inviolabile della pace medesima, onde sotto quello vincolo di una reciproca obbligatione si rinovano le occasioni delle novità, si levi ogni ombra che fin hora ha tenuto sospesa la pratica libera tra le persone dell’una et l’altra città, et si […] gli animi ad una perfetta vicendevole benevolenza, conforme la publica volontà et così […].
Cattaro, li 25 febraro 1649 m.v.
[…] Filippo Boldu, proveditor estraordinario.
A dì sopradetto.
Referri il cavalier haver intimato il sopradetto mandato al signor Francesco Pasquali, coll’haverli lasciato l’autentico nelle mani per maggior intelligenza, […].
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.