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22 dicembre| 1649 Filippo Boldu

Dispaccio del 6| luglio| 1650|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
comparsi due pastrovichi con lettere di quel sboro et con istanze di esser accompagnati sei loro ambasciatori a piedi della Serenità vostra con scrittura che comprende quattro capi di negotio, ho procurato quanto è stato possibile di rimoverli come ho fatto per il passato da questo proposito, colla consideratione delli tempi delle cure publiche et colla certezza dell’imutabile dispositione di Vostra serenità verso cadaun loro contento. L’illustrissimo signor rettor et proveditor Diedo, di opinione diversa, ha voluto accompagnarli solo colle credentiali et permetterle la partenza; onde in questo stato ho stimato ancor io per debito della carica di portare separatamente alle Eccellenze vostre i miei riverentissimi sentimenti, sopra i capi delle sopradette loro istanze che saran nell’occlusa copia, per quei riflessi che a tempo proprio stimerò di farvi la publica infinita sapienza.
Ricercano nel primo capo di esser ampliata la loro essentione non solo delle entrate proprie, ma anco dell’uscita di tutte le mercantie che comprassero o levassero da terre aliene, di loro particolar ragione caricate nelle sue barche o tolte a nollo, aciò non habbino ad incontrare nelle interpretationi sinistre del privileggio loro.
Nel secondo ricercano di esserle confirmate anco in tempo di pace per la custodia del confine le doi compagnie delle loro genti, che al presente servono in qualità et colla paga di barche armate.
Nel terzo che, in occasione fossero scacciati, che il Signore Iddio non permetta, dalla prepotenza del nemico dal proprio nido, le sia destinato altro ricovero nello stato, per continuare la propria devotione nel servitio della Serenità vostra.
Nel quarto che le sia confirmato il salario di 400 ducati che godono da questa camera all’anno, per grato testimonio della publica munificenza.
Quanto il primo appare dal privileggio di 20 giugno 1423, nella concessione fatta a pastrovichi di esser loro stati essentati dal pagamento del datio, per tutto lo stato della Serenissima repubblica, delle robbe solamente che nessuno nel territorio loro, in conformità apunto della loro dimanda; ma dal 1647, 23 luglio, con parte dell’eccellentissimo senato, sono stati gratiati li zuppani dell’esentione di loro entrate et effetti mercantili, portati o estratti da qualsisia loco della Serenissima repubblica, con aggionta posteriore di 14 agosto 1648 di esser astretti con giuramento a quelli dichiarire di essere di propria ragione; et perché il merito delli pastrovichi è antico et la loro fede si è estesa a prove segnalate, crederei per mio divoto senso che potessero anco esser degni di godere quell’indulto, al quale si è dilatata la publica gratia nell’essaudire l’istanza dei zuppani.
Quanto al secondo, ha il bollor della guerra istante et le gelosie continue di confini persuaso l’animo dei rappresentanti precessori ad essaudire le istanze dei pastrovichi, colla concessione di doi barche armate di loro genti, per assicurare quelle rive et custodire i confini sempre minaciati dal nemico; ma le difficoltà incontrate di poter tener le barche sicure in tempo del verno, per non vi esser porti in quella giurisditione, furno disposte le genti a servire per terra et a tener armate le frontiere dalla parte di Antivari, al posto di smilavavlizza, con paga solita corrispondersi a quei delle barche armate et tutto [?] che sopra i loro ricorsi ne sian stati decretati 100 [?] dalla Serenità vostra, non vengono impiegati che soli 82 tra tutte le doi compagnie; questi (se si deve rifletter all’antico istituto di loro soggettione et alle obbligationi spontanee, che comprende il preacennato loro privileggio del 1423), doverebbero esser disposti et impiegati senza alcuna paga, tal contratto havendo formato i loro maggiori con volontaria eshibitione in ogni caso di guerra, per diffesa del confine; ma già che la publica pietà si è estesa a consolarli con effetti di particolar predilettione in riguardo alle congiunture et ad altri considerabili rispetti, potrebbero contentarsi (per mio humil senso) di godere questa gratia durante la guerra che in tempo di pace, oltre che sarebbe totalmente inutile, riuscirebbe non solo dispendiosa alla Serenità vostra, ma valerebbe di eccitamento agli altri popoli del confine di pretender li stessi commodi.
Intorno al terzo, sono stati preordinati li ricoveri alli popoli loro, così a Budua come sopra il scoglio, in ogni caso di invasione nemica, et in tutti li accidenti devon vivere sicuri della publica paterna assistenza, in tutto ciò che riguarda la preservatione et il contento loro.
Nel quarto et ultimo, godono per decreto et per gratia particolare di Vostra serenità un assegnamento di 400 ducati all’anno di salario in questa camera; ma di gran lunga essendo maggior il commodo che riportano dal possesso delle doi compagnie, delle quali ognun di loro rissente il beneffitio, per esser solite cambiarsi di cinque in cinque mesi, haveva opinione l’eccellentissimo signor generale, per quanto resto informato, che le rimanesse sospeso il predetto salario fino le continua il commodo delle predette doi compagnie, et questo sarebbe anco il mio humilissimo sentimento, subordinato però ai supremi arbitrii della pubblica, infinita sapienza. Gratie etc.
Cattaro, li 6 luglio 1650.

Filippo Boldu, proveditor estraordinario.

Allegato:
Noi giudici et sboro di Pastrovichi, rappresentanti la comunità et tutto il popolo di Pastrovichi comandiamo a voi Francesco Bagliavich, David Davilovich, Francesco Iuncovich [?], Steffano Giubitsa, Marco Vucina et Andrea de Nicolò Vucina, nostri ambasciatori, che immediatamente conferirvi dobbiate alli piedi di Sua serenità, ove doppo fatta humilissima riverenza attesterete l’antica fede et […] divotione vostra verso la Serenissima repubblica veneta, della quale sendo fedelissimi sudditi et vassalli preghiamo Signore dio nostro di conservarci tali fino il fine del mondo, et suplicare in nome di […] et popolo di Pastrovichi l’admissione delle […].
Primo, fu concesso dalla publica pietà così meritando la […] della nostra fede l’essentione delli datii, di cadauna sorti di robbe o mercantie, le quali non mai […] anzi in diversi tempi della publica benignità confirmata et esseguita ha [?] tante terminattioni seguite in contra di […] publico da diversi publici magistrati nell’inclita città di Venetia con i datieri, et in fino sia, […] col fondamento di detti nostri privileggi a nostra conditione, essentato li nuovi sudditi di Zuppa, Maine et Pobori, non solo dell’onorarle, che nessuno nelli loro territori, ma mercantie che […] o condotte da qualsisia luoco che siano di loro raggione sono essenti et franchi. […] perché di presente con grandissimo nostro discusso habbiamo incontrato in alcune cavilose interpretattione di alcuni datieri, li quali non […] l’antichissima nostra essentione così seguiti et di non haver noi in alcun tempo pagato datio di cadauna sorte di robbe […] preteso, non soltanto di non haver havuto ardimento di quelli di non dire a detti zuppani, mahine et pobori, la differenza delli loro meriti con li nostri è nota alla publica benignità. Suplicarete perciò Sua serenità a maggior dichiaratione di dette […] essentioni, confermare li detti nostri privilleggi di essentione di datii, non solo delle nostre entrate, […] nella […] del nostro territorio, occupato la maggior parte dalla tirania del turco, ma ancora di […] mercantie, di qualsivoglia cosa, et levate et condotte da cadaun luoco del stato [?], et terre assieme, et che siano di nostra maggiore [?] caricate nelle nostre barche o da noi tuolte a nollo, siano essenti di cadauna sorte di datii.
Secondo, è concessa alla detta nostra communità dalla padreterna [?] sapienza doi compagnie di navi armate durante la […] dalle quali riportando noi grandissimo sollievo circa la custodia delle […] et robba, et considerando noi li guardie furti, assassinii et sacrileggi, seguiti [?] in detto un huomo di Pastrovichio in tempo di pace, come da molti […] essaminati, formati in diversi tempi dall’illustrissimo signor rettore et proveditore di Cattaro, sendo al confine di sangiacco [?] […] confine importantissimo et Antivari nelli quali huomini sono molti ladri et che nell’avvenire, seguendo […] sosterremo gli istessi incontri. Per tanto supplicherete Sua serenità di concedergli le dette doi compagnie, non solo per il tempo di guerra, ma in perpetuo, perché possino servire a nostra preservatione, a fine non siamo manco sicuri nelli tempi di pace che nei tempi di guerra; nelli quali gratie al Signor Dio et […] protettione di Vostra serenità siamo sicuri.
Terzo, che occorendo nostra disgratia, del che il Signor dio ci liberi, o la potenza del nemico si levasse dal proprio […] di Pastrovichi, desiderando cadauno di noi più tosto morire che menar la vita sotto altro commando che sia di quello della Serenità vostra. Per tanto […] l’infinita publica pietà che ci occorrendo di nostro [?] […], si compiacia Sua serenità di provedersi di altri luochi nel […] suo, perché perpetuamente possiamo viver noi divoti sudditi et di morire servi fedeli con le nostre famiglie, et spender questa miserabil […] nel publico servitio.
Quarto, che potendo questa nostra communità dalla publica munificienza […] di salario dalla camera di Cattaro, per […] et rispetti come nella detta conciessione [?]. Perciò suplicherete Sua serenità di quelli confermare, nonostante esser quelli a noi in perpetuo concessi.
Gratie etc.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.