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30 giugno 1617 - 16 marzo 1618 Francesco Pisani

Dispaccio del 24 luglio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
Convengo con gran displicenza d’animo et contra il genio della mia natura, per non declinar dal servitio della Serenità vostra, fastidendo l’orrecchie di quel eccellentissimo senato, occupato in altre publiche occorrenze a rapresentar il strano pensiero venuto al clarissimo signor Nicolò Dolfin novo camerlengo et castellan di questa città, di non voler obedir alli commandamenti dell’eccellentissimo signor proveditor general Belegno, né all’ordine che le ho ingionto io per essecutione di quelli, perché essendo il dannaro d’ogni ragione che si ritrovava in questa camera stato somministrato d’ordine di Sua eccellenza in soventione a militie delli pressidii della città e isola, come ne apar la giustifficatione dalli manoscritti, né havendo Sua eccellenza per la lontananza da quest’acque reintegrato essa camera, non può il clarissimo signor Zuanne Boldù consigliar al clarissimo Dolfin suo successore altro ch’essi manoscritti, che così è intentione di Sua eccellenza dechiarita per sue lettere, ma perché ciò riesce con disgusto di questo signor camerlengo, per non poter impiegar esso danaro a modo suo, si compiace interessando anco l’honorevolezza dell’eccellentissimo signor general Belegno di inventare che non reintegrando per avventura Sua eccellenza la camera di buona valuta, come non vi sarà alcun dubbio, egli restarebbe interessato de lire centosettantadoi, che andarebbono a comprar buona moneta, et pretende anco senza conferir alcuna cosa meco arrogarsi auttorità di operar intorno al danaro publico, come se qui il proveditore havesse a servir per suo inferiore, lasciandosi in oltre intender in mia absenza parole di puoca riputatione del suo publico rapresentante. L’onde perché non vorrei haver mai occasione (per sussentar il suo servitio) di interromper la mia quiete con esso sogetto, ho stimato convenirsi al mio debito portar il tutto alla Serenità vostra, et inviarle copia delle lettere di Sua eccellenza, et delli doi mandati, che li sono intimati, affinché comprendendo li termini discreti con quali ho proceduto seco, possi all’incontro scoprire li suoi fini, et nell’essecutione della sua volontà, commando poi il suo volere, perché mi habbi sempre a incontrare con la publica intentione. Con questa occasione non posso tacerle che per l’urgentia della difesa della città ho fatto far fin’hora due terrapieni per accomodarvi doi pezzi, l’uno vicin al palazzo, ove è di necessità che si facci un cavalliere, al quale ho di già fatto dar principio con la condotta del legname, et l’altro a San Francesco, che tenirà guardata tutta la stradda ambi necessariissimi alla sicurtà et difesa, così dalla parte di terra come da quella da mare, et perché nella condotta de legnami, calcina, et maestranza vi andarà della spesa, supplico riverentemente la Serenità vostra et per questi et per gl’altri bisogni rapresentati cometter che sia somministrato dannaro per fine che opere tanto fruttuose non habbino a rimaner imperfette. Gratie.

Veggia, lì 24 luglio 1617.
Francesco Pisani proveditor.

Allegato: intimazioni al nuovo camerlengo Nicolò Dolfin.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.