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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 12 giugno 1796

N. 27

Serenissimo Principe,
favorevoli venti alla navigazione per costì, ho giusta ragione di fiduciarmi, che siano ormai arrivate ai patrj lidi le 353 Craine già due giorni staccatesi da queste Rive: primo non dubbio riscontro dell’ingenua mia irrequieta sollecitudine in tutto ciò che ha rapporto cogli eminenti oggetti del servizio, e dello Stato.
Vi succede il secondo nella odierna spedizione di 475 Terrieri ammassati in questo solo contado; e non è lontano il ricapito di quelli, che somministrar deve il Dipartimento della Morlacca, a cui soprintende il colonnello Zulati, zelante di dividere egli pure il merito di suddita fede nelle attuali pubbliche emergenze.
Sempre diretta la mia volontà dalle sovrane prescrizioni, che su questo grave proposito io ossequio nelle Ducali primo corrente, prefigo alla direzion delle craine medesime, ripartite in tre bastimenti, il natural loro superiore colonnello Bortolazzi.
Lo seguono per lo stesso oggetto imbarcati sugli altri due legni da trasporto il conte Francesco di lui figlio, ed il vice sardar Coltelli del riparto superiore, che in linea di attività, e di fermezza ha esauriti tutti i numeri di suddito impegno nel dettagliato reclutamento.
Li diriggo coi rispettivi rolli all’Eccellentissimo Savio alla Scrittura; ma un verace impulso di equità mi necessita di scortar all’inesauribile munificenza dell’Eccellentissimo Senato i particolari riguardi dei direttori medesimi.
In pochissimi giorni essi hanno servito al pubblico bisogno; si staccano dalla famiglia, onde autenticar la loro rassegnazione al proprio Principe; ma l’economia privata non regge coll’olocausto della loro volontà.
La paga del colonnello ristretta cinque zecchini non supplisce al più tenue sostentamento: gli altri due non hanno stipendio.
Il primo da un mese cessò di essere sardar provvisionale nel riparto medio, e vi esercitò attivamente per un anno; Il Secondo lo cede in oggi al Conte (?) ripristinato dalla giustizia di Vostre Eccellenze nel riparto superiore di questo contado.
Fissando le rispettose mie considerazioni sulle precitate Ducali, io avrei potuto animar la puntualità del Bortolazzi con visibili prove di aggradi mento rimuneratorio; ma un divoto riguardo infrenò la mia persuasione, nella sicurezza, che la distributtiva immutabile dell’Eccellentissimo Senato, ben computato il merito di chi lo serve, sia per rendere vieppiù preggiabile e soddisfacente il valor di quelle ricompense, che direttamente emanano dalla stessa sua generosità.
A questo necessario riguardo appunto, per cui invece che illanguidirsi, si ravvivò la fiducia dei tre commessi direttori, mi chiama il riflesso sulla incerta loro destinazione, sul non circoscritto numero delle craine, che costì si ripetono, e sugli effetti di un esempio, che se non livella per la diversa configurazione delle rispettive circostanze gli altri capi territoriali della Provincia, tutti in movimento per un medesimo fine, pur li pareggia nel merito del servizio, e nella speranza di una promessa retribuzione.
Non sia disaggradita la riserva di un onesto cittadino, che non sa abusare della pubblica generosa condiscendenza, e che nell’esattezza del servizio contempla le viste della pubblica economia, i di cui sacrifizj sono e saranno sempre giustificati dal bisogno, e dal voto sovrano.
Il Visir della Bossina si è rivolto coll’unita lettera, che nell’idioma italiano rassegno a Vostre Eccellenze in iscorta d’altro annessomi foglio, a questa carica, interponendo i suoi uffizi a favor di un suddito di Monstar, che spiega riflessibili pretese di risarcimento per la summa di 3580 piastre calcolate per tanti effetti perduti nel successo naufragio, che l’ottomano imputa a colpa di certo capitano Niccola nativo della terra detta Patamian della Cefalonia, con cui stipulò in Missologi contratto di noleggio per Ragusa, e da cui si recrimina il capitano di aver arbitrariamente neglette le condizioni del contratto medesimo; si per l’eccedenza del carico, come per l’ultroneo stazio di 15 giorni alla sua casa, abbandonando coll’equipaggio il bastimento.
A prova di sue imputazioni non presenta alcun legale riscontro; non copia del contratto; non il certificato del veneto console, che pur si asserisce intervenuto nella stipulazione, non la polizza di carico; non i documenti di colposa condotta; non le proteste in competente uffizio ad una ingiustificabile delusione.
Questi fondamenti mi sariano necessarj per (?) la verità delle indolenze del suddito turco, qualora non conoscessi riservato l’impegno di rilevarle coi più deputati confronti all’autorità dell’Eccellentissimo Provveditore Generale da Mar.
Ad ogni modo io affretto alla singolar virtù di sua Eccellenza la mission delle carte del Visir, perchè si presti a deputar il fatto in ogni rapporto, e devenendo agli atti di giustizio esibisca agli ottomani un nuovo testimonio di leal vicinanza predicata dalle capitolazioni della pace.
Rispondendo ad ogni modo con termini ufficiosi al Visir, lo rendo avvertito che l’affar dipende dall’Eccellentissima Primaria Carica da Mar; che l’ siano spedite ad apposita legal figura i relativi documenti, sicchè possa esercitar quanto esige il riguardo di equità. e di buona amicizia tra governi.
Non ho mancato di portar l’emergente anche a notizia dell’Eccellentissimo Magistrato de’ V Savi alla Mercanzia per tutte le possibili combinazioni, che hanno rapporto alla autorevole sua influenza, e mi onoro umiliarne a Vostre Eccellenze i doverosi dettagli. Grazie.
Zara 12 giugno 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 2 inserti (4 cc.).

Nota: Arrivato il 18 giugno.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.


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