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6 maggio| 1610 Lorenzo Avanzago

Dispaccio del 28 novembre| 1611|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
la decima delli agneli et capretti vien esser pagatta da quelli suoi fedelissimi suditti al romano vescovo di Pola, et a questi pretti, la quale per quanto posso comprender, fu un volontario donativo fatto da essi suoi suditti allo statto per antica consuetudine osservatissima, che essa decima per benefficio universale dsi ha vendutto in questa terra a un soldo, la lira fino San Zorzi, et doppo San Zorzi a sedici bagatini. Par me che da alcuni anni li zentilhomini che compravano essa decima usurpasero [?] di condur fori di questo territorio, dove meglio a loro piaceva, li capretti fumentati di alcuni dipendenti di esso romano vescovo, il che reusiva con notabilissimo interesse della potestà [?]; questo aprile prossimo passato, li agenti di questa comunità, che a quel tempo si ritrovavano, si lasciarno publicamente vender [?] con li predetti decimari, che non intendevano che essi capreti fussero estratti et, doppi molte contese, un giorno alla fine comparsero alla mia presenza egli giudici con messer Alfonso, qua tengo […] general di esso reverendissimo vescovo, et conclusero tra loro che de cetero in perpetuo tutti li agneli et capretti dovessero esser vendutti in questa terra a soldi 2 la lira, con promessa una parte all’altra, et l’altra all’altra di far confermar dalla Serenità vostra questo acordo, et così fu effettuatto dalli decimari a vender esser carni al sudetto pretio, ma perché doveva partir in quel punto il sudetto procurator [?] per Venetia, essendo statto eletto ambasciator nella causa contro li pretti, non fu stipulata la scritura di acordo, ma però egli promisse nelli proprii beni al suo ritorno di stipularla, sopra la qual parola fu da me datta littera ad essi decimari di vender detti agneli et capretti al sudetto prettio, il che è statto anco esser tutto da esso romano vescovo, il quale è passato sotto silentio fino a tanto che li decimari hanno finito vender essi animali, che poi con un’altra procura tenuto [?] la prima, li agenti fecero una scritura de intimatione al sudetto grazengo [?], che li dovesse osservar quanto li havea promesso per il nome sudetto, et poi fecero sequestrar il danaro dell’estratto di esse in mano delli sudetti decimari, la causa si tratava da sentir a secular, perché il procurator del romano vescovo è persona laica, li agenti medesimamente et li decimari ancor loro con tutto ciò a nome di esso romano vescovo fu elevato un […] dall’officio dell’illustrissimo legatto, il qual cometeva che sotto pena di scomunica essi agenti si rinovessero da essi sequestri, del qual pochi giorni fa fu venutto in cognitione per non esser statto posto in esecutione, ma credevo mostratto a parte alli agenti publici, uno dei quali è dependente di esso romano vescovo per […] un figliolo Zago, qual a giustificatione è statto eletto in capitolo, et si sono venuti da essi sequestri, seben a me diedero intentione insieme con il vicario general di Sua signoria romana di stipular esso […] d’acordo, ma perché come dissi a Vostra sereità son venutto a saper del sudetto […] di scomunica, et perché anco havendo io scritto ad esso romano vescovo che ponesse in esecutione quel tanto che dal suo procurator et altrimente vicario è statto promesso dalla risposta di Sua signoria romana, ho scoperto non haver egli minimo pensiero di effetuar quanto promise, mi ha parso bene darne riverente conto a Vostra sublimità, con mandarli copia di queste parte scriture dalle qual la scoprirà il tutto. Gratie etc.
Di Albona, li 28 novembre 1611,

Lorenzo Avanzago, Podestà.

Allegati:
Incarico dato ad Alfonso Quarengo in data 19 giugno 1611, scritto il 9 aprile, da parte del vescovo di Pola, che gli ordina di recarsi come nunzio presso il podestà di Alvona e il podestà e capitano di Capodistria per difendere le ragioni del vescovo. (1 c.) A seguire, lo stesso documento in latino (1 c.)

Lettere degli agenti della comunità di Albona, che richiedono a Quarengo che vengano attuati gli accordi fatti riguardo al prezzo degli agnelli e dei capretti. (1 c.).

Segue un documento in latino del primo di luglio, a firma di Quarengo (1 c.)


AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.