7 marzo 1617 - 21 marzo 1617 Filippo Paruta
Dispaccio del 7 giugno 1617
N. (senza numero)
Serenissimo principe
in risposta delle lettere da Vostra serenità scrittimi sotto lì 15 d’aprile passato, per le quali mi comanda ch’io debba far restituire certa robba di Ali bassà Poletin turco di Scutari, che egli fece caricare sopra il vascello nominato Santa Maria, patron Stefano de Luca, il quale doveva renderla a Boiana, overo sotto Antivari, et che giunta qui era stata scaricara d’ordine mio sotto pretesto di riffacimento de danni fatti a questi confini. Riverentemente dirò alla Serenità vostra che ciò non è successo sotto di me, ma sotto al clarissimo signor Sebastian Marcello mio precessore, né però si vede alcuna nota in questa cancellaria, perché l’ordine fu dato da lui a bocca. Et per maggior informatione del fatto dirò a Vostra serenità che Gieronimo Petcovich con compagni fu a vendere alcune loro mercantie a Scutari, dove è Scala libera et franca, et ivi Veli bassà janizzaro con molti altri tolsero a questi la barca, denari, arme et la mercantia, et posti in pregione; per il che furono scritte lettere dall’illustrissimo proveditor di Cattaro passato et dall’istesso clarissimo signor Sebastian Marcello, accioché fossero rilasciati, come anco fu fatto, ma però gli fu trattenuta tutta la robba tolta, onde che essendo capitato qui il sopradetto vascello, questi con licenza del predetto clarissimo signor Sebastian fecero scaricare la detta robba, et molte volte è stato scritto all’agà et governatore di Scutari che dovesse mandare de qui la barca, denari et robbe di questi, perché le saria stato resta tutta quella robba ch’era stata scaricata, per questo ne doveva il detto Alì bassà o suoi intervenienti far mentione del mio nome a Vostra serenità non havendo io in ciò alcuna colpa. Et se bene molte volte il detto Petcovich et compagni m’han ricercato ch’io voglia far vendere le sudette robbe, mai ho voluto assentire ad’alcuna loro dimanda. Di poi questi mesi passati comparse Zuan Paulo Bubich [paverevole?] del sopradetto vassello, et fece instantia alla giustitia che se gli facesse vendere una sola pezza di panno, et così in contraditorio giudicio terminai che fosse fatto, et essendosi appellato al presente proveditor di Cattaro il detto Gieronimo Petcovich, esso proveditor non ha laudata né tagliata la mia sentenza, ma ab extra ha sententiato che tutta questa robba esso Petcovich et compagni debbano condurla et presentarla in quella cancellaria, che così intendo anco che ha fatto. Questa mattina è capitato in questo porto l’illustrissimo signor capitano di Colfo con le galee di Candia, al quale diedi nova del ritrovarsi nel porto di Santa Croce 20 galee di Spagna, et 12 bertoni, onde di subito si è levato et andato a Cattaro, dal quale ha inteso che ho inteso che ha preso due galeotte sotto Coron che se n’andavano a terra, una delle quali ha gritato a fondi, et l’altra presa senza huomini per essersi fuggiti in terra, dalla quale hanno recuperato 19 schiavi. Il che sia per quanto debbo dire a Vostra serenità alla quale [?] Gratie.
Di Budua, adì 7 zugno 1617.
Riverente servitore Filippo Paruta podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.