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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 10 giugno 1796

N. 26

Serenissimo Principe,
spedita jer l’altro la galera Giunone, distacco in oggi da queste rive la Zaira, sebben decretata alle esigenze della carica, e diretta dal nobil huomo sopraccomito Muazzo, che smania ridursi a cotesti lidi per servir utilmente alle pressanti urgenze della Serenissima Patria.
Non per altro raccolta dai varj, e troppo distanti appostamenti delle frontiere, e delle piazze marittime la dispersa truppa nazionale, ma impaziente di esaurir senza riserva i pubblici comandi, non esito apropiarmi del dono specioso della sovrana clemenza, e destino il capitano Mauro Bellafusa, quantunque assentitami a titolo di carabiniera la di lui compagnia, colla galeotta, che copre in iscorta della galera medesima.
Prende in questa l’imbarco il nobil huomo sopraccomito Casetti, il quale compiuto il legal quinquennio ritorna alla patria.
Nel decorso periodo di mia reggenza ha egli soddisfatti tutti i numeri di attivo, di sollecito, di zelante cittadino nello esercizio delle sue mansioni.
Ebbi campo di esprimere gli utili effetti, allora quando, dura inclemente stagione da me affrontati i disagi della visita Confinaria per sistemarvi stabilmente la Linea di Sanità lungo il vasto impresidiato pubblico confine, assunse egli e sostenne la principal direzion della squadra addetta agli ordini di questa divota carica.
Pesa alla sensibilità del di lui cuore, avido di servir la patria, la combinazione, che oggidì lo richiama al ripatrio; se non che alieno da particolari viste, ed anelante di dividere in sè essenziali momenti con chiunque l’ambito onore di pubblico servizio, offre la sua volontà ed opera alle disposizioni dell’Eccellentissimo Senato, da cui spera accolto graziosamente il tributo di sua rassegnata ubbidienza.
La mia intento trasfondendo nel colonnello Bortolazzi, e subalterni capi Craina di questo contado lo stesso spirito di energia, dond’è animata, si compiace de’ suoi sforzi, e trasmette costì una porzion di terrieri finora ammassata in due soli riparti, ed ascendente al numero di trecentocinquantatrè teste.
Affido la direzione alla capacità dell’alfier Belia di truppa regolata, in riserva, a tenor dell’ingiuntemi sovrane prescrizioni d’inoltrar la residua tangente di Zara sotto gli ordini del natural capo territoriale: mezzo il più utile per mantenere la disciplina, ripetere un fruttuoso servizio, e rassodare la suddita divozione al Governo.
Emmi di conforto, che la sforzata straordinaria coscrizione, sebben in momenti troppo interessanti al lavoro, e raccolta della campagna, non illanguidisca la loro fede, nè li disanimi dal servizio, a cui vanno incontro colla più soddisfacente costanza, rinvigorita dalle mie più lusinghiere promesse sulle generose remunerative largizioni dell’Eccellentissimo Senato.
Quantunque autorizzato a farne uso, pure approfittando della buona propension dei terrieri del contado, mi tenni con essi in tutta riserva, e mi limito a spedirla col saldo a tutto il mese corrente; computandone la paga col ragguaglio di soldato nazionale.
Fra eguali restrizioni io studierò di contenere l’arbitrio, di cui mi onora l’Eccellentissimo Senato, semprechè le circostanze ben diverse de’ sudditi attinenti ai più lontani territorj della Provincia non mi necessitino a qualche più blandiente modificazione.
Ho già col precedente divoto numero 25 precorso un cenno sulla mancanza a vivi del fu capitano Visinoni de’ fanti oltramarini del reggimento colonnello Bucchia.
è chiamato dalla legge di rotazione a succedergli nel posto il capitano tenente del reggimento medesimo Nicolò Becich, e mentre accompagno all’Eccellentissimo Savio alla Scrittura i documenti relativi, ne umilio la nomina in attualità di capitanio, e la promozione in alfiere del conte Luigi Fabio Cadetto Burovich a cui incombe l’avanzamento, non attinente alla specialità de’ sergenti in questo caso, come lo attesta la fede de’ graduati del reggimento. Vorrà l’equità dell’Eccellentissimo Senato, avvalorar la nomina colla sovrana sua approvazione a giusto conforto d’ Candidati subalterni medesimi pei rispettivi Gradi.
Non contento il Visir della Bossina di aver portate le sue indolenze a questa carica, come rassegnai col numero 19, contro i pretesi usurpi del territorio ottomano, ad aggravio de’ veneti, nell’impianto della linea di sanità; e contra le sublimate disposizioni ed atti di smentita ostilità, lesiva della pace vigente tra i due Governi; senza attendere le giustificative mie risposte, che lo avrebbero convinto sull’erroneità di sue apprensioni, e sui fini obbliqui de’ limitrofi emuli Ragusei, e di qualche mal affetto vicino comandante, ha voluto esagerar gli stessi insidiosi reclami direttamente alla Porta.
Coll’unita lettera in iscorta delle turche rimostranze, che pur annetto, la singolar virtù dell’Eccellentissimo Bailo Foscari me ne rende per dettaglio pienamente avvertito.
Se la sospension della Porta non avesse interrotta la comunicazione tra la rispettabile sua figura, e questa carica (siccome riconosce la stessa di lui virtù) io avrei a tempo somministrati alla prudenza del suo consiglio fondamenti sufficienti per ribattere senza equivoci in ogni senso le calunniose avarie.
Spedito a Traunik il fedelissimo Calavrò, egli tiene presso di sì tutti i fondamenti, che giustificano la lealtà impuntabile delle venete preordinazioni, e smascherano le ottomane imposture a peso de’ sudditi, i quali all’odierna querimonia per propria discolpa contrappongono le carte autentiche degli stessi feudatarj turchi di assoluta quietanza d’ogni pretesa.
Io dispongo intanto preciso informativo rescritto a [Sua Eccellenza], lo munisco dello istrumento confinario del fù Eccellentissimo Mocenigo 1721; del trattato di Pace 1733, e di quanto qui sotto l’Eccellentissimo Marin dal vice colonnello Danese fu utilmente operato a sopimento di tutte le querele allora intavolate, ed a repristino. di buona, e leal vicinanza.
Con questi appoggi saprà Sua Eccellenza smentir le recriminate imputazioni del troppo credulo Visir, e quietar la Porta sulla inconcussa rettitudine di Vostra Serenità e Vostre Eccellenze. Grazie.
Zara 10 giugno 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 4 inserti (8 cc.)

Nota: Arrivato il 13 giugno.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.