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7 marzo 1617 - 21 marzo 1617 Filippo Paruta

Dispaccio del 1 aprile 1617

N. (senza numero)

Serenissimo principe
hieri, che fu l’ultimo di marzo, ricevei le lettere di Vostra serenità scrittemi sotto li 9 del medesimo nelle quali mi avisa che li galeoni del vice re di Napoli siino all’ordine di gente et monitioni d’ogni sorte per venir a danni de vasselli et sudditi della Serenità vostra. Per il che usarò ogni acurata diligenza per ben servire Vostra serenità. Onde di subito ho dato ordine che siano fatte le guardie per la città, le quali tuttavia si vanno facendo et a patroni de vasselli che sappiano guardarsi per non s’incontrare in detti galeoni. Ne mancarò venendo l’occasione di difender la città con ogni mio potere et sapere ch’il Signor Dio m’inspirarà. Ma mi ritrovo in luoco che viene dominato dal scoglio di San Nicolò, il quale se da nemici fosse preocupato, la città venirebbe ad esser distrutta, insieme con questo castello. Il che sarebbe anco di qualche pericolo alla fortezza di Cattaro, oltre che il porto servirebbe a loro di molta commodità all’Albania. Dall’altra parte il Monte San Salvador domina assai questo luoco, et però al tempo della passata guerra fu fatto abbandonare et ridurre le genti in Cattaro. Onde riverentemente riccordarò alla Serenità vostra che ha veduto et ha pratica grande di questi luochi, che saria assai bene che ella desse qualche ordine, perché si trincierasse la ponta di esso scoglio sopra la quale si potriano metter quattro pezzi d’artellaria, che difenderebbe tutta quella parte del canal della banda di Pastrovichio che da quest’altra parte si potrà difendere col castello. Il qual scoglio è abbondante di acque vive, et vicino a molini per macinare. Et voglio credere che l’illustrissimo provveditore di Cattaro, et io insieme coagiuvando questo negocio con le genti da Pastrovicchio si farà con niente, overo con pochissima spesa della Serenità vostra. La qual trinciera in quattro o sei giorni si finirà. Mi atrovo in luoco dove che tutta l’artellaria si trova sopra cavaletti senza ruote, senza letti et senza polvere si che non so con che poter far difesa che solo con le pietre, et con la propria mia vita, la quale non risparmiarò in cos’alcuna procurando nelle attioni mi d’imitare il quondam Signor Girolamo mio fratello, il quale con tanto cuore difese la fortezza di Tine al tempo della passata guerra tre volte dall’armata turchesca, dove a quel tempo della mia giovenile età mi trovai a parte de suoi gran travagli, et a servire la Serenità vostra in quello che da lui m’era comandato, quando però che habbia il modo dalla Serenità vostra di poter renderne bon conto a chi le vorrà far offesa. Di che ne ho dato aviso all’illustrissimo provveditore di Cattaro, perché mi dia sovegno di quelle cose che possono servirmi per mia difesa. Et li ho raccordato il far questa trinciera per non lasciar che s’anidino et impatronischino gl’inimici. Di che anco dall’eccellentissimo signor provveditor generale in Dalmatia et Albania a Vostra serenità sarà stato scritto il mio grande bisogno et di queste genti, che si trovano in città cinta di mure rotte. Per la qual cosa Battista Belglava ambasciatore di questa magnifica comunità si trova a piedi della Serenità vostra per ottenere dalla sua benignità quelle cose che sono espresse alla Serenità vostra nelli suoi capitoli per nome di questo popolo, il quale si mostra ardentissimo et di sparger volentieri il sangue (venendo l’occasione) per servitio della Serenità vostra et con me insieme la supplica reverentemente di dar presta espedittione al predetto nostro ambasciatore. Gratie.

Di Budua il dì primo d’aprile 1617.
Filippo Paruta podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b.16.
Trascrizione di Marco Rampin.