• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

22 dicembre| 1649 Filippo Boldu

Dispaccio del 8| luglio| 1650|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
da più costituti tengo le informationi degli ordeni venuti al sangiacco di Scutari et del suo incaminamento seguito verso Colassini, parte di Arzegovina quattro giornate distante da questa piazza, per stringere le fortificationi di quel loco con nove fabriche, ad oggetto di domare la libertà di quei popoli et con questo freno assicurarsi maggiormente della fede loro, come per rimovere le infestationi continue che ricevono le carovane da quelli di Barda.
Già è caduto l’anno del mio servitio in questa piazza, ove la qualità del mio male ha ricevuto notabile augumento, et oltre il prossimo auttunno non può più a lungo tollerare la cura. Non è molto lontano anco il fine della campagna, onde la pietà publica viene supplicata di una gratiosa licenza, per presservare cittadino che per altro non brama la vita, che per sacrifcarla nelle maggiori occorrenze della patria.
A questo punto si accresca il mio cruccio dal non poter ressistere alla forza della necessità, né supprimerla coll’uso delle maggiori accuratezze, per soccorrer alli bisogni del presidio et delle barche armate; nel publico non vi essendo posso dire che il solo ripiego di questo poco sale, difficutaltomi anco come divotamente accennai colle precedenti, et nel privato restringendosi la dispositione dei sovegni, per vedere oppugnata la sodisfattione da chi, non mirando che al proprio interesse, prettende coll’auttorità di esser prefferito nei pagamenti, ad esclusione di quei che devono esser i più privileggiati; ma quello che rende più stupore è che nel grado di queste incomparabili calamità, nel peso di tante obligationi, quello che doverebbe assistermi con gli aiuti et esser unito meco verso il ben publico sia intento a levarmi ogni fucile [?] per tirar le confusioni tra le militie et le rovine alla piazza; l’occluso mandato fatto da questo illustrissimo signor rettor et proveditor Diedo al signor camerlengo et raggionato di camera ne dimostra apertamente l’animo suo, mentre vedendo capitare [?] in essa circa 300 ducati di aggionti di una condanna fatta da me alli frattelli Medin, come divotamente significai alle Eccellenze vostre, ha preteso farli ingroppare per spedir senza assenso publico alli magistrati et luochi dove aspettano, nonostante che questo sia solito praticarsi nel fine del reggimento, et che qui come in ogni altro loco ove le camere sono sovvenute restano, coll’assenso delle Eccellenze vostre, impiegati in militie, per esser poi dall’offitio sopra le camere supplito al pagamento col necessario giro di scrittura: da questi esperimenti può la singular publica prudenza comprender le altre emergenze che nascono, et quanto sia da compier [?] il mio stato. Gratie etc.
Cattaro, li 8 luglio 1650.

Filippo Boldu, proveditor estraordinario.

Allegato:
A dì 3 luglio 1650 (1 c.)
Constituto in offitio […] Colla da Sirocco, capitato hoggi in questa città, il quale interogato di qualche novità, rispose:
Haveva il sangiaco di Scutari allestito tutto il bagaglio, pane et quanto le fa bisogno per il viaggio di Collassini, ove è destinato per ordine del Gran signore di fabricar una città, et dimani era per levarsi se altro incontro non le suspenderà il viaggio. Questo luoco è sul passo di tutte le mercantie et la gente, essendosi stancata [?] dalla riscossione [?] del presente [?], con questo modo veniva a ponersi in […] et ad assicurare il transito delle carovane. Deve esser quatro giornate destante da questa città, nel resto non vi è cosa di consideratione. Quibus etc.

A dì 5 detto (1 c.)
Constituto in offitio Andrea Vudani [?] da Sirocco, venuto hoggi in questa città, il quale interogato di qualche novità, rispose:
Hieri mattina si è levato il sangiacco con la sua gente che può crescare [?] al numero di 100, et ha preso il camino verso Collassini, ove viene atteso da un bassà con tre altri sangiachi, per fabricar una città da tener in dovere et in fide quei popoli, acciò non si ribellino et per raffrescare gli altri popoli che contrariamente impestano le strade, et impediscono il transito alle carovane.
Erano capitate nove catisce [?] per turchi da Costantinopoli dei […] che havesse havuto la sua armata et di Voino si diceva che fosse al remo in catena, et che havesse fatto instanza di esser mandato in queste parti, che offeriva gran denaro, il quale si trova haver interrato in luoco incognito a chi si sia.
Quibus etc.

Noi Antonio Diedo, rettore et proveditore, (1 c.)
Volendo inviar a Venetia tutto il denaro spettante alla cassa dell’eccellentissimo consiglio di 10, alle moniche convertite, pietà et accademia dei nobili, riscosso fin hora in tempo […] in camera fiscal per conti di condanne pecuniarie, contrabandi, confiscationi, depenati di […] presentati et altro. Commettemmo però al clarissimo camerlengo et raggionato della medesima camera fiscale che debbano unir insieme tutto esso denaro in buona valluta di leva, et il conto distinto, et particolare, riducendolo in groppi per inviarlo con prima possibile occasione dove si aspetta, et tanto sia esseguito. In quo […]
Cattaro, li 7 luglio 1650.
Antonio Diedo, rettore et proveditore,
Al cancelliere [?] illustrissimo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.