6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago
Dispaccio del 6| agosto| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
la benignità grande di Vostra serenità mal riconosciuto da questo Pirrano benissimo notto alla Sublimità vostra ha fatto così poco riverente a chi lei rapresenta, che è impossibile poter più soportare le sue continue et maligne imperfetioni; né potendo io far di meno di non far riverente conto alla Serenità vostra dell’imperiosità di questo prete, le dirò che, essendo comparsi gieri alla mia presenza li confrati della scola di Battudi, mi fecero instanza che dovesse far officio con il sudetto piovano, affine che dovesse annuntiare la processione, havendo questi confrati rissoluto con essa et in compagnia del populo di andar alla Madonna del Lago, acciò Sua divina maestà si compiacesse prestarle un poco di piova, essendo questi paesi tutti arsi dalla secura [?], dicendomi haver loro ricercato il detto piovano, et che li haveva risposto non volerlo fare; lo mandai a chiamare et, havendo ricusato di venire alla mia presentia, gli mandai a dire per un suo zago, et poi per il mio carrattiere [?] che dovesse gratificar me et loro di questa giusta dimanda; il tutto mostrò di sprezzare, sì che sono stati sforciati di far la processione da per loro, et senza preti, nonostante che habbino il loro capellano; ma molto peggio seguì il giorno di hoggi, poiché volendo continuar il populo la processione, et essendo parato prete Zuane Melazzo [?] per dirle messa, esso piovano lo fece disparare, nascendo perciò grandissimo scandalo in questo luogo; mostrando questo prete affatto sprezzar questa diviotione et li publici rapresentanti, et perché anche esso piovano in luoco di attendere alla sua chiesa, come capo di fatione tiene in continuo motto questa terra, che pur prospera di esso, l’altro giorno si attaccò questione tra un suo nipote et un altro giovane, con sollevatione di tutti questi sudditi; mi ha parso per tanto farlo sapere a Vostra sublimità, acciò che con la singolar sua prudenza possi dar quell’ordine che le parerà, per raffrenar il tropo ardire di questo prete; supplicandola consolar questo populo con la presta espeditione della causa che restisse nell’Eccellentissimo pien collegio tra la comunità et essi preti. Gratie etc.
Di Albona, li 6 agosto 1611.
Di Vostra serenità, humilissimo et divotissimo servitore,
Lorenzo Avanzago, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.