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22 dicembre| 1649 Filippo Boldu

Dispaccio del 27 ottobre| 1650|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
hanno continuato diversi giorni colle armi alla mano i nixichi et altri popoli confidenti di Arzegovina, per ostare alla violenza di quel bassà et per sottrarsi da contributioni insolite, havendomi perciò fatto novo efficacissimo ricerco di monitione ad oggetto di impedire l’ingresso al nemico nel paese et i pregiuditii insieme che soprastavano inevitabili a questi confini; la congiuntura da me compresa di somma esistimatione per i vantaggi pubblici mi ha persuaso di contribuirle il commodo, se non nella summa ricercata di due migliaia, almeno di uno di polvere et di un altro di piomno, che hanno havuto occasione di impiegare con frutto in altre fattioni havute con turchi, con la morte di 150 di questi et di altrettanti feriti, et coll’acquisto di quattro insegne; essendosi alla fine il bassà contentato di 7.000 reali da tutto il paese, et retirato colli ostaggi che ha ricevuto fino conseguisca l’intiero di questo esborso, come le Eccellenze vostre intenderan dall’occluso constituto di persona fidata da me spedita per haver le vere et non alterate notitie del seguito. I nixichi che sono mancati in questa occasione, se ben si ristringono in poco numero, il danno però si rende più considerabile per la perdita del conte Iule [?], capo loro dei principali, ma il più valoroso, il più sincero et il meno interessato, onde (per mio devoto senso) la memoria del suo buon servitio et la divotione incomparabile, che proffessava verso le glorie maggiori della Serenità vostra, merita alcun testimonio della publica munificenza, verso il sollievo della sua famiglia. Il sangiacco di Scutari è capitato l’altro giorno in Podgoriza, senza che fin hora si habbi potuto penetrare i suoi dissegni, verso quali è fissamente intenta l’application mia, per tener al possibile luntani i pregiuditii da questa giurisdittione.
Con ducali della Serenità vostra di 3 et 17 del passato, mi sono capitati ducati 4.000, con quali haverò modo di sodisfare parte delli creditori che han fin hora sovvenuto alle occorrenze del presidio, onde allettati dalla prontezza del rimborso, possano nelle venture occasioni continuare l’essempio a sollievo dei publici interessi.
Per il consumo totale seguito dei biscotti, convengo dispensar alla galea et barche armate di questa guardia, in sua vece […] alla condittione di quanto in simil stato praticai l’anno passato [?]. In riguardo delle precedenti premure, io ne devo sperare provedimento, che però non doverebbe patir ritardo, mentre questa gente et la Civima [?] in particolare senza pane, non può [?] ressistere, come ne scrivo anco all’eccellentissimo signor general. Oltre il […] decembre prossimo non vi sarà neanco formento nelle […] che è punto considerabile et degno della publica singolar providenza; se vi aggionge anco che il territorio costituito […] maggior calamità haverà bisogno dei sovegni di biade […] pagarle col raccolto, onde la pietà delle Eccellenze vostre può con [?] altre espedittioni suffraggare anco a questa occorrenza […] tutti i capi si rende essentialissima. Gratie etc.
Cattaro, li 27 ottobre 1650.

Filippo Boldu, proveditor estraordinario.

Allegato:
A dì 22 ottobre 1650 (1 c.)
Ritornato Piero de Luca Loian, che fu spedito di ordine dell’illustrissimo signor proveditori estraordinario li giorni passati a Nixichi, come persona pratica et fedele, per dover fondatamente informarsi et rifferire il seguito tra quei popoli con le armi del bassà di Arzegovina et il stato loro, espose come segue.
Arivato a Nixichi, ho circondato tutti quei villaggi et in ogni luoco da persone confidenti ho havuto le confermattioni che non havendo voluto il bassà ricever il donativo solito che fu praticato con li suoi precessori, ma procurato di entrare nel paese, habbino questi usato la resistenza con la forza di armi, et perciò siano venuti alle mani, essendo in diverse scorerie mancati più di 150 turchi et restati quasi altretanti feriti, et dalla parte di Nixichi 38 morti et quattro feriti: il maggior danno de questi essendo l’haver perso in questa fattione il fior della gente et sopra il tutto il conte Lale Milovich, capo dei popoli et dei più vallorosi, che molto era stimato et temuto dal nimico et che haveva maniere di tener unito il paese. Alla fine si è posto il negotio di apuntamento col bassà et è restato concluso in 7.000 reali da esser contributi, così da Nixichi Plana Collascin [?], Debognasi Priola et Moraza [?], doppo di che il bassà, ricevuti alcuni ostaggi, è partito, havendo lasciato nel paese sette turchi per scoder il denaro; ma tuttavia quei di Supa et Dragovogich, villaggi dei nixichi, sono pertinaci a non dar un quatrino, havendo loro provato tutto il danno nella perdita delle genti morte in fattione. Voivoda Petar, habbita quelle pianure et che si trova sogetto ai maggiori pericoli, è stato causa dell’aggiustamento, et questo rispetto lo tenirà sempre incostante. Nixichi et quei altri popoli hanno havuto in questa occasione l’aiuto di vastevichi [?] et […], gente di Barda, havendo agiustato insieme tutti gli interessi dei sangui che erano corsi per il passato, et bielopaulichi, che tengono una sorella del conte Lale, sono rissoluti a vendicar la sua morte, et perciò hanno delliberato di dar adosso così ai turchi com ad ogni altra condittione di persone che han preso le armi contro nixichi, da questi venendole promesso il passo per il paese et tutta l’assistenza delle armi.
Bego Azaghich, turco di stima, et Daniel agà, ambi dal piano [?] che furono presi nella prima fattione, col mezo di amici sono stati rillasciati, et Plez Coschich da Podgoriza, se bene vogliono che sia morto, da buona parte ho inteso che tuttavia è vivo, trattenuto con segretezza in casa privata forse per mercantare il suo riscatto.
Il paese havrà hieri fatto il suo sboro, per concluder la sodisfattione del donativo. Il bassà certamente era partito, ma non so a qual parte, et i popoli niente stimavano l’agravio, quanto compiangevano la perdita del conte.
Quibus etc.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.