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22 dicembre| 1649 Filippo Boldu

Dispaccio del 25 novembre| 1650|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
fece il primo tentativo il sangiacco di Scutari con le sue forze contro i bielopaulichi suoi sudditi, seguitato dal concorso di tutto il paese, per domare et castigare popoli molto feroci, inobedienti et che infestano le più remote regioni con le rapine et sotto la fede di un doloso negotiato, hebbe fortuna di far diversi schiavi, incendiare alcune case et di acquistar un grosso bottino. Ritornato dopo in Podgorizza ha fatto pervenird la notitia di questo fatto a zuppani et maini, protestando loro con lettere di voler riddursi sotto la sua obbedienza o ti attenderlo per debellarli, havendo nel tempo stesso distribuito le sue insegne nel monte, per raccoglier la gente con proposito di tentare anco questa fortuna; ma colla preavvertenza di tutti questi motivi, havendo io fatto rinforzare tutte le frontiere, armato il posto della Trinità colle genti del contado, ritirate le famiglie et le robbe dei predetti popoli nella città et in altre parti sicura assicuratomi con ostaggi della fede loro, et disposte quelle miglior regole che han potuto richiedere le occorrenze per l’indennità dei sudditi; dopo esser stati questi 15 giorni colle armi alla mano in campagna, sono restati liberi per hora dal sospetto per la restitutione, seguita in Scutari dal medesimo sangiacco che non haverà forsi giudicato fruttuosa per lui la presente congiuntura.
Di già quello di Arzegovina è stato deposto et nella calma in cui restano quei popoli si potrebbe sperare ogni bene dalla dispositione loro, nelli tentativi di Castelnovo, hora che anco quella piazza si trova di molto indebolita.
Supplicai alle Eccellenze vostre con diverse mie humilissime lettere di prevenire le difficoltà dei tempi con soccorrer alli bisogni dei viveri che tiene questa piazza, et nelle angustie che si è fatta considerabile, non devo per capo di publico rilevantissimo interesse ometter di reiterare le istanze efficacissime, per l’indricio sollecito delle proviggioni preacennate, trovandosi con formento per poco più di 20 giorni, havendo convenuto ultimamente farne convertire una parte in biscotti, per soccorrer alli bisogni della galea et barche armate della guardia, non essendo ritornata a questa hora la fregata spedita a levarne un carico a Liesena, overo a Zara, et di minuti la summa è molto ristretta in riguardo al consumo che di necessità converà farsi per sostentamento del presidio, et per l’occorrenza di soccorrer a questi del territorio, onde le espedittioni quanto più abbondanti di ogni genere di grano et dei biscotti non devono esser ritardate, per salute di questa piazza, la quale principalmente deve sperare la sua preservatione et diffesa dall’abbondanza dei viveri, che di continuo in essa devono esser rinovati. Dei sali pure si trova la gabella del tutto sfornita, et di denaro egualmente (sodisfatta la maggior parte dei creditori) si è restato nella primiera mancanza; ognuno si ritira a sovenirmi con imprestiti, sicuri di non poter esser da me rissarciti et dubiosi di incontrar nelle difficoltà che provano gli altri creditori a repeter [?] le sodisfattioni, onde privo di altre speranze, per evitar li disordini che sogliono provenire dalla necessità, convengo coll’uso di tutta la piacevolezza procurarne da persone più […] con mia particolar aversione, per le renitenze che si incontrano tutto che assicurati dalla speranza indubitabile di esser prontamente rissarciti dall’illustrissimo mio successore, che a questa hora haverei creduto alla carica et che certamente complirà all’interesse delle Eccellenze vostre, vi giunga quanto prima, perché lungo non si potrà in questo modo contender colla calamità. Gratie etc.
Cattaro, li 25 novembre 1650.

Filippo Boldu, proveditor estraordinario.

Allegati:
(1 c.) Si fa fede per l’officio di questa […] città di Cattaro, come Carlo Avogador da Mantoa, padre signor Batta Grande [?] per […] varolato, serviva per soldato in questo presidio nella compagnia ordinaria di fanti italiani del signor capitan Procolo Prangelissi, è stato sotto li 3 novembre corrente alla rassegna fatta dall’illustrissimo et eccellentissimo signor Filippo Boldu, proveditor estraordinario di questa città, […] come nel rotto [?] della medesima compagnia essistente in detto officio appar. In quorum […].
Cattaro, a 20 novembre 1650.
[…]

Illustrissimo et eccellentissimo signor et patron colendissimo, (1 c.)
la summa [?] gentilissima sua […] con che in […] me rese la casazone de Carlo Avogaro in […] eseguisito li suoi comandi, la quale è qui in […] con la nota distinta de tutto il suo debito, del quale pregar vostra eccellenza a rimborsare il danaro avanti che li sia la casazione in mano perché questo soldato se ne poto [?] come se niuno si […] sentenze che sua eccellenza se farà mantenere quel zanto gli è stato promesso il denaro, se detto delito, quando la li averà riscosi, la pregerò riverentemente capitarlo ad il signor Francesco Girardi, filio del detto [?], dal cavalier il quale li vado debitore; resto che vostra eccellenza aveva receputo li miei espettati con summa mia […] all’eccellenza vostra, che da quela intenderà il tutto, non mancato de non innarare [?] il suo servitio con prima occasione li mandarò le candele. La prego farmi aver licenza da poter venire a Venetia. Con questo li facio fine, pregando il Signor Dio per la sua sanità et essaltatione dela sua cassa, et umilmente li bacio le veste.
Di Cattaro, li 21 novembre 1650.
Di sua eccellenza illustrissima, devotissimo et obligatissimo servitore Parcolo [?] Vangilisti.
(Sul retro, la nota riportante i debiti menzionati nella lettera)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.