22 dicembre| 1649 Filippo Boldu
Dispaccio del 4| luglio| 1650|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
con i sensi prudentissimi riportati dall’auttorità suprema dell’eccellentissimo signor general in procura [?], speravo veder rimosso l’animo di questo illustrissimo signor rettor et proveditor dall’uso di quelle novità che sono fondate nell’inquietezza, nelle quali versando egli senza intermissione non resta di tenermi in continua agitatione, per divertire le confusioni et i sconcerti al servitio della Serenità vostra.
Dopo che io capitai a questa carica per levar i pericoli che sempre più soprastavano dal concorso dei popoli vicini, nei giorni del mercato che si faceva dentro la città, deputai col compiacimento delle Eccellenze vostre, come in ducali di 29 ottobre passato, il casello, altre volte delli portalettere, sotto l’ochio continuo della sentinella fuori del ponte della marina, alla vendita del sale, ma questo signor, interompendo così utile servitio, ha preteso rimoverlo coll’introdurlo novamente nella città, sotto pretesto che il salinaro possa commetter fraudi, a che i rispetti preaccennati non mi han permesso di acquiessar, mentre il beneffitio che ne rissulta nei tempi delli correnti sospetti supera di gran lunga quelle dubietà che possono esser rimediate colla preavertenza, colla correttione et colla revisione frequente dei conti del ministro, da me in viva maniera preordinata et fatta essequire, et perciò coll’occasione del discarico della marciliana del Bevilacqua, ultimamente capitata a questa riva, ho dovuto far riempire il casello preacennato, che può esser capace di 500 stara, dopo aver fatto saldare al salinaro il maneggio precedente, perché rimossa la spesa dupplicata dall’introdurlo nella città et portarlo poi fuori, venghi supplito all’occorrenza di questi del monte, nonostante le difficoltà incontrate da sua signoria illustrissima, che coll’uso di tutta la desterità et coll’interpositione delli signori camerlengo, governatore delle armi et cavalier Bolizza non han potuto rimoversi.
Nasce per secondo capo che, restando accompagnate le espeditioni dei Sali da Pirano con lettere del magistrato eccellentissimo a sua signoria illustrissima, pretenda che il tratto loro dipenda dalla sola sua dispositione, et che io sopra di quello non possa preordinare li pagamenti delle barche armate o di altre bollette che meritano di esser prefferite, et pure quasi tutto lo sforzo del publico capitolo, quasi tutta la speranza di qualche respiro consiste sopra il monte dei Sali, con essi riparandosi alle maggiori urgenze, alli più soprastanti pericoli delle sollevationi, per le mancanze et angustie nei quali per il più languisce questa camera. Per lume delle Eccellenze vostre, se ben in questa staggione che fra poche settimane venirà a cadere l’esito riesce maggiore, ad ogni modo il spazzo per l’ordinario in contanti sarebbe sterilissimo, quando la necessità non consigliasse quei che servono i creditori dei nolli a ricever in pagamento tanto sale, che poi provassero [?] smaltire anco fuori della giurisdittuione, et con discapito per sostentarsi; onde chi volesse restringersi nella puntualità di aspettare il spazzo per [?] supplire col denaro alle occorrenze, non le riuscirebbe il poter evitare le tumultuationi, per l’impossibilità di cavarne il commodo, volendo vicin a 3.000 ducati di denaro effettivo al mese, per far il terzo alle militie del presidio et dalle barche armate, oltre la ratione di pane; et pure a contanti tal mese neanco 100 ducati si possono […] onde il voler precluder la strada di disponer di questo capitale, come consiglia la necessità, sarebbe un poner in sicura contingenza la salute di questa piazza.
In due mesi che si trova al reggimento, più di 2.000 ducati sono stati dispensati in tanto sale per pagamento di nollo a quei che ne vivevano […] per il passato, con che accresciutosi il spazzo et rissultato esser il suo utile vicino a 300 ducati. Questi ha voluto effettivi senza intermissione, ad ogni pubblico rispetto prefferendo la propria sodisfattione che meritava di esser moderata, se non per altro, almeno per il commodo ricevuto al suo ingresso del salario per sei mesi anticipati, con quali poter sovenir alle proprie occorrenze et patientare la consecutione degli […] a tempo più opportuno. Mi sono espresso che col disponer del sale et del suo tratto mai pagamenti col giro necessario di scrittura a cautella […] et col far quello vendere in loco conferrentissimo agli interessi et alla volontà della Serenità vostra, non repugna alli pontigli della pretesa [?] giurisditione, la quale consiste nell’invigilare alla retta administratione di questa capitale, et che la scrittura passi con le forme prescritte dalle publiche commissioni. Ho voluto farlo patrone dell’auttorità di questa carica, et della dispositione di tutto, purché egli supplisca ad ogni occorrenze, ho risposto di haverla dal serenissimo maggior consiglio, a cui non possono derogare i decreti dell’eccellentissimo senato, con la qual massima si fa lecito a sovertire [?] tutte le buone regole del governo.
Nella militia oltramontana in particolare haveva suscitato novo tumulto colla prohibitione fatta a spetiali, in pena della vita, di somministrare alcun medicamento con ricette al celente di loro natione et descritto tra queste compagnie, per uso delle medesime, nonostante che dal principio della presente guerra habbino interrottamente goduto la cura et l’assistenza di lui, che in più parti ha dato molte prove di sua sufficienza; onde, per evitar le confusioni, doppo isperimentati vani gli altri uffitii, ho dovuto lasciarli continuare nella libertà che in ogni loco gode spetialmente questa natione per gratia particolare della Serenità vostra, per trattenire con ciò questo soggetto che per altro voleva rissolutamente partire, acciò la piazza non resti con un solo medico, pieno di debolezze et con un cerugico costituito in età cadente, che ha bisogno di sollievo et aiuto massime nella qualità dei tempi correnti, che meritan particolar distintione.
Si duole senza ragione che io le habbi levato due alabardieri coll’occasione di esser stati cassi due soldati della compagnia sbandata dal capitan Pare [?], nonostante che senza esser ricercato gliene habbi assegnato due altri della compagnia nova del capitan Evangelisti, li nomi dei quali, portatili di ordine mio da questo sargente maggiore, non ha voluto riceverli. Da quello ha pratticato nel far descriver otto offitiali di sua corte, nonostante che cinque soli siano effettivi, appropriandosi di tre paghe; dalli trattati che ha fatto in Venetia prima del suo partire con i creditori di questa camera, di cambiare in tante bollette il denaro della Serenità vostra, consegnatole per servitio di questa piazza, ma non esseguiti per l’impedimento postole da signore mio congionto, che colla notitia delle angustie prevedeva le altre male conseguenze che di qui potevano derivare, mi dan tanto più violente argomento di credere che egli desidera descritti li sei alabardieri colle comutelle levate dal zelo infinito dell’eccellentissimo signor general, per appropriarsi delle paghe, le quali con la servitù che egualmente bramava rimessa, le faceva sperar nel corso del reggimento un avancio di 1.000 ducati; a mia colpa attribuendone il discapito loro, è perciò movendosi ad un furore immoderato contro rappresentante, che non può aderire alla contraventione delle leggi, et ad un pregiuditio così grave della Serenità vostra.
Con poca avedutezza, ma con altrettanta apprensione dei popoli et delle militie, discorre publicamente delle defficienze di questa piazza et, deplorando i pericoli del figliolo preposto al governo di questo castello, ha pretteso necessitarmi fino con protesti ad intraprendere altre fortificationi, da me di già raccordate divotamente alla Serenità vostra et all’eccellentissimo signor generale come necessarie, ma diffarite per la spesa gagliarda che vi vorrebbe sin alla comparsa dell’ingegnere, acciò sian approvate da persona perita et procedano col sentimento delle Eccellenze vostre.
Vuole estender il commando nei corpi di guardia, nei quartieri et giudicare le maglie dei soldati, senza distinguer l’auttorità della carica et pretendendo che la sua, destinata dal maggior consiglio, non possi esser derogata dalla mia, instituita dall’eccellentissimo senato.
Si è fatta particolar revisione dei libri di questa camera, la scrittura [?] della quale, se ben fondata sopra bollette sottoscritte da sua signoria illustrissima, vorrei però che fosse essaminata da mano più auttorevole, con una accurata inquisitione, insieme con le attion mie et di chi mi è stato collega in questa reggenza; supplico perciò con tutta la divotione il zelo delle Eccellenze vostre ad impartire l’incarico a mia consolatione, compatendomi, se provocato da stimoli di detto signore, io con questi riccorsi accresca loro le molestie, per divertire a questa piazza le confusioni et i pregiuditii al servitio [?] della serenità vostra. Gratie etc.
Cattaro, li 4 luglio 1650.
Filippo Boldu, proveditor estraordinario.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.