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6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago

Dispaccio del 10 ottobre| 1610|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
per riverente essecutione di lettere della Serenità vostra de dì 16 giugno prossimo passato, et da me ricevute lì 29 settembre, dirò con ogni summissione che non ho permesso che dal foro ecclesiastico sia essaminato niun suddito della Serenità vostra senza espressa licentia mia, come fu li mesi passati che, capitando qui Monsignor illustrissimo vescovo di Pola, mi ricercò che gli concedessi licentia di essaminar tre over quattro restii [?] in Fianona [?] contro a quel piovan et altri religiosi, la qual licentia da me gli fu concessa et fatta notta in questa cancellaria sotto lì 14 giugno prossimo passato, et anco desiderava esser presente, ma piacque al Signor Dio di visitarmi con un poca di febre, la quale mi fece restare, et non volsi mancar di dar ordine al mio cancelliere che si dovesse trovar lui presente al detto essame, come fece, assicurando la Serenità vostra che starò con ogni circonspitione, accioché non segua simil disordine. Non bebbo restar di supplicar Vostra serenità che si compiaccia di far inviar le paghe del capo de bombardieri, accioché quello si possi sostentare, li quali sono soldi [?] 60. Et se la Serenità vostra per manco travaglio darà ordine che questa communità, la qual paga li cavalli leggeri di Raspo, pagasse similmente il detto capo, et che all’incontro da Raspo fosse pagato altrettanto danaro per li detti cavalli leggeri, stimo che sarebbe ben fatto. Con il che alla Sublimità vostra io mi inchino.
Di Albona, lì 10 di ottobre 1610.
Di Serenità vostra umilissimo et divotissimo servitore,

Lorenzo Avanzago, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.