6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago
Dispaccio del 3| novembre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
havendo, conforme all’ordine datomi dalla Serenità vostra con sue di 25 [?] zugno prossimo passato et per me riceutte alli 4 agosto col mezo di giudici di questa terra, procuratto di haver quelle più vere et particolar informationi che sono statte possibili intorno a quelli che possedino beni eclesiastici, fui ultimamente avisatto che si ritrovava un luoco boschivo con due campi di terra in queste parti, nominato la seraglia, possedutto dall’archidiacono di questo luoco, senza haver hautto il posesso temporale, et perché detta seraglia non ha affituale, et perché anco non vi è altro che legne in essa, non ho potutto far fare altra esecutione di sequestro, ma li ho fatto intender che debba tuor esso possesso temporale, né fin hora ho fatto intender che debba tuir esso possesso temporale, né fin horra è comparso, anzi che si ha lasciato intender che non li porta la spesa, et essendo statto avisato che li pretti di questo capitolo, quali si danno titoli di canonici, non vi è pur uno di loro che habbi posesso temporale, feci venir a me il […] piovano, et lo ricercai che mi dovesse far vedere con il suo come delli altri pretti [li possessi temporali] [barrato] essendo così mente di Vostra serenità.
Mi rispose che li pretti non havevano possessi temporali di alcuna sorte, sogiungendomi che mi haveria fatto vedere per una ducale che erano statti asolti; la qual, seben io gli l’ho ricercata, non però me l’ha fatta vedere, anziché andando interfugendo, del che essendo statto a dover tutto, et che senza reprimer l’intrade nella casa di esso capitolo, come per il passato solevano, le devideranno tra loro, li feci tolar essa casa, nella quale si ritrova certa suma di formento et vino, et per che esso piovano mi disse anco che ricevano solamente di elemosine, per certificarmi della verittà et per poter con fondamento dar conto alla Serenità vostra di tutte le intrade certe che essi pretti si ritrovano havere, li feci intender che mi dovesse far vedere il loro catastico. Il qual […] piovano rispose che non l’haveria, ma che era in mano del patron [?] et similmente ricercato esso patrone. Egli resposse non volerlo dare, et poi nel partir il mio cancelliero, le tornò a dire che esso catastico si ritrova a terra [?]. Mandai novamente il mio cancelliero a ricercar il piovano, che […] alla mia presenza, il qual vene […]. Antedetto Luciano archidiacono con […] Maria Farigna [?], et con […] Michiel arciprete, et havendoli alla presentia delli giudici de questa terra et altri gentihomeni ricercatto esso catastico, il piovan disse che il […] l’haveva fautto per inventario et esso predetto respose che l’era a Venetia, sgiungendo poi che bisognava che […] capitolo se mi dovevano o non dare esso libro. Ho volutto per tanto dar conto alla Serenità vostra di ogni particolare, aciò dalla sua molta prudenza sii consideratto il provedere di questi pretti, significandole di più che, essendomi capitatto una cedola testamentaria di uno di questi contadini, ho scoperto che con mano se […] tengono ridotti questi suoi sudditi a lasciar liveli [?] perpetui ad esso capitolo di pane, vino et altre biave, obligando perciò campi et luochi vignali; il che in benificio [?] tengono quando havesse luoco questa strada da loro inventatta, sarà alli preti la magior parte di questo suo territorio obligatto, con le parti et mente della Serenità vostra. Gratie etc.
Di Albona, li 3 novembre 1611,
della Serenità vostra,
humilissimo et divotissimo servitore,
Lorenzo Avanzago, Podestà.
Allegato:
Lista dei nomi dei preti di Albona (1 c.)
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.