16 giugno| 1611 Zido Avogaro
Dispaccio del 26 febbraio| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
alli 22 stante, circa hore quattro di notte, venendo li 23, sono venuti per terra da 30 ladri o Uscochi, parte de quali sono venuti a questa città et, tolta una brazosa con li suoi da loro fatti pregioni, sono andati all’infausto [?] galeone a far la discoperta, et parte delli ladri aspettavano poco fuori in luoco detto Valle, et quella fatta, ritornati in detta Valle, consigliatili insieme con quelli che aspettavano ivi, subito tutti parte degli rimontati sopra una brazosa da Pirano, et parte sopra una barca de Buranelli pescatori che si attrovavano in detta Vale, et con violenza dalli […] di quelle si hanno fatto vogare, circa la meza notte, allai un galeone essistente in questo porto, nominato Santissima Ternità da Sabioncello, venuto da Costantinopoli per venir costì, et toltolo di mezo lo assaltarno con archibogiate, manarini et picche per voler quello depredare, gli huomini del quale, difendendosi da quell’impeto, hanno quelli rebutati, feriti et mal trattati, facendo gran strepito, al quale levai dal letto et diedi suono alla campana di questo suo palazzo per svegiar la città, et che poco doppo li malfattori lassorno l’impresa, facendoli sbarcare a terra sopra una punta vicina a questo porto, si diedero alla fuga.
La mattina poi nell’alba, per intender questo successo, accompagnato da altri andai a detto galeone et, inteso il successo dalli suoi di esso, scorendo il mare si vedeva nel fondo archibugi, pichi et manarini delli detti malfattori, et finalmente fu trovato anco uno delli delinquenti morto in fondo, poco lontano detto galione, qual feci pescare et portare sul molo di questa città, et mentre si faceva la visione di quello alla presentia del populo, vennero alquanti di esso galione con la sua barca et dissero haver veduto dui altri di detto malfattori pur nel fondo del mare, poco lontano il loro vassello, quali subito fatti pescare et portare sopra il detto molo, tutti tre erano vestiti con benecorechi [?] et zuffo in testa all’uscoca, et da parte del populo et genti che li hanno veduti sono stati tenuti per Uscochi, et constatati che siino de quelli che hanno buttinato ultimamente nel porto di Orsara, et perché alcuni di questo popolo susuravano vedersi per queste punte di essi malfattori, et intesi che a Rovigno si attrovavano il Signor governator Paolo Gini, in diligenza gli scrissi che si dovesse transferire immediate a questa città, come fece l’istesso giorno con cinque barche armate dalli suoi, delle quali veduti li sudetti tre corpi hanno detto esser Uscochi di Castelnovo, appresso Segna, et il sudetto Signor governator ha detto esser quelli de Vinodos [?] da Novi, che fu brasato [?] al tempo che l’eccellentissimo Bembo era General, li quali corpi tenuti fino li 24 furno poi condotti dalli suoi di esse barche armate con le teste sopra un scoglio qui vicino nominato Calbole [?], né da alcuno si ha potuto saper né nome né cognome di alcuno di essi cadaveri, et tanto riverentemente notifico a Vostra serenità. Gratie etc.
Di Parenzo, li 26 febraro 1611.
De suo […] Vido Avogador, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.