6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago
Dispaccio del 6| maggio| 1610|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
fu presa parte nell’Eccellentissimo senato alli 23 genaro passato, et come per lettere della Serenità vostra del giorno medesimo da me non prima ricevute, che li 15 marzo seguente vengo avisato che mi furno concesse le munitioni da me supplicate per questa fortezza, et che fu dato ordine alli Illustrissimi signori proveditori all’artiglieria, che mi fossero inviate dalli quali li 6 aprile seguente mi furno mandate, et da me ricevute li 16 del medesimo, con le quali ho benissimo accomodata essa fortezza, che non fa bisogno altra artiglieria, se non che la petriera rotta che le mando, sia cambiata con un’altra, per potersi di quella servire et poner nel loco di dove ella fu levata. Ho anco con dette munitioni fornito il castello di Fianona [?] al meglio ho potuto, né in quel loco altro fa bisogno, se non due periere, delle quali anco supplicai la Serenità vostra per esser molto bisognevoli che, quando mi gratierà di questo, l’assicuro di ogni assalto da nemici. In essecution della suddetta parte et per essequir l’ordine suo, ho inviato a detti Signori provveditori le robbe che ho trovate innutili poi di ottenir per quelle, tante altre arme et come dall’istesse vengo assicurato, giudicando specialmente che sarebbe a proposito che la Serenità vostra, per le 48 corazze che ho inviate, mi ffacesse mandare 24 corsaletti che sarebbono di grandissimo servitio a questo luogo, et per la total diffesa delle muraglie. Haverei anche mandati con le sudette robbe alcuni murioni et archibusi non troppo a proposito, ma affine che resti sprovisto et che poi in […] non mi havesse di quelle a valere, ho pretermessi [?] et se da Vostra serenità mi sarà ordinato, ancor quelli con altra occasione gli farò capitare. Intanto la supplico a farmi havere 60 archibusi per le 60 cane con le suddette robbe inviate, che poi manderò a Vostra serenità li sudetti archibusi, che sono al numero di 60 [?], non troppo buoni d’adoperarne come ho sopradetto, rimettendomi alla sua prudentissima deliberatione, alla cui buona gratia humilmente mi raccomando.
Di Albona, li 6 maggio 1610.
Di Vostra serenità, humilissimo et divotissimo servitore,
Lorenzo Avanzago, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.