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6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago

Dispaccio del 12 ottobre| 1610|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
vano tuttavia li sudditi di Sumber, luogo arciducale, perseverando in voler appropriarsi et in proprio uso […] li grandi [?] nel fondo dell’Arsa, giurisditione di Vostra serenità et descritti nel modello già da me inviatole, et segnati con lettere di […] che, havendo alcuni sudditi di questo territorio domenica passata, li 10 instante, mandato i loro animali grossi a pascolare nel detto luogo, hebbero ardire detti di Sumber di levar dal detto pascolo violentemente […] animali et menarli nel suddetto luogo di Sumber, ancorché dalli pastori di essi animali fossero seguitati fin a detto luogo, et con lacrime ricercati a dover fargli la loro restituttione, nulla di meno non hanno voluto rittornarglieli; però li detti pastori convenero partirsi sconsolati, et nel rittorno che fecero trovorno pascolando nella suddetta giurisditione di Vostra serenità, nel fondi dell’Arsa, 20 animali grossi di ragione di detti di Sumber, et per riffarsi quelli condussero sopra questo territorio di Albona in una contrada chiamata […] et Starigrad, dentro delli confini della giurisditione di Vostra serenità un miglio e mezo; li quali animali, condotti che hebbero, quelli di Sumber al numero di 30 uscirno fuori armati di arcobusi et spade, et venero nella sudetta giurisditione dove li loro animali si trovavano, et quelli con violenza levorno dalle mani di detti pastori, et di altri de nostri, che al rumore erano ivi concorsi, tirandogli delle archibusate et sassate, ferendo malamente con essi sassi tre sudditi di Vostra serenità con pericolo di morte, violando in questo modo la sua giurisditione; onde comparsero davanti di me essi pastori, et li patroni delli animali prima tolti, et con lagrime agli occhi mi fecero instantia a dover far quella provisione che mi paresse necessaria, affine che li povereti rihavessero li detti loro animali, narandomi il fatto et querellando essi sudditi arciducali; per il che, volendo io haver la verità del successo, feci immediate formar diligente processo, et trovai dalla depositione de testimonii non sospetti et dal constituto di Valentin Striva da Sumber, quale con li suddetti usò essa violenza della sua giurisditione, esser vera l’espositione fatta dalli suddetti pastori, qual Valentin essendo da sudditi di Vostra serenità stato ritento, ho quello fatto poner prigione. Imperò mosso da tante ragioni, dal perseverar nelle loro opinioni essi di Sumber, dalla violenza usata dalli istessi nella sua giurisditione et per la manutentione di quella, ho questa notte passata fatto andar in buon numeri di persone di questa terra nel territorio di Sumber, con ordine che dovessero riffarsi di tanti animali et, andati essi ben provisti nella […] terra suddetta, condussero a questa terra 37 animali grossi, tra manzi, vacche, vitelli et cavallini al numero di otto, compresi tre puledri, li quali animali ho fatto consignare a sudditi di questo territorio, accioché quelli siano custoditi et governati, dovendo io procurar fra tanto di veder che quelli di Sumber mi rittornino li animali delli nostri, già prima ritenuti, per haver io poi a fargli rittornare i loro, liberando insieme il prigione, né so quello che mi possa prometter di questo negotio, del quale ho voluto dar conto alla Sublimità vostra, supplico a darmi qualche ordine in questo proposito quando questi mali confinanti volessero continuar a simili ripresaglie di animali, et usurpar li pascoli di questo territorio, et quando così paresse alla Serenità vostra (che io loderà sommamente) di commetter all’Illustrissimo di Raspo, come gentilhuomo di molta virtù, che scrivesse una lettera a questi ministri confinanti, dolendosi seco di queste insolentie che fanno li suoi sudditi, accioché li disordini non andassero multiplicando, et che non si venisse a qualche maggior rottura, rimettendomi in tutto alla singolar prudentia della Serenità vostra. Gratie etc.
Di Albona, li 12 ottobre 1610.
Di Vostra serenità, humilissimo et divotissimo servitore,

Lorenzo Avanzago, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.